Tratto in GRAN parte dal sito www.ipescatori.com e da http://www.giallozafferano.it/ per la ricetta
Il suo areale è vastissimo, infatti vive in tutte le acque
tropicali e temperate calde del mondo (distribuzione circumtropicale), in
Europa è diffusa a nord fino al Golfo di Guascogna.
È una specie eurialina, in grado di sopportare ampie variazioni di salinità tanto che si ritrova regolarmente sia in acque marine, che dolci, che salmastre. È in grado di vivere anche in ambienti inquinati, infatti si trova frequentemente all'interno di porti. Vive in banchi (soprattutto i giovani). Lo si incontra soprattutto dove ci siano fondi duri o manufatti ma non disdegna anche i fondi completamente molli purché la profondità dell'acqua sia sufficientemente bassa. Si nutre di ogni tipo di invertebrato bentonico ed anche di materiale organico in decomposizione. Si alimenta sul fondo anche se è comune incontrarlo in superficie.Diciamo che potrebbe essere un cavedano di acqua salata….
È una specie eurialina, in grado di sopportare ampie variazioni di salinità tanto che si ritrova regolarmente sia in acque marine, che dolci, che salmastre. È in grado di vivere anche in ambienti inquinati, infatti si trova frequentemente all'interno di porti. Vive in banchi (soprattutto i giovani). Lo si incontra soprattutto dove ci siano fondi duri o manufatti ma non disdegna anche i fondi completamente molli purché la profondità dell'acqua sia sufficientemente bassa. Si nutre di ogni tipo di invertebrato bentonico ed anche di materiale organico in decomposizione. Si alimenta sul fondo anche se è comune incontrarlo in superficie.Diciamo che potrebbe essere un cavedano di acqua salata….
Gli
esemplari che raggiungono i 20 cm sono maturi sessualmente e depongono le uova
in mare. Dopo la schiusa gli avannotti,
avvicinandosi prima alla costa, risalgono i corsi d'acqua dolce che sfociano
nel mare. Con le sue uova si prepara la bottarga di muggine. La bottarga è un alimento costituito dall'ovario del pesce, le cui uova vengono salate
ed essiccate con procedimenti tradizionali.
Viene ricavata dalle uova di tonno o di muggine.
I due prodotti differiscono sia nel colore che nel gusto (più deciso quella di
tonno). In Italia la
bottarga di muggine, o cefalo, (Mugil cephalus)
viene prodotta principalmente in:
-Sardegna:
sono famose quelle di Cagliari, Tortolì, Sant'Antioco, Marceddì
di Terralba e
in particolar modo quella dello Stagno di Cabras
-Toscana:
a Orbetello,
nella Maremma grossetana.
L'origine del prodotto
sembra essere stata fenicia, ma il termine deriva dall'arabo[1] batārikh (بطارخ) ("uova di pesce salate")[2], legando il vocabolo a una radice
che avrebbe acquisito perciò il significato di "conservare sotto
sale". Gli arabi erano famosi nell'area del Mediterraneo per
le loro affinate tecniche culinarie, che trasmisero anche alle altre
popolazioni delMediterraneo,
spesso assieme al nome dei prodotti. Nella lingua sarda essa
viene chiamata butàriga conservando
una forte assonanza col termine arabo. L'origine del nome arabo deriva, forse,
dal greco bizantino ᾠοτάριχον (ootàrichon) che significa uova di
pesce essiccate e salate (in greco moderno αυγοτάραχο - avgotàraho) e viene
conservato in cera d'api fusa.
Tradizionalmente costituiva il pasto dei pescatori che
trascorrevano la giornata in mare. Parte delle uova di tonno, come altre
interiora del pesce, spettano di diritto ai "tonnarotti" (pescatori
delle tonnare). In Sicilia la
Regione ne ha regolamentato la produzione.
I cefali appartengono alla Famiglia dei Mugilidi.
Tali pesci sono caratterizzati dall’avere un corpo fusiforme, poco compresso ai
lati.
La bocca è
particolare, generalmente piccola e più o meno carnosa e protrattile; inoltre
nelle branchie sono presenti delle branchiospine che utilizzate per filtrare
piccoli organismi e particelle organiche (che fanno parte della loro dieta)
presenti nel sedimento ed evitando così di ingerire il sedimento stesso.
Il sistema
digerente di questi pesci si presenta con un intestino solitamente lungo e per
la presenza di ciechi pilorici che aumentano la capacità assorbente del tratto.
Quasi tutte le specie di cefali sono eurialini, ovvero riescono a sopportare
ampie escursioni saline riuscendo quindi a vivere sia in acque salmastre, che
salate; tuttavia per riprodursi si allontanano dagli ambienti salmastri e dalle
lagune costiere per raggiungere l’ambiente prettamente marino. Non tutte le
specie sono ugualmente apprezzate e ricercate, ma rivestono un grande interesse
dal punto di vista della pesca professionale e quindi sono ampiamente
commercializzate in varie parti di Italia. Per il pescatore sportivo il cefalo
rappresenta una preda dilettevole e relativamente facile da far abboccare in
quanto non è un pesce eccessivamente diffidente.
