8.10.2016

fiumi e acque di Sicilia 2



L' Ancatara fiume della Sicilia orientale lungo 53 chilometri, tributario del mar Ionio. Il suo bacino idrico si estende per circa