5.25.2016

Bigattino o Gianin o cagnotto (Sarcophaga carnaria



La mosca carnaria (Sarcophaga carnaria Linnaeus, 1758) è un dittero della famiglia delleSarcophagidae.
La larva, detta bigattino o baco di sego, è di colore biancastro ed è lunga qualche millimetro. Durante il ciclo precedente alla metamorfosi si ciba di carne in putrefazione.  Nasce dalla larva della mosca carnaria, (vengono da mosche selezionate e, grandi, tenute in moscai) . La mosca carnaria depone le sue uova nella carne in putrefazione, e dopo pochi giorni queste si schiudono ed escono le larve, di colore bianco. (successivamente posso venire prendendo colore esternamente).

La Sarcophaga carnaria è vivipara. Infatti depone le sue larve nella carne in putrefazione(carcasse di animali morti, avanzi di cibo, ecc.) le quali crescono in brevissimo tempo.
Le larve, in capo a pochi giorni (in condizioni ottimali di cibo e temperatura), si impupano per uscire poco dopo sotto forma di mosca adulta.
Il bigattino è molto usato nella pesca sportiva grazie alla sua longeva vivacità, alla sua appetibilità e al suo bassissimo costo(6 euro nel 2016 dal mio negoziante) oltre al fatto di essere facilmente reperibile .
Il suo utilizzo può essere limitato o abolito in determinati contesti di pesca.
Numerosi studi medici hanno evidenziato come la larva di mosca non contenga, ne all'interno ne all'esterno sostanze nocive all'essere umano, eccetto per i soggetti allergici alla larvetta.
La carica batterica del bigattino è infatti paragonabile a quella di qualsiasi altra esca viva. Per ciò che concerne invece la possibile emanazione di miasmi nocivi, va detto che le prove sperimentali condotte in laboratori specializzati, hanno evidenziato che l'esca in questione produce spontaneamente un secreto sterilizzante con funzione autoimmunitaria che gli permette di disinfettare la sostanza organica con cui viene a contatto, per un discreto raggio di superficie circostante.
Cavedano con bigattini

Una diceria riguardante tale esca, accusa i bigattini di divorare il pesce dall'interno o di attaccarli dall'esterno .....Quando peschiamo con la larva, solitamente la usiamo sia per pasturare sia sull'amo. Le larve gettate in acqua che si depositano sul fondo, per alcuni minuti presentano una frenetica attività in acqua salata, nonostante essa si trovi fuori dall'ambiente abituale in cui cresce e vive.
Il bigattino non è affatto una larva assalitrice, e si nutre per cui solo di organismi morti, per cui è letteralmente impossibile che attacchi la fauna ittica, specialmente in un ambiente naturale che non è il suo.
Per ciò che concerne invece il fatto che divori i pesci dall'interno una volta che è stata ingerita, è totalmente fuori discussione poiché nello stomaco dei pesci c'è una cosuccia chiamata succo gastrico che distrugge le larvette nel normale processo di digestione.
Capita a volte di trovare nelle interiora dei pesci qualche bigattino vivo, ma sono quelle larve ingoiate dal pesce poco prima di essere allamato, cioè quelle immesse come pasturazione per le quali i succhi gastrici non hanno avuto il tempo di compiere il loro lavoro.
Basta guardare con più attenzione per trovare invece dei bigattini morti, probabilmente ingeriti abbastanza prima della cattura per i quali i succhi hanno fatto già il loro lavoro. Inoltre se cosi’ fosse non vi sarebbe  più un pesce specie in acqua dolce visto i miliardi e miliardi di “gianin” o “cagnotti” immessi in essa. Personalmente ad ogni uscita immetto un KG di bigattini….se pensate che anni fa i possessori di licenza erano circa 2.000.000 ed ipotizzando che almeno il 50% lo usasse fate Voi…

Poiché questa diceria ha spopolato tra i pescatori, qualche buon ricercatore si è preso la briga di fare degli studi scientifici sull'argomento.
Pesce di mare con bigattini

L'organo che ha commissionato la ricerca è stato l'Anpre, (Associazione nazionale produttori rivenditori esche) con la supervisione scientifica dell' Istituto di Zooculture dell'Università di Bologna.
Il test è stato fatto sottoponendo alcuni pesci di allevamento,
alimentandoli parte con pellets di farina di pesce e altri con il semplice bigattino, il tutto per 6 mesi.

L'analisi del sangue effettuata su 10  pesci delle due differenti vasche, ha dimostrato che i paramentri ematici, epatici ed enzimatici erano nella norma per i pesci allevati nella vasca del bigattino, e leggermente alterati negli altri.

Il controllo bisettimanale dello stato di salute generale dei pesci(colore, sopravvivenza, dimensione e peso), ha dimostrato che gli esemplari allevati a pellet hanno avuto un incremento di peso leggermente superiore agli altri e la mortalità, in seguito ad una infezione da saprolegna,(una malattia cutanea che in genere contraggono gli avannotti negli allevamenti è stata leggermente inferiore negli esemplari allevati con bigattini , anche se non era possibile somministrare loro un cibo medicato come si è solito fare con i pellets.

Non è mai stata riscontrata la presenza di bigattini ne di ferite nello stomaco dei pesci morti successivamente sottoposti ad autopsia.
 Esso prima della trasformazione in mosca diventa Caster che si possono utilizzare anche loro per a pesca; I più chiari affondano mentre quelli scuri galleggiano.


