9.29.2017

Salmoni del Baltico




Articolo e fotografie di Marco Altamura


Era un po’ troppo tempo che non facevo un viaggio di pesca al Salmone Atlantico e così quando nel marzo 2017 parlando con il mio compagno di pesca Luca siamo andati sull’argomento , siamo entrambi giunti alla decisione di intraprenderne uno insieme ; nei miei diversi viaggi effettuati alla ricerca di questo affascinante pesce anadromo infatti , non mi era mai capitato di partire in compagnia di un amico fidato , ma ho sempre fatto coppia con persone trovate sul posto con le quali non c’era ne confidenza ne tantomeno affiatamento . Per Luca era il battesimo , la prima volta che avrebbe pescato in acque estere e soprattutto il Salmo Salar , pesce giustamente enfatizzato e reputato il top da affrontare a spinning ; la meta prescelta era la Lituania ed in particolare il fiume Neris nei pressi della capitale Vilnius , che dopo un viaggio di 510 chilometri riversa le sue acque nel più grande fiume Nemunas e quindi nel Mar Baltico .  Dopo aver prenotato abbondantemente in anticipo il volo ed i permessi di pesca per il tratto di fiume in questione , rimaneva il problema di come far trascorrere il tempo che ci divideva dalla fatidica data della partenza : da subito , forte della mia esperienza accumulata nell’insidiare in diverse parti d’Europa questo fantastico pesce , avevo messo in chiaro le cose con Luca ribadendo più volte che non sempre l’entusiasmo profuso era proporzionale ai risultati raggiunti in pesca . Purtroppo ( o per fortuna ! ) tante sono le componenti che entrano in gioco per raggiungere il successo con l’Atlantico : incidono molto le condizioni ambientali , le temperature di aria e acqua , la pressione atmosferica , i livelli idrici e la luminosità del cielo . In altre parole , posso assolutamente affermare che il più delle volte un solo pesce catturato giustifica l’intero viaggio . Al contempo però non volevo neanche spaventare oltremisura Luca facendogli perdere il naturale entusiasmo che si ha in queste circostanze ; trascorsa velocemente l’estate con il caldo eccezionale che l’ha caratterizzata , all’inizio di settembre ci siamo subito attivati per preparare tutta l’attrezzatura che avremmo utilizzato una volta giunti in Lituania . Dopo aver inviato un elenco all’Azienda con la quale collaboro da tre anni  ( Rapture ) , qualche giorno prima della partenza finalmente ricevo il materiale richiesto : posso sponsorizzare anche Luca così da essere in grado di scattare foto ad entrambi con ben in evidenza il marchio .

