Articolo e
fotografie di Marco Altamura
Premessa del gestore di questo blog. Penso che il 97% di chi legge sappia chi sono io; Comunque sono Walter Scandaluzzi e basta che mettete in un motore di ricerca il mio nome e cognome e saprete la mia storia ittica/giornalistica con 8 anni di collaborazione per le testate della fallita Editoriale Olimpia di Firenze. . Voglio solo dire che ho frequentato (alcuni meno, altri di più) i nomi più illustri dello spinning dal vero e ho seguito i loro articoli su PESCARE e Il Peccatore (Ops Pescatore) di acqua dolce e leggevo anche gli articoli di Marco. Ci siamo incontrati in Facebook e Lui mi ha onorato della sua collaborazione in quest blog con circa 20 articoli fin ad oggi ma MAI l' ho conosciuto dal vero e spero che prima o poi avvenga.
Marco è forse meno conosciuto degli altri (spariti oramai nel nulla o quasi.....) ma è testimonial spinning di Trabucco (ed è detto tutto...) i suoi articoli e soprattutto le sue foto dicono chiaro che nello spinning Lui è il MIGLIORE!!!!!
Il migliore dei noti dato che è mia idea personale che in ogni tecnica esistono personaggi sconosciuti che catturano più dei noti.
Nulla toglie a Marco che in questo suo articolo vedrete catturare 2 lucci nel lago Maggiore o Verbano che si dica e che molti considerano quasi un deserto ittico per molte specie (ed io ero uno di quelli fino a quando non ho pubblicato e letto i suoi articoli).
Questa è la cronaca e la testimonianza di una giornata
speciale . Il teatro nel quale si è svolta è sempre quello a me più caro
rappresentato dalla sponda piemontese del lago Maggiore dove , anche se non più
così frequentemente come nel recente passato , è ancora possibile realizzare catture di tutto rispetto
. Va precisato che il depauperamento ittico progressivo , una volta tanto , non
è da imputare a problemi di inquinamento ambientale ma va ricercato piuttosto
nel prelievo massiccio di fauna ittica da parte di chi pratica ancora la pesca
professionale ; l’economia dei paesi rivieraschi e l’indotto del turismo e
della ristorazione infatti si basano sul consumo dei prodotti del lago che così
riveste un ruolo importante tra le cause dell’impoverimento degli stock ittici
e delle specie endemiche di questo territorio . Pare anacronistica ai giorni
nostri la pratica della pesca con le reti nelle acque interne , ma tant’è e
occorre prendere atto che gran parte dei problemi dei grandi bacini prealpini
sono purtroppo dovuti a questo . Con una simile doverosa premessa tuttavia ,
acquista ancora più risonanza la eco di catture degne di nota nelle acque del
Verbano ( penso che negli altri grandi laghi del nord Italia la situazione non
si discosti di molto ) .
Comunque , abbandonando le cose tristi e riprendendo
il filo del discorso , dopo la prima
decade di ottobre mi sono recato sul lago per trascorrere alcuni giorni di
pesca in un periodo che senza alcun dubbio , insieme ai mesi di aprile/maggio ,
può essere considerato a ragione il migliore per praticare lo spinning rivolto
ai vari pesci predatori che popolano il grande lago (cavedani , persici reali , lucci , lucioperca
, black bass , trote lacustri e persino grossi agoni ) . Durante i primi giorni
dedicati alla pesca , ho ricercato black bass con le imitazioni siliconiche
Rapture e lucci con le hard baits con risultati alterni e comunque non
registrando catture degne di nota ; così ho preso la decisione di cambiare
radicalmente approccio e di praticare uno spinning leggero rivolto ai persici
reali che in tale periodo risultano essere molto attivi e ben disposti nei
confronti degli artificiali ; di conseguenza ho optato per l’utilizzo della
canna Delsol da mt. 2,44 con range di potenza gr. 3/15 abbinata al mulinello SX
– 1 modello 2000 caricato con un trecciato Dyna Tex Fire Ice di colore
bianco dello spessore di mm 0,12 di
diametro al quale , tramite un nodo “ doppio allbright “ , ho connesso uno
spezzone di circa 150 centimetri dell’ottimo fluorocarbon T Force XPS dello
spessore mm 0,22 .
