6.28.2016

Spinadesco/Isola Serafini

Isola Serafini è un'isola fluviale, la maggiore del fiume Po, situata nel territorio del comune di Monticelli d'Ongina in provincia di Piacenza in prossimità del punto in cui l'Adda confluisce nel Po. Si trova tra la città di Piacenza, una ventina di chilometri a ovest, e Cremona, pochi chilometri ad est.

È collegata alla terraferma da un ponte sulla sponda emiliana che la mette in comunicazione con Monticelli, distante 3,5 km.
L'isola ospita una centrale idroelettrica che produce energia sfruttando il dislivello creato da un doppio sbarramento. Lo sbarramento è la causa principale del declino dello storione e non solo quello..

Di particolare interesse naturalistico è classificata come sito di Interesse Comunitario (SIC), per la presenza di estese zone umide e sabbioni che richiamano numerose specie di uccelli sia stanziali che migratori come: rondini di mare, fraticelli, falchi, gufi,picchi, gruccioni. Poco prima della diga l’ Adda fa affluire nel “padre dei fiumi!” cioè il PO le sue acque. E’ stato presentato il grandioso progetto che farà cadere l’ultima barriera sul Grande Fiume, la diga di Isola Serafini.
Si tratta di due scale di risalita che aggirano la diga e consentono di ripristinare la libera circolazione dei pesci.
Come arrivare: Entrare in  Spinadesco (che è di fronte ad Isola Serafini) fino ad attraversare il canale navigabile,
prosegui sempre dritto lungo lo sterrato fino a un bivio. A sinistra c'è una sbarra, a destra prosegue la strada dell'argine e davanti a te c'è uno sterrato chiuso da una corda e se la imbocchi (non con l'auto) arrivi all'imbarcadero, e ci si può mettere lungo la prismata appena a valle.

Se invece prosegui per la strada arginale dopo un km circa sulla sinistra c'è un altro sterrato che ti porta ancora sulla prismata.

Oltre si entra nel parco Adda sud ed è zona off-limit per l'auto.
Per mangiare guardare il link: https://www.tuttocitta.it/ristoranti/spinadesco
Per i negozi di pesca leggere il link: http://www.negozipesca.it/lombardia.html

Lo spot è senz’ altro uno dei migliori in Italia con moltissimi barbi e breme oltre a qualche grossa carpa, aspi, siluri e lucioperca.

Per la pesca al colpo conviene portarsi appresso parecchia pastura e bigattini. Alcune postazioni sono comode, altre meno.
 Le canne per la pesca col galleggiante devono essere almeno di 7 metri; Per il ledgering i pasturatori devono essere di svariate grammature in modo da essere pronti ad affrontare il fiume a seconda del suo livello.
Finali abbastanza grossi visto che il superbarbone è sempre in agguato e non è detto che qualche Aspio abbocchi ai bigattini.
Oltre alla normale pastura a palle, a seconda del livello, possiamo agire colle cosidette "caramelle" oppure coi bigattini incollati.
Per lo spinning usare attrezzatura idonea alla preda ricercata.  Una pesca molto praticata a quella al siluro e purtroppo molti stolti, incuranti delle leggi, rilasciano; fanno morire il pesce esca per poi rilasciare il siluro….UNA GRANDE FILOSOFIA!!!!


  Uno spot molto vicino e pescoso  è a Crotte d’ Adda cioè la parte finale del fiume Adda cui arriverete guardando qualsiasi mappa in internet.
Per qualcosa di veloce: http://crotta-d-adda.virgilio.it/cat/SUPERMERCATI.html




Video:
https://www.youtube.com/watch?v=BxxawIxr6RQ






Crotta d’Adda


https://www.youtube.com/watch?v=HRyAnEaniLM

6.20.2016

Pesca a spinning allo Zander detto Lucioperca

Risvegli
Articolo e fotografie di Marco Altamura

Il Lucioperca o Zander è riginario dell'Europa centro-settentrionale e di quella orientale  nonché dell'Asia occidentale, è stato introdotto in molti paesi europei agli inizi del XIX secolo, con notevoli conseguenze ambientali.
In Italia fu introdotto tra il 1902 e il 1908 nei laghi di Comabbio e Pusiano ed in seguito in tutto il nord Italia, ma oggi sembra sia diffuso solamente in alcuni laghi (Orta, Lugano, Como, Comabbio, Maggiore, Corbara, da cui si è poi diffuso nell'intero corso del Tevere fino alla città di Roma), e lungo il corso del fiume Chienti. Una grossa popolazione è presente anche nel fiume Po nonché in gran parte delle acque del piano della Pianura Padana. Vive nei tratti inferiori dei fiumi e nei laghi a grandi e medie dimensioni, con acque ben ossigenate.  soggetti più longevi raggiungono l'età di 20 anni, 130 cm di lunghezza per un peso di 15 kg.



Quest’anno l’inverno appena trascorso non ha mostrato la sua parte più dura e le temperature registrate ( almeno nella fascia dei laghi prealpini ) non sono mai state troppo rigide nemmeno durante le lunghe notti; solo in due occasioni nel mese di gennaio si sono registrate gelate notturne e questo dovrebbe anticipare la ripresa di tutti gli ecosistemi, compresi ovviamente quelli acquatici, accelerando l’attività dei pesci partendo da quelli plantofagi per arrivare al vertice della catena alimentare costituito dai predatori. Sono soprattutto le temperature notturne non più così crude a rimettere in moto tutto l’ecosistema che poi durante le ore di luce registra un riscaldamento graduale della temperatura dell’acqua con i raggi del sole che sono sempre più caldi. Queste condizioni se da una parte non sono più così favorevoli per insidiare il pesce che amo più di tutti e cioè la trota lacustre.
Ruggero Nibbio pres. pescatori di Mergozzo


