Siamo tornati ad intervistare il Dr. Cesare Puzzi per domandargli qual è lo stato dei lavori del progetto di contenimento del siluro sul Lago di Varese.
Siluro, ma non solo quello, poichè il piano di studio e intervento riguarda diverse specie aliene.
Dr. Puzzi: "Sì, infatti il siluro rappresenta la specie più “appariscente” fra le specie aliene, ma come ben sappiamo è in compagnia. Ricordiamo carassio, gardon, pesce gatto tra le più abbondanti, ma anche rodeo amaro, pseudorasbora, abramide, cobite di stagno per citarne altre che abbiamo rilevato nel corso delle indagini."
Quindi entriamo subito nel vivo e cerchiamo di fare il punto della situazione.
Dr. Puzzi: "Il punto della situazione è il seguente: siamo in pieno svolgimento del secondo anno di attività sui tre complessivi, ed è stata consegnata a fine 2010 una relazione di avanzamento lavori al Parco del Ticino e alla Provincia di Varese. Il primo anno è stato caratterizzato dalla effettuazione di campagne di controllo delle specie aliene invasive, che hanno portato alla cattura di un buon numero di pesci esotici. In particolare, sul Lago di Comabbio ne sono stati catturati circa 22 quintali, dei quali 16 q di siluro e 6 q di carassio, oltre a qualche decina di Kg di gardon. Sul Ticino sono stati catturati circa 10 quintali di siluro, e qualche esemplare di altre specie esotiche come rodeo, pseudorasbora, carassio, abramide, cobite di stagno. Sul Lago di Varese sono stati rimossi circa 21 quintali di pesci, dei quali 14 q di carassio, 3,4 di siluro, 2,8 di pesce gatto, 0,6di gardon."
Ci eravamo lasciati più di dodici mesi fa alla vigilia dell'avvio dei lavori e lei ci aveva spiegato in modo dettagliato quali sarebbero stati i vari step del progetto.
Il primo di questi era la creazione di un network per la condivisione delle informazioni raccolte nelle aree di progetto; le chiediamo quindi quali risultati ha prodotto lo studio nelle aree interessate e se sono stati creati dei protocolli di gestione per facilitare il contrasto alla diffusione delle specie aliene.
Dr. Puzzi: "La redazione dei protocolli sarà un’attività del terzo anno, quando potranno essere tirate un po’ di conclusioni sulle migliori tecniche di controllo, con ottimizzazione dei risultati in rapporto allo sforzo di cattura.
Il network di controllo sta nascendo, ed è stata pubblicata una prima versione del sito: http://www.progettosiluro.altervista.org che sarà via via arricchito dai dati del progetto."
Le informazioni ecologiche sul siluro e le altre specie esotiche erano carenti per quanto riguarda il Lago di Varese, quindi sarebbe interessante sapere quali dati sono emersi attraverso le varie attività di studio. Le pescate selettive hanno fornito materiale utile?
Dr. Puzzi: "Senz’altro. In primo luogo la densità del siluro nel Lago di Varese non è ancora arrivata ad essere così massiccia come lo è nel Comabbio e nel Ticino. E’ questione di tempo, e dunque per il Lago di Varese pare che l’intervento di controllo possa essere particolarmente utile poiché colpisce la specie nella sua fase di espansione. I dati autoecologici sono stati raccolti e lo saranno anche per tutto il secondo anno. La loro elaborazione ed interpretazione sarà attività del terzo anno, contestuale alla produzione dei protocolli di contenimento."
Altro punto importante erano i ripopolamenti in programma per aiutare le specie autoctone in difficoltà. Ci aveva parlato di semine di lucci, alborelle e lacustri per il Lago di Varese e di marmorate, pighi e storioni cobice per il Ticino. Queste semine continuano? E soprattutto avete potuto registrare dati positivi riguardo alle popolazioni citate?
Dr. Puzzi: "Sì le semine continuano. Nel primo anno di progetto ci sono stati risultati particolarmente buoni per quanto riguarda la produzione di luccetti da ripopolamento, nei due incubatoi ittici del Tinella (Lago di Varese) e di Magenta (La Fagiana, Parco Ticino). Nell’incubatoio del Tinella sono stati prodotti e seminati nel lago circa 270.000 luccetti; nel Ticino e nel Lago di Comabbio sono stati seminati circa 90.000 luccetti prodotti dal Parco del Ticino.
Oltre ai lucci sono stati seminate tinche e storioncini cobice dal Parco Ticino, sempre prodotti nell’incubatoio della Fagiana, e sono state seminate alborelle nel Lago di Varese prodotte al Tinella.