In una Milano grigia e piovosa , finalmente partiamo per l’Aeroporto di Orio al Serio dove con un volo Ryanair , in circa due ore e mezza , giungiamo a Vilnius accolti da un pallido sole e da una temperatura di 14 gradi .
Espletiamo tutte le operazioni riguardanti i bagagli e la nostra guida ci conduce in albergo , situato a quattro chilometri dal centro della città ; qui depositiamo tutta l’attrezzatura e dopo una doccia rigenerante siamo pronti per la cena che consumiamo in un accogliente ristorante rustico nel centro di Vilnius insieme ad altri due pescatori lituani ma di origini italianissime , Pavel e Giovanni . Le abbondanti libagioni e la squisita birra tuttavia non ci distraggono dal nostro obiettivo , così al ritorno in albergo , finalmente , prepariamo tutta l’attrezzatura che avremmo utilizzato il giorno seguente . Luca estrae dal fodero la sua Inova 802 MH Rapture in due sezioni e la correda di un mulinello taglia 4000 , l’SX-1 Rapture caricato con la nuova treccia SPX4 di colore giallo sempre ovviamente di Rapture , alla quale connette uno spezzone di circa 150 centimetri  di terminale in fluorocarbon dello spessore mm 0,370 ; per quanto mi riguarda ho la gioia di testare la Impreza MPS902MH da mt. 2,70 sempre in due sezioni  abbinata al solito SX-1 Mod. 4000 caricato con lo stesso trecciato ma questa volta di colore verde e con lo stesso terminale in fluoro . La guida ci conferma che da queste parti i Salmoni gradiscono molto i minnows così ho fatto incetta di diversi modelli Rapture tra i quali mi piace citare i Trouter , i Delta Walker , i Prey Minnow e i Tide Evo in diverse colorazioni ed assetti .
La notte trascorre velocemente e l’indomani alle ore sei ( le cinque italiane ) siamo già pronti per partire alla volta del fiume Neris che si presenta ai nostri occhi come un grande corso di fondovalle dalla corrente media ed uniforme caratterizzato dalle linfe colore del the a causa sia dell’alta percentuale di ferro disciolto che dal fondale di origine torbosa .
La tecnica consiste nel lanciare l’artificiale leggermente a valle rispetto alla propria postazione per poi assecondarne la discesa con il vettino della canna sempre con il filo in tensione , percependone il movimento dovuto all’azione della corrente contro la paletta direzionale del minnow ; la colonna d’acqua interessata parte dalla superficie fino a circa due metri sotto di essa , in quanto oltre questo valore c’è presenza di folte e tenaci alghe che ne compromettono la corretta azione . In questo strato d’acqua i Salmoni sono posizionati con il muso rivolto in corrente e la giusta presentazione consiste nel  “portare “  il minnow davanti al loro cono visivo istigandoli all’attacco che non avviene mai per fame ma , viceversa , per scacciare l’intruso e per protezione del territorio . In realtà questo tipo di presentazione risulta essere quella classica per insidiare il Salmo Salar con la sostanziale differenza però che altrove la si attua con pesanti “ spoons “ a stretto contatto del fondo . Va altresì detto che questo tratto di fiume è posto a circa 400 chilometri dal mare e quindi i Salmoni , oltre a perdere il loro tradizionale colore argentato ( si usa dire che sono  “colorati “ ) , perdono anche gran parte della loro innata aggressività in quanto sono mesi che si trovano in acqua dolce e  quindi  non si alimentano ; la scelta di venire proprio qui ad insidiarli trova risposta nel fatto che questo fiume lituano  “produce “ Salmoni dalle dimensioni eccezionali , riscontrabili solo raramente in altri fiumi europei . Percorsa una stradina sterrata per circa cinque chilometri , posteggiamo l’auto nei pressi di una vecchia casupola fatiscente ancora con il tetto in Eternit ; tante sono ancora oggi le testimonianze del regime comunista che ha caratterizzato questo territorio . E’ grande la commozione quando constatiamo che quel rudere è abitato !
Luca e Pavel
Scendiamo verso il fiume per un ripidissimo sentiero reso viscido dalla lieve pioggia incessante e dopo una mezz’ora di cammino siamo finalmente in pesca . Decido di iniziare con un Trouter dalla colorazione accesa e Luca fa altrettanto ma con un minnow dalla livrea naturale ; la generosa paletta dell’artificiale consente di percepire alla perfezione la corretta azione dell’insidia che percorre una traiettoria ad arco verso valle ; siamo posizionati a circa dieci metri di distanza l’uno dall’altro e peschiamo a discendere il fiume .
Qui la nostra guida l’anno passato ha effettuato diverse catture di taglia e così peschiamo fiduciosi e concentrati . Il Neris ha un livello di circa un metro più alto del normale e se questa condizione da un lato favorisce la risalita dei pesci , dall’altro complica non poco la percorrenza lungo le sponde che ora sono scivolose e fangose rendendo precario l’equilibrio .
Gran parte della mattinata trascorre senza catture , ma l’adrenalina si mantiene alta ogni qualvolta scorgiamo un salmone  “delfinare “ in superficie mostrando le generose dimensioni ; il primo contatto con un pesce del Neris lo ha Giovanni che , dopo aver lanciato il suo minnow nei pressi di un fragoroso atto predatorio in superficie , si ritrova con la canna piegata sotto i colpi di un pesce che in seguito poi si rivelerà essere un luccio di circa due chilogrammi , pesce molto presente in queste acque .