 Mi offrono anche l’opportunità di ricercare tutti gli altri pesci predatori praticando uno spinning meno impegnativo e più prodigo di catture di quanto non sia la pesca alla Lacustre. Non amo affidarmi alla casualità in tema di pesca, ma viceversa sono solito programmare le mie uscite ponendo al centro dell’attenzione di volta in volta il predatore che voglio insidiare; perciò la filosofia del " lancio e poi vedo cosa si attacca…." non fa proprio al caso mio anche se tentando una lacustre  aggancio un bel luccio non mi fa certo dispiacere.
 Con questi presupposti decido quindi di pianificare alcune uscite a jigging con lo scopo di ricercare il lucioperca che, con il cambiamento di stagione, inizia ad avvicinarsi ai litorali per selezionare le aree di riproduzione che nei mesi di aprile e maggio lo vedranno deporre le uova per dar seguito alle future generazioni. Innanzi tutto devo decidere gli attrezzi da impiegare ed il ballottaggio all’interno dei prodotti "Rapture"a mia disposizione mi vede dover prendere una decisione tra le canne da spinning "Intruder" e "Inova", entrambe validissime ma con caratteristiche tecniche diverse.
La razionalità mi farebbe propendere per la Inova da mt.2.40 con range di potenza gr.20/50 in quando la tecnica del Jiggging presuppone l’utilizzo di un attrezzo potente, sensibile e con un’azione "H" accentuata, capace di forzare il pesce e letteralmente di "strapparlo" al di fuori dagli ostacoli del fondo e dalle varie strutture; ma noi spinner si sa non siamo quasi mai razionali e così decido di impiegare la gloriosa Intruder sempre da mt. 2.40 ma con un range di lancio di gr. 14/40 ed azione "MH", il tutto per privilegiare al massimo il divertimento ed amplificare le emozioni con un pesce di grossa mole in canna. Così, presa la decisione sulla canna, tutto il resto diventa una logica conseguenza di scelte "a cascata": abbino alla Intruder il mulinello SX-1 taglia 4000 che, oltre ad essere il top di gamma Rapture per lo spinning in freshwater, rappresenta una sicurezza in fatto di resistenza, scorrevolezza di recupero ed affidabilità di frizione. Carico la bobina dedicata ai fili "braided" con cento metri di trecciato Dyna Tex Spin X4 dello spessore mm 0.14 di colore verde scuro al quale connetto con un nodo "Tony Pegna" o "Doppio Allbright" sempre ben eseguito, uno spezzone di circa un metro e mezzo di monofilo Spin Zander Cristall di spessore mm 0.307 dal contenuto allungamento per trasmettere le più subdole abboccate in totale assenza di memoria meccanica.

Ora è tutto pronto, mi resta solo di determinare la scelta dello spot dove pescare. Dopo un po’ di indecisione dovuta anche alla consapevolezza ed al timore mal celato di essere eccessivamente "in anticipo", decido per un litorale posto a sud-ovest che dovrebbe essere più esposto ai tiepidi raggi solari che però quando la brezza cala di intensità, si fanno già piacevolmente sentire. La giornata alterna fasi molto luminose ad altre più neutre dovute all’alternarsi di corpi nuvolosi che coprono il sole; la temperatura esterna è di circa venti gradi centigradi e quella dell’acqua di 13 gradi. Conscio che dovrei avere le maggiori possibilità di cattura durante le fasi d’ombra e al crepuscolo, mi accingo alla scelta dell’artificiale che ricade sul sempre validissimo Power Shad da 3.4 inch (8,5 cm ) nella colorazione Smoke con glitter montato su di una round jighead Power Point da 10 gr. su amo del n° 3/0.
Inizio così a perlustrare la porzione d’acqua davanti a me caratterizzata da un fondale di circa sette metri di profondità con diverse asperità che se da una parte minano la sicurezza dei miei artificiali, dall’altra rappresentano un valido punto di riferimento per localizzare le posizioni del percide; la sandra infatti ama sostare nei pressi di ostacoli sommersi e ancor di più posizionarsi sopra gli ostacoli stessi per dominare tutto il territorio circostante. Da ciò ne consegue che risulta fondamentale far transitare i nostri artificiali in questi punti caldi ponendo la massima attenzione anche agli attacchi più subdoli, tutt’altro che improbabili quando si parla di questo splendido predatore. Inoltre, vista la ancor bassa temperatura dell’acqua, necessita muovere molto lentamente (quasi al rallentatore) l’artificiale nei pressi del fondo con piccoli saltelli e lunghe soste tra un movimento e l’altro.
Solitamente il perca nel periodo precedente la riproduzione attacca con meno circospezione la sua preda e ciò mi dovrebbe facilitare la percezione degli attacchi stessi. Insisto parecchio nei pressi dei plinti sommersi di attracco di un pontile perché qui in passato ho conseguito belle catture; in particolare faccio salire il Power Shad sopra l’ostacolo per poi, accompagnandone il movimento, farlo collassare sul fondo.
Se il perca è presente, non tarderà a portare l’attacco. Eseguo il tutto secondo i crismi ma purtroppo del perca nessuna traccia. Inizia ad insinuarsi nella mia mente la possibilità che i perca non siano ancora giunti sotto costa, ma siccome sono mosso da un’incrollabile fiducia mista a voglia di condurre un’esaltante combattimento, continuo a sondare il fondale. Nel frattempo le nuvole si sono posizionate davanti al sole creando un cono d’ombra molto interessante per l’incontro con questo atipico predatore; ripeto tra me e me che devo porre ancora più attenzione ai prossimi passaggi dell’artificiale nei pressi dei plinti di ancoraggio e resto concentrato nella mia azione. In uno dei tanti passaggi eseguiti in zona, finalmente percepisco qualcosa di anomalo: la mia Intruder unitamente al trecciato ed al terminale mi trasmettono distintamente al polso un movimento dell’artificiale che mi ricorda il tentativo come di scacciare questo insolente intruso. Non è certo un atto predatorio ciò che sta avvenendo in profondità ma, come mi è stato insegnato molti anni fa da un vero maestro di tale tecnica, decido di portare una robusta ferrata che immediatamente avvalora i miei ottimistici pensieri ! Subito la Intruder si flette sotto le poderose puntate del pesce che pare essere di buona taglia; allento la regolazione micrometrica della frizione e mi appresto ad assecondare le sfuriate del predatore che non si è ancora palesato alla vista. Il dolce stridere della frizione accompagna tutte le fasi del combattimento e, dopo un lasso di tempo che non riesco a quantificare, finalmente affiora dalle profondità lacustri la mia preda; a sancire le mie percezioni fatte qualche minuto prima, vedo che l’artificiale ha fatto presa all’esterno del coriaceo apparato boccale del perca, proprio sotto la mascella inferiore come se il pesce volesse solo allontanare da se l’insidia.
Questo atteggiamento è tipico del periodo della riproduzione che accentua l’istinto di aggressività e di territorialità del predatore. Motivo in più questo per accelerare le operazioni di salpaggio del pesce e ridargli l’ampiamente guadagnata libertà. Dopo aver avuto conferma che le operazioni logistico/parentali di questi pesci sono iniziate, afferro il pesce con una presa opercolare che non gli arreca alcun danno e tolgo l’amo ben posizionato sotto la bocca. Chiedo velocemente ad un amico ristoratore del luogo che nel frattempo è accorso per gustarsi le fasi del combattimento di scattarmi alcune preziose foto e con soddisfazione rendo la libertà al pesce che lentamente riguadagna le profondità del suo lago. Il primo perca dell’anno che ho stimato pesare circa quattro chilogrammi ha esaltato la validità del mio approccio e della mia attrezzatura.
Ora insieme all’improvvisato fotografo decido di gustarmi una birra. Dopo la sosta sono giunte le ore diciotto e, purtroppo, il cielo si è ulteriormente rasserenato inibendo per il momento le restanti possibilità di cattura che riprenderanno vigore solo quando il sole tramonterà dietro i monti. Approfitto della momentanea pausa per cambiare il finale e decido di provare con un altro artificiale siliconico: estraggo dalle tasche del mio gilet una busta contenente sette Swing Shad (novità 2016) questa volta nella versione bicolore Chartreuse Ghost lunghi 3.8 inch ( 9,5 cm ) e ne innesco uno su una jighead da 10 gr. con amo misura 3/0. Questo artificiale, andando incontro ad una situazione di luce più tenue, può vantare due ulteriori fattori attrattivi e cioè le maggiori vibrazioni emesse dal corpo corrugato e dalla coda a timone e la maggior visibilità in acque profonde, unitamente agli altri fattori che contraddistinguono tutti i siliconi Rapture ( presenza di glitter, duttilità estrema, abbondante salatura e scent all’aroma di pesce ).