Il bigattino viene colorato con appositi coloranti non tossici, esistono in commercio liquidi e in polvere, per colorarli, vengono tenuti in movimento, fuori frigo,  per delle ore , questo per far si che sfregandosi tra loro, la colorazione impregni la pelle dei cagnotti.
Solamente il bigatto di color pink è impregnato di colore all'interno, perchè alimentato con carne preventivamente bagnata nel colore e, siccome il cagnotto allo stato di larva si ciba di carne, questo si impregna del colore della carne.
 I bigattini che si utilizzano per la pesca sono di allevamento, con fabbriche distanti da luoghi abitati, visto il tanfo che creano ! Con le ultime normative sanitarie, le fabbriche, devono avere pure un apposito inceneritore per bruciare carni marce. Le carni migliori per la produzione sono quelle vaccine, ma ultimamente con le norme specifiche sulla carne, si usano carcasse di polli o tacchini, e quindi avremo dei bigattini un po’ meno belli, ma altrettanto validi. Per la produzione, alcuni produttori usano il pesce, ma sarà un prodotto diverso e non comparabile in pesca con quello prodotto dalle carni animali. Per utilizzarle come esche le larve della mosca carnaria devono essere conservate a bassa temperatura ( da zero gradi a + 2 ) e, prima di essere messi in commercio devono stare qualche giorno in movimento fuori frigo. Una volta tirati fuori dal frigo vanno tenuti in un sacchetto di stoffa (sacca porta bigattini) e, in un luogo areato. Avendo un piccolo frigo tipo da  camper è consigliato metterli in bacinelle larghe non coperte. Un consiglio per il trasporto del bigattino a lunghe distanze e per diversi giorni, metterlo sottovuoto, fa sì che non si muova e così camperà di più, non è respirando e muovendosi che campa di più. Basterà farlo riprendere per un’oretta e avrete sempre bigatti freschi senza utilizzo del frigo, naturalmente intendo per alcuni giorni ! Una piccola aggiunta di segatura(se non li si vuole incollare) odi apposita polvere impedisce al Gianin di arrampicarsi sulle pareti del contenitore in caso che questi sia umido. Accade anche che sono in luogo caldo si sfreghino fra loro emettendo una sostanza liquida dal  cattivo odore che gli permette di attaccarsi e di scalare il recipiente.
Bigattini possono diventare galleggianti se bagnati  per un po’….come esempio mettiamo che peschiamo in acqua col sacchetto delle larve al collo e questi si bagni.
 Dei  pescatori sono allergici al bigattino ( con più o meno grado di allergia), ma c’è in commercio una apposita polvere antiallergica;, va inserita nelle larve qualche ora prima dell’uso , per molti pescatori che non vogliono rinunciare è un bel ritrovato ! Funziona, ma nel provare rimanete vigili 

 Se in pesca, da fastidio il pesce piccolo o desiderate che il bigattino abbia una calata più morbida, dovete metterlo per qualche minuto in acqua bollente, scolarlo e, metterlo in frigo, questo procedimento va fatto il giorno prima della pescata, altrimenti andrebbero in deperimento e, a male, non si mantengono. Per “stirarli ed ucciderli, nel periodo cado lasciateli al sole e saranno utili da inserire nella pastura. Il bigattino affogato è molto usato pure nelle pasture da fondo. Come di sicuro saprete in commercio esistono pure bigattini da pastura, (non selezionati e meno costosi) non belli per innescare ma utili economicamente per chi deve usarne in grandi quantità. Oltre a quelli da pastura ci sono pure i raparini o, maialini, bigattini piccolissimi usati per pescare l’alborella o, insidiare con inneschi particolari certi pesci furbetti ! Per fare degli ottimi raparini da alborella, bisogna tenerli fuori frigo una settimana e, tenerli in una vaschetta con della sabbia di mare, saranno più resistenti nella pesca e attiranti. Notare che all’ occhio umano l’ acqua, oltre a deviare la luce, l'assorbe, infatti i vari colori dello spettro sono assorbiti a profondità diverse, in relazione alla loro lunghezza d'onda. 
Gli inneschi possono essere molteplici anche se il migliore per me è quello appuntando il "gianin" appena appena nella parte più grossa. 

I primi colori ad essere assorbiti, sono quelli a bassa frequenza, cioè i rossi, mentre i blu e i grigi, essendo colori ad alta frequenza, penetrano fino in profondità. Dagli studi fisico-chimici, che scienziati e ricercatori hanno fatto sugli occhi e sulle retine dei pesci, è emerso che la maggioranza di loro riesce a vedere un immagine nettamente messa a fuoco, riescono a rilevare anche il minimo movimento ed hanno una buona abilità di visione dei contrasti e della luminosità di un soggetto. Non solo. Ulteriori esperimenti effettuati in laboratorio hanno evidenziato che reagiscono in modo differente ai colori. Tali esperimenti sono stati realizzati in ambienti ottimali, acqua molto limpida per esempio. C'è chi predilige il rosso, chi l'arancio, eccetera. 


Sarà proprio cosi’? Personalmente il rosso mi sembra attirante un pò di più ma anche il giallo qualche volta; Per gli altri colori non ho fatto esperimenti sufficientemente validi.

Esca ottima per tutti i ciprinidi è appetita anche dalle trote e dai temoli.
A seconda della velocità e profondità dell’acqua possiamo metterli in pasturazione a mano, colla fionda,
con i feeder,
  nelle retine dette “caramelle” che possono essere in metallo o materiale degradabile

Una volta messe le esche chiudere sopra come fatto sotto
e per ultimo incollarli.
Nasen con bigattini


http://pescambiente.blogspot.it/2012/01/incollare-bigattini-di-michele-moscati.html

Video


https://www.youtube.com/watch?v=8byLs9565tI

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