9.29.2016

Pesca nella Diga di Mongrando/Ingagna (BI)



Il Lago dell'Ingagna o Lago di Mongrando è un invaso artificiale situato all'altezza di 365 m s.l.m. che sbarra il Torrente Ingagna in comune di Mongrando (BI); l'invaso si estende a monte della diga anche sui territori di Graglia e Netro, sempre in provincia di Biella.
Torrente Ingagna

Il lago è situato circa un km ad ovest dell'abitato di Mongrando e si allunga lungo la valle dell'Ingagna in direzione di Netro. La strada di servizio raggiunge la diga da sud partendo dalla frazione Prelle (Mongrando), mentre sulla sponda settentrionale, per buona parte in comune di Graglia, sorgono le frazioni di Vagliumina e di Colla di Netro oppure si  accede dalle frazioni confinanti (Aralgrande e San Michele ) o dal comune di Netro

Il lago è circondato da boschi e lambisce una zona dove tradizionalmente erano attive piccole fucine che fabbricavano utensili metallici.

La diga dell'Ingagna è alta 50 metri ed è stata completata negli anni novanta del Novecento. L'invaso, della capacità di 8 milioni di metri cubi, è gestito dal Consorzio di bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese per un uso irriguo a servizio anche dell'agricoltura tramite un impianto di irrigazione a pioggia, come da disciplinare di uso n.12 del 03/07/1987 del Provveditorato regionale alle opere pubbliche per il Piemonte.
L'idea di aumentare la capacità dell'invaso, portata avanti dal consorzio per poter ridurre gli effetti di eventuali annate siccitose sulle colture agricole, si scontra da anni con perplessità a proposito del suo impatto ambientale e della sicurezza della diga.
All'uso irriguo del lago si affianca un utilizzo idropotabile; la captazione è gestita dallaServizio Idrico Integrato S.p.a., la società che gestisce i servizi idrici di alcuni comuni biellesi e di buona parte del vercellese. L'acqua del lago è stata anche utilizzata per lo spegnimento di incendi scoppiati nella zona circostante, in particolare nella bassa 
Valle d'Aosta. La diga dell'Ingagna è alta 50 metri ed è stata completata negli anni novanta delNovecento. L'invaso, della capacità di 8 milioni di metri cubi circa , è gestito dal Consorzio di bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese per un uso irriguo a servizio anche dell'agricoltura.. 

All'uso irriguo del lago si affianca un utilizzo idropotabile; la captazione è gestita dallaServizio Idrico Integrato S.p.a., la società che gestisce i servizi idrici di alcuni comuni biellesi e di buona parte del vercellese. L'acqua del lago è stata anche utilizzata per lo spegnimento di incendi scoppiati nella zona circostante, in particolare nella bassa 
Valle d'Aosta. Il fondale è fangoso e sporco.

Sono presenti parecchie carpe anche se non di peso grosso come in altri spot ma comunque roba di 12-13 kg con sporadiche presenze di pezzatura maggiore...
Bisogna pasturare molto con boiles diverse da quelle che usano gli altri possibilmente vicino agli ostacoli colla frizione chiusa in modo che non si intanino e ferrare subito al bip bip. Presenti anche se non in maniera massiccia altri ciprinidi. Discreta ,per l’ attuale situazione ittica, la presenza di persici reali e qualche Black bass da pescare a spinning o con esche naturali visto che è acqua ciprinicola.
Avendo a disposizione piccoli pesci vivi , compreso gli introvabili cobiti, una buona pescata si può fare. E se per i Black bass consiglio il rilascio faccio il contrario per i persici reali che sono una delizia del palato. Catture di lucci mai fatte e mai sentite fare anche se credo che qualche esemplare ci sia. Vi sono state immissioni di trote in passato di sicuro ma attualmente non saccio come è la situazione.

Licenza: Governativa


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Video:



9.27.2016

Ittiologo


Marmorata del Toce recuperata per spremitura



Chi è e che cosa fa un ittiologo? Di sicuro questa professione ha un nome particolare e non facile da ricordare, ma anche la sua parte pratica non è da meno. La sua "stranezza" deriva dal fatto che si tratta di un termine derivato dal nome usato nel greco antico per pesce. L'ittiologo è infatti una persona che si dedica alla salute dei pesci, una sorta di medico di questo tipo di fauna marina. Quella dell'ittiologo è una professione oggi abbastanza rara, ma che potrebbe rappresentare una interessante nicchia specialistica in alcuni campi di lavoro se le amministrazioni pubbliche dedicassero pù attenzione alle nostre acque ed alla natura nel suo complesso.




