4.26.2012

Lago di Cavazzo (o dei Tre Comuni)


Il lago di Cavazzo o dei Tre Comuni, ha un perimetro di circa 6500 metri essendo lungo 2,250 km, largo da 400 a 800. La superficie è di 1,74 km e la profondità massima sui 40 metri. Di origine glaciale, sorge a 195 m s.l.m., più in basso del fiume Tagliamento che è a 3 km.


ACCESSIBILITA': una rotabile asfaltata compie il periplo del lago offrendo suggestivi scorci sul lago e sui monti che lo circondano. Prendere l’ autostrada per il Tarvisio, uscire a Gemona/Osoppo, attraversare Gemona, passare il fiume Tagliamento vicino  Trasaghis deviare per il lago.
Da notare che fino al 1957 il lago era molto più pescoso; Poi la costruzione di una centrale idroelettrica con immissione nel lago di acqua fredda ha scombussolato l’ habitat. Avvengono immissioni di trote.


SPECIE ITTICHE PRESENTI :Alborella, Anguilla, Coregone,Salmerino, Sanguinerola, Scazzone, trota fario e iridea, persico reale , carpa , spinarello,  cavedano, scardola , tinca il coregone di recente immissione da parte dell' Ente Tutela Pesca .


TECNICHE CONSIGLIATE : galleggiante , fondo , spinning , mosca , carp fishing , traina. E' possibile la pesca con la barca  che si può affittare nel periodo estivo senza motore. 





PESCA: Tutte le tecniche lacuali sono possibili. Consigliamo lo spinning con ondulanti allungati per trote  e minnows da 5-7 cm per specie miste con un leggero trecciato. Oppure avendo certezza di immissioni recenti di trote fare la tecnica trota lago con bombarde trasparenti e camole.  In estate verso notte mettere le canne a fondo con grossi vermi per anguille o quello che vuole abboccare. Per il coregone consigliamo di vedere cosa dice l’ amico Gianpaolo nel suo sito


http://www.webalice.it/p.gianpaolo/pesca%20del%20coregone.htm


Possibilità di campeggio , nei camping in riva al lago o nelle vicinanze .


http://www.valdellago.it/

4.23.2012

Claudio Carrara di Orvis Italia

Siamo questa volta con Claudio Carrara, esperto e noto pescatore a mosca e titolare della Orvis Italia per la vendita di attrezzatura di pesca a mosca, guida di pesca ed istruttore.

Curriculum professionale di Claudio Carrara:

Intorno alla metà degli anni ’80 Claudio inizia il suo percorso da istruttore tenendo corsi di lancio in varie sedi, nell’89 entra come istruttore nella SIM per uscirne pochi anni più tardi per accrescere il bagaglio tecnico/didattico e ampliare le sue conoscenze. Nel 1994 viene nominato Italian Board of Governor della FFF americana e fonda la Claudio Carrara Fly Fishing School. Il 1996 è l’anno in cui inizia la collaborazione con la rivista “La pesca mosca e spinning” collaborazione ancora attiva, dove scrive articoli di tecnica di pesca a mosca. Gli anni ’90 hanno visto la partecipazione di Claudio, insieme a suo fratello Riccardo e all’amico Walter Bianchi, a numerose competizioni di lancio tecnico, la squadra ha praticamente dominato per tutto il decennio vincendo nel 1996 il campionato italiano. Dal 2006 Claudio ha assunto la direzione della Scuola Nazionale di Pesca a Mosca dell’Arci Pesca FISA con sede a Terni. Claudio, insieme a suo fratello, dal 1990 gestisce un’attività di importazione e vendita di articoli per la pesca a mosca – Orvis Italia.  

Claudio da quanto tempo peschi e da quanto a mosca?

Ho iniziato a pescare da bambino, sia da solo sul fiume della mia città che raggiungevo in bicicletta, che con mio padre, come tutti cercando di prendere qualche pesce con le esche naturali e il galleggiante. Presto mi sono appassionato alla pesca alla trota, che ho praticato nei modi più svariati, dal verme allo spinning ( per poco tempo), per passare in breve alla mosca che pratico da circa 30 anni.


I luoghi tuoi prediletti italiani ed esteri quali sono?

Come tutti i pescatori anche io ho acque che potrei definire speciali, fiumi e torrenti che significano qualcosa di più di un semplice luogo dove andare a pescare. Come pescatore sono nato e cresciuto in Umbria e il fiume Nera rappresenta per me un destinazione particolare, quasi una mia seconda dimora o forse la prima? Credo che sia il fiume che metterei al primo posto tra quelli nazionali. Passo anche molto tempo nei fiumi d’oltre confine, sia per pescare che per i corsi di pesca a mosca, restando nelle destinazioni vicine all’Italia, per la Slovenia il Soca dall’inimitabile colore azzurro delle sue acque e per l’argento dei suoi bellissimi temoli, mentre in Croazia il Gacka è senza dubbio quello che preferisco e il fiume che certamente mi affascina più in assoluto, la sua vallata dove il tempo sembra essersi fermato, il silenzio che ti circonda e la difficoltà della pesca lo mettono al primo posto nella mia classifica. Per la pesca della trota in lago metto in “pole” la Parcolaghi di Acquapartita, un comprensorio dove ho trascorso, e spero di trascorrere ancora, bellissime giornate in compagnia di amici in un contesto veramente unico. Sono molto legato anche ad altri fiumi in paesi più lontani, magari ne parleremo in un’altra occasione.