Con questa combo Rapture ho affrontato questo
divertentissimo spinning speranzoso e quanto mai determinato a realizzare
qualche buona cattura . Finalmente nei
due giorni seguenti ho avuto al mio attivo diversi strike su pesci di
media grandezza che hanno però esaltato le caratteristiche di sensibilità unite
all’estrema affidabilità dell’intera attrezzatura . Messo in archivio tutto ciò
, finalmente posso dare il via alla cronaca di una giornata che rimarrà
certamente nella mia memoria per
parecchio tempo : il giorno in questione è un mercoledì di metà ottobre
apparentemente uguale a tanti altri giorni . Inizia con la sveglia che suona
alle sei e trenta della mattina quando le tenebre avvolgono ancora il paesaggio
; dopo il rituale caffè e la vestizione , mi porto sul posto prescelto in
cinque minuti di auto ed arrivo che è ancora buio . Aiutandomi con la fioca
luce di un lampione monto la canna e , come primo artificiale , connetto al
piccolo moschettone un classico minnow dall’assetto affondante da mm 85 , il
Trouter al quale ho applicato in pancia una listarella di piombo per aumentarne
il peso da 18 a 22 grammi ; quattro grammi in più mi consentono una maggiore
gittata ed un affondamento più veloce senza tuttavia alterarne il corretto
movimento in acqua .
Sono molto concentrato perché è nel lasso di tempo che va
dall’oscurità all’aurora che i persici di taglia entrano in una sorta di
frenesia alimentare durante la quale aggrediscono tutto ciò che gravita nel
loro raggio d’azione ; noto che la porzione di acqua antistante ribolle
letteralmente di piccoli gardons che compiono evoluzioni in superficie
attirando irresistibilmente i predoni tigrati che non tardano a farsi vivi .
Nel breve volgere di un quarto d’ora inanello tre catture di reali sui trenta
centimetri che esaltano l’azione della Delsol e mi regalano momenti di puro
godimento ; decido di provare un minnow artigianale realizzato da un amico
costruttore e al primo recupero la mia canna si flette fino alla schiena sotto
i colpi di un reale che supera abbondantemente il mezzo chilo . Lo vedo
comparire dalle oscurità lacustri con la sua inconfondibile pinna dorsale
spinosa eretta e , dopo le foto , lo ripongo insieme agli altri tre in acqua
nella nassa : sono solito agire così con
i reali perché se liberati interromperebbero irrimediabilmente la serie delle
catture .
Ormai l’oscurità ha abbandonato la scena e, dopo il soddisfacente esperimento del minnow
artigianale, ritorno al mio caro Trouter
con livrea argento e dorso verde ; rilancio nello stesso punto nei pressi di
una boa e faccio inabissare l’artificiale fino a raggiungere il fondo; chiudo l’archetto del mulinello e non faccio
in tempo a fare il primo giro di manovella che ho già la canna piegata . La
corretta regolazione della frizione mi regala il giusto livello di adrenalina e
, considerando che lo strike è avvenuto a circa 25 mt da me , mi godo il
recupero fatto di sfuriate verso il fondo e di virate poderose. E sono cinque !
Foto , rilascio nella nassa e di nuovo in pesca nello stesso posto ; registro
due recuperi a vuoto e lancio un po’ più spostato verso sinistra , faccio
affondare e , al primo accenno di recupero , ricevo l’attacco ma non riesco a
ferrare correttamente ; continuo il recupero e il pesce attacca nuovamente
consentendomi questa volta la giusta ferrata . Anche questo è grosso e tira
come un forsennato piegandomi la canna e facendomi vivere momenti di vera
esaltazione ; solita foto e sono pronto per il prossimo lancio questa volta
però utilizzando l’Hiroshi Minnow 70 che con i suoi 6,5 grammi e l’assetto
sinking esplica un’azione attrattiva appena sotto la superficie dell’acqua ( ho
notato diversi atti predatori a galla ) . Al secondo lancio ho di nuovo la
canna piegata questa volta però sotto i colpi di un maxi cavedano che lotta in
superficie facendo stridere la frizione del mulinello; lo recupero a fatica , lo libero dalla salda
presa dell’ancorina di pancia e lo restituisco al suo ambiente .
Continuo con
lo stesso artificiale e , dopo una breve serie di lanci a vuoto , mi ritrovo
nuovamente impegnato in combattimento con un altro grosso cavedano che durante
il recupero verso riva , in preda a frenesia alimentare , rigurgita tre piccoli
gardons . Ne prendo altri due se possibile più grossi ancora (stimati ben oltre i due chilogrammi ! ) per poi fare ritorno al mio Trouter nella
speranza di catturare ancora qualche persico reale . Al contempo è salita una
fitta nebbia che ovatta tutti i contorni e che accompagna i miei concitati
gesti alla ricerca di pesci da catturare ; il minnow raggiunge ancora il
fondale e , in uno dei tanti recuperi , riesce ad ingannare quello che poi sarà
l’ultimo pesce tigrato della mattinata .