Mi sposto sulla destra di una trentina di metri e con rinnovata fiducia ricomincio a sondare il fondale che però questa volta si dimostra assai avido dei miei artificiali: nel breve volgere di un quarto d’ora regalo al lago tre Swing Shad con relative jigheads e ciò mi porta un po’ di frustrazione anche se, volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, mi conferma anche di essere con le mie esche in un ottimo spot. Intanto la tanto agognata ombra finalmente abbraccia la porzione di lago da me scelta e le mie possibilità di ulteriori catture subiscono una favorevole e significativa impennata. Dopo aver indossato il giubbotto in Gore-Tex perché la temperatura si è incrudita ed aver innescato un altro shad identico ai precedenti persi, riprendo la pesca lanciando ripetutamente nei pressi di due pali in metallo posizionati in acqua per l’attracco dei battelli che, vista la stagione precoce, non svolgono ancora il loro servizio.
Sono ormai cinque anni di fila che, facendo riferimento al palo più esterno, realizzo la cattura di un lucioperca più o meno nello stesso periodo stagionale e questa continuità mi fa ben sperare; sto molto attento nel far saltellare sul fondo la mia insidia perché qui il fondale è letteralmente ricoperto da legnaie e manufatti in metallo. Il rischio di incaglio è molto alto, ma lo è altrettanto la possibilità di effettuare il tanto sospirato "strike". Sono ad una trentina di centimetri dal palo su un fondale di circa cinque metri e, mentre percepisco tramite gli input mandatimi dalla canna, che vi è sul fondo una sorta di piattaforma rialzata di circa un metro quadro, mi appresto a far collassare l’artificiale dal bordo della piattaforma al fondale vero e proprio. Accompagnando sempre con il braccio anche questa fase di rilascio, percepisco un brusco quanto nitido ed inconfondibile colpo sordo e quindi ferro con vigore; ho in canna il pesce e scommetterei che questa volta si è letteralmente "bevuto" il mio artificiale. La difesa risulta molto più strenue del primo perca allamato e una serie di poderose testate e fughe laterali esaltano la frizione dell’SX-1 che mai come ora si dimostra uno strumento affidabile e sicuro. Ci metto un po’ di tempo per veder affiorare dal fondo il pesce, ma quando ciò avviene ho la conferma di quello che ho pensato qualche minuto prima. Questa volta il predatore ha tutto lo shad in bocca e l’attacco è frutto di un’azione predatoria e non condotta per fastidio od insofferenza verso l’intruso.
Con il pesce ormai a galla, cerco un luogo sicuro dove poterlo spiaggiare e questa operazione mi costringe a trascinarlo fino alla più vicina scalinata in pietra che però risulta essere estremamente viscida perché ricoperta di limo verde che rende il reggersi in piedi estremamente problematico. Non senza difficoltà e sedendomi letteralmente sui gradini scivolosi riesco ad infilare le dita della mano sinistra nell’apertura branchiale del pesce mentre con la mano destra tengo la canna alta con il filo in trazione. Salpato il pesce ho finalmente qualche istante per godermi la sua bellezza; la sua mole è simile al precedente e fatico un poco per liberarlo dall’amo dell’artificiale.
Chiamo ancora l’amico titolare dell’esercizio commerciale vicino e lo prego di immortalarmi di nuovo con la preda; dopo una decina di scatti riossigeno il pesce con movimento ritmico in acqua e quando è il pesce stesso a riprendere vigore lo lascio ritornare al suo fondale. Decido che per oggi può bastare e avrò tutto il tempo che mi separa dalla prossima uscita per riassaporare il gusto dolce di queste catture. Dopo aver visionato sul piccolo schermo della mia macchina digitale le foto dei due pesci, ripongo la mia attrezzatura nel bagagliaio dell’auto e imbocco la strada del ritorno. Per l’ennesima volta il "mio" lago ha voluto donarmi una gioia incommensurabile.