Come si fa a diventare istruttore di pesca a mosca? Uno se lo inventa o vi è un albo, un esame ecc ecc?

Mai una frase è stata più azzeccata della domanda che mi hai posto! In effetti uno si alza al mattino e si inventa di essere un istruttore di pesca a mosca senza che nessuno glielo possa impedire. Nel nostro settore non esiste un organismo che regola l’istruzione, i corsi, la formazione degli istruttori ecc. come invece accade nelle attività sportive codificate, regolate da un comitato (CONI) che delega alle varie federazioni questa responsabilità. In Italia esistono molte scuole di lancio e pesca a mosca, tra cui anche quella da me diretta, e ciascuna organizza la propria attività in modo autonomo. Per quanto mi riguarda, per accedere alla qualifica di istruttore è necessario superare un esame di Master I° livello, attraverso un esame che attesti la capacità tecnica di lancio e la conoscenza delle basi della didattica dell’apprendimento. Personalmente, essendo un ex insegnante di Educazione Fisica, attribuisco molta importanza alla capacità di un istruttore di saper proporre la tecnica in modo corretto e questa è una delle caratteristiche che distingue la nostra scuola dalle altre, comunque valide, presenti nel nostro paese.

Marchio Orvis? Perché questo e non un altro?

Orvis è una casa americana con sede nel Vermont, è una casa produttrice di articoli per la mosca che rappresenta la storia di questa tecnica essendo stata fondata nel 1856. Oltre alla indiscutibile qualità dei prodotti commercializzati, sempre all’avanguardia in tutti i settori, Orvis propone una gamma completa che spazia dalle canne, mulinelli, code di tipo, waders, accessori, abbigliamento, insomma tutto il necessario per la pesca a mosca e anche di più. Inoltre rappresenta una garanzia sia per il cliente che per il venditore avendo nel proprio DNA la ricerca della soddisfazione del cliente che ottiene anche grazie alla garanzia incondizionata di cui godono molti dei suoi prodotti.


La tua preda più grossa?

Nella pesca a mosca la ricerca del grosso pesce non rappresenta l’obiettivo prioritario come avviene nel Big Game o nel Carp Fishing. La grossa trota, il salmone record, il Giant Tarpon vivono certamente nei sogni di ogni pescatore a mosca, ma questa tecnica è fatta anche da altro, un lancio ben riuscito, una trota che sale in una zona particolare del fiume e una preda difficile di cui si è avuto ragione anche se non particolarmente grossa. Anche se ho pescato diverse specie di pesci, mi ritengo un pescatore di trote e la mia trota più grossa è … quella che non ho ancora preso.

La tua preda più inaspettata?

Molti anni fa mi trovavo a pescare in una risorgiva nel pressi della mia città, un corso d’acqua popolato esclusivamente da trote Fario, ricordo che stavo pescando a mosca sommersa con una vecchia canna in bamboo molto leggera, non era una giornata particolarmente buona e faticavo a lanciare la mia mosca contro le forti folate di vento che catturavano la coda portandola lontano. Improvvisamente il finale si tende e istintivamente lascio partire una decisa ferrata, sento il peso sulla lenza e inizio a sollevare la canna quando, con mio grande stupore, vedo la mia preda sollevarsi dall’acqua agitando le ali … un’anatra, quella che i pescatori a mosca chiamano “mallard”, aveva preso la mia Partridge & Orange e stava cercando disperatamente di liberarsene.



Le mosche che usi le costruisci tu magari sul momento vedendo la schiusa?

La mia professione mi consente di disporre di molte mosche per cui sono ormai anni che non costruisco più i miei artificiali. Comunque l’osservazione delle schiuse e del comportamento del pesce è un momento fondamentale della pesca e mi permette di trovare la mosca giusta nelle diverse occasioni … o almeno diciamo che ci provo!

Che luogo consigli ad un pescatore a mosca che voglia abinare pesci, natura e portafoglio?

E’ una domanda abbastanza complessa, posso rispondere utilizzando due itinerari, uno italiano e uno estero. La Slovenia è un piccolo paese confinante con l’Italia, ricco di acque da salmonidi, c’è una cittadina chiamata Bled, in riva all’omonimo lago, dove è possibile trascorrere una piacevole vacanza per tutta la famiglia, con la possibilità di pescare nella Sava Bohinjka, un fiume meraviglioso, ricco di trote e temoli, immerso in un ambiente magnifico. In Italia consiglio ovviamente la Valnerina, il fiume Nera nelle sue due zone no-kill, dedicate alla pesca a mosca e spinning.
Un ambiente ancora selvaggio, a ridosso del parco dei Sibillini, dove è possibile praticare diverse attività come il parapendio, arrampicare, mountain bike ecc. e ovviamente pescare in un fiume unico, a volte anche difficile, ma sempre emozionante.


Hai un sito Web?

Si. http://claudiocarrara.com oppure la Orvis su www.orvisitaly.com

Ringraziamo Claudio e alla prossima cari lettori

4.19.2012

Agostino Zurma Presidente CFI

Il CFI nasce in Toscana e precisamente in provincia di Grosseto a metà circa degli anni ‘90 e attualmente ha qualcosa come un centinaio di sedi e 3000 soci circa. Il club tecnico più numeroso in Italia.

Siamo con Agostino Zurma classe 1955 residente in provincia di Rovigo e attuale presidente del club, carica che riveste dal 2004.




Agostino quale è la filosofia del CFI (Carpfishing Italia)?