Un altro reale intorno ai sette etti
di peso finisce nella nassa dopo le foto di rito e la palese soddisfazione del
sottoscritto . Per circa mezz’ora non accade più nulla e quasi non mi sembra
possibile : ora il lago sembra irreale così avvolto dalla nebbia e calmo nel
suo moto ondoso . Tra me e me penso che il blocco dell’attività predatoria dei
reali sia attribuibile o al termine della finestra di attività dei pesci o alla
presenza in zona di un altro predatore ben più temibile … Detto fatto connetto
al moschettone un Super Dexter , minnow da 110 mm per ben 32 gr di peso con
livrea naturale : mi sembra un azzardo considerando che il massimale della mia
canna è 15 gr , ma la Delsol mi stupisce ancora una volta per la sua duttilità
e mi fa capire che il range di potenza dichiarato è di gran lunga sottostimato
. La canna “tiene “ bene il peso e così
lancio il mio minnow ad assetto affondante nella stessa zona dove ho catturato
i persici ; al quarto recupero avverto un attacco brutale , quasi cattivo , e
ferro con vigore : le mie elucubrazioni si sono rivelate quanto mai corrette !
Questa volta dall’altro capo del filo c’è un predatore assai più consistente
dei persici e dei cavedani catturati in precedenza : la canna si flette fino
all’impugnatura e la frizione stride producendo una “ musica “ che alle mie
orecchie appare celestiale . Allento quanto basta la frizione micrometrica del
mulinello , assecondo per quanto mi è possibile le sfuriate del grosso pesce
fino a quando lo vedo comparire a galla con il Super Dexter a filo di denti e
finalmente ho la certezza che si tratti di un luccio di medie dimensioni ma che
con la mia attrezzatura da spinning leggero appare come un gigante della specie
da domare con un esile fuscello .
Conscio che con l’esocide c’è sempre da
mettere in conto un paio di ripartenze verso il fondo prima della resa
definitiva , mi appresto a valutare il posto idoneo per il salpaggio e lo
individuo nei pressi di un pontile galleggiante dove l’altezza della postazione
dal livello dell’acqua è di circa mezzo metro ; il pesce mi prende ancora una
decina di metri di trecciato prima di presentarsi riverso su un lato nei pressi
del pontile dal quale mi chino e , tenendo la canna alta con la mano destra ,
con la sinistra infilo le dita indice e medio per praticare una corretta presa opercolare
che mi mette al riparo da sgradevoli abrasioni alla mano e , al contempo ,
garantisce l’incolumità all’esocide .
Ora non può più scappare e sono
doppiamente contento per aver effettuato la cattura con un tipo di attrezzatura
“ light “ ; chiedo ad un passante di scattarmi velocemente qualche foto ( per
l’occasione si è diradata la nebbia ed è uscito il sole ) , constato con il
bilancino elettronico il peso ( cm 78 e kg 3,250 ) , dopodiché ossigeno in acqua abbondantemente
il pesce con movimenti avanti e indietro per far passare ossigeno disciolto
attraverso le branchie , fino a liberarlo e vederlo scomparire nuovamente nelle
profondità del suo lago . La mattinata finisce in gloria e , soddisfatto ,
faccio ritorno a casa per una doccia , un calorico pasto e un rigenerante
pisolino . La stagione autunnale non ancora avanzata garantisce anche nel
pomeriggio un buon numero di ore di luce così decido di riservare i miei
tentativi di cattura al periodo del crepuscolo , da sempre un “ must “ per
quanto riguarda l’attività predatoria dei pesci . Mi ripresento sul medesimo
spot verso le ore sedici e , a differenza della mattina , ora il lago è
increspato da una leggera brezza che potrebbe risultare assai propizia ai fini
delle catture ; decido così di iniziare a perlustrare la zona adottando un
artificiale da ricerca come il crank ; nella fattispecie collego direttamente
al terminale un BB Crank 05 DR con la livrea simile ad un gambero ed effettuo
una serie di lanci a raggera atti a coprire tutta la zona “ calda “. I primi
tentativi risultano infruttuosi così opto per alcuni lanci da un pontile
paralleli alla riva ; in uno dei tanti recuperi a velocità media percepisco la
classica abboccata del persico che subito dopo vira verso il fondo impegnandomi
in un recupero assai pericoloso in quanto in acqua ci sono le catene di
ancoraggio della struttura galleggiante . Tutto procede bene e così posso
immortalare l’ottavo percide della giornata prima di ridargli la libertà . Con
la presenza del vento potrebbe convenire ricercare i predatori negli strati
superficiali del bacino idrico così, senza esitazione , decido di montare un
Hiroshi Minnow 70 leggermente appesantito da una listarella di piombo sulla
pancia recuperato senza lasciarlo affondare ; i tentativi risultano infruttuosi
anche perché l’attività predatoria in questo momento non è certo paragonabile a
quella dell’alba . Così nei lanci a seguire permetto all’imitazione di
raggiungere il fondo prima di richiamarla con un recupero che in gergo si
definisce un po’ impropriamente “sbacchettato
“, termine non molto elegante ma estremamente efficace per spiegare le ritmiche
jerkate impresse con il vettino per far sbandare il minnow facendogli compiere
spanciate molto accattivanti ai quali di solito i persici rispondono con
attacchi decisi . Intanto sono arrivate le ore diciotto e il sole , eclissando dietro la montagna , crea zone
d’ombra molto promettenti ; in uno dei tanti recuperi registro una gran botta
in canna con relativa reazione della canna che ora si piega ad assecondare le
sfuriate del pesce . Attraverso la trasparenza dell’acqua vedo un bagliore
argenteo che subito mi fa pensare che la preda potrebbe essere una trota
lacustre : ben presto tuttavia riconosco la sagoma di un grosso agone che tenta
in tutti i modi di liberarsi dall’inganno .