La breve lotta dovuta alla potenza dell’attrezzatura porta il pesce ad essere salpato e , dopo le foto di rito , rilasciato nelle acque natie .  Anche Pavel a breve distanza cattura un piccolo esemplare di esocide ma dei Salmoni purtroppo nessuna traccia tangibile , così decidiamo di cambiare posto ed affrontiamo la faticosissima salita per fare ritorno all’auto ; qui stanchi ed affamati consumiamo un frugale pasto a base di dolci tipici del luogo acquistati la mattina presso una stazione di rifornimento . Ci serve un’ ora per riprendere le forze e dopo questo intervallo saliamo in macchina per risalire di qualche chilometro il fiume . Giungiamo , sempre tramite una stradina sterrata e piena di buche , nei pressi di una vecchia dacia dal cui comignolo fuoriesce del fumo a testimonianza che anche qui vi è presenza umana . Posteggiamo e in breve siamo di nuovo in pesca ; qui il fiume è decisamente più bello e la sua conformazione , a mio parere , più consona alla presenza di Salmoni . La corrente è più veloce e crea , di tanto in tanto , invitanti ritorni favorevoli allo stazionamento dei pesci che possono prendere fiato prima di affrontare una nuova rapida ; il Neris qui mi ricorda il nostro Ticino e forse , inconsciamente , lo sento più familiare .
Decido , insieme alla guida , di pescare a scendere mentre Luca , Pavel e Giovanni risalgono fino ad una curva dove il fiume crea una bellissima rapida . Qui risulta più agevole pescare perché il flusso correntizio permette ai minnows di espletare al meglio il loro lavoro e di questo fatto ne trova giovamento anche lo spirito che , rinfrancato dalla rinnovata fiducia , si anima di speranza e consente di pescare in modo ancora più efficace . Molti sono gli avvistamenti di grossi pesci che salgono in superficie e i lanci si moltiplicano nella recondita speranza di stabilire un contatto con questi splendidi animali . Il tempo scorre veloce e continuando a lanciare e recuperare come automi giungiamo alle cinque del pomeriggio ; la pioggia non è mai forte ma è pur sempre fastidiosa e la brezza che spira penetra nelle ossa aumentando il senso di disagio .
Ci vorrebbe proprio un Salmone per riportare positività nel gruppo ! Gruppo che nel frattempo si è ricostituito e che ora si ritrova tutto unito a pescare scendendo il fiume . Arriva anche il mio turno e così registro una cattura di un piccolo luccio che però non riesce a risollevarmi il morale e , se possibile , ne amplifica la frustrazione .
Il silenzio è rotto bruscamente da un urlo strozzato in gola della nostra guida che per qualche secondo si è ritrovato in canna un enorme pesce che ben presto con una poderosa fuga si è liberato dell’insidia : disdetta ! Forte della sua esperienza e per esorcizzare la grande delusione , riprende subito l’azione di pesca e dopo pochi lanci finalmente ferra nuovamente con vigore e la sua canna flette sotto le poderose puntate di un pesce che non ha nessuna intenzione di arrendersi . Tutti i membri del gruppo si radunano nei pressi del fortunato e bravo pescatore che ora deve far fronte ad una furia selvaggia che lotta per la libertà : si fantastica sulle dimensioni del pesce ma questi pensieri trovano risposta solo quando ad una ventina di metri da noi affiora un regale Salmo Salar in livrea nuziale e dal becco uncino pronunciato . Si tratta di un bellissimo maschio che riguadagna le profondità del suo fiume facendo stridere la frizione del mulinello e mettendo a dura prova tutta l’attrezzatura . Improvvisamente la stanchezza svanisce e fiumi di adrenalina scorrono nelle vene non solo del pescatore che sta lottando con il pesce , ma anche dei presenti che assaporano il gusto della cattura . La guida sa che non è conveniente forzare troppo il Salmone e così cerca di assecondarne il più possibile le sfuriate tarando la frizione micrometrica del mulinello in modo da rendere la vita difficile al grosso pesce , facendogli fare più fatica e concedendogli meno filo di quanto riesca a guadagnarne . Questa fase di stallo dura per alcuni interminabili minuti durante i quali il grosso pesce alterna rabbiose fughe verso il fondo a spettacolari apparizioni in superficie ; lentamente ma inesorabilmente il Salmone perde forze e si lascia sempre più trascinare verso riva . Giovanni nel frattempo si è posizionato in acqua con questa che gli arriva fino alla vita ; pronto per il salpaggio , attende che la guida gli porti il pesce a portata di mano ma questa operazione è forse la più pericolosa dell’intero combattimento . Con le residue forze il pesce potrebbe compiere un’ultima evoluzione e liberarsi dalle tenaci ancorine dell’artificiale puntando tutto sulla sua considerevole mole . Fortunatamente ciò non avviene e , finalmente , Giovanni pone la parola fine al lungo combattimento afferrando con la mano sinistra per un perfetto “ tailing “  il pesce e posizionando la destra sotto la testa ; è fatta .