6.19.2016

Pesca al vampiro

L’ora del Vampiro
Testo e fotografie di Marco Altamura



Spesso nei sogni alieutici di noi spinner albergano pesci di grossa mole catturati magari in affascinanti ambienti esotici, veri paradisi dove non ci sono limiti alle più rosee aspettative e dove le catture si ripetono con un ritmo impressionante, almeno per noi lanciatori che siamo soliti praticare il nostro sport preferito nelle troppo spesso bistrattate acque italiche. Il tutto viene poi ridimensionato quando abbiamo l’opportunità reale di pescare in queste tanto sospirate acque che nell’immaginario collettivo ospitano prede da sogno. Fortunatamente in tutta la mia carriera piscatoria ho avuto la fortuna di girare una buona parte di mondo rincorrendo qua e la predatori come trote, salmoni, lucci, persici reali, temoli artici e salmerini artici. Con questo non voglio assolutamente affermare che i miei siano stati viaggi deludenti, anzi parlando soprattutto di salmoni , posso dire di aver pescato pesci meravigliosi in luoghi da sogno; la questione è un po’ differente: quando peschi in fiumi come il Moy in Irlanda, il Gaula in Norvegia, lo Spey in Scozia, il Vindel in Svezia
, il Varzina in Russia, il Pitt ed il Fraser in Canada
Fraser
etc… pur lasciando una percentuale all’imprevedibile (assenza di piogge , colore dell’acqua opaco, maree sfavorevoli, etc…), ti aspetti comunque di realizzare catture mirabolanti tante quante almeno ne hai sognate nei mesi precedenti il viaggio. Non sempre funziona così e quindi, pur con tanto entusiasmo e soddisfazione per i pesci presi, ci ripetiamo che in quei luoghi da sogno era quasi impossibile “fallire”. Con questa premessa  non voglio affatto sminuire l’importanza di tali catture, ma piuttosto rimarcare di quanta soddisfazione in più possano dare le nostre acque quando abbiamo la buona sorte di catturare un pesce eccezionale. Un luccio “over 100”, una lacustre di 8 kg, un perca sopra i 5 kg, assumono un significato ancora più esaltante se catturati “in libera”e a “piede asciutto” nelle nostre depauperate acque.
Luccio piemontese
Questa è una sensazione che fortunatamente ho avuto modo di vivere spesso e alla luce di quanto detto in precedenza, devo affermare che la gioia che sa infondere una di queste catture non è spiegabile con semplici parole. Ci si sente in pace con il mondo, soprattutto considerando che non sono molti i pescatori che possano annoverare nel proprio bagaglio di esperienze, simili catture. Il periodo della primavera avanzata, almeno nei grandi laghi del nord Italia, è uno di quei periodi che maggiormente consente la cattura di pesci di grande mole; mi riferisco ai grandi lucci che dopo le fatiche riproduttive si attardano ancora nei sottoriva in cerca di foraggio da mettere sotto i denti per riprendere le forze; penso alle grandi trote lacustri che finalmente possono mietere il terrore nei banchi di pesce-foraggio con le loro scorribande atte a rimpinzarsi dopo la scarsità di cibo dell’inverno;
le trote marmorate che ora sono appostate sotto i cosiddetti “piedi di terra” dei fiumi tributari dove fanno incetta di piccoli barbi, savette ,cavedani e quant’altro graviti nei paraggi. E penso anche ai grossi maschi di lucioperca che ancora sostano nelle aree di frega dove alcune settimane prima vi è stata la deposizione delle uova, proteggendole dagli altri abitanti dell’ecosistema lacustre. Questi affascinanti pesci dal carattere umorale misterioso e per certi versi enigmatico, in questo periodo stagionale sono al centro delle mie attenzioni piscatorie specialmente praticando il jigging con artificiali siliconici. Anche la preparazione dell’attrezzatura Rapture per questo tipo di pesca mi regala piacere al punto da curare anche il più piccolo e all’apparenza insignificante dettaglio; quando vado alla ricerca di pesci di mole, per non sbagliare, mi affido sempre alla sicurezza delle canne denominate “Intruder”, progettate e realizzate specificamente per sopportare combattimenti con grosse prede. La gamma a catalogo spazia dal modello da mt.2,10 fino a quello da mt. 3,00 con differenti potenze di lancio comprese tra i 7/21 gr della più piccola fino ai 50/100 della più potente. Personalmente ho trovato il giusto equilibrio con il modello da mt. 2,40 e potenza di lancio 14/40 gr definita dalla sigla 802-MH; questa canna mi consente di utilizzare jigheads da 10/ 12/15 grammi che abbinate a siliconi fino a 4 inch (10 cm) costituiscono i libbraggi ideali per questo tipo di jigging leggero. Inoltre il divertimento che ci regalano queste canne realizzate in fibra di carbonio CX-1 Carbon durante il combattimento con un grosso pesce è semplicemente unico! I passanti in carburo di silicio (SIC) consentono l’utilizzo di lenze multifibre senza alcun problema, disperdendo velocemente il calore prodotto dall’attrito. Personalmente mi piace abbinare a questa canna il mulinello al top di gamma Rapture, l’SX-1 mod.4000 che bilancia ottimamente il combo, imbobina correttamente il trecciato su una bobina in finitura “carbon” appositamente dedicata e fornisce ottime garanzie di fluidità con la sua frizione progressiva a regolazione micrometrica, indispensabile quando si ha a che fare con i grossi calibri. Carico il mulinello con 100 mt. di treccia Dyna Tex Spin X4 di colore verde e di spessore mm 0.16 che con i suoi 11.34 Kg di tenuta mi mette al riparo da qualsiasi eventualità; infine come terminale preferisco non utilizzare il classico fluorocarbon ma, viceversa, mi oriento sul validissimo Spin Zander Cristal dello spessore mm 0.307 che si caratterizza per il giusto compromesso tra la totale assenza di memoria meccanica ed esiguo allungamento e l’ottima invisibilità in acqua con il vantaggio non da poco di possedere un carico di rottura meno penalizzante dei fili “fluoro”.
Ora sono libero di pensare all’artificiale siliconico che sceglierò solo dopo aver visionato lo spot prescelto. E quindi, riferendomi sempre al “mio” amato lago Maggiore, prendo in considerazione un litorale che nel tempo mi ha regalato diversi pesci di mole, siano essi lucioperca o lucci, con qualche gradita sorpresa costituita da qualche grosso persico reale che non si è fatto intimorire dai 10 cm del mio Power Shad. Lo spot è costituito da una spiaggia con fondale digradante fino a raggiungere i sette metri di profondità con conformazione rocciosa a media granulometria e presenza di alcune strutture sommerse in cemento. Di solito ispeziono la zona prima con uno spinnerbait da mezza oncia (Sniper Single Blade) alla ricerca di qualche bel luccio, spesso presente in queste acque; oggi questo tentativo non da i frutti sperati e quindi mi appresto a cambiare approccio per tentare la cattura di lucioperca che, dopo il periodo della riproduzione , si trattengono per un breve periodo nei luoghi di frega per poi riguadagnare i grandi fondali a centro lago o alla foce degli immissari seguendo i banchi di pesce foraggio.
