2.09.2012

La trota




Maschio di Lacustre del lago di Mergozzo

I salmonidi sono una importante famiglia appartenenti all’ ordine dei Salmonidae. Questa famiglia è presente in tutto l’emisfero boreale, nelle zone temperate e fredde e fino alle zone polari, sia nei mari che nelle acque interne. Sono stati largamente introdotti in tutte le parti del mondo con caratteristiche climatiche idonee.
Prediligono acque fresche e ben ossigenate.

Acqua Salmonidi Video


Etimologia - Latino, salmo, -onis = pesci simili alla trota.

Il gruppo comprendeva originariamente soltanto salmoni, salmerini e trote. In base ad una più attenta analisi la famiglia è stata recentemente ampliata con l’inserimento delle specie appartenenti alle famiglie dei Coregonidi e dei Timallidi, riconsiderate come sottofamiglie. I Salmonidi risultano pertanto formati da tre sottofamiglie: i Salmonini, i Coregonini ed i Timallini.


Marzo 1999-Dora Baltea vicino Ivrea Kg 10.200
Al gruppo appartengono 11 generi con circa 66 specie, molte delle quali originarie delle acque europee od introdotte dall’uomo per scopi alieutici o commerciali.
Coregoni: La sottofamiglia comprende due generi e circa 70 specie, alcune probabilmente estinte. Solo due generi sono presenti nelle acque interne europee. In Italia sono presenti il coregone Lavarello e Bondella. Alquanto singolare è il motivo dell’ introduzione della Bondella. Furono prima introdotti dalla Svizzera i Lavarelli ma questi diventano anche un paio di Kg; Erano troppo grossi per le massaie del lago di Como e cosi’ furono introdotti i coregoni Bondella che arrivano all’ incirca a 6 etti .


Thymallinae.
Noto come Temolo è presente in Italia con le pinne di riflesso azzurre (autoctono) e quelle rosse (alloctono).



Salmonidae: La sottofamiglia comprende 6 generi e circa 108 specie,alcune probabilmente estinte. Tutti i generi, tranne uno ,sono presenti nelle acque interne europee.

Carpione

La trota assieme al Carpione (endemico del lago di Garda) e al carpione del Lago Fibreno sono i salmonidi presenti in italia. Il carpione del Garda è una specie che si nutre prevalentemente di zooplancton e, in alcuni periodi, di crostacei bentonici, raggiungendo circa 40 cm di lunghezza e 0,5/0.6 kg di peso.. L’habitat riproduttivo del carpione del Garda è costituito da acque limpide e ben ossigenate poste a profondità superiori a 50-80 metri e fino a 200-250 metri. Esistono due diversi periodi riproduttivi in ogni anno, che sembra interessino aree distinte del lago. Il Carpione del lago del Fibreno è un salmonide che non supera i 20 cm di lunghezza.
Carpione lago Fibreno

Ha abitudini lucifughe: predilige le acque più profonde del lago, dove solitamente staziona, ed è stato osservato in cunicoli sotterranei artificiali facenti parte di un mulino in disuso come riprova della tendenza a frequentare le acque povere di luce; ciò confermerebbe la credenza dei pescatori locali, secondo i quali il carpione del Fibreno vive almeno in parte dell’anno nel sistema carsico sotterraneo che alimenta il bacino lacustre. Per la riproduzione, che ha luogo durante un lungo periodo invernale-primaverile, utilizza come aree di frega substrati con fondo ghiaioso.




Ma anche per le trote troviamo in Italia diverse specie

Video trota torrente Trebbia 

Fario


Difficile definirne la classificazione esatta attraverso la livrea se non si è un ittiologo dato che è oggetto di allevamento e svariati incroci. Possiamo trovare la fario atlantica (alloctone) o quella mediterranea (autoctona) ed anche le macrostigma cioè trote endemiche di una tale zona come in Sardegna. Immessa da adulta molte volte non procrea o per meglio dire “è una cattiva madre”.
Essa è tipica dei torrenti di montagna e collina ma scende anche a valle incrociandosi colla trota marmorata.