Circa i dati positivi rispetto alle specie citate per ora non ci sono dati quantitativi, anche per la difficoltà oggettiva di avere tali dati in ambienti acquatici così vasti. Ci sono informazioni che arrivano dai pescatori, incoraggianti per lo storione del Ticino e per i lucci del Ticino stesso ma anche dei laghi di Comabbio e di Varese. L’alborella continua invece ad essere in grande crisi e le sue segnalazioni sono davvero poche."
Come ha risposto la comunità dei pescatori al progetto?
Dr. Puzzi: "Non pervenuta. Nel senso che noi non abbiamo avuto riscontri particolari. I pochi pescatori con cui siamo entrati in contatto, in particolare per i laghi di Comabbio e di Varese, erano ben contenti dell’intervento, perché sono molto affezionati ai pesci (magari anche esotici) che hanno pescato negli ultimi decenni, come i boccaloni o i persici sole, le scardole, le tinche, le anguille, il luccio. Ci sono appassionati di pesca al siluro, ma per ora, in questa area, prevalgono decisamente i pescatori contrari al siluro.
La comunità dei pescatori professionali è invece molto contenta del progetto, tanto che ne fanno pienamente parte, anche a tutela della loro attività minacciata da specie esotiche invasive di scarso pregio commerciale."
Sappiamo che parte integrante del lavoro sono proprio attività di sensibilizzazione e divulgazione e che anche i pescatori dilettanti possono prendere parte ai lavori contattando voi, il parco o la provincia.
Dr. Puzzi: "Certamente. Noi, il Parco del Ticino (Servizio Faunistico) e la Provincia di Varese (Ufficio Pesca) siamo a disposizione di chi volesse avere informazioni o partecipare in qualche modo al progetto. La piena divulgazione da parte degli Enti presumibilmente sarà realizzata nel terzo anno, quando ci saranno risultati pressoché definitivi e le idee più chiare su che cosa si possa effettivamente fare."
In cosa consisterà il lavori dei prossimi mesi?
Dr. Puzzi: "Nei prossimi mesi continueranno le pescate selettive, sia con reti che con elettropesca nell’area di progetto: Fiume Ticino, Lago di Comabbio e Lago di Varese. Al contempo si raccoglieranno dati sull’autoecologia delle specie esotiche invasive più importanti al fine della individuazione delle migliori strategie di contenimento. Oltre all’attività di campo c’è quindi un importante lavoro di laboratorio e di elaborazione dei dati raccolti.
Si aggiornerà inoltre il sito del progetto, completando con i dati il database che serve proprio al network di controllo e al coordinamento fra gli enti di gestione.
Nel frattempo si inizia a capire come dovranno essere strutturati i protocolli di controllo, avendo una buona esperienza che consente di valutare attrezzi, periodi, aree, metodi che con più efficacia permettono di intervenire contro le specie invasive."
Dottore, tracci lei un bilancio di questi mesi di lavoro. Avete riscontrato differenze rispetto a quanto pensavate di trovare?
Dr. Puzzi: "Il bilancio sino ad oggi direi che è decisamente positivo. Le attività svolte stanno rispettando il programma di lavoro e si conferma che la presenza e la diffusione di pesci esotici nei nostri ambienti è uno dei più importanti problemi relativi alla perdita di biodiversità. Stiamo raccogliendo moltissime informazioni e contiamo di arrivare in fondo al progetto con le idee chiare su che cosa si possa ragionevolmente fare per contrastare questa minaccia. E’ chiaro, e ne abbiamo piena consapevolezza, che i pesci esotici non sono eradicabili in ambienti acquatici vasti, articolati e complessi come quelli di studio. Si può però fare un contrasto efficace alle specie esotiche, evitando che prendano il completo sopravvento sulle specie native, e sostenendo con le immissioni i pesci autoctoni maggiormente minacciati.
Differenze su quanto pensavamo di trovare ce ne sono. Ad oggi, una sorpresa negativa è la rapida affermazione del gardon anche nei laghi di Comabbio e di Varese, nei quali è comparsa solo di recente, ma dove pare in rapidissima affermazione a discapito dell’autoctona scardola con la quale condivide la base alimentare (lo zooplancton) e con la quale dunque compete. Altra specie che mostra abbondanze superiori a quanto ci aspettassimo è il carassio, poco “visibile” nei laghi, ma molto abbondante nell’evidenza dei risultati delle catture.
Il siluro, specie simbolo del progetto, corrisponde grosso modo alle attese: abbondante nel Comabbio e nel Ticino, presente e in espansione nel Lago di Varese."
Ringraziandola per il tempo concessoci, le auguriamo buon lavoro e restiamo assolutamente disponibili a divulgare in futuro novità riguardo al progetto.
Ricordiamo ai lettori che sul sito è presente l'intervista rilasciataci dal Dr. Puzzi all'avvio del progetto. Potete leggere questa intervista cliccando QUI
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Bella intervista Damiano! Grazie!
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