Tra le tante scelte possibili nell’ampio panorama delle imitazioni di shads in silicone di Rapture, opto per armare con una jighead da 10 gr su un amo n° 3/0 uno Swing Shad da 3,8 inch (9,5 cm) con finitura Chartreuse Gost che con il colore opalino dell’acqua dovrebbe funzionare egregiamente. In primavera avanzata infatti, con i primi tepori, iniziano le fioriture di microorganismi costituenti il fitoplancton e lo zooplancton, rendendo l’elemento liquido opalescente. Questo fenomeno chimico agisce a nostro favore annullando le possibilità di essere visti dalle nostre prede. Il tempo instabile tipico della primavera alterna momenti di grande luminosità a fasi di penombra dovuta alla presenza di grandi cumulonembi che celano momentaneamente l’azione rischiarante del sole. Questi momenti rappresentano la situazione migliore per aver ragione su un predatore come il perca, pesce lucifugo per antonomasia. I primi lanci che effettuo tendono ad ispezionare il salto di profondità posto a circa 7/8 metri dalla riva; questi spot sono spesso frequentati dai grossi percidi che tendono veloci agguati alla minutaglia che ignara del pericolo pascola in zona. Dopo aver coperto a raggiera la parte antistante con movimenti molto lenti sul fondo da parte dell’artificiale, mi sposto a sinistra dove un approdo per battelli e due grossi pali di attracco costituiscono un ottimo spot e non solo per i lucioperca.
Qui è più alto il rischio di incaglio sul fondo a causa di legnaie e grossi tronchi sommersi, ma si sa chi non risica… Così dopo aver “regalato” al lago due Swing Shad e relative testine piombate senza alcun risultato, decido di spostarmi nei pressi di un pontile galleggiante ripromettendomi di tornare in quel posto propizio quando il sole sarà eclissato dietro la montagna. Dal pontile galleggiante riesco a raggiungere, con lanci mirati, alcune boe a circa 15 metri da me; queste strutture galleggianti rappresentano un ottimo sito nel quale cercare i perca perché hanno come ancoraggio sul fondo dei plinti in cemento rialzati dai quali i pesci riescono a dominare il circondario. Va posta particolare attenzione nel sondare con i nostri shads soprattutto il dislivello creato da tali strutture sommerse; l’attacco nove su dieci avviene quando, in fase di rilascio, lo shad collassa verso il fondo da una posizione sopraelevata. Percepire con il polso queste variazioni di livello è una proprietà che si acquisisce con il tempo e le caratteristiche qualitative dell’attrezzatura: la Intruder mi trasmette perfettamente la conformazione del fondale al punto che ne conosco i segreti come se lo vedessi. Ma purtroppo anche questi tentativi non portano a nulla e così decido, anche incoraggiato da un denso nuvolone che oscura il cielo, di tornare nello spot precedente. Riprendo a lanciare nei pressi dei pali di attracco e, dopo alcune “passate” a vuoto, nel recuperare verso di me l’artificiale scorgo appena dietro di lui la sagoma inconfondibile di un grosso perca che, incuriosito, lo segue fino a riva per poi girarsi e riguadagnare le profondità del lago. Ma allora ci sei, dico tra me e me !
Con rinnovata fiducia cerco di sfruttare a mio favore il momento di oscuramento del cielo, sapendo perfettamente che se esiste una possibilità di successo, questa coincide con le attuali condizioni atmosferiche. Ripasso in zona con la massima concentrazione altre innumerevoli volte senza risultato e, complice una leggera brezza temporalesca che increspa le acque, decido di usare una testina un po’ più pesante per una maggior sensibilità. Facendo mente locale tra le possibilità che Rapture mi offre in fatto di siliconici, approfitto per cambiare artificiale; questa volta armo un Rib Slim Shady (simile allo Swing Shad ma in versione più “snella” e sempre con la stessa finitura Chartreuse Ghost) con una jighead da 12 gr su amo del n° 3/0. Questo artificiale può vantare una maggior mobilità della coda a martello emettendo invitanti vibrazioni anche per la sua conformazione a lamelle corrugate. Lo annodo al terminale e ricomincio a pescare.
L’esperienza maturata su questi anomali predatori mi suggerisce che il grosso pesce non può che essere nei paraggi di uno dei pali presenti in zona e quindi concentro i miei tentativi in tale direzione. Dopo una serie di passate di cui non so quantificare il numero, finalmente durante una di esse percepisco distintamente in canna il subdolo ma deciso attacco del perca al mio artificiale e immediatamente porto una poderosa ferrata a due mani; appena accortosi dell’inganno il grosso pesce si manifesta con un’esplosione di selvaggia vitalità.
Dopo aver aperto la frizione del mulinello regolandola sulla forza del pesce, cerco di assecondarne le sfuriate sul fondo con una resistenza che incurva sino all’impugnatura la Intruder che mi regala momenti di adrenalinica euforia; tento , per quanto mi è possibile, di contrastare le fughe del pesce che cerca disperatamente di trovare nei pali di attracco dei validi alleati per riguadagnare la libertà. Capisco dalla strenua difesa  che deve trattarsi di un pesce di grande mole e, conscio della mia posizione sopraelevata rispetto all’acqua, vivo con grande preoccupazione questi momenti che mi separano dalla tanto sospirata presa opercolare. Finalmente il perca si stacca dal fondo ed inizio a vedere attraverso l’acqua opalina le sue reali dimensioni: si tratta di un grosso maschio dal corpo molto tozzo e possente che, occhio e croce, stimo pesare intorno ai sette chilogrammi. Ancora un paio di poderose fughe con relativo stridere della frizione (musica celestiale per le mie orecchie) e il pesce è a galla; ora devo superare diversi ostacoli logistici per poter arrivare al livello dell’acqua. Mi complicano la vita due muretti che devo scavalcare tenendo sempre in tensione con la mano destra la canna e stando attento a non sfiorare i manufatti con il trecciato che, in tale malaugurato caso, “salterebbe” irrimediabilmente facendo naufragare il sogno. Dopo non poche difficoltà e con il cuore in gola come un bambino dinnanzi a un negozio di giocattoli, riesco a guadagnare lo scivolo in cemento che porta al livello dell’acqua; accorcio il filo e con la mano sinistra entro nella cavità opercolare del pesce stremato. E’ fatta! Nel frattempo un capannello di gente ha seguito tutte le fasi del combattimento e all’unisono mi accreditano un applauso. Approfitto subito del pubblico presente per farmi scattare alcune veloci foto del pesce che con la pinna spinosa dorsale eretta mostra tutta la sua bellezza. L’ago della bilancina elettronica sempre presente nel mio gilet segna kg 7,340 per cm 78.
Un pesce dalla struttura molto possente che si è sviluppato più in larghezza che in lunghezza. Libero l’amo dalla bocca coriacea del predatore e dopo circa dieci minuti di ossigenazione in acqua lo libero nel suo lago; nelle fasi concitate della cattura non mi sono avveduto del fatto che il pesce ha perso alcune gocce di sangue dalla bocca e spero tanto che questo fatto non ne comprometta la salute. Potrei continuare a pescare ma sono più che soddisfatto dell’agognata e voluta a tutti i costi cattura: mi pervade quella pace interiore di cui ho parlato all’inizio e non chiedo altre emozioni al “mio” lago che ancora una volta ha saziato la mia fame di avventura. Ci saranno altre occasioni e altri luoghi dove poter praticare questa splendida disciplina che tante soddisfazioni mi ha saputo trasmettere e l’aver ridato la libertà ad un simile pesce mi fa apprezzare ancora di più questa che definire semplicemente una “passione” è estremamente riduttivo.