 
 
L'ittiologia è il ramo della zoologia che studia gli organismi comunemente intesi come "pesci", ovvero i pesci ossei quelli cartilaginei e gli Agnatha,*** che costituiscono il gruppo di vertebrati più numeroso, viventi nell'idrosfera. Mentre una maggioranza delle specie è stata probabilmente scoperta e classificata, approssimativamente 250 nuove specie sono ufficialmente registrate dalla scienza ogni anno. Secondo il FishBase, fino al 2011 sono state catalogate 32.100 diverse specie di pesce. Nel mondo vi sono più specie di pesce rispetto a tutti gli altri tipi di vertebrati: mammiferi, anfibi, rettili e uccelli.




 
 
***Gli Agnati (Agnatha Cope, 1889) rappresentano un gruppo di Vertebrati acquatici privi di mandibole e mascelle; ad oggi il valore sistematico di tale raggruppamento è caduto in quanto, se la presenza di un'arcata orale incernierata è considerata una sinapomorfia ed è quindi indice di un gruppo tassonomico (l'infraphylum Gnathostomata), così non si può dire della sua assenza: gli agnati rappresentano più una controparte parafiletica dei vertebrati gnatostomi piuttosto che un taxon.

I resti fossili più datati risalgono all'Ordoviciano e da queste specie pare si evolse per poi affermarsi il più grande ed eterogeneo gruppo degli Gnatostomi (Condroitti, Osteitti, Rettili, Anfibi, Uccelli e Mammiferi).
Vi erano inclusi i raggruppamenti Cyclostomata (parafiletico, comprendente gli ordini Myxiniformes e Petromyzontiformes) e gli ordini Arandaspida, Astraspida, Eterostraca, Anaspida, Galeaspida, Osteostraca, Telodonta (riuniti nel gruppo degli Ostracodermi, attualmente privo di valore tassonomico, e tutti estinti).






 
 
 
 
Si tratta di Vertebrati acquatici ancestrali, branchiati, dal corpo fusiforme o serpentiforme ed endoscheletro cartilagineo.
A differenza dei vertebrati Gnatostomi non hanno mandibole, sono dotati di una narice impari mediana (monorrini), i filamenti branchiali di origine endodermica sono racchiusi in tasche branchiali interne alle arcate branchiali (Endobranchiati) anziché esterne ad esse come avviene negli Gnathostomata (ectobranchiati). Le pinne sono ridotte, così gli occhi e la relativa porzione cefalica.

Le classi riunite nel gruppo degli ostracodermi erano caratterizzate da un dermascheletro di piastre ossee e per questo incluse in un unico raggruppamento; anche alla luce di sinapomorfie antecedenti condivise fra i ciclostomi e gli ostracodermi questi gruppi non sono più considerati di valore tassonomico in quanto polifiletici.
Le specie viventi, un tempo inserite nella superclasse Cyclostomata (in riferimento alla forma circolare dell'apertura boccale), appartengono agli ordini Petromizontiformi e Missinoidi. Il primo ordine comprende le Lamprede: la Lampreda di fiume (Lampetra fluviatilis) e la Lampreda marina (Petromyzon marinus). Dei Missinoidi sono note le missine (Myxine sp.) e i grossi Bdellostoma.

 
Come branca della zoologia l'ittiologia studia i pesci dal punto di vista evolutivo-filogenetico, morfologico, anatomico, fisiologico, ecologico, etologico e sistematico.
Come branca della paleontologia l'ittiologia studia anche i pesci, vissuti in ere geologiche passate, o meglio i loro resti fossili.



Non si può tuttavia diventare ittiologo e arrivare a svolgere questa professione senza una adeguata preparazione. Coloro che vogliono dedicarsi a questo settore devono infatti per lo meno conseguire una laurea in scienze biologiche o biologia marina e successivamente frequentare un master.


Di sicuro l’ittiologia, cioè la scienza che studia i pesci e tutte le loro caratteristiche, fisiologiche, genetiche, anatomiche, etc., praticamente tutti i pesci ossei e cartilaginei, in alcuni contesti può rappresentare un interessante sbocco di lavoro. Vediamo quindi attraverso questa piccola guida come cominciare a lavorare con ittiologo, come abbracciare la professione e compiere tutti i primi passi necessari.
Pseudorasbora alloctona

Si può il più delle volte interessare dalla fauna locale, di specie autoctone o particolari, anche in via di estinzione, o essere interpellato ogni qual volta si presenti un problema che riguarda il ripopolamento delle specie a rischio a causa di fenomeni connessi con la pesca o con altri episodi di questo tipo.

L’ittiologo studia tutti i fenomeni che interagiscono con l’habitat naturale e le sue eventuali alterazioni, eliminando o limitandone le cause.
 


