Siamo andati ad intervistare il Comitato Provinciale Arci Pesca Fisa di Arezzo per chiedere lumi in merito al progetto "Pesca di selezione".
Questo piano si è reso necessario a seguito dell'esplosione demografica della popolazione di siluri nel tratto Aretino dell'Arno.
Ringraziando il Comitato per la disponibilità nel rispondere alle nostre domande, vi lasciamo da subito all'intervista che spiega in modo dettagliato tutti gli aspetti della vicenda: su quali basi scientifiche poggia, quali sono gli obiettivi e in che modo saranno coinvolti i pescatori sportivi.
Purtroppo anche in questo caso c'è chi deve porre rimedio ai danni causati dalla stupidità altrui, ma ben vengano persone come queste che spendono il loro tempo nel tentativo di risanare quello che è il nostro patrimonio ambientale.
Il progetto è stato approvato dalla Provincia di Arezzo con delibera di Giunta 451 del 3-8-2011
Qual è la situazione siluro nell'Arno aretino? Da quanto sappiamo nelle vostre acque il glano era presente in modo limitato; cosa è successo negli ultimi anni? A cosa imputate l'esplosione demografica della specie?
R: La situazione dell'Arno aretino è preoccupante a detta degli ittiologi che proprio nel 2011 hanno competato un complesso lavoro di aggiiornamento della carta ittica. stiamo vivendo una fase in cui, dopo un lungo periodo di latenza, la diffusione del Siluro ha raggiunto livelli significativi.
tenete conto che l'asta dell'Arno scorrente in territorio aretino è interrotta da ben 2 dighe insormantabili (da monte a valle: diga di Levane, diga di La Penna) e da almeno 4 dighe/briglie nel tratto superiore. al momento attuale, diversamente da quanto registrato fino a 1/2 anni fa, il siluro ha fatto la sua comparsa (immaginate voi quale sia stato il veicolo...) fino sopra la seconda grande diga e ormai le catture di siluri sono all'ordine del giorno fino all'inizio del corso torrentizio del nostro Arno, ovvero fino al centro abitato di Castelluccio (comune di Capolona situato nel basso Casentino).
l'ittiologo che segue il nostro progetto da un punto di vista scientifico non è ottimista circa l'impatto che questa nuova popolazione ittica possa avere nel nostro fiume e paventa scenari simili a quelli dell'Arno fiorentino. Voi mi chiedete a cosa possa essere imputato l'incremento del numero di siluri.
credo che nel nostro Arno si verifichi quello che è già successo altrove: introduzioni di siluri, acclimatazione, l'ambiente ostitante che riesce in una fase iniziale a sostenere da un punto di vista alimentare la nuova popolazione di alloctoni, incremento esponenziale del numero dei siluri, impatto nelle popolazioni di autoctoni, ecc. ecc. una storia già vista. purtroppo.
Avete condotto degli studi prima di stendere un piano di intervento? Se si, cosa hanno evidenziato?
R: Quanto agli studi ho già detto sopra. gli stordimenti condotti dagli ittilogi incaricati dalla Provincia di Arezzo hanno evidenziato un incremento del numero dei siluri e soprattutto ne hanno rilevato la presenza in zone (v. Canale Maestro della Chiana, un affluente dell'Arno) nelle quali non era censito nei rilievi del 2008.
Una cosa che mi ha colpito molto è la notizia che voi, unitamente alla Provincia, avete organizzato dei corsi rivolti a tutti i pescatori muniti di licenza B, proprio per sensibilizzarli al problema. Con quali modalità verranno effettuati questi corsi e cosa imparerà chi deciderà di partecipare?
R: I corsi si terranno a partire dal mese di Settembre. il corso si prefigge in linea generale di responsabilizzare tutti i pescatori alla tutela del nostro ecosistema fluviale. In particolare prevedono una parte normativa (spiegazione dettagliata del regolamento per la pesca di selezione) e una parte
scientifica a cura dell'ittiologo finalizzata alla conoscenza della biologia Silurus Glanis. La partecipazione al corso abilita all'esercizio della pesca in deroga al divieto di utilizzo di esche vive o morte, solo per realizzare le finalità (monitoraggio e contenimento del Siluro) del progetto.
Un punto che spesso si rivela spinoso quando si parla di piani di contenimento e soprattutto di divieto di rilascio di specie esotiche è lo stoccaggio del materiale prelevato. Un animale come il siluro che può raggiungere lunghezze e pesi da brivido, non può essere gettato nel cassonetto dell'immondizia come un qualsiasi rifiuto organico, né può essere abbandonato sulla sponda o peggio gettato morto in acqua. Come dovrà comportarsi il pescatore dopo la cattura, qualora decidesse di non cibarsi della sua preda?
R: Il problema che ci ponete è serio. Al momento tuttavia non ci sono da noi siluri di taglia che possa creare difficoltà insormantabili di smaltimento.
Forniremo ai pescatori di selezione borse termiche per la conservazione delle catture, in attesa che poi l'ittiologo possa esaminare il contenuto stomacale. da esperienze recenti ci risulta che i siluri catturati ad oggi siano stati consumati dai pescatori o da loro conoscenti. I nostri pescatori hanno dimostrato un buon livello di maturità e di responsabilità.
Il piano sta prendendo il via in questi giorni, avete già potuto tastare il polso della comunità dei pescatori in merito?
R: Noi siamo un'Associazione di pescatori. Le nostre iniziative nascono (ed è un preciso dovere il nostro, dovere di rappresentanza!) dalle esigenze dei pescatori. Nei mesi scorsi abbiamo dovuto contenere la grande aspettativa dei pescatori in merito a questo nostro progetto dato che i necessari passaggi burocratici parevano rallentarne la realizzazione. Ci è stata mossa sempre e soltanto una critica: perchè non abbiamo agito prima?
Avete un sito web attraverso il quale anche i nostri lettori possono avere maggiori informazioni sul progetto ed eventualmente seguirne lo sviluppo?
R: Presto il nostro sito www.arcipescando.altervista.org sarà aggiornato con i contenuti del progetto.
D.M.
N.B Potete leggere alcune precisazioni in merito alla deroga al divieto di pesca con esca viva cliccando QUI
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