La nostra filosofia ricalca senza dubbio le orme della tutela ambientale e del rispetto dei pesci, una profonda etica che ci ha visto anche realizzare un nostro regolamento”il codice etico” che è parte integrante del nostro statuto. Accanto a questi importanti fattori di distinzione vi è la diffusione della nostra tecnica, rivolta ad una sua applicazione che si inserisca in modo non invasivo e in sintonia con le altre tecniche.
L’ultima nostra fatica è la campagna che stiamo attuando affinche il “Progetto tutela carpa” e aree no kill vengano inserite nelle provincie Italiane. La norma richiesta prevede che tutte le carpe di misura superiore ai 60-65 cm o agli 8 kg di peso debbano essere immediatamente reimmesse nel luogo di cattura, questo per fermare il fenomeno del prelevamento di grossi esemplari dalle acque pubbliche per cederli ai laghetti di pesca sportiva.
Diverse provincie hanno aderito e altre sono in procinto di farlo, purtroppo è un lavoro lungo in quanto devono essere modificati i regolamenti ittici quando vanno in scadenza. Una visione completa del grande lavoro svolto dalla nostra associazione si potrà avere consultando il nostro sito www.carpfishingitalia.it

Oltre alla diffusione della tecnica il CFI si adopera attivamente in altre attività in merito a qualsiasi altra cosa riguardante la pesca?

Certamente, i nostri campi d’azione non si limitano unicamente ad una specie, anche se questa rimane sempre in primo piano, ma ci interfacciamo anche con realtà che seguono altre tecniche. Oltre a questo è rilevante dire che CFI sviluppa altre importanti iniziative rivolte al controllo, con proprio nucleo di guardie volontarie, al sociale con moltissimi enduri (gare di pesca alla carpa) benefici in tutta la penisola, all’ambiente con la “giornata ecologica nazionale” momento in cui decine di sedi organizzano la pulizie delle sponde, ai giovani con corsi e giornate d’incontro, questo e tanto altro ancora.

In quante consulte provinciali e regionali fate parte?




Le consulte sono state e continueranno ad essere per noi un importante traguardo, attualmente siamo presenti in tutte le provincie delle Marche, in attesa delle provincie Lucane ed in alcune del nord Italia.
La normativa attuale che regola la partecipazione a tale organo, purtroppo, lascia poco spazio alle nuove associazioni che non hanno i numeri di grandi gruppi storici e sorretti politicamente per cui è un lavoro duro e difficile. Fortunatamente il modo di proporsi dell’associazione, portatrice di idee valide e innovative, rivolto al dialogo, al proporsi con educazione ma con risolutezza ha fatto si che le amministrazioni aprissero comunque a CFI e consentissero di portare a temine importanti iniziative.

Sappiamo che avete avuto contatti se non addirittura siglato accordi con altri club tecnici; Cosa ci puoi dire?

Vi è ben più di un semplice contatto, esiste un accordo tra associazioni ecosostenibili, che verrà sottoscritto a giorni con il quale CFI e varie associazioni quali SCI, Exos Italia, Bass Italia, Barbel Fishing Italia e altre si impegnano a presentare progettualità comuni a difesa di ambiente e pesci. Di fatto, queste proposte a firma congiunta hanno avuto attuazione, Ferrara e Treviso due delle provincie nelle quali carpe e lucci hanno seguito una strada comune di progettualità.




Andiamo alla problematica alloctoni che vuol dire in massima parte SILURO! Quale è la vostra posizione? Il 99% degli ittiologi (di cui abbiamo interviste nel sito) sono per il loro contenimento.

E’ noto che anche uno dei pesci più amati dai carpisti, l’amur, è anch’essa una specie alloctona e come tale priva di ogni tutela in quanto, causa la sua alimentazione rivolta alla vegetazione viene considerato l’artefice della modifica degli habitat acquatici.
Su questo CFI si sta impegnando da tempo, con proposte che vedano questi pesci salvaguardati e trasferiti in acque libere all’interno delle quali la loro presenza non presenti un problema al recupero della vegetazione acquatica necessaria per lo sviluppo di altre specie.
Il contenimento in questo caso non è necessario in quanto l’amur non presenta possibilità di riproduzione nelle nostre acque.
Relativamente al siluro la cui prolificità è ben nota la questione è diversa, sono favorevole al contenimento della specie ma non alla caccia e distruzione indiscriminata, oltretutto i metodi adottati e consentiti creano danni enormi anche nei confronti di altre specie. Anche per loro servirebbe un progetto simile a quello citato in modo da toglierli da corsi d’acqua che per dimensioni ridotte e per rarefazione della fauna ittica si rischia vi rimangano solo siluri. Inoltre ci si deve adoperare affinchè le acque prive di questo pesce rimangano tali.

Siamo nel 2012, l’ auto per andare a pescare fuori provincia o regione l’ hanno tutti. Però ci si trova in mezzo a maree di regolamenti e tesserini segnacatture provinciali e FIPSAS che sono un grosso fastidio, non per il costo, ma per il loro reperimento. Tu ,come esempio, vorresti venire da me a pescare alla diga di Masserano una domenica e non puoi perché non vi sono strutture che lo danno(il tesserino) nei festivi e devi tu firmare la matrice e quindi non posso prendertelo io. (Nel 2012 è possibile fare il segna catture Biella da altre persone; In altri luoghi no) Non sarebbe ora che in Italia si facesse una legge che valga per tutte le acque (Chiaramente eccetto i DeP) ? Insomma un qualcosa che sia veramente comune a tutti i pescatori italiani. Anche perché è illogico che sul Tanaro la carpa sia di mm 35 e sul Po in Lombardia magari 40.