6.06.2016

Mergozzosee




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Sorry, aber ich benutze Google Übersetzer aber er übersetzt schlecht

https://www.youtube.com/watch?v=YTR64nrU61g
https://www.youtube.com/watch?v=r9hAH3lkTWU
https://www.youtube.com/watch?v=hAEU_PnxubA
https://www.youtube.com/watch?v=zoY95yltG3s

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1)
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Für das Angeln müssen alle Angelschein (AUSNAHMEN NICHT ES) Welche der folgenden Zahlung besteht, denn:

Mergozzo ist eine italienische Stadt mit etwa 2150 Einwohnern der Provinz von Verbania in Piemont, Blick auf den See. Der See in der Antike (bis 1500) war die Spitze des westlichen Arm des Lago Maggiore, sondern die kontinuierliche Überflutung des Toce, einem Nebenfluss des letzteren, ausgebildet, um einen Arm des Landes, das die zwei Becken unterteilt. Der See, obwohl geringe Größe (1,84 Quadratkilometer), erreicht eine Tiefe von 74 Metern. E 'mit einer geringen Tiefe Kanal zu Verbania verbunden, die das Wasser in Verbania am höchsten von der gleichen von fast 2 Meter von der berühmten Verbania ergießt. Fluss in Mergozzosee Rascina den Fluss und den Fluss Tal der Walnüsse und der Fluss, der die Mergozzo Erde wäscht, und es definiert die Grenzen für lange Strecken: die Toce, deren Zuflüsse sind auf den Fluss Pra der Feigenbaum, der Fluss Fighera die rio Kite, der Fluss Bettola, die rio Albo und Candoglia rio. Wir (ich und Frau) mit Ruggero Nibbio 1964 Präsident von 'ass Mergozzo fis seit 22 Jahren und ist Teil der gleichen geboren, seit er 15 Jahre alt war wurde Wir sind bis zum 1. März 2014 und buchstäblich ausgießt und Aussaat Plan verschoben und dort wir sperren in "lokale Brüterei unter der gemeinsamen platziert.

