Quello che oggi voglio mostrarvi è una tecnica di pesca elaborata da me e da un mio amico ribattezzata “la cosa più rozza e spartana che abbia mai visto, non posso credere che abbia funzionato davvero!”.
Non so se esista già, se sia una variante di qualcosa o una sua involuzione, ma l'ho creata per caso dopo che un grongo mi aveva rubato un pesce strappandomelo dalla paratura e lasciandomi a bocca asciutta. Due battute di pesca dopo lo acchiappai, e da allora non ho più smesso di cercare gronghi... e murene!
Da bravo studente universitario sono cronicamente sprovvisto di quattrini, quindi ho uno sviluppatissimo “senso dell'arrangiarsi” e su questo si basa la mia pesca al grongo.
Materiale.
Lenza di spessore 100 o più oppure spago, come quello per le persiane.
Filo di ferro o cavetto d'acciaio.
Una girella di grandi dimensioni.
Qualcosa che galleggi molto, come una bottiglia vuota.
Preparazione
State storcendo il naso per i materiali? Ora lo farete di più.
La prima cosa da fare è preparare gli ami. Consiglio di usarne tre così da disporne uno sul fondo e due su parti opposte, ma anche due non sono male.
Prima di tutto bisogna verificare che abbiano la testina ad occhiello in modo da poterci infilare il filo di ferro o il cavetto. Mettere un amo sul fondo, fissandolo con vari giri del ferro, e uno o due per la lunghezza facendo un occhiello con le pinze, uno per amo.
Se fatto nel filo di ferro, quest'occhiello non è molto resistente e dopo la ferrata l'amo tende a scorrere verso il basso, ma prima di farlo avrà già ferrato e non è un grosso problema.
A questo punto prendete la girella e assicuratevi che vi sembri troppo grande, perché allora andrà certamente bene, poi toglietele il moschettone perché è inutile e dannoso, infilateci il filo di ferro e fissatelo per bene con qualche giro.
La girella è una parte imprescindibile: il grongo afferra la preda, strattona se sente resistenza, poi inizia a girare su se stesso come i coccodrilli che strappano le gambe alle gazzelle.
Ho avuto la fortuna di vederlo all'opera in acque basse e vi assicuro che pare non debba fermarsi mai. Senza una girella, l'effetto è un bordello non da poco, annoda tutto e danneggia la lenza fino a rendere pericoloso il riutilizzo o a romperla.
Per questo non solo consiglio di mettere la girella, ma anche di darle due spruzzate di olio prima di caricare tutto in macchina. Fatto questo collegate la girella alla lenza/spago e legate allo spago l'oggetto galleggiante da voi scelto. Io in genere uso una bottiglia di plastica e lego al tappo, ma nel tempo ho usato un po' di tutto, quasi sempre materiale recuperato sul posto e regalato dalle mareggiate.
A questo punto dovete fissare l'altro capo ad un chiodo o ad un'asse di legno incastrata tra due rocce, tanto per essere sicuri.
La scelta dello spot.
Le scogliere artificiali hanno sempre dei “buchi”, degli spazzi vuoti nella distesa di massi che si immerge nell'acqua, e sono sempre facilmente individuabili dall'alto o da vicino all'acqua.
Trovate uno spazio vuoto tra i massi, valutate a occhio la profondità, regolate la distanza esca-galleggiante e gettatela in modo che sia ad un dito dal fondo.
Esca
Prendete un pesce, quello che volete (anche sardine), e sfilettatelo, avvolgetene una metà attorno agli ami facendoli sporgere per bene, tenete le carni all'esterno e la pelle all'interno, poi chiudetelo con molti giri di lenza finissima.
Usatene molta perché la lenza non intimidirà i serpentoni e se dopo il primo attacco non avranno ferrato, riattaccheranno finché l'esca resterà attaccata alla lenza. Io lascio sempre la coda del pesce, penso che dia un tocco di “mangiami” in più.
