11.08.2017

Pesca a spinning in autunno sul Verbano con la "classe" di Marco Altamura

Autunno


Articolo e fotografie di Marco Altamura



Premessa del gestore di questo blog. Penso che il 97% di chi legge sappia chi sono io; Comunque sono Walter Scandaluzzi e basta che mettete in un motore di ricerca il mio nome e cognome e saprete la mia storia ittica/giornalistica con 8 anni di collaborazione per le testate della fallita Editoriale Olimpia di Firenze. . Voglio solo dire che ho frequentato (alcuni meno, altri di più) i nomi più illustri dello spinning dal vero e ho seguito i loro articoli su PESCARE e Il Peccatore (Ops Pescatore) di acqua dolce e leggevo anche gli articoli di Marco. Ci siamo incontrati in Facebook e Lui mi ha onorato della sua collaborazione in quest blog con circa 20 articoli fin ad oggi ma MAI l' ho conosciuto dal vero e spero che prima o poi avvenga.
Marco è forse meno conosciuto degli altri (spariti oramai nel nulla o quasi.....) ma è testimonial spinning di Trabucco (ed è detto tutto...)  i suoi articoli e soprattutto le sue foto dicono chiaro che nello spinning Lui è il MIGLIORE!!!!!
Il migliore dei noti dato che è mia idea personale che in ogni tecnica esistono personaggi sconosciuti che catturano più dei noti.
Nulla toglie a Marco che in questo suo articolo vedrete catturare 2 lucci nel lago Maggiore o Verbano che si dica e che molti considerano quasi un deserto ittico per molte specie (ed io ero uno di quelli fino a quando non ho pubblicato e letto i suoi articoli).





Questa è la cronaca e la testimonianza di una giornata speciale . Il teatro nel quale si è svolta è sempre quello a me più caro rappresentato dalla sponda piemontese del lago Maggiore dove , anche se non più così frequentemente come nel recente passato , è ancora  possibile realizzare catture di tutto rispetto . Va precisato che il depauperamento ittico progressivo , una volta tanto , non è da imputare a problemi di inquinamento ambientale ma va ricercato piuttosto nel prelievo massiccio di fauna ittica da parte di chi pratica ancora la pesca professionale ; l’economia dei paesi rivieraschi e l’indotto del turismo e della ristorazione infatti si basano sul consumo dei prodotti del lago che così riveste un ruolo importante tra le cause dell’impoverimento degli stock ittici e delle specie endemiche di questo territorio . Pare anacronistica ai giorni nostri la pratica della pesca con le reti nelle acque interne , ma tant’è e occorre prendere atto che gran parte dei problemi dei grandi bacini prealpini sono purtroppo dovuti a questo . Con una simile doverosa premessa tuttavia , acquista ancora più risonanza la eco di catture degne di nota nelle acque del Verbano ( penso che negli altri grandi laghi del nord Italia la situazione non si discosti di molto ) .


Comunque , abbandonando le cose tristi e riprendendo il filo del discorso ,  dopo la prima decade di ottobre mi sono recato sul lago per trascorrere alcuni giorni di pesca in un periodo che senza alcun dubbio , insieme ai mesi di aprile/maggio , può essere considerato a ragione il migliore per praticare lo spinning rivolto ai vari pesci predatori che popolano il grande lago  (cavedani , persici reali , lucci , lucioperca , black bass , trote lacustri e persino grossi agoni ) . Durante i primi giorni dedicati alla pesca , ho ricercato black bass con le imitazioni siliconiche Rapture e lucci con le hard baits con risultati alterni e comunque non registrando catture degne di nota ; così ho preso la decisione di cambiare radicalmente approccio e di praticare uno spinning leggero rivolto ai persici reali che in tale periodo risultano essere molto attivi e ben disposti nei confronti degli artificiali ; di conseguenza ho optato per l’utilizzo della canna Delsol da mt. 2,44 con range di potenza gr. 3/15 abbinata al mulinello SX – 1 modello 2000 caricato con un trecciato Dyna Tex Fire Ice di colore bianco  dello spessore di mm 0,12 di diametro al quale , tramite un nodo “ doppio allbright “ , ho connesso uno spezzone di circa 150 centimetri dell’ottimo fluorocarbon T Force XPS dello spessore mm 0,22 .