_In In welchem ​​Jahr haben den Verein? Wie viele Mitglieder waren es im Jahr 2013?
Im Jahr 1974 mit einer Urkunde aus 15 Personen. Wir kamen auch auf 60 Einheiten reduziert jetzt leider zu 300 Mitgliedern in einem Dutzend Fischen in den Flüssen.


_Die DEP und von "dem gleichen Verband oder Gemeinde? Im zweiten Fall in dieser Art und Weise wird es von Ihnen 'Assoc .. (Miete, loses Darlehen?) Behandelt? Wie alt ist diese DEP fù gespendet und von wem?
Die DEP und die Stadt seit 1630 und war von FIPSAS seit 40 Jahren betrieben wurde dann links vor ein paar Jahren. Wir bei 'AP Mergozzo anschließende Verwaltung bis jetzt.

Im See _Pesci?
Als sehr kostbaren Wasser haben Felchen und unser Stolz, dass die Arktis Charr ist. Sie auch wenn Forelle ist nicht wirklich eine Seeforelle und zahlreiche Forellen Einträge aller Art von Dutzenden von Jahren gemacht haben nicht die gewünschten Ergebnisse gebracht. Wir Hecht aber vor allem diejenigen von 'O; zander vorhanden sind, durch ihren Aufstieg vom Lago Maggiore durch den Verbindungskanal. Leider sind die gleichen Channel-Port-Karpfen von Mergozzo zu Verbano.Comunque gibt viele Sorten von Fischen, einschließlich Schleien im schönen Kanal und in der Nähe von jetzt, schwarzen Bass und Barsch. Neben Elritzen wie Döbel und Rotaugen

_ Was tun Vereinigung wir l?
Neben der Verwaltung der "Brüterei im Rahmen der gemeinsamen platziert legen wir die Bündel und organisieren am Anfang Juli die pesciolata auch um Geld zu sammeln. L 'Brüterei produziert Felchen und Forellen. 4000000 etwa 10-15.000 Felchen und Forellen. Die Forellen werden bei 10 cm für ein Jahr oder so gewachsen.
Die kleinen weißen Fisch werden in speziellen Käfigen im See für ca. 3-4 Monate und durch eine künstliche Licht ziehen wir das Plankton zum Teil platziert.




Andere sind in der Brüterei für ein paar Monate durch die "Artemia gezüchtet.


_Avete Guards mit Erlass des Präfekten auf den See zu überwachen?
Nein leider um den VCO gibt es kein Geld dafür.
_Tu Wie zu ziehen?
Ich stellte die Fischerei Felchen, aber nicht in Kraft mit cannino Schulter, aber die Hand; Langsam und vorsichtig hebt es eine 20 cm l 'amettiera (midge Imitationen) und dann weitere 20 ...... .L' beißen die Felchen nicht wahrnehmbar ist und die Spitze steigen oder fallen kann. Die Schönheit ist die Erholung, wo man langsam vielleicht über 30 Meter ein Fisch mit einem zarten Lippen segeln müssen.

Aber die Fischerei durch das gut?
Du aber nicht in den See, sondern in Toce zum Zeitpunkt des Aufstiegs mit Feeder und Seidenraupe
-Lucci Hast du nehmen?
Ernsthaft ???????? Ich habe einen Rekord von 17 kg und eine Vielzahl von ein paar Kilo weniger. Sie sehen, wie sie in meinem Hotel gestopft. Ich nehme auch die Forelle mit 8,8 kg und der andere ein bisschen weniger.


Die schwierigsten Fänge?

Zwei Forellen mehr als 5 kg 0,14 Hals ... ..ein Tag nach 'ein anderes !!

-
-Wo Sie erhalten ihre Berechtigung?
In den lokalen Geschäften, einschließlich meinem Hotel
















Die "säkulare Ulme-Kabel, das in der Mitte der Hauptplatz der Stadt am Ufer des Sees liegt.
L'Olmo war bereits in Mergozzo aus dem Jahr 1600, wie durch die älteste bekannte Darstellung des Landes belegt: das Altarbild der Madonna vom Rosenkranz. In alten Zeiten darunter die lokalen Behörden getroffen, um Entscheidungen über die Gemeinschaft und Recht zu sprechen.

Ein Mergozzo gibt es zwei Museen: das Archäologische Museum, das alle Aspekte der alten Menschen präsentiert, die die Ossola.e Das Ecomusée von Montorfano Granit auf die primäre Form der lokalen Wirtschaft gewidmet bewohnt: Verarbeitung und Extraktion von Granitstein. Vom Dorfplatz wagen einen markierten Weg, eine Reise von großem künstlerischem Interesse zu unternehmen, nach etwa einer Stunde zu Fuß entlang einer mittelalterlichen Saumpfad erreichen wir das Dorf Montorfano, eingebettet in den Wäldern von Kastanien, die vielleicht die interessanteste und am besten genießt erhalten die romanische Kirche in der Gegend, der Täufer (XI-XII Jahrhundert) nach St. John gewidmet ist. Innerhalb und außerhalb der Kirche haben die jüngsten archäologischen Ausgrabungen Spuren von bereits bestehenden Gebäuden gebracht Jahrhunderts V-VI und IX datieren. In der Nähe ist ein Aussichtspunkt, von dem der Blick über die Borromäischen Golf reichen kann, die Mündung des Flusses Toce und den Bereich der Naturreservat von Fondotoce Schilf. Ein weiterer angenehmer Ausflug ist durch eine militärische Weg, der von der Brücke über den Fluss Toce beginnt, in der Nähe der Kreuzung von Mergozzo, es führt zum Gipfel des Montorfano und ermöglicht eine Schaltung mit einer Strecke der Cadorna Linie zu entdecken.