La tua considerazione è attuale e sarebbe una gran cosa se potesse avere compimento, ovvero esistessero dei regolamenti che in certe branche della pesca fossero uniformati, diversamente diventa tutto illogico e svantaggioso. Vero è anche che le realtà delle acque sono diverse e per cui possono necessitare di specifiche salvaguardie e di mirati regolamenti, bisognerebbe però rendere vita facile a chi questo intende rispettarlo e non essere altrettanto buonisti con chi invece tende a fare il contrario.



Andiamo sull’ allegro. Quale è il tuo record e dove l’hai fatto? In quante nazioni hai pescato e come è all’ estero la situazione Carpfishing?

Adoro pescare con impegno, la pesca mi deve divertire, deve offrirmi catture, mi piace stare bene e avere tanti amici, se poi a tutto questo si aggiunge la cattura di qualche grosso esemplare bene ma non è importante. Ricordo ancora Roberto Ripamonti che in una sua intervista di qualche anno fa mi indicò come esempio per questo mio modo di vivere il carpfishing.
Penso sia fondamentale che il carpfishing, venga vissuto e assaporato nel giusto modo, gradualmente, provando piacere nell’assimilare di giorno in giorno le sue scoperte senza la frenesia e l’assillo della grande cattura a tutti i costi.
Tutto deve maturare nella consapevolezza che, la vera gioia, l’esperienza durevole, il ricordo incancellabile sono quelli che derivano dalla semplicità e dalla serenità con cui la nostra disciplina viene vissuta. Apprezziamo e salvaguardiamo ogni cattura, non importa quanto essa sia grande, per ridarle quella libertà, necessaria a garantire a noi stessi la possibilità di riprenderla e ad altri di poterla apprezzare.
Per questi motivi le mie catture sono tutte dei record. Ho pescato in Francia diverse volte, soprattutto al Lac du Derun’acqua che mi è rimasta nel cuore. A quello che ho potuto vedere il carpfishing è maggiormente visto e gestito come realmente è ovvero una tecnica particolare che abbisogna di specifiche regole. Anche i controlli e l’assistenza data è soddisfacente, almeno per la mia esperienza, nonché la gestione delle acque.


Con questo ti salutiamo e ti ringraziamo per la disponibilità.

Sono io che ringrazio Voi per l’opportunità che mi avete dato, Ciao.

Pesca e Arte

Siamo con Alberto Chiodelli nato a Crema il 30/05/1961 e residente in Crema

Valido pescatore a mosca e con un hobby particolare e cioè l’intarsio con legni pregiati naturalmente rivolto quasi esclusivamente alla pesca.




Alberto da quanto tempo peschi?


Se ti riferisci alla mosca …dal 1986 ma la pesca è sempre stata una mia passione fin da piccolo

Quali sono i tuoi luoghi di pesca preferiti?


Beh, preferiti non ne ho, perche con la pesca a mosca sei portato a viaggiare un po, sempre a scoprire vari e differenti posti a volte sorprendenti dalla bellezza e natura che li circondano

I tuoi record?

Ricordo qualche anno fa’ una marmorata di 4,2 kg. Con una piccola mosca secca sul Piave, (piacevole ricordo, perche’ unica di quella misura) una piacevole eccezione alle altre piccole e modeste catture, eseguite in vari anni di pesca in piu’ fiumi

Quando è nata la tua passione per l’intarsio?


L’intarsio è ormai una passione che pratico da ormai diversi anni, prima facendo esperienze con dei maestri di questa tecnica per circa dieci anni poi nel mio laboratorio nel frattempo organizzato.



In cosa consiste tecnicamente?

Bè qua è un po’ difficile da spiegare...la tecnica è quella dell’intarsio tradizionale che si puo’ ammirare spesso su mobili in stile, da me eseguita invece con tematiche di pesca, poi sul mio sito ho descritto con alcune foto e descrizioni una spremuta di questa tecnica, anche se descrivere tutti i problemi che la tecnica riserva è un po’ difficile.



Ad ogni modo, traendo dal suo sito: “consiste nel ritagliare diversi pezzetti di legno ricavati sezionando il disegno del soggetto da riprodurre. Immergendo poi ogni singolo pezzetto in sabbia rovente è possibile ottenere particolari ed insostituibili sfumature che, oltre a dare un senso di profondità, addolciscono i contrasti dei colori naturali che il legno offre. I vari ritagli vengono poi assemblati come un puzzle e successivamente incollati e pressati. Dopo la parte di finitura col pirografo o di incisione, si finisce con la verniciatura che mette in risalto le sfumature ed i colori dei vari tipi di legno precedentemente scelti in modo da meglio esprimere le proprie qualità in base al disegno voluto.”

Cosa fai riguardo alla pesca con questa tecnica di pratico e di ornamentale?


Qualsiasi disegno o foto con tematiche di pesca poi eseguito per quadri, scatole porta mosche, orologi e anche con molteplici funzioni come quadri che contengono una teca e anche dei ganci come portacanne, poi personalizzabili come uno li sceglie.




Lavori su commissione e fai altro oltre ad oggetti riguardanti la pesca?


La “antica” tecnica dell’intarsio ti porta anche a lavorare per restauratori di mobili o eseguire commissioni di vari generi: stemmi comunali o di famiglia oppure paesaggi da foto, poi ho eseguito quadri floreali, di arte sacra, astratti e qualunque idea che mi passava per la testa e si potesse realizzare con il legno


Come si possono vedere online i tuoi lavori e contattarti?