Con questa combo Rapture ho affrontato questo divertentissimo spinning speranzoso e quanto mai determinato a realizzare qualche buona cattura . Finalmente nei  due giorni seguenti ho avuto al mio attivo diversi strike su pesci di media grandezza che hanno però esaltato le caratteristiche di sensibilità unite all’estrema affidabilità dell’intera attrezzatura . Messo in archivio tutto ciò , finalmente posso dare il via alla cronaca di una giornata che rimarrà certamente nella  mia memoria per parecchio tempo : il giorno in questione è un mercoledì di metà ottobre apparentemente uguale a tanti altri giorni . Inizia con la sveglia che suona alle sei e trenta della mattina quando le tenebre avvolgono ancora il paesaggio ; dopo il rituale caffè e la vestizione , mi porto sul posto prescelto in cinque minuti di auto ed arrivo che è ancora buio . Aiutandomi con la fioca luce di un lampione monto la canna e , come primo artificiale , connetto al piccolo moschettone un classico minnow dall’assetto affondante da mm 85 , il Trouter al quale ho applicato in pancia una listarella di piombo per aumentarne il peso da 18 a 22 grammi ; quattro grammi in più mi consentono una maggiore gittata ed un affondamento più veloce senza tuttavia alterarne il corretto movimento in acqua .
Sono molto concentrato perché è nel lasso di tempo che va dall’oscurità all’aurora che i persici di taglia entrano in una sorta di frenesia alimentare durante la quale aggrediscono tutto ciò che gravita nel loro raggio d’azione ; noto che la porzione di acqua antistante ribolle letteralmente di piccoli gardons che compiono evoluzioni in superficie attirando irresistibilmente i predoni tigrati che non tardano a farsi vivi . Nel breve volgere di un quarto d’ora inanello tre catture di reali sui trenta centimetri che esaltano l’azione della Delsol e mi regalano momenti di puro godimento ; decido di provare un minnow artigianale realizzato da un amico costruttore e al primo recupero la mia canna si flette fino alla schiena sotto i colpi di un reale che supera abbondantemente il mezzo chilo . Lo vedo comparire dalle oscurità lacustri con la sua inconfondibile pinna dorsale spinosa eretta e , dopo le foto , lo ripongo insieme agli altri tre in acqua nella  nassa : sono solito agire così con i reali perché se liberati interromperebbero irrimediabilmente la serie delle catture .

Ormai l’oscurità ha abbandonato la scena e,  dopo il soddisfacente esperimento del minnow artigianale,  ritorno al mio caro Trouter con livrea argento e dorso verde ; rilancio nello stesso punto nei pressi di una boa e faccio inabissare l’artificiale fino a raggiungere il fondo;  chiudo l’archetto del mulinello e non faccio in tempo a fare il primo giro di manovella che ho già la canna piegata . La corretta regolazione della frizione mi regala il giusto livello di adrenalina e , considerando che lo strike è avvenuto a circa 25 mt da me , mi godo il recupero fatto di sfuriate verso il fondo e di virate poderose. E sono cinque !
Foto , rilascio nella nassa e di nuovo in pesca nello stesso posto ; registro due recuperi a vuoto e lancio un po’ più spostato verso sinistra , faccio affondare e , al primo accenno di recupero , ricevo l’attacco ma non riesco a ferrare correttamente ; continuo il recupero e il pesce attacca nuovamente consentendomi questa volta la giusta ferrata . Anche questo è grosso e tira come un forsennato piegandomi la canna e facendomi vivere momenti di vera esaltazione ; solita foto e sono pronto per il prossimo lancio questa volta però utilizzando l’Hiroshi Minnow 70 che con i suoi 6,5 grammi e l’assetto sinking esplica un’azione attrattiva appena sotto la superficie dell’acqua ( ho notato diversi atti predatori a galla ) . Al secondo lancio ho di nuovo la canna piegata questa volta però sotto i colpi di un maxi cavedano che lotta in superficie facendo stridere la frizione del mulinello;  lo recupero a fatica , lo libero dalla salda presa dell’ancorina di pancia e lo restituisco al suo ambiente .