A questo punto, un minuto prima di calare, faccio a tocchetti il pesce avanzato e li getto attorno e dentro la buca. Li ho sempre ritrovati nello stomaco della preda, anche ieri sera.
La pesca
Potete fare un'aggiunta: se il mare non è molto calmo aggiungete un piombo a perdere di piccole dimensioni, per tenere il filaccione un minimo stabile.
A questo punto gettate il filaccione e pescate normalmente, tanto se succederà qualcosa vedrete la bottiglia reagire.
In genere, se la vedete rimanere ferma col fondo in su e scuotere appena, probabilmente si tratta di un grongo che ha ferrato e sul fondo sta girando su se stesso nel tentativo di liberarsi, se invece la vedete andare in verticale e affondare con cattiveria si tratta di una grossa murena che ha afferrato l'esca, ci si è avvolta attorno e sta girando su se stessa.
Sembra assurdo ma ci riesce e lo fa, e il risultato si vede nel casino che fa alla lenza nonostante la girella: probabilmente la recupererete auto-annodata nella lenza in nodi impossibili, e passerete qualche minuto a sbrogliare il tutto.
Se tira diversamente e va a destra o sinistra, probabilmente sono una murena o un grongo di piccole dimensioni, ma occhio: abboccano anche cerniotti. Mi raccomando NON teneteli se sono sotto qualche chilo di peso, perché la cernia è un pesce ermafrodita e cambia sesso dopo i dodici anni, quindi gli esemplari piccoli non si sono ancora riprodotti.
Le murene mangiano fino ad un po' dopo il tramonto, dopo sono soprattutto i gronghi a ferrare, ma se siete sotto lampioni anche le murene saranno probabili.
Una volta che vedete la bottiglia reagire, consiglio di fare una piccola ferrata, in modo che se si tratta di una murena qualche amo la ferri fuori dalla bocca, che è micidiale e dotata di denti molto acuminati ma in verità abbastanza stretta e per questo tendente a non ferrare bene.
Per il grongo, invece... beh, mi ha spaccato gli ami un paio di volte, anche con lui consiglio attenzione: tenete le dita e le vostre carni in generale lontane dalle bocche di entrambi.
Perché la bottiglia?
Non sarebbe più comodo un normale galleggiante?
Lo scopo della bottiglia non è solo di avvisare se sta succedendo qualcosa, ma anche di fiaccare il pesce per noi ed evitare di perderlo.
Una volta ferrati, questi pesci tendono ad infilarsi nei meandri della scogliera (e una scogliera artificiale è un vero labirinto!) e addirittura ad aggrapparsi alle rocce, sono molto forti – soprattutto il grongo – e possono portare la lenza chissà dove.
A quel punto potreste avere difficoltà a recuperarli e la lenza potrebbe incagliarsi cento volte nel tentativo.
La bottiglia fa molta forza e gli impedisce di andare lontano, perché esercita una resistenza costante che aumenta con la profondità e lo stanca, non lo fa allontanare e soprattutto gli impedisce di cacciarsi in chissà quale buco, dove allora diventa un formidabile lottatore.
Mi è capitato che qualcosa ferrasse, si intanasse e mentre cercavo di recuperarlo tirasse tanto forte da distendermi il braccio piegato! Fu allora che pensai alla bottiglia... e quel qualcosa è ancora lì che mi aspetta...
Dopo la ferrata
Una volta tirato su il pesce, dato che le scogliere artificiali offrono poco spazio e stiamo tirando su delle bestie ben poc gestibili, consiglio di dargli una forte e secca bastonata sulla testa.
Dopo, poiché l'unico punto dove afferrrarli è la bocca e non è il caso di fidarsi, afferrateli con delle pinze, anche da meccanico...
Spero che questa rozza ed estremamente economica tecnica vi porti tante soddisfazioni e fantastiche fritture. Un saluto a tutti!
Autore: Simone, da www.campingeoutdoor.it, il più famoso sito italiano di recensioni di tende da campeggio, scarpe da trekking e materiale per l'outdoor e gli sport di outdoor.
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