Le mie modeste opere si possono vedere sul mio sito: www.artenellapesca.com
Oppure alcune cose su “facebook” da cercarmi semplicemente col mio nome e cognome, ma il meglio, si dovrebbe ammirare nel mio piccolo laboratorio dove posso far apprezzare le mie creazioni. Oppure venite a trovarmi a Crema (CR)

Via Bacchetta n.1/a dopo contatto telefonico ai numeri:

Tel. 0373 – 201365

Cell. 338-3411582


Noi di P&P ti ringraziamo

Ringrazio anch’io per la vostra attenzione alle mie modeste opere

4.17.2012

La pasturazione



Per questo tipo di pesce la pasturazione  per una buona percentuale di successo è il portafoglio
 ah ah ah

Premessa: Noi di P&P non crediamo di dire la verità assoluta…..ma quasi. Vi illustriamo le cose PER PRENDERE I PESCI (nei termini di legge) e non facciamo morale alcuna verso questo o quel sistema di pesca , sul No Kill e amenità varie!!!!!!!


La pasturazione è la cosa essenziale per prendere parecchi ciprinidi ma non solo….

Dopo che si ha la sicurezza che vi siano i pesci desiderati, valutato bene il fondale, pasturate SEMPRE nello stesso punto e naturalmente la vostra esca deve arrivare li’ e “viaggiare” in quel filo di acqua corrente se si pesca in torrenti o fiumi col “tappo”. A Ledgering deve stare ferma o scarrozzare lievemente. La cosa è essenziale e si pensi a quelli che usando la roubaisienne mettono un bicchierino in punta per farlo. Non vi diciamo che pasturando a 20 metri di distanza di riuscire a stare in 30 cm quadrati ma manco di lanciare a 5 metri a Sud Est del punto X o 4 metri a Nord Ovest.



Ciprinidi come il cavedano, la savetta e il pigo diventano anche attivi subito specie sulle sfiondatine di bigattini in acqua corrente leggera o di retine e/o incollato in correnti più decise. Ci vuole un attimo di pià, ma neppure troppo, per il barbo. Un po’ di pazienza, anche tanta delle volte, per carpa e tinca. Ricordatevi che i vermi vanno immessi in pastura un attimo prima di fare le palle, altrimenti muoiono.

Pasture ne vendono molte ma possiamo anche pasturare con pane vecchio ammollato e appesantito o messo in retine. La pesca sarà effettuata poi collo speciale pane francese per le savette (ma ci danno anche i cavedani) , col fiocco di pane per il cavedano, con una pallina di pane inumidito e pressato per le carpe.



Con polenta, magari mista a gorgonzola in palline, e per più giorni per tinche in laghi. Con mais, fagioli, ceci ecc ecc per carpe, scardole, cavedani. Più giorni pasturiamo più probabilità avremo che calata lenza il pesce abbocchi. Se fatta la pescata negli stessi orari della pasturazione ancora meglio. Il cavedano se pasturato mangia di tutto, dalla frutta un po’ dolce (compresa l’ anguria) , alle bacche di mora, sambuco, alle interiora di pollo , alle boiles.


Il barbo è ghiotto di formaggio e se potete mettete in freezer in inverno le croste e gli avanzi di formaggio odoroso come gorgonzola o toma; In primavera in un pentolone immettete sassi porosi o pezzi di mattone forato, gli avanzi e del latte e fatte bollire fino a che il formaggio non si attacchi .
Immettete la pastura dove volete pescare 1-2 gg prima e i risultati non mancheranno.



La trota risponde bene ai bigattini in pastura e sono molti i posti appena a valle delle zone a salmonidi in cui si possono trovare parecchie trote; correntine alte almeno 60-70 cm si prestano bene ad una pesca col galleggiante agendo come se avessimo a che fare coi cavedani.



Una decina di anni fa mi ricordai di articoli delle riviste che specie in Belgio e Olanda pasturavano coi pesci morti e poi facevano una pesca di attesa. In Austria entrai in contatto con un tedesco che masticava l' italiano, un certo Phll mi pare,  e mi disse che anche loro là facevano questa pesca e mi invio dopo 2 foto in email.


Non ebbi mai il piacere di sperimentarla dato che almeno 2-3 giorni di pasturazione preventiva a base di tranci di pesce , meglio se pesci dello spot, bisognerebbe farli.

Ricordatevi sempre precisione e se possibile pasturazione preventiva sempre nello stesso luoogo.

4.13.2012

Morto Manovrato

I sovrani delle acque italiane e di mezzo mondo non possono essere che il luccio e la trota o comunque salmonidi come l’ Huco. La regina delle trote è senz’altro la marmorata.
Il GRANDE pescatore, ovvero colui che vuole e punta la cattura da sovrani, usa una sola tecnica; Mosca? Spinning? Non fateci ridere……Morto manovrato!!!!! Sempre in luoghi ove non è vietato.

Un artificiale quanto realistico possa essere non sarà mai attirante come un pesce foraggio seppur morto! Un pesce morto è carne, sapore, sangue, budella ecc ecc, cosa che un artificiale non è!!!! Se io o Damiano fossimo il Re o la Regina e ingoiassimo un artificiale perfettamente imitante un vairone o un cavedano sputeremmo subito non sentendo la carne, il sangue ecc ecc. Capito il concetto?