La trota Fario
Caratteristiche: di forma allungata e affusolata ha una coda dal profilo rettilineo e molto ampia, grazie alla quale riesce a stare a lungo controcorrente con il muso verso monte per localizzare il cibo. Preferisce acque limpide, fresche e di conseguenza molto ossigenate. La presenza stessa di questo salmonide in un fiume ha indice spesso della buona qualità dell’acqua. Il colore della sua livrea dipende dall’ambiente in cui abita. In piccoli correnti sarà di colore bruno con numerose e vistose macchie rosse. In acque ricche di calcio invece ha una stupenda livrea color crema con una quantità minore di puntini rossi.
Dimensioni: variano a seconda dell’habitat. Nei grandi fiumi di fondovalle e nei grandi laghi pur superare anche i 4 kg di peso.


si ciba prevalentemente di insetti e crostacei. Raggiunta una certa età e una dimensione di tutto rispetto diventa esclusivamente carnivora e si ciba di piccoli pesci.

Inquadramento: La trota fario presenta livree diversissime all’interno delle sue popolazioni. Di solito, queste livree sono riconducibili a due ceppi principali di origine: il ceppo mediterraneo e quello atlantico. Per quanto riguarda il primo, si crede che sia “autoctono” e cioè che le trote di tale ceppo siano originarie della nostra penisola, ma non tutti gli studiosi sono d’accordo, tanto che molti credono che la trota mediterranea provenga da oltralpe. Il secondo ceppo, invece, è stato introdotto in Italia negli scorsi decenni con massicci ripopolamenti in fiumi e torrenti. Oggi, i due ceppi, si sono quasi totalmente ibridati, con una netta prevalenza della trota detta “atlantica” che risulta molto più resistente a condizioni di vita difficili rispetto alla trota considerata autoctona.

La trota fario di ceppo mediterraneo 

Caratteristiche fenotipiche:
macchia preopercolare scura, ben definita, circondata generalmente da macchiettatura nera;
macchie opercolari non fuse e di forma irregolare;
macchie parr verdastro-azzurre lungo i fianchi riscontrabili anche in adulti di 5-6 anni;
livrea con macchie scure a forma irregolare, fitte e con disposizione casuale;
macchiettatura fine diffusa sui fianchi e sulle pinne dorsali e sulla pinna , corpo slanciato e snello, testa abbastanza grande.




La trota fario di ceppo atlantico 

Caratteristiche fenotipiche:
assenza di macchie “parr” oppure grandi e non sul ventre;
punti rossi e punti neri con areola e disposizione regolare quasi geometrica, lungo linee e diagonali immaginarie;
macchie opercolari tondeggianti e mai fuse;
corpo relativamente tozzo, testa piccola.


Video sub trota 

L’incrocio tra i due ceppi

Caratteristiche fenotipiche:
numerosissime macchie rosse circondate da bordo bianco lungo la linea laterale;
numerosissimi punti rossi circondati da bordo bianco distribuiti lungo tutto il corpo;
macchie scure meno fitte sempre circondate da bordo bianco;
macchie parr presenti solamente lungo la linea laterale solitamente riscontrabili in giovani individui.

Marmorata


                                                     

E' la trota dei grossi fiumi e torrenti di fondovalle che confluiscono nel Po in sponda orografica sinistra. Difficilmente è immessa da adulta. Livrea come dice il nome.Record saputo di 25 kg circa….ovviamente nella notte dei tempi. Secondi esperti è la specie più timida e paurosa.



Lacustre
Non è altro che una fario o una marmorata (pareri diversi degli ittiologi) che si immette in un grande lago e ha segni sul dorso a forma di “Y”. Da non confondersi colla lacustre dei laghi del Nord Europa e immessa in qualche posto. Record. In tempi antichi oltre i 20 Kg. In tempi recenti sicuramente un esemplare di 12 Kg nel Verbano, presa da un pescatore professionista pochi anni or sono.