Mergozzosee (Region-Piemont Provinz Verbania). Info:
http://www.provinciavco.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=300:pesca&catid=472:uffici-7&Itemid=289

Filme:
http://pescambiente.blogspot.it/2016/04/filmini-lago-di-mergozzo.html
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Für das Angeln müssen alle Angelschein (AUSNAHMEN NICHT ES) Welche der folgenden Zahlung besteht, denn:

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Mergozzosee ist eine wunderbare Wasserfläche, umgeben von Wäldern und dominiert von Monte Orphan; Es war einmal verbunden Lago Maggiore, dem sogenannten Sinus Mergotianus. Dann wird die Flut der Toce gefüllt haben, die Trennung verursacht. Die Zuflüsse des Sees sind die Rascina rio und rio Tal der Walnüsse. E 'mit dem Auto nur die Bank weiter östlich auf der Straße, die in die Stadt mit dem gleichen Namen führt, während die andere Seite durch den Menschen mit der Bahn nur eingraviert ist. Im Süden ein schönes Schilf und Norden des Landes mit einer kleinen, aber feinen kleinen Platz, wo eine säkulare Ulme herrscht.



Derzeit ist die Verbindung zwischen den Behältern 2 durch einen kleinen Kanal entlang fast 3 km entfernt und das Wasser aus dem Verbania Mergozzo fließt gesehen, dass es und "hoch länger im Vergleich als etwa 1 Meter. Die Länge des Beckens und 'von etwa 2,35 km, die Breite von etwas mehr als einem km, der Umfang von 6 km, die maximale Tiefe beträgt 74 Meter, das Volumen von Wasser und "von 89 Millionen Kubikmeter. Es ist eines der saubersten Seen in unserer Ansicht nach das Fehlen der Halbinsel am Ufer von Branchen. Angeln ist besonders rentabel vom Boot aus, auch wenn es Raum für die Küste im Dorf verlässt sich und in irgendeiner Stelle entlang der Provinz. Im Fischer Kanal ist es sehr schwierig, den Armen gegeben "Wassertiefe und weit verbreitete Röhricht, aber es gibt diskrete Hechte und Schleien auf die seltene Buchette einen Herzinfarkt, die verschwinden, wenn Sie sich nicht in sicher durch sind" avvicinamento.Permessa Navigation nur rudern.



Bewohnt von Karpfen, die zusätzliche Gewichte erreichen, aber immer noch durchschnittlich Touch 10/12 kg ist eine gute halbe Alternative für Liebhaber von Karpfen. Eine gute Lage ist 1 km entfernt von dem Land, in dem Sie eine rusceletto und flach und grasbewachsenen Ufer betreten Räume auf den nassen Sommer bieten.


Die diskrete Präsenz von Döbel aber schwierig, den Hügel natürlichen Köder zu erfassen, wie in all den stillen Wassern. Für Barsch sollten lebende Fische zu benutzen, die sogar einige Forellen Aussaat oder seltene lacustrine beeinflussen können auch vorhanden. Ziemlich Zeit der Agoni, dass im Frühsommer auch durch die Fischerei vom Ufer untergraben wird mit camolere vor Ort gekauft. Barrel auf 4 Metern und führen zu 20/25 gr. am Ende der Zeile. Es wirft die längste möglich und wird schnell erholt zu reißen. Am besten sind die Abendstunden bei der Annäherung der Finsternis und bis das Gesetz gibt Angelmöglichkeiten. Sobald die Herde und wie tief tut, wird es auch mehrere Fänge zu machen. Normalerweise zu Codest Nacht Fisch handelt es sich fast über Wasser und damit die Fliegenfischen ist möglich, wenn es in der Nähe der Küste ist.



Spinning bietet diskrete Möglichkeiten nicht nur für die vor auch genannten Arten für Hecht und schwarzen Bass vorhanden Nähe des südlichen Ufer mit Schilf. Für beide Arten versuchen, in der Nähe des spinnerbait mit Schilf mit Poppers oder wenn Sie nur centrartide pitfall.

Die beste Gegend für esocide ist das Ufer in der Nähe zu den Bergen, wo die beste Technik ist die Silikon-Fisch in großzügig dimensionierten Kopf gestürzt. logische Vien auch mit Mort Manieè mit guten Gewichtsrahmen handeln und vielleicht Alse klein, aber bereits rechtliche Maßnahme auslösen. So "pesciolotti" von beträchtlicher Größe, die die Größe des Hechts auswählt. derzeit noch die einheimische Bachforelle, die mit Alpinus "cannino" auf der Schulter des Bootes mit amettiere mit Midge Nachahmungen gefangen werden.


Das Gleiche gilt für Felchen obwohl künstliche ähneln Motten. Die Proben sind immer noch in der Mehrzahl von kleinen Parteien vertreten ist eine spezielle Fang nicht rentabel ist. Aber zu haben, um den Rekord ihrer Anwesenheit hinweisen. Es ist erwähnenswert, dass der Irrsinn des Mergozzo Fisch viele "Mäntel" gibt und dass die Nutzung des Bootes von entscheidender Bedeutung ist.


Papiere: Lizenz und Genehmigung durch die Gemeinde mit dem gleichen Namen ausgestellt, da es ein ausschließliches Recht auf die gemeinsame Fischerei ist. Bis 2007 wurde es an die lokalen FIPSAS vermietet.
Info: In der Stadt Via Pallanza N 2 Tel 0323/80101 Fax:. 0323 80738
Oder auf der Website
Anreise: Nehmen Sie die Ausfahrt Grave Toce vom Voltri-Sempione, Richtung Verbania und kurz nach der Brücke über den Toce Mergozzo.
Übernachtung: Hotel Due Palme Via Pallanza 1 28802 Mergozzo VB Tel 0323 80112 - Fax +39 80 298 0323 Der Besitzer ist Herr Kite großen See Fischerei-Experte und Präsident der örtlichen Fischereiverein seit vielen Jahren.
Wo essen: Restaurant La Cantina - Piazza Conte Berrino, 28802 Mergozzo (VB) Tel 0323 80554
Shop-Fischen: Bowling Angeln und Sport Sportartikel
Corso Roma, 22 in Grave Toce (VB) - Tel 0323 848786



 

 
 

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