In Italia diversi ittiologi lavorano ad esempio in Lombardia, dove troviamo un complesso sistema di laghi e fiumi popolati da un’ampia varietà di pesci locali. Consiglio vivamente la visita al Parco Ittico di Zelo Buon Persico (http://www.parcoittico.it/) adatto a grandi e piccini.
Un ittiologo però però anche lavorare presso un centro ittico o un allevamento, dedicarsi alla ricerca scientifica o lavorare per case editrici specializzate, che producono materiali per amanti della pesca e professionisti che si sono molto ridotte (ho collaborato con loro) sopratutto coll' avvento del Web.. A volte può dedicarsi anche alla protezione e alla salvaguardia dei parchi marini.
Un ittiologo può inoltre lavorare anche come consulente. Sono soprattutto le amministrazioni locali ad avere bisogni di lui, quando hanno il compito di gestire laghi e fiumi presenti nel loro territorio, soprattutto se si tratta di luoghi a contatto con zone industriali o grandi insediamenti urbani che rilasciano scarichi in zona. Ma anche associazioni di pescatori usufruiscono del suo lavoro per campionamenti, (esempio campionamnto al link: http://www.provincia.biella.it/on-line/Home/Sezioni/Cacciaepesca/PianoIttico.htmlincubazioni )e gestione incubatoi ed altro tipo dove collocare le fascine nei laghi (Usate per la riproduzione del per persico reale). In pratica entrano in acqua, aiutati delle volte da volontari specializzati, e stordiscono i pesci, li classificano per specie e per numero, li misurano, e li rilasciano;

Nel caso che la cosa avvenga per fare una riproduzione artificiali trattengono delle femmine e qualche maschio; Spremono le femmine e i maschi e delicatamente con una penna di uccello mescolano le uova collo sperma. Qualche incubatoio ma pochi hanno vasche di stabulazione per gli anni successivi seno altrimenti poi liberano i soggetti.




Tra i suoi compiti possono infine esserci anche quelli di recuperare e studiare in laboratorio alcune specie ittiche in difficoltà o di ripristinare l’equilibrio di un ecosistema, immettendo pesci predatori o necessari alla catena alimentare.


Si può il più delle volte interessare dalla fauna locale, di specie autoctone o particolari, anche in via di estinzione, o essere interpellato ogni qual volta si presenti un problema che riguarda il ripopolamento delle specie a rischio a causa di fenomeni connessi con la pesca o con altri episodi di questo tipo.
Marmorata
L’ittiologo studia tutti i fenomeni che interagiscono con l’habitat naturale e le sue eventuali alterazioni, eliminando o limitandone le cause.

Un ittiologo può inoltre lavorare anche come consulente. Sono soprattutto le amministrazioni locali ad avere bisogni di lui, quando hanno il compito di gestire laghi e fiumi presenti nel loro territorio, soprattutto se si tratta di luoghi a contatto con zone industriali o grandi insediamenti urbani che rilasciano scarichi in zona e molte volte il lavoro viene svolto gratis da ittiologi giovani per farsi conoscere; io stesso ho aiutato l' ittiologo Ceccuzzi in un campionamento nel canale Cavour quasi asciutto per fargli fare la carta ittica della provincia . Esperienza interessante svolta coll'elettrostorditore da parte dei volontari dell' APD Novara

Tra i suoi compiti possono infine esserci anche quelli di recuperare e studiare in laboratorio alcune specie ittiche in difficoltà o di ripristinare l’equilibrio di un ecosistema, immettendo pesci predatori o necessari alla catena alimentare oppure suggerire di eliminarne pesci alloctoni tipo il siluro. Cosa consigliata da tutti gli ittiologi e contrastata da 4 fanatici in barba a tutte le leggi regionali che su consiglio degli ittiologi ne vietano la reintroduzione.
Interessante la vista di pesci "invisibili" dato la loro piccola grandezza come l'alloctono Rodeo Amaro o la nostrana Lampreda di ruscello oppure il ghiozzo di acqua dolce. e lo scazzone


 

Il percorso formativo può variare a seconda del settore in cui si vuole operare. Si può scegliere tra Biologia, Scienza ambientali o Zoologia.
 


Tutelare l'ambiente naturale può essere una grande opportunità, non solo per salvaguardare il patrimonio del Paese, ma anche per trovare un lavoro. Ne è convinto Maurizio Penserini, biologo ittiologo, socio fondatore del Mediterranean Trout Research Group e ricercatore dei " giardini dell'acqua" di Collagna (Reggio Emilia),(http://www.igiardinidellacqua.com/) uno dei più importanti allevamenti di trote in Italia, che con Labitalia fa il punto della situazione del settore. Ci vuole molta passione dice e del resto lo stesso Mediterranean trout research group nasce dalla passione per l'ambiente e per gli animali acquatici raggruppando professionisti nel settore della veterinaria, della biologia e delle scienze naturali.