Montatura Drachkovitch: La si trova facilmente in commercio ed è da usare in acque ferme o tranquille facendola rimbalzare molto vicino al fondo a intervalli di qualche secondo. Più per lucci ed anche BB ma può trovare il suo utilizzo per la trota ove ci si trovi abbastanza elevati sul pelo dell’ acqua in posti profondi ; Ad esempio su grossi massi naturali in prossimità di buche. Anche nelle vecchie massicciate ove all’ interno vi siano tane permette di insidiare il pesce direttamente a casa sua…..se non è uscito.



Le montature dette Vigevanese e Ossolana sono abbastanza simili; Piombo a 80-100 dal pesce morto imbragagato da ancorine nel primo caso e senza piombo nel secondo. Facili da fare.

La montatura “Svizzera” è introvabile bisogna avere una buona manualità per farla. Il più è infilare in una torpille del filo di rame dalla parte grossa ove avremo messo prima una girella e avremo lasciato una piccola asola in testa. Se non troviamo torpille con buchi abbastanza grossi si può anche usare piombi similari. Tre braccioli di filo robusto porteranno le ancorette ad agganciarsi in testa , in mezzo e in coda al”morto”.



Noi di P&P ci siamo anche ideati dei grossi ami piombati col filo di piombo per fare le spiraline.

Queste ultime montature vanno lanciate e recuperate a strappetti in modo da far sembrare ferito ma ancora vivo quello che è invece già morto cioè il pesce foraggio; Esso dovrebbe essere ucciso appena prima di innescarlo dato che se decongelato tende a sfaldarsi molto prima.

Il pesce foraggio deve essere uno presente nel luogo ove peschiamo.



In Italia posti da lucci da usare il MM ve ne sono parecchi; Meno per la trota visto la rarefazione della marmorata che era la specie tipica dei grandi fiumi a sinistra del Po e nello stesso. Marmorate (quasi sempre extra) sono state prese anche fino a Casale Monferrato, nel Sesia a Vercelli, nel Ticino medio-basso, nell’ Adda ecc ecc

Se come “principi” mettiamo il BB e la Sandra il MM Dracko è il massimo!!!! L’ Aspio e il siluro? Da provare…..

4.12.2012

Lago dell'Olmo (Novara)

Il piccolo (manco 900 anime) paese di Tornaco si trova poco distante da Novara. Prendendo la strada che dal capoluogo và a Mortara o viceversa si devia all’ altezza di Vespolate. Giunti al paese prendere per Gravellona Lomellina ed all’ incrocio per Vignarello svoltare una prima volta e poi una seconda a destra su una strada sterrata.

E un laghetto di origine estrattiva abbastanza profondo e ampio e circondato da risaie e fontanili. Lungo circa 600 e largo 250 metri.

Le tecniche che si possono impiegare sono molteplici e me le faccio spiegare da Egidio, un ragazzo poco più che ventenne, ma diventato un esperto sotto la scuola di Roberto Leso, un garista di buon livello in diverse specialità e gestore di un negozio in Novara, Frazione Lumellogno in Via dei Muratori 84 (Telefono: 0321 469722), ove si diletta in autocostruzioni di artificiali da spinning e qualche altra diavoleria che la sua mente fantasiosa elabora ; come montature speciali per la pesca al siluro.
Egidio, buon conoscente di mia figlia, ogni tanto mi regala delle squisite trote. Roberto si è prestato in passato per parecchi servizi di trota lago ed altro per una ex nota rivista o lo stesso Egidio e mia figlia, assieme a lui, per la pesca allo storione....

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4.11.2012

Nodo Rapala

1) Dopo aver passato il filo nell’ anello dell’ artificiale fare 6-8 (sembra che la treccia tenga di meno e quindi aumentare) spire lasciando una ampia asola fra l’ anello e la prima spira

2) Far passare il filo prima nell’ asola vicino all’ anello e poi nell’ asola che ulteriore che si è formata

3) Tirare leggermente per avvicinare le asole senza stringere troppo

4) Tirare il filo della lenza cioè quello che resterà attaccato al minnow fino all’ anello.





Costruire method e feeder

Materiale occorrente

1)Tubicino passafilo che può essere ricavato da fili della luce, biro (sia la canna rigida, sia il tubicino lavato dall’ inchiostro), tubi di plastica varia.

2)Attack e silicone

3)Nastro adesivo

4)Molle o fil di ferro lavorato a forma di molla

5)Punta con diametro che passino i bigattini

6)Provette di plastica

7)Nastro adesivo

8)Piombo o altro per fare peso; Magari grosse viti.

9)Noi avendo a disposizione parecchi tasselli di ferro avanzati usiamo quelli come peso e ci infiliamo il tubo.


Per il Method da acqua ferma basta collegare la molla col tubicino anche solo legando con filo da pesca grosso.Una punta di Attack sui nodi e via. Idem se volete aggiungere del peso.

Per i Feeder è più complicato ma non molto.

1)Nastrare il peso vicino alla provetta.

2)Bucare colla punta incandescente il tappo e il fondo della provetta e fare buchi vari nella stessa

3)Inserire il tubo passa filo nel tappo e farlo fuoriuscire dal fondo 1 cm. Attack e silicone a fermare il tubo ma solo sul fondo. Sopra il tappo lasciare 15-20 cm di tubo per quando si svita.

4)Per la versione non in linea basta fare col fil di ferro una piccola asola, passarla nel buco, allargare i 2 capi e siliconare. Oppure far passare una girella e mettere la colla. Idem se si vuole il moschettone.