Iridea ovvero la trota americana.
Salvo sporadici casi non si riproduce da noi ma è molto presente causa intense immissioni. E’ la trota che troviamo generalmente nei banchi di pescheria. E’ la più facilmente allevabile (fecondazione artificale), quella a più basso costo rispetto alle altre due. In qualche laghetto a pagamento sono presenti anche esemplari sui 10 Kg.



Generalmente all’apertura vengono immesse iridee o fario adulte. Essa avviene solitamente l’ultima domenica di febbraio o in alcune parti (Friuli ad esempio) l’ ultima di marzo.
Per i laghi alpini passiamo a giugno e la tratteremo a parte.


Iridea "rosa" del Trebbia 

Le tecniche che si usano sono generalmente 3 cioè al tocco, a spinning o a mosca; Si può usare anche il galleggiante in luoghi idonei.


Innanzitutto dovremo idealizzare dove andare; possiamo andare in luoghi che siano stati “seminati” e di sicuro troveremo tanti colleghi mentre in luoghi che non lo sono la concorrenza sarà molto minore. Poi dobbiamo decidere se andare in minuscoli torrentizi, in torrenti di quota o di fondovalle o nei grandi fiumi come il Toce o la Dora Baltea. Le probabilità di cattura saranno maggiori più si salirà di quota ma minori come taglia.

Marmorata del Po


Dovremo avere stivali chiodati od almeno con suola antiscivolo, le speciali babbucce da infilare sopra le calze e non abbiate pudore ad indossare le mutande lunghe di lana, guanti con pollice ed indice tagliati e mettere nelle tasche del giubbotto gli “scaldini”(che potremo anche usare per i piedi). Pescare col freddo vuol dire “capottare” in partenza. Se intendiamo andare in posti colla neve o ruscelli scoscesi è meglio essere in due. Una scivolata non solo può compromettere la pescata ma anche la vita. L'occhiale polarizzato consente al pescatore di individuare le trote ed è quasi indispensabile.





Spinning

Più saliamo di quota, più troviamo trote di misura slanciata e allungata. Questo perché la maggior parte del loro cibo sono insetti, mentre verso valle e sul piano hanno a disposizione più cibo e soprattutto piccoli pesci da cacciare.

Avvertiamo subito che lo spinning rende meglio con acque calde e trote più propense ad inseguire ma ha comunque la sua validità anche all’ apertura. In commercio sono disponibili svariati modelli di esche artificiali. Si era soliti racchiudere queste esche in rotanti, ondulanti e minnows però ultimamente hanno sempre più preso piede anche le esche siliconiche. Quelle più usate restano le esche rotanti comunemente dette “cucchiaini”.


I motivi sono principalmente la maggior facilità d’uso e prezzo più accessibile delle altre oltre al fatto che vengono anche considerate le più catturanti. Si tratta di marchingegni realizzati completamente in metallo costituiti da un asse sul quale è infilato una zavorra e una e qualche volta due palette innestate direttamente oppure indirettamente tramite un apposito “cavallotto ad “U”. Alla base dell’asse viene inserita un’ancorina che si può sostituire con una amo singolo per le zone No Kill. Quelle innestate direttamente (Una volta solo la ditta Martin) sono considerati i migliori da parecchi anche se tendono ad ingarbugliarsi di più e a girare un attimo in ritardo. . Di relativa importanza è il colore della paletta e quasi nulle le decorazioni realizzate su di essa. A onor del vero in pieno sole andrebbero usati colori dorati (ma le fario rustiche in pieno sole non dovrebbero starci) e per il restante palette argentate. il potere attrattivo dei rotanti è legato, in gran parte, alle vibrazioni emesse e non ai colori anche perché girando viene una assieme tra il colore di fondo e i puntini o le decorazioni varie. Ma procediamo con ordine.