Il percorso formativo racconta Penserini può variare a seconda del settore in cui si vuole operare. Si può, infatti, scegliere tra le facoltà di Biologia, Scienze naturali e ambientali oppure Zoologia. L 'ittiologo lavora per il recupero, produzione, allevamento e forniture di specie native a rischio di estinzione come lo storione e la trota marmorata.
Per la selezione di parchi riproduttori e miglioramento genetico delle specie allevate, ma anche per la progettazione e gestione di impianti di allevamento intensivo, semi-intensivo ed estensivo".

Il campo di lavoro -fa notare- se da una parte è molto vasto e offre diverse opportunità di lavoro, dall'altra costituisce un mercato di nicchia in cui la ricerca pura si intreccia con l'innovazione.

Ai"Giardinidell'acqua(http://www.igiardinidellacqua.com/) ricorda Maurizio Penserini- si fa anche progettazione e gestione di incubatoi di valle e impianti ittiogenici. Si effettua controllo sanitario, prevenzione e terapia nelle patologie in acquacoltura, oltre a consulenza e forniture in mangimistica e tecniche di alimentazione dei pesci allevati. E comunque un lavoro di gruppo. Il nostro lavoro sottolinea va anche nella direzione della tutela dell'habitat dei pesci. Nel nostro caso, ad esempio, se da una parte si tutelano le trote autoctone, dall'altra si opera anche per il ripopolamento attraverso l’attivazione di impianti ittiogenici.
Vasi Zug

Tra le principali strutture ittiogeniche per finalità conservazionistiche, ci sono gli incubatoi di valle di Fanano, di Fiumalbo, di Fontanaluccia a servizio della Provincia di Modena, gli incubatoi di valle di Minozzo, di Garfagno, di Roncopianigi, dell’Andrella a servizio della Provincia di Reggio Emilia, l’incubatoio di valle e impianto ittiogenico di Monchio delle Corti (Parma).

PDF molto intressante
 
 
http://www.pescaaltavallescrivia.org/file/pdf/Salmerino_Genova_dicembre_2014_def.pdf





Attraverso l'attività di assistenza ittiologica dalle regioni Alpine a quelle insulari, attraverso la conduzione e la direzione tecnica di ben 26 impianti ittiogenici, è già in corso il recupero di alcune varietà native di trota fario, di trota macrostigma e di trota marmorata per le politiche di ripopolamento e di reintroduzione nelle acque di competenza. Di sicuro è un lavoro, nella maggior parte dei casi, dove un guadagno sostanziale avviene dopo molti anni di pratica con gudagni modesti.
 
 
 
Credo che il grande mistero di questo ramo della scienza sia lo studio dell anguille o meglio come dopo la schiusa dell'uovo il giovane (che ha una caratteristica forma fogliforme e che prende il nome di leptocefalo)
fa il medesimo percorso fatto dalla madre al contrario per tornare in Europa nell'esatto luogo da dove essa proveniva, impiegando circa 3 anni per effettuare tutto il viaggio ed arrivando allo stadio di "ceca".
Nel mio acquario
Idem dicasi al contrario però per il salmone che ritorna al luogo dove è nato dopo una vita passata nel mare.

Parecchi gli studi anche non sui pesci ma sempre in ambito "acqua" come quello fatto dal noto Gilberto Forneris (Università di Torino) assieme al collega Merati sui sistemi di massificazione dei fiumi che manco a dirlo quello più costoso e meno efficace è il più praticato.



Peccato che ho perso il libricino avuto dalle sue mani in un convegno.

 
 
Link utili: http://www.aiiad.it/



Società di ittiologi:http://www.graia.eu/
 
Sito internet molto bello: http://www.ittiofauna.org/attivita/associazione/relazioni/index.htm

con 2 miei interviste al Web Master al link : http://pescambiente.blogspot.it/2011/11/l-del-web-intervista-stefano-porcellotti.html

https://pescambiente.blogspot.it/2017/06/ittiolo-italiano-della-provincia-di.html



Migrazione anguille
  https://www.youtube.com/watch?v=Xu6SWgplBNc


Migrazione salmoni
 
 
https://www.youtube.com/watch?v=EF9UGNn905Q


Servizio televiso di ittiologo
 
 
https://www.youtube.com/watch?v=hNJNFB4csg0


Incubatoio di Morgex (valle Aosta)
 
 
https://www.youtube.com/watch?v=hNJNFB4csg0




Allevamenti










Pescare nei laghi di Bertignano e Masserano (entrambi nella provincia di Biella)

Dal PDF (stranamente scaricabile) della provincia “” In provincia di Biella le acque gravate da vincoli particolari sono: ...