Il Salmone giace ora sulla riva esausto e mostra tutta la sua regale bellezza : i lunghi mesi trascorsi in acqua dolce gli hanno conferito un colore scuro con marcate macchie preopercolari che lo fanno assomigliare vagamente ad una nostra trota marmorata . Il minnow dalla colorazione “ ghost “ ha fatto presa nella bocca coriacea con entrambe le armature garantendo un ancoraggio sicuro . Colpisce la deformazione dell’apparato boccale trasformatosi in un minaccioso uncino atto a difendere il suo territorio e la sua femmina dagli intrusi.  Lasciamo giustamente al legittimo proprietario l’onore di afferrarlo per le tantissime foto di rito e per la misurazione : centootto centimetri testimoniano un pesce abbondantemente superiore ai dieci chilogrammi di peso .  Dopo una generosa riossigenazione fatta di movimenti andirivieni in acqua , lasciamo che il grosso pesce faccia ritorno nelle profondità del Neris nonostante qui non sia vietato trattenerlo  . Nella generale euforia il tempo è trascorso velocemente e le prime ombre dell’oscurità avvolgono il paesaggio . Facciamo ritorno all’auto e non vediamo l’ora di ripresentarci l’indomani in quel luogo per tentare ancora la sorte . La serata e la notte trascorrono velocemente ed il mattino seguente , alle ore sette , siamo di nuovo in pesca per affrontare l’ultima giornata di questa breve avventura lituana . Ci dividiamo in piccoli gruppi e riprendiamo a pescare al massimo della concentrazione mentre alcuni Salmoni si palesano in superficie in spettacolari salti nel tentativo di superare la corrente e gli ostacoli naturali che incontrano nel loro viaggio . Ormai è chiaro che questa “ pool “ è ben frequentata dai pesci e così ci imponiamo di restare qui  per tutta la giornata . Fino alla pausa pranzo non succede nulla , non vengono nemmeno i lucci ad allentare la snervante attesa , e così ci godiamo un momentaneo pallido sole mentre consumiamo un veloce pasto a base dei soliti squisiti dolci locali.  Questa pausa di tempo accettabile dura ben poco e presto riprende a piovere rendendo tutto più complicato ; decido di scendere il fiume in compagnia della guida e inizio ad effettuare una serie di lanci con un Delta Walker da 100 mm nella colorazione UV  Neo Pearl coprendo una vasta area antistante . Sento perfettamente il minnow che lavora circa un metro sotto la superficie fino a giungere parallelo alla riva ; ripeto più volte questo movimento e , proprio quando la monotonia del gesto sta per prendere il sopravvento , percepisco in canna uno stop brutale al quale rispondo con una poderosa ferrata a due mani . Ce l’ho ! Finalmente la mia Impreza si flette spaventosamente sotto la violenta reazione del Salmone che,  sentendosi forzato , parte a favore di corrente prendendosi alcune decine di metri di trecciato dal mulinello che correttamente tarato ne asseconda le sfuriate .
Appena il tempo di pensare a come e dove poterlo spiaggiare che questo fugace pensiero viene interrotto dall’ineluttabilità del fato : improvvisamente e malauguratamente il filo ritorna molle e il grosso pesce si porta via insieme alla libertà anche i miei sogni ad occhi aperti . Mi sembra che il mondo mi crolli addosso e non trovo pace nemmeno nei  gesti gentili dei miei compagni di pesca che cercano invano di rincuorarmi . Malgrado non sia la prima volta che perdo un grosso pesce , il sapore è particolarmente amaro e la cosa che brucia maggiormente è che non posso rifarmi a breve perché ormai non c’è più tempo . L’unica cosa positiva che riesco a trovare è rappresentata dalla consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per portare a buon fine la cattura ! Solo il fato mi ha negato questa grande gioia perché non c’è peggior castigo di perdere un pesce per proprie inadempienze o , peggio , per imperizia . L’attrezzatura si è dimostrata all’altezza del compito gravoso al quale è stata sottoposta , ma contro il destino avverso nessuno può nulla . Controllo le ancorine dell’artificiale e trovo un’ennesima conferma dell’ottima qualità sia degli elementi di raccordo che delle armature degli artificiali Rapture : tutto a posto , nessuna ancora “ aperta “, si è solo slamato . Si fa ritorno all’auto che è ormai buio e dovrò rimandare la mia vendetta al prossimo viaggio . E’ proprio vero ciò che alcuni anni orsono mi disse un vecchio pescatore di Salmoni norvegese in uno stentato inglese : il Salmo Salar o lo si ama o lo si odia ! E il mio amore per questo splendido viaggiatore è incondizionato ; finché le forze me lo consentiranno continuerò a rincorrere questi pesci perché la gioia che da la loro cattura non si può descrivere . Mi porterò nel cuore anche questa amara esperienza insieme alla deliziosa bionda birra locale , ai cupi cieli dell’Est e ai bellissimi occhi chiari delle donne lituane .