Continuo con lo stesso artificiale e , dopo una breve serie di lanci a vuoto , mi ritrovo nuovamente impegnato in combattimento con un altro grosso cavedano che durante il recupero verso riva , in preda a frenesia alimentare , rigurgita tre piccoli gardons . Ne prendo altri due se possibile più grossi ancora  (stimati ben oltre i due chilogrammi ! )  per poi fare ritorno al mio Trouter nella speranza di catturare ancora qualche persico reale . Al contempo è salita una fitta nebbia che ovatta tutti i contorni e che accompagna i miei concitati gesti alla ricerca di pesci da catturare ; il minnow raggiunge ancora il fondale e , in uno dei tanti recuperi , riesce ad ingannare quello che poi sarà l’ultimo pesce tigrato della mattinata .
Un altro reale intorno ai sette etti di peso finisce nella nassa dopo le foto di rito e la palese soddisfazione del sottoscritto . Per circa mezz’ora non accade più nulla e quasi non mi sembra possibile : ora il lago sembra irreale così avvolto dalla nebbia e calmo nel suo moto ondoso . Tra me e me penso che il blocco dell’attività predatoria dei reali sia attribuibile o al termine della finestra di attività dei pesci o alla presenza in zona di un altro predatore ben più temibile … Detto fatto connetto al moschettone un Super Dexter , minnow da 110 mm per ben 32 gr di peso con livrea naturale : mi sembra un azzardo considerando che il massimale della mia canna è 15 gr , ma la Delsol mi stupisce ancora una volta per la sua duttilità e mi fa capire che il range di potenza dichiarato è di gran lunga sottostimato . La canna  “tiene “ bene il peso e così lancio il mio minnow ad assetto affondante nella stessa zona dove ho catturato i persici ; al quarto recupero avverto un attacco brutale , quasi cattivo , e ferro con vigore : le mie elucubrazioni si sono rivelate quanto mai corrette ! Questa volta dall’altro capo del filo c’è un predatore assai più consistente dei persici e dei cavedani catturati in precedenza : la canna si flette fino all’impugnatura e la frizione stride producendo una “ musica “ che alle mie orecchie appare celestiale . Allento quanto basta la frizione micrometrica del mulinello , assecondo per quanto mi è possibile le sfuriate del grosso pesce fino a quando lo vedo comparire a galla con il Super Dexter a filo di denti e finalmente ho la certezza che si tratti di un luccio di medie dimensioni ma che con la mia attrezzatura da spinning leggero appare come un gigante della specie da domare con un esile fuscello .
Conscio che con l’esocide c’è sempre da mettere in conto un paio di ripartenze verso il fondo prima della resa definitiva , mi appresto a valutare il posto idoneo per il salpaggio e lo individuo nei pressi di un pontile galleggiante dove l’altezza della postazione dal livello dell’acqua è di circa mezzo metro ; il pesce mi prende ancora una decina di metri di trecciato prima di presentarsi riverso su un lato nei pressi del pontile dal quale mi chino e , tenendo la canna alta con la mano destra , con la sinistra infilo le dita indice e medio per praticare una corretta presa opercolare che mi mette al riparo da sgradevoli abrasioni alla mano e , al contempo , garantisce l’incolumità all’esocide .
Ora non può più scappare e sono doppiamente contento per aver effettuato la cattura con un tipo di attrezzatura “ light “ ; chiedo ad un passante di scattarmi velocemente qualche foto ( per l’occasione si è diradata la nebbia ed è uscito il sole ) , constato con il bilancino elettronico il peso ( cm 78 e kg 3,250 ) ,  dopodiché ossigeno in acqua abbondantemente il pesce con movimenti avanti e indietro per far passare ossigeno disciolto attraverso le branchie , fino a liberarlo e vederlo scomparire nuovamente nelle profondità del suo lago . La mattinata finisce in gloria e , soddisfatto , faccio ritorno a casa per una doccia , un calorico pasto e un rigenerante pisolino . La stagione autunnale non ancora avanzata garantisce anche nel pomeriggio un buon numero di ore di luce così decido di riservare i miei tentativi di cattura al periodo del crepuscolo , da sempre un “ must “ per quanto riguarda l’attività predatoria dei pesci . Mi ripresento sul medesimo spot verso le ore sedici e , a differenza della mattina , ora il lago è increspato da una leggera brezza che potrebbe risultare assai propizia ai fini delle catture ; decido così di iniziare a perlustrare la zona adottando un artificiale da ricerca come il crank ; nella fattispecie collego direttamente al terminale un BB Crank 05 DR con la livrea simile ad un gambero ed effettuo una serie di lanci a raggera atti a coprire tutta la zona “ calda “. I primi tentativi risultano infruttuosi così opto per alcuni lanci da un pontile paralleli alla riva ; in uno dei tanti recuperi a velocità media percepisco la classica abboccata del persico che subito dopo vira verso il fondo impegnandomi in un recupero assai pericoloso in quanto in acqua ci sono le catene di ancoraggio della struttura galleggiante . Tutto procede bene e così posso immortalare l’ottavo percide della giornata prima di ridargli la libertà . Con la presenza del vento potrebbe convenire ricercare i predatori negli strati superficiali del bacino idrico così, senza esitazione , decido di montare un Hiroshi Minnow 70 leggermente appesantito da una listarella di piombo sulla pancia recuperato senza lasciarlo affondare ; i tentativi risultano infruttuosi anche perché l’attività predatoria in questo momento non è certo paragonabile a quella dell’alba . Così nei lanci a seguire permetto all’imitazione di raggiungere il fondo prima di richiamarla con un recupero che in gergo si definisce un po’ impropriamente  “sbacchettato “, termine non molto elegante ma estremamente efficace per spiegare le ritmiche jerkate impresse con il vettino per far sbandare il minnow facendogli compiere spanciate molto accattivanti ai quali di solito i persici rispondono con attacchi decisi . Intanto sono arrivate le ore diciotto e il sole ,  eclissando dietro la montagna , crea zone d’ombra molto promettenti ; in uno dei tanti recuperi registro una gran botta in canna con relativa reazione della canna che ora si piega ad assecondare le sfuriate del pesce . Attraverso la trasparenza dell’acqua vedo un bagliore argenteo che subito mi fa pensare che la preda potrebbe essere una trota lacustre : ben presto tuttavia riconosco la sagoma di un grosso agone che tenta in tutti i modi di liberarsi dall’inganno .