4.10.2012

Lanca del Sesia a Prarolo

Una lanca è un meandro fluviale abbandonato per la diversione dell'alveo principale. Le cui acque sono stagnanti.
Le lanche sono presenti tipicamente nelle piane alluvionali con pendenza molto bassa e bassa velocità di corrente, in cui i corsi d'acqua tendono a divagare assumendo una configurazione a meandro. In sedimentologia ,si definisce pianura alluvionale (o piana alluvionale) un ambiente sedimentario in cui la sedimentazione è controllata dalle correnti fluviali.
In alcune lanche entrano roggie o canaletti vari che possonio generare una leggerissima corrente nei pressi della immissione;Generalmente però tutta la lanca è da considerarsi come acqua ferma eccetto quando il fiume straripa e và nella lanca. Vi sono lanche collegate al fiume e lanche che non lo sono; Alcune vengono innondate dalle piene e altre no.Diversi esempi si riscontrano nei grandi fiumi della Pianura Padana, come il Po ,l’Adda, il Sesia e il Ticino.
Anfibi e rettili ospitati nell’ acqua e sul circondario terrestre possono essere la Rana verde, Raganella, Rana di Lataste, Rospo comune, Tritone, Biscia comune, Ramarro, Lucertola muraiola, Biacco, Biscia dal collare e Natrice tassellata. Tra queste merita sicuramente attenzione nella progettazione degli interventi e nei monitoraggi futuri la Rana di Lataste, anfibio endemico della pianura-padana protetto dall'Unione Europea.



Come uccelli si trova il Germano reale e sono presenti purtroppo dei Cormorani. Il bosco umido e la fascia che circonda le lanche ospitano nel periodo invernale una discreta presenza di Colombacci. Nel periodo estivo è facile avvistare Aironi cinerini, Garzette e il Martin pescatore, che si alimentano nelle lanche, ed osservare Gallinelle e Porciglioni.

Noi vi vogliamo parlare della più grossa lanca del Sesia nel comune di Prarolo. Li il Sesia è sbarrato da una grossa diga per permettere , da sponda opposta cioè in comune di Palestro (PV), l’ uscita del canale Sartirana che abbiamo già trattato nel sito.

Come arrivarci : Poco dopo Vercelli in direzione Casale si svolta per il sudetto paese e dopo il calcavia autostradale si gira al terzo cartello indicatore e dopo poco alla prima a destra.

Seguire tale strada fino ad una grossa cascata sulla sinistra, tornare indietro di un pò ed avere la possibilità di parcheggiare l'auto in alcune comode piazzole e appena al di là della boscaglia vi è l’acqua . In inverno l'inizio della lanca si vede.
Nella seconda alternativa dopo 50 metri dell’ unico dosso che troverete si prende una la stradina sterrata a sinistra con cui si raggiunge direttamente la zona golenale e seguendo la pista tracciata in mezzo al pioppeto raggiungere l'altra sponda della lama. Se scegliamo quest'ultima possibilità consideriamo che la sterrata non è in buono stato e tante volte anche mal segnata specie dopo piogge abbondanti. In questo caso possiamo anche fermarci sul fiume. Comunque a Prarolo nel dubbio chiedere.



La lama di Prarolo è la classica "morta" fluviale, collegata perennemente al Sesia. Di notevoli dimensioni, è situata in una zona golenale soggetta durante le grandi piene del Sesia all'allagamento completo. La profondità è variabile dal metro fino anche ai quattro metri nei punti più profondi. Vicino a riva sono presenti canneti e altra vegetazione, a tratti sono presenti anche ninfee e dispersi per tutta la lama vi sono tronchi e rami d'albero sommersi. Proprio queste caratteristiche rendono la lama un posto ideale per la pesca ai predatori: lucci, persici reali, black bass e anche siluri "entrati" dall'asta principale del fiume, anche se non raggiungono grandi dimensioni come nel fiume.


Se decidiamo di andare direttamente sul Sesia esso è diventato il regno degli Aspi.


Ovviamente vi sono anche carpe, le quali raggiungono dimensioni di tutto rispetto, scardole, carassi, triotti, alborelle, pesce gatti e anche qualche tinca. In passato, fino a 15-20 anni fa, la lama era "famosa" per le grandi quantita di lucci e black bass presenti. A causa di vari fattori ambientali, si è assistito a una diminuzione del luccio, anche se fortunatamente la situazione adesso si è stabilizzata e i lucci presenti sono ancora discreti come numero e taglia. Stessa sorte, molto più drastica è toccata al black bass. Se prima erano relativamente comuni bass dal chilo ai due chili, oggi esemplari di tali dimensioni sono un'eccezione. Si raccomanda quindi il rispetto delle misure minime e dei periodi di divieto,anzi, meglio adottare il cattura e rilascia per evitare la scomparsa di questi splendidi predatori.



Tecniche consigliate

Ciprinidi: possiamo optare per tre scelte diverse. La prima consiste nel dedicarci alla minutaglia che, soprattutto da maggio a settembre, h presente con numeri di tutto rispetto nel sottoriva. Allo scopo procuriamoci una fissa sui quattro-cinque metri, una lenza dello 0.12, amo del 18-20, un galleggiantino sotto il grammo, piombini distribuiti lungo la lenza. Ogni tanto, a seconda dell'andamento delle abboccate, una manciata di bigattini e una noce di pastura sfarinata che si sciolga a mezz'acqua: non mancheranno certo alborelle, triotti e scardoline. Ogni tanto, possono anche mangiare scardole di una certa mole. Non è poi molto remota la possibilità di allamare persici reali, attratti più dalla minutaglia che dalla pastura, ma che comunque non disdegnano uno o due bigattini scodinzolanti. Se invece preferiamo prede più grosse, si possono tentare carpe, scardole, carassi e tinche con diverse tecniche: inglese, ruobasienne, ledgering, fondo e perchh no, anche bolognese.