Una volta in acqua però, l’esca sfarfalla vistosamente anche durante la calata verso il fondo e non è raro riuscire ad agganciare qualche trota proprio in certi istanti coi tipo Martin.

Trota con minnow 

La paletta può essere rotondeggiante (a goccia) o allungata (a foglia di salice). Quelle a forma di foglia di salice sono adatte per essere utilizzate in acque mosse ove c’è bisogno che il rotante, spinto in superficie dalla forza della corrente, riesca a resistere e stia il più possibile vicino al fondo. Quelli ovalizzati sono adatti ad acque tranquille. Tra tutti questi tipi di rotanti ce n’è uno strano. Ha la paletta a goccia inserita sul cavallerino, ma ciò che lo contraddistingue è la zavorra, cioè il corpo. E’ a forma di campana e ruota su sé stesso oltre a potervi inserire delle volte essenze aromatiche (ex Netts) oppure al suo interno ha delle piccole sfere di metallo in grado di aumentare l’intensità delle vibrazioni emesse. E’ il classico Vibrax, anche se, come ogni cosa ha molte imitazioni.



Ci sono poi i Tandem e cioè quei rotanti che presentano due palette, ma a dir la verità, per la trota, almeno pescando in torrente vengono usati poco e direi a torto. I siliconici sono da usare in pareti a strapiombo facendoli ballonzolare oppure nei casi disperati.
Mulinelli del N 1000 caricati con filo del 0.20 per i torrenti mentre saliremo a un N 2500 e filo anche del 0.28 per tentare trote grosse in fiumi di fondovalle.





La pesca al tocco

La canna sarà teleregolabile che dà la possibilità di fare arrivare l’esca proprio dove pensiamo sia la trota.
Questa canna dà la possibilità di pescare a diverse lunghezze: la possiamo bloccare a nostro piacimento con le apposite boccole. Arrivano anche a 13 metri ma diciamo che per un dilettante 8-9 metri sono più che sufficienti. Dovrà essere rigida per sentire meglio le tocche. La teleregolabile dà la possibilità di fare arrivare l’esca proprio dove pensiamo sia la trota.

Da www.robertobarbaresi.it



Questa canna dà la possibilità di pescare a diverse lunghezze: la possiamo bloccare a nostro piacimento con le apposite boccole. Questa canna ha la prerogativa di fare arrivare l’esca proprio dove pensiamo sia la trota diciamo quasi in verticale. Mai lanciare come con le bolognesi e al massimo fare piccoli lanci a pendolo.
Le lenze a corona sono chiamate così perché vengono realizzate con una lunga serie di pallini di piombo.
Data la loro particolare forma, in cui il peso, che può raggiungere anche i quindici grammi non è concentrato ma viene distribuito su un lungo tratto di lenza, offrono il vantaggio di ridurre moltissimo le probabilità d’incaglio sul fondo mantenendosi estremamente morbide nella discesa fra i sassi o gli ostacoli. Ecco le più note: La sua costruzione è molto semplice; sul primo spezzone di filo montate una girella del n.16 oppure fate un anello e montate un moschettone con girella sul filo che arriva dal mulinello.
Schiacciate N.8 pallini del 3.75 e montate la seconda girella n.16.
Sul secondo spezzone schiacciate N.10 pallini sempre della stessa misura ed infine mettete un'altra girella.

Da www.robertobarbaresi.it


Corona caricata
E’ costituita da uno spezzone di filo del 0,22 lungo un metro, su cui vengono fissati 22 pallini del n.4 del tipo extraduro. Devono essere schiacciati, partendo dall’alto, i primi 8 ad una distanza l’uno dall’altro di 6 centimetri; dal nono al dodicesimo a 5 centimetri e proseguendo poi con i restanti sempre a scalare fino ad una distanza di 1 centimetro. Agli estremi vanno montate due girelle dal n.12 al n.18 che permettono una migliore rotazione. Il terminale in genere deve essere tra i 10 e i 40 centimetri

Di Cesano
E’ costituita da uno spezzone di filo lungo circa un metro con diametro del 0,22, partendo dal basso, si schiaccerà 15 pallini del n.4 del tipo extraduro ad una distanza di 6 centimetri l’uno dall’altro. Il terminale è di 30 centimetri. Naturalmente, anche la corona di Cesano può essere modificata adattandola alle diverse condizioni di corrente, variando la misura dei pallini senza modificare la distanza.