Non sono poi così inusuali in autunno simili catture così scatto qualche foto e poi rendo la libertà al temerario clupeide ; nel breve volgere di una decina di minuti ne catturo altri tre , tutti di dimensioni maggiori di quelli catturati in maggio dai pescatori che li insidiano con le moschette . Questo comportamento è assai curioso e non sono mai stato in grado di dargli una plausibile spiegazione .
La giornata volge al termine e , prima di abbandonare lo spot , decido di effettuare ancora qualche lancio con il Trouter che è risultato il minnow di gran lunga più appetito durante tutto l’arco della battuta ; lancio ripetutamente nei pressi della boa che la mattina mi ha regalato splendide catture . Ora il lago sembra privo di vita : i persici , i cavedani e gli agoni sono scomparsi e nuovamente si insinua nella mia mente la possibilità che in quelle profondità sia comparso ancora il re dei predatori lacustri . Mi rimane pochissimo tempo e lancio così il mio minnow ancora nella solita direzione attendendo che raggiunga il fondo ; recupero più lentamente facendo compiere all’artificiale un percorso il più possibile aderente al fondale e , come per magia , avverto un colpo sordo in canna al quale rispondo prima con una robusta ferrata e poi con l’apertura della frizione che ora canta che è un piacere . Questa giornata pare che non debba smettere mai di stupirmi ! Capisco subito che si tratta di un esocide e mi attivo per portare a buon fine anche quest’ultima cattura :  il pesce punta deciso verso il fondo e le sue sfuriate mettono duramente a prova tutta l’attrezzatura che tuttavia non mi ha mai dato adito a dubbi sulla sua validità .

Lentamente diventa maggiore il filo che riesco a recuperare di quanto il pesce se ne prenda e , finalmente , scorgo la sua sagoma emergere dalle profondità . E’ un pesce intorno ai due chilogrammi di peso ma la tensione non si allenta in quanto ha ingoiato completamente il minnow ed il buon esito è affidato completamente alla resistenza all’abrasione dell’ottimo fluorocarbon T Force . Riesco a spiaggiarlo alla destra di un pontile ma la gioia per la cattura non può essere totale in quanto il pesce perde una gran quantità di sangue dalla bocca causata dalle due ancore del minnow che interessano la parte profonda del suo apparato boccale . Taglio il terminale e con le pinze a becco lungo libero il pesce dall’inganno , lo immortalo e lo restituisco al suo ambiente non senza una malcelata preoccupazione per la sua incolumità . Dopo averlo visto riguadagnare il fondo spero proprio che non debba morire . Controllo la parte finale del terminale e constato che i denti dell’esocide hanno appena scalfito la superficie del fluorocarbon resistendo sia alla trazione che ai denti  del pesce . La giornata ha registrato la cattura di otto persici reali , due lucci,  quattro agoni e quattro cavedani per un totale di ben diciotto pesci : il tutto praticando uno spinning “ vecchia maniera “ in un contesto nel quale l’estrema specializzazione portata al parossismo la fa da padrona proponendo al lanciatore svariate categorie di artificiali dai nomi esotici e dalle prestazioni talvolta discutibili .

La convinzione che si possa ancora catturare tanto e bene con una semplice canna ed una manciata di minnow “ tradizionali “ mi infonde una grande serenità in barba a chi ci vuol far credere che per avere successo nello spinning occorra sempre possedere l’ultimo gioiello della tecnologia .


























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