9.28.2017

Pesca, ENEL, consorzi di irrigazione e bonifica ecc ecc

Esposti alla magistratura già fatti per Masserano e Bertignano ...passeranno 2.3 anni ma....


 in passato mi sono documentato sui Diritti Esclusivi di Pesca (DEP) che potete leggere nell’ articolo: https://pescarenelweb.blogspot.com/2012/07/storia-dei-diritti-esclusivi-di-pesca-e.html
Quello che no so, che mi piacerebbe sapere è come mai l’ ENEL e i vari consorzi di irrigazione  e bonifica detengono questi sulle acque in loro gestione.
Il canale Cavour , riguardo la pesca, è in un suo tratto iniziale gestito dalla FIPSAS e nella provincia di Novara dal Fishing Tour attualmente e prima dal CAGeP e prima ancora dall’ APD Novara. E lo sono anche le sue diramazioni come il canale Quintino Sella o i suoi “affluenti” come il canale Regina Elena e altre acque di pertinenza Est sesia.



In Lombardia  vi è "il Canale riserva ENEL-arci" nella zona segnalata è possibile pescare solo ai soci e una altra riserva sul canale Marinone.




Dal sito: http://www.consorziobaraggia.it/ si evince che un consorzio di Bonifica è un ente pubblico economico che opera sul proprio comprensorio per favorirne la crescita e la competitività, grazie ad azioni di forte incidenza per la sicurezza territoriale ed ambientale e, di recente, anche alimentare. Cosa voglia dire e cosa vi sia da bonificare nel biellese lascio a Voi l’ interpretazione. Fatto sta che il consorzio di bonifica della Baraggia biellese (Per la cronaca il direttore generale nel 2015 aveva uno stipendio lordo mensile di 7.643 euro al mese)e che gestisce gli invasi artificiali sui torrenti Ostola, Ingagna e Ravasanella  bandisce un concorso per la pesca nell’ invaso sul torrente Ostola cioè sulla diga di Masserano
e nel sito in oggetto appare lo scritto sotto:
ATTO DI CONCESSIONE
Diritto esclusivo di pesca nell'invaso sul torrente Ostola
Stipulato in data 9 agosto 2016
DURATA: 5 anni
CANONE ANNUALE OMNICOMPRENSIVO E FORFETARIO: € 4.551,00
C.V.A. FISHING TACKLE
Frazione Cerreia 5
13834 Soprana (BI)


Queste acque derivano da fiumi e torrenti pubblici  ed è logico che il pesce presente si trasferisca in esse ed allora come mai la pesca è riservata? Non sono mica inc…… con le associazioni gestionali ma vorrei capire!!

Il lago di Bertignano è un piccolo bacino lacustre situato a 377 m di altezza in una frazione omonima a nord-est di Viverone, in Piemonte. Come il vicino (e ben più vasto) lago di Viverone, anche quello di Bertignano è un lago di tipo intermorenico, che si è originato nel quadro dei fenomeni di successive espansioni e ritiri dell'antico ghiacciaio Balteo quindi un lago naturale.
Il lago è circondato da una stradina ed è scavalcato da un simulacro di linea dell' alta tensione peraltro scollegata dalla rete ed utilizzata solo per addestramento del personale Terna (Enel). Insomma da quella "cosa" in mezzo al lago scende per una condotta acqua fino ad una centrale posta sul lago di Viverone. Vedremo come andrà a finire..



Chi mi sa dire come mai questi enti o altri similari siano anche proprietari dei DEP sulle acque in questione e le facciano pagare care e salate ai club di pesca me lo faccia sapere lasciando un commento nell’ articolo oppure in email all’ indirizzo. pescaepesca@gmail.com o in Facebook al profilo: https://www.facebook.com/CiprinideCavedano

Aggiornamento di inizio marzo 2018
hhhttp://www.provincia.cuneo.gov.it/tutela-flora-fauna-caccia-pesca/pesca/dde-pesca-provincia-cuneo

Al link sopra la provincia di Cuneo mette i DeP cuneesi e quini è veramente che ogni provincia ha l' elenco di essi.

email inviata all 'uff caccia e pesca di Biella

Dal link sopra vi evince chiaramente attraverso il comma 6 che il consorzio di bonifica della Baraggia non poteva fare nessuna gara per la gestione della pesca nel bacino di Masserano.
Poi se la provincia di Biella vuole passarci sopra dato che è un grosso ente è una altra storia. Personalmente non mi metterò di certo a fare cause legali ma alle prox elezioni provinciali non voter di certo per nessun partito che attualmente gestisce le cose biellesi.
Bertignano ed anche la riserva sul Cervo puzzano di illegalità anche loro.
In Piemonte chi può far pagare soldi (oltre la licenza) sono i gestori dei Diritti Esclusivi di Pesca e chi ha ottenuto le Zone Turistiche Pesca e basta. L' elenco dei DeP dovrebbe averlo Lei o il suo capo. Bertignano e il Cervo non sono DeP o ZTP......
La provincia di Cuneo ha un sito dove li mette anche perché essendo affittabili o vendibili uno potrebbe affittarli o comprarli. Biella no. Siamo sempre gli ultimi.....
Novara ha rilasciato dei ZTP alla FIPSAS che è molto non ben vista ma agisce sempre in maniera regolare.

Qualcuno pensa che CAVEDANO scherza sempre....




9.25.2017

Viggiù.....pompieri e pesca




Il paese varesotto, noto per la canzone sui pompieri è posto a 450 metri slm e nel territorio comunale vi è il Verde lago in Frazione Baraggia che  si presenta come un bel laghetto dal perimetro di un km e dalla profondità media di 4 metri. Oltre a ricevere acqua da risorgive è alimentato dal torrente Bevera.
 Per le trote (taglia media, media/grossa) consigliamo questa volta la pesca con la penna di pavone o comunque con galleggianti molto affusolati.

Si tratta di una tecnica usufruibile qualsiasi stagione, e che ci permette di associare molte azioni di pesca differenti. Con questa montatura potremo praticare  una pesca statica mantenendo il galleggiante immobile, oppure  una pesca più dinamica, alternando pause a recuperi brevi lenti o veloci.
Il vantaggio fondamentale che ci porta questa montatura è che una volta individuata la profondità a cui stazionano le trote potremo mantenerla nei lanci successivi regolando la posizione della penna sicuri di non fare mai “passate a vuoto”. Questa montatura ci consente inoltre di poter fermare il recupero in caso di abboccata del pesce senza che la zavorra trascini l’esca in profondità.

Serve un mulinello del N 2500 contenente filo 0.18/0.22.  Sulla lenza madre inseriremo la penna di pavone, dalla grammatura rapportata alle dimensioni del lago e alla potenza della canna. Come zavorra utilizzeremo una torpille che tari la penna al 75%, in modo che in posizione di stallo sia visibile da grande distanza (la penna anche se leggermente sottocarico non offre resistenza all’affondamento in caso di abboccata), esempio penna 8 gr. Torpille 5 gr e qualche pallino. Dopo il piombo, gommino salvando e girella tripla per assicurare la dovuta rotazione dell‘esca. Finale di diametro intorno allo 0.16/0.20  di lunghezza non inferiore ai 50cm.  L’amo verrà scelto in funzione dell’esca. Dobbiamo anche tenere presente che nel caso avessimo intenzione di usare piccoli pesciolini si deve diminuire il piombo. Eventuali varianti che dovrete inventare di volta in volta renderanno più adescante il recupero. Oppure in alternativa la pesca a piombino.

Se vogliamo insidiare le trote nel sottoriva e fino a circa 30 metri dalla sponda, la tecnica più redditizia è senz’altro quella con microbombarde, sbirulini e piombini da tremarella. L’attrezzatura è sempre la solita, canne sui 3.80-3.90 mt. mai troppo potenti (capacità di lancio fino a 10-12 gr.) e mulinelli di dimensioni ridotte caricati di un buon 0.18, 0.16 per i più esperti.
Le montature, pur variando il tipo di zavorra, si assomigliano un po’ tutte, e saranno così realizzate: Zavorra (piombini, torpille, ghost ecc.), girella tripla per ridurre le torsioni del finale durante il recupero (indispensabile!); finale 0.16/0.18 dai 80 cm in con ami adeguati all’ esca. Il recupero dovrà essere molto vario e movimentato, onde stimolare l’istinto aggressivo della trote, quindi dovremo variare pompaggi a pause oppure recuperi regolari  e momenti tremarella di tremarella per far fare alla nostra esca guizzi e scatti improvvisi.  Innesco a rotazione di due camole infilate una intera e una per metà sull’ amo oppure pastella modellata a forma di banana.  A spinning usare ondulanti che sono artificiali snobbati dagli spinner in acque “normali” ma sono quelli più redditizi in laghetti .
Vi sono molteplici carpe da insidiare coi soliti metodi oltre a storioni , Black bass, pesci gatto americani, striped bass quando l’acqua si riscalda, e dei bei lucci. 


E' importante sottolineare che i persico spigola viaggiano in branco e spesso lo fanno nel sottoriva e spesso sono parecchio svogliati e sembrano non apprezzare nessuna esca finché all'improvviso si avverte la prima tocca e, subito dopo, effettuando lanci nella stessa zona, se ne possono catturare diversi, uno dopo l'altro..Li si prende coi vermi interi recuperando ma anche a spinning o innescando delle cozze. Li si può insidiare anche a mosca  utilizzando canne 9 o 9,6 piedi per code dalla 6-7 con del backing sul mulinello, terminali di un buon 0,20 oppure uno 0,25 fluoro-carbon e degli streamer da black bass o da spigola.
I primi colorati e pomposi i secondi ad imitazione di qualche pesciolino ma l’ importante è che vengano recuperati lentamente o piccoli saltelli quando incontriamo pesci fermi sul  fondo. Per la cronaca Non è proprio lo Striped bass pescato dai pescatori USA ma bensì un incrocio fra altre due specie della stessa famiglia che abitano in acqua dolce, e che prende il nome di Sunshine bass o Palmetto a seconda dell'incrocio col maschio di una o con la femmina dell'altra. Per gli storioni canne e mulinelli potenti con trecciati minimo dello 0.16, piombo sui 40-50 gr , finale di trecciato minore oppure di un buon 0.40 con innesco di calamari, pesce morto ed odorante tipo sarde su ami adeguati. Per il luccio non resta che usare canne da 240 cm od oltre, stesso trecciato degli storioni e cavetto con minnows, rotanti grossi anche se gli ondulanti riservano sorprese.
All’interno  negozio di pesca; Bar, possibilità di sfamarsi e servizio sulle rive.

Si arriva da Varese per la strada che porta  alla svizzera e seguire le frecce per Gaggiolo. Ai cartelli Viggiù  svoltare e girare per la fraz. Baraggia svoltare per via Bevera. tel.0332/487493




dove troverete info, foto e video






Margorabbia-torrente varesotto



Nasce in Valganna, sgorgando pochi metri più a nord delle fonti del ramo sorgentizio orientale del fiume Olona. In comune con l'Olona, il Margorabbia ha la zona delle sorgenti, ma dopodiché i corsi d'acqua si sviluppano in senso inverso. L'Olona solca la bassa Valganna in direzione nord-sud, andandosi a congiungere con le acque provenienti dalle sorgenti della Val di Rasa.
Il Margorabbia, scorre invece, in direzione sud-nord, andando a percorrere l'alta Valganna, in cui attraversa come immissario ed emissario alcuni laghetti della provincia (Lago di Ganna e Lago di Ghirla), continua il suo percorso nelle Prealpi varesine e, verso il paese di Cunardo, si inabissa in un sistema di grotte . Il torrente riemerge nei pressi del paese di Ferrera incassato in uno stretto labirinto, forma poi la cascata Fermora con un salto di 27 metri e continua poi il suo corso lungo la Valtravaglia, attraversando  vari paesi come Grantola e Germignaga, lungo il cui percorso si trova una pista ciclabile costruita di recente.
Cascata Fermona
Non sfocia direttamente nel Lago Maggiore, ma poche centinaia di metri prima si congiunge con il fiume Tresa.
Il torrente ha molti affluenti. Quelli di sinistra più importanti sono i torrenti Rancina e Chiesone (o Gesone), quelli di destra sono il Boggione, la Lisascora e la Grantorella.
Il Margorabbia è un torrente con una grossa portata d'acqua grazie al fatto di attraversare zone umide e carsiche. Per questo motivo difficilmente va in secca e sono nati, nel passato, lungo il suo percorso diverse attività manifatturiere come magli (noto è quello di Ghirla nel comune di Valganna), mulini e opifici vari.

Diversamente le piene, improvvise quanto furiose, del torrente sono state, e sono ancora, triste ricordo per gli abitanti della Valtravaglia. Spesso è stata causa di alluvioni e di distruzione di ponti. Oggi è stato meglio arginato, ma nonostante tutto, è ancora temuto.

Specie ittiche trote fario e cavedani sono  le principali e  sono state catturate anche iridee, sicuramente di immissione.

Vi è pure una zona no-Kill che comincia al ponte della Grantola e finisce alla Standa dove si può pescare solo a mosca con amo senza ardiglione.

Per raggiungere il torrente nella zona + pescabile per chi viene dall’autostrada, prendere l’A8 Milano Varese, uscire a Buguggiate e prendere le direzioni del lago di Varese verso Gavirate, proseguire e arrivare al paese di Cittiglio dove si prenderà la strada con direzione Luino, si attraversa la Valcuvia, finchè non si arriva nei comuni di Grantola e Mesenzana dove troveremo il torrente.


Lungo il percorso sui lati del torrente un pista ciclopedonale, interessante da fare


Per la pesca bisogna attenersi alle regole della provincia di Varese, acque classificate salmonidi con normativa del caso.

Dall’anno 2009 bisogna detenere un libretto segnacatture.
Dal ponte della Grantola fino alla Standa il tratto e riservato alla pesca mosca con amo senza ardiglione, dove vige la regola del No-Kill
Mentre c’è divieto di pesca nella zona in cui il torrente sfocia nel Tresa.
Tratto Fipsas dal comune di Montegrino fino al Tresa.




Per raggiungere il torrente nella zona + pescabile per chi viene dall’autostrada, prendere l’A8 Milano Varese, uscire a Buguggiate e prendere le direzioni del lago di Varese verso Gavirate, proseguire e arrivare al paese di Cittiglio dove si prenderà la strada con direzione Luino, si attraversa la Valcuvia, finchè non si arriva nei comuni di Grantola e Mesenzana dove troveremo il torrente.


Attrezzatura per la pesca a spinning canne max 2,10 grammatura 2-15 g circa. Mulinello 2500  caricato con un buon 0.20/0.22, Artificiali consigliati: rotanti mepps N 3 per le correnti veloci visto che per la sua forma allungata tiene meglio fondo, Martin di Gr 9-12 quando livelli medio/alti e la corrente è moderata e nei punti caldi e rigiri oppure grammature più leggere . Piccoli minnows massimo 5 cm.

Specie ittiche trote fario e cavedani le principali; sono state catturate anche iridee, sicuramente di immissione visto che si fa anche qualche gara.

Si può catturare massimo 1 trota marmorata e 6 capi di salmonidi e 500 gr complessivi di alborelle, vaironi e triotti. Per questi piccoli pescetti, visto l’ inibizione al bigattino, si consiglia di pescarli con piccoli vermi di letame oppure portasassi/porta legni (Lave di Friganea in italiano corretto) che potrebbero interessare anche le trote e i cavedani.

Portalegni anche sotto


Portasassi
Non dimenticare magari il pane del tipo”francese” che interessa cavedani e altri piccoli pesci. Per trote e cavedani non dimenticare le sanguisughe e i Gatoss che sono micidiali. Tutte queste esche (meno i vermi) le potete trovare su un torrente o riale sotto i sassi.


Per la pesca bisogna attenersi alle regole della provincia di Varese, acque  classificate salmonidi.
 

 Licenza governativa e FIPSAS

http://www.fipsasva.it/


Negozi di pesca

-Clan a Mornago in via provinciale N 16 tel 0331/964511

-Zoo Domus a Laveno Mombello in Via Marchetti 13 tel 0332/667009

 You Tube









https://www.youtube.com/watch?v=uEj4Gjfgqgg








Pescare nei laghi di Bertignano e Masserano (entrambi nella provincia di Biella)

Dal PDF (stranamente scaricabile) della provincia “” In provincia di Biella le acque gravate da vincoli particolari sono: ...