Di ricerca
È costituita da uno spezzone di filo del 0,20, alle cui estremità ci sono due girelle del n.14, lungo intorno a un metro. Sullo spezzone di filo vanno fissati 30-40 pallini del tipo extraduro tutti della stessa misura ad una distanza di 2 centimetri l’uno dall’altro, gli ultimi otto in fondo un po’ più ravvicinati per rendere la corona più equilibrata e per mantenere meglio l’esca sul fondo. Il terminale deve essere lungo da 20 a 30 centimetri del diametro del 0,18.



3 girelle
La sua costruzione è molto semplice; sul primo spezzone di filo montate una girella del n.16 oppure fate un anello e montate un moschettone con girella sul filo che arriva dal mulinello.
Schiacciate N.8 pallini del 3.75 e montate la seconda girella n.16.
Sul secondo spezzone schiacciate N.10 pallini sempre della stessa misura ed infine mettete un'altra girella.

Seguono comunque quella da canale, ½ corona, concentrata corta, la caricata corta e da Bujet.

La spiralina.
È costituita da uno spezzone di filo del 0,20 alle cui estremità ci sono delle girelle per migliorare la rotazione, la zavorra è costituita da un filo di piombo avvolto a spirale su un tubicino di gomma cavo che permetta lo scorrere del filo. Il diametro del filo di piombo varia a seconda delle condizioni in cui ci troviamo a pescare, maggiore è il diametro, maggiore è anche il peso quindi una spirale corta ma tozza è ottima per correnti forti, invece se il filo è fine avremo una lenza che si adatta meglio ad acque tranquille.



Il Pallettone
Il pallettone o cicca, è una zavorra costituita da una sfera di piombo con al centro un buco per far si che scorra sul filo.
Naturalmente, il pallettone non è in grado di sostituire le altre lenze, ma è l’unico in grado di "bucare" la corrente portando l’esca tra i sassi e dove l’acqua è più calma. La montatura è semplicissima, costituita da uno spezzone di filo lungo intorno ad un metro di buon filo sul quale si infila un tubetto di plastica che ha la funzione di salva nodo (dato che il pallettone scorre sul filo rischierebbe di tagliare il nodo con la girella), oppure si schiaccia un piombino. Il terminale, del 0,18 può essere lungo anche 70/80 cm.



Galleggiante
Particolarmente indicato per la pesca a canna lunga lontano da riva. Sullo spezzone di lenza della corona viene messo un galleggiante a pera intagliato che sostenga il totale del peso. Può essere lanciato e controllato a distanza.

Mulinelli e fili come nello spinning anche se potremo scendere un po’ in alta montagna ove le dimensioni del la trota sono minori.
Come esche i classici vermi e camole oltre ai mortasassi e ai caimani e dove permesso al pesciolino vivo o morto.

Per la pesca al tocco vi rimandiamo anche ad alcuni articoli dell’ amico Roberto:
http://www.robertobarbaresi.it/spiraline_torrente.htm
http://www.robertobarbaresi.it/spiralina_yo_yo.htm
http://www.robertobarbaresi.it/pesca_pesante.htm
http://www.robertobarbaresi.it/prime_tocche_in_torrente.htm
http://www.robertobarbaresi.it/strategie_inizio_stagione.htm

Per la pesca a mosca niente di meglio che:
http://www.pipam.org/index.php
http://www.pescaconlamosca.it/strategie/apertura


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