Non sono poi così inusuali in
autunno simili catture così scatto qualche foto e poi rendo la libertà al
temerario clupeide ; nel breve volgere di una decina di minuti ne catturo altri
tre , tutti di dimensioni maggiori di quelli catturati in maggio dai pescatori
che li insidiano con le moschette . Questo comportamento è assai curioso e non
sono mai stato in grado di dargli una plausibile spiegazione .
La giornata
volge al termine e , prima di abbandonare lo spot , decido di effettuare ancora
qualche lancio con il Trouter che è risultato il minnow di gran lunga più
appetito durante tutto l’arco della battuta ; lancio ripetutamente nei pressi
della boa che la mattina mi ha regalato splendide catture . Ora il lago sembra
privo di vita : i persici , i cavedani e gli agoni sono scomparsi e nuovamente
si insinua nella mia mente la possibilità che in quelle profondità sia comparso
ancora il re dei predatori lacustri . Mi rimane pochissimo tempo e lancio così
il mio minnow ancora nella solita direzione attendendo che raggiunga il fondo ;
recupero più lentamente facendo compiere all’artificiale un percorso il più
possibile aderente al fondale e , come per magia , avverto un colpo sordo in
canna al quale rispondo prima con una robusta ferrata e poi con l’apertura
della frizione che ora canta che è un piacere . Questa giornata pare che non
debba smettere mai di stupirmi ! Capisco subito che si tratta di un esocide e
mi attivo per portare a buon fine anche quest’ultima cattura : il pesce punta deciso verso il fondo e le sue
sfuriate mettono duramente a prova tutta l’attrezzatura che tuttavia non mi ha
mai dato adito a dubbi sulla sua validità .
Lentamente diventa maggiore il filo
che riesco a recuperare di quanto il pesce se ne prenda e , finalmente , scorgo
la sua sagoma emergere dalle profondità . E’ un pesce intorno ai due
chilogrammi di peso ma la tensione non si allenta in quanto ha ingoiato
completamente il minnow ed il buon esito è affidato completamente alla
resistenza all’abrasione dell’ottimo fluorocarbon T Force . Riesco a
spiaggiarlo alla destra di un pontile ma la gioia per la cattura non può essere
totale in quanto il pesce perde una gran quantità di sangue dalla bocca causata
dalle due ancore del minnow che interessano la parte profonda del suo apparato
boccale . Taglio il terminale e con le pinze a becco lungo libero il pesce
dall’inganno , lo immortalo e lo restituisco al suo ambiente non senza una
malcelata preoccupazione per la sua incolumità . Dopo averlo visto riguadagnare
il fondo spero proprio che non debba morire . Controllo la parte finale del
terminale e constato che i denti dell’esocide hanno appena scalfito la
superficie del fluorocarbon resistendo sia alla trazione che ai denti del pesce . La giornata ha registrato la
cattura di otto persici reali , due lucci,
quattro agoni e quattro cavedani per un totale di ben diciotto pesci :
il tutto praticando uno spinning “ vecchia maniera “ in un contesto nel quale
l’estrema specializzazione portata al parossismo la fa da padrona proponendo al
lanciatore svariate categorie di artificiali dai nomi esotici e dalle
prestazioni talvolta discutibili .
La convinzione che si possa ancora catturare
tanto e bene con una semplice canna ed una manciata di minnow “ tradizionali “
mi infonde una grande serenità in barba a chi ci vuol far credere che per avere
successo nello spinning occorra sempre possedere l’ultimo gioiello della
tecnologia .
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