Non entrando nei particolari delle montature delle varie tecniche, si suggerisce di non tentare molto distante da riva, pasturazione con bigattini/mais e sfarinati in quantità modiche ma continua per tenere sempre i pesci "sotto". Con l'inglese e il ledgering abbiamo il vantaggio di poter, in alcuni punti, pescare agevolmente anche vicino alla riva opposta. Alterniamo il bigattino, esca universale a sempre catturante, al mais e al piccolo lombrico di letame per selezionare la taglia del pesce. Infine, il carpfishing ci permette di insidiare le carpe grosse, che certamente non mancano, ma in questa lama sono difficilissime. Un'attenta "lettura" di rive e fondali, unita a una costante pasturazione aumentano le probabilita di pescare la carpa da sogno, considerando sempre che non è proprio un luogo da neofiti.



Predatori: il luccio costituisce la più grossa attrazione alieutica della lama, sia che si peschi a spinning, morto manovrato o vivo.
A spinning, sondiamo con metodo e costanza l'acqua fino a dieci metri da riva con lanci paralleli alla medesima. Particolare attenzione va riposta ove vi sono alberi, tronchi e altri ostacoli sommersi: sono queste le tane preferite del predatore. Se abbiamo la fortuna di trovare i lucci in caccia, osserviamo le cacciate e insistiamo lì, ci sono molte possibilità che ritorni a cacciare. Usiamo robuste canne da spinning sui due metri e settanta e una potenza reale di cinquanta grammi, ricordiamoci che ci deve aiutare anche a forzare il luccio da tane pericolose per l'incolumità del nostro filo.
Un buon mulinello, di dimensioni generose caricato con un moderno trecciato con una tenuta non inferiore ai quindici chili, è necessario per lo stesso motivo, tenendo conto poi che l'esemplare da sogno abbocca quando meno ce lo aspettiamo. Per quanto riguarda gli artificiali c'è che l'imbarazzo della scelta: grossi rotanti e grossi rotanti tandem, ondulantoni, minnow e cranckbait dagli undici ai venticinque centimetri, grossi spinnerbait, grossi bucktail, grosse imitazioni in gomma con testa piombata da far saltellare insistentemente nei pressi delle tane per stimolare l'aggressivita del luccio.
Più importante del tipo di artificiale usato è la fiducia che riponiamo in esso: mai macinare filo svogliatamente, perche se lo spinning al luccio vuol dire anche cappotti, non si sa mai quando e dove il luccio decida di attaccare, e spesso h anche l'unica occasione della giornata: un vero peccato farsi cogliere impreparati. Stessa costanza, metodo e posti, ma diversi movimenti da imprime a canna e mulinello per il morto manovrato.
Possiamo provare comprando la montatura Drackovitch gi` fatta nei negozi forniti. Per il vivo usiamo alborelle, scardoline, cobiti e gobioni, innescati ad uno amo per le labbra. Un galleggiante adeguato, un piombo prima del terminale e la lenza h bella che fatta. Per canna e mulinello vanno bene le stesse da spinning oppure canne da fondo, ledgering e carpfishing. Possiamo stare per tutto il tempo nello stesso luogo oppure muoverci ogni tanto lungo la riva. D'obbligo in tutti e i tre casi il cavetto.



Il periodo migliore per il luccio è la stagione fredda, da novembre fino alla data di chiusura e poi nel periodo successivo all'apertura, coi lucci affamati dopo il periodo riproduttivo. Stante la taglia modesta dei siluri presenti, possiamo usare la stessa attrezzatura per insidiare anche questo predatore, naturalmente in periodi diversi.
Il black bass purtroppo non è molto presente soprattutto per quanto riguarda gli esemplari di taglia, anche se sembra che la popolazione sia in ripresa numerica e qualitativa. Si insidiano con i siliconici piombati e spiombati, preferibilmente realizzando inneschi antialga, recuperando a strappetti presso la riva, tronchi sommersi, canneti e ninfee. Se sono presenti a galla e sono in attivita, popper e prop bait diventano imbattibili regalandoci abboccate a galla di indubbia spettacolarita.
Il persico reale pur essere presente nella lama con branchi di moltissimi esemplari; pur perchè si sposta frequentemente in branchi compatti in vari punti della lama ed entra ed esce dalla lama all'asta principale del Sesia.
Insidiabile a spinning leggero con rotanti e minnow di piccole dimensione, i locali lo insediano preferibilmente con bolognesi robuste, grossi galleggianti da passata e ami del 6-7, innescando l'alborellina viva  o altri pesci esca piccoli come il cobite che è il Re di questa pesca
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Cobite
. Se i reali sono in zona ne prenderemo uno dietro l'altro.



Licenza: Governativa e FIPSAS. Attenzione che dalla diga a 200 metri a monte è zona di divieto.

Negozio Pesca: Luciano Pozzati Via casale. A Vercelli zona Cappuccini


http://www.lucianopesca.it/


Dove mangiare: AL BISTROT IN PIAZZA DI PEDRINAZZI FEDERICA SNC
STR. ST. 31 DEL MONFERRATO, 31
13100 PRAROLO (VC)
tel.: 0161240142

Dove dormire: HOTEL ARCOTEL
Strada Statale 31
15030 VILLANOVA MONFERRATO (AL)
tel.: 0142493528

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