Elenco dei diversi
metodi per la cattura del cefalo:
1° metodo: questo
metodo utilizza il vaso di vetro adoperato per la conserva dei sott’oli, il
volume ideale dovrebbe essere di 5 litri. Bisogna poi “tappare” il vaso con
l’utilizzo di una pezza bianca che manterremo aderente all’apertura con l’aiuto
di un elastico delle giuste dimensioni. Al centro della pezza va praticato un
foro e successivamente si mette un po’ di farina all’interno del vaso. A questo
punto possiamo calare il nostro vaso nel punto che consideriamo più indicato ed
in almeno 1 metro di profondità. Dopo una mezz’ora circa troveremo all’interno
diversi cefalotti ottimi per utilizzarli come vivo e possibilmente qualche
salpa. A questo punto non ci resta che selezionare quelli di nostro interesse e
mantenerli in vita fino al loro utilizzo in un capiente secchio pieno d’acqua.
Con questo metodo non aspettatevi la cattura di grossi esemplari.
2° metodo:
portiamoci a ridosso di un fondale roccioso in prossimità della foce di un
fiume. Costruiamoci una coroncina composta da nove ami ad occhiello utilizzando
un terminale dello 0,60 e colleghiamolo ad un galleggiante bianco a pera. A
questo punto inneschiamolo con un bel pezzetto di pane (il pane che consiglio
sono i panini al burro o quello francese). Una volta nascosti bene gli ami tra
il pane utilizzato come esca lanciare, le catture non si faranno attendere e
l’occhiata con questa pesca non è rara.
3° metodo:
pratichiamo la pesca con la bolognese su fondale sabbioso i in prossimità di un
porto. Innescando del bigattino su un piccolo amo montato su 2 metri di
terminale sarà facile procurarsi il nostro vivo.
4° metodo: anche se
vi sembrerà strano i cefali si catturano anche a spinning, di notte e belli
grossi! Provare per credere. Consiglio un testa rossa di 7 cm della yo-zuri in
quanto più lucidi ed attraenti per i nostri cefali oppure gli artificiali
simili a sarda. Andate di notte e vi divertirete.
5° metodo: questo
metodo è conosciuto localmente con il nome di “mazzone” e consiste in un
terminale tripartito in 3 braccioli contenenti 3 ami ciascuno. Descriviamo
adesso la preparazione: su due lenze di circa 20 cm leghiamo 3 ami in modo
consecutivo ad un estremità distanziandoli di circa 2 cm uno dall’altro.
Ripetere la stessa operazione con un filo più lungo, un metro circa. Una volta
che abbiamo i 3 fili bisogna unirli con un nodo doppio che sarà distante dal
primo amo 8-10 cm circa. A questo punto occorre tagliare i fili più corti,
aggiungiamo un piombo scorrevole ed un asola all’estremità opposta ed abbiamo
pronto il nostro bel terminale per cefali. Utilizzando il nostro innesco
pastoso di pane formaggio e sarda e nascondendo bene gli ami le catture non si
faranno attendere. Oltre ai cefali non sorprendetevi se beccherete qualche
bella mormora, orata, occhiata, sarago e perché no la leccia
Ecco una foto del
tipico ( mazzone ) molto in uso nella pesca al cefalo dalle nostre parti.Come
avete visto i metodi per procurarci i vostri cefali da utilizzare come esca
sono molti, a voi scegliere il più adatto e ricordate che in mare le sorprese
non mancano mai!
Come potete notare
si basa su 9 ami 3 per ogni filo
Ricetta per
cucinare cefali o bottarga di cefalo
Le linguine con bottarga e arselle
sono un gustoso primo piatto, che prende ispirazione da una ricetta tipica
della tradizione culinaria sarda.
Questo formato di pasta a forma di spaghetto schiacciato, le bavette (dette altrimenti linguine), avvolge il condimento della bottarga di muggine, che dona alla preparazione un sapore caratteristico: se non avete mai assaggiato questo particolare ingrediente che dona ai piatti una nota piacevolmente saporita, ecco l'occasione per fare questa esperienza!
Questo formato di pasta a forma di spaghetto schiacciato, le bavette (dette altrimenti linguine), avvolge il condimento della bottarga di muggine, che dona alla preparazione un sapore caratteristico: se non avete mai assaggiato questo particolare ingrediente che dona ai piatti una nota piacevolmente saporita, ecco l'occasione per fare questa esperienza!
Ingredienti
Bavette 400
g
Bottarga di
muggine 40 g
Aglio 2
spicchi
Olio
di oliva extravergine q.b.
Sale q.b.
Prezzemolo tritato
q.b.
Vongole tipo
arselle con guscio 1 kg
Per realizzare le linguine con
bottarga e arselle iniziate preparando le arselle: pulitele scartando quelle
con il guscio rotto, poi sciacquatele ripetutamente sotto l’acqua fredda corrente
. Ora ponete le arselle in un colino capiente che andrà immerso in una
bacinella piena d’acqua, per circa mezz’ora, in modo da permettere lo spurgo di
eventuali impurità Trascorso il tempo
necessario, scolate per bene le arselle e mettetele da parte, quindi fate
imbiondire due spicchi di aglio schiacciati in una padella antiaderente con tre
cucchiai di olio extravergine di oliva. Quando l’aglio sarà pronto unite le
arselle e copritele con un coperchio per farle dischiudere (occorreranno pochi
minuti) . Nel frattempo portate ad ebollizione una pentola di acqua salata e
mettetevi a cuocere le bavette, poi scolatele al dente . Quando le arselle si
saranno aperte unite il prezzemolo tritato
e la pasta scolata al dente , quindi aggiungete la bottarga di muggine
grattugiandola direttamente sulla pasta . Mescolate bene per amalgamare tutti
gli ingredienti, spegnete il fuoco e le vostre linguine con bottarga e arselle
sono pronte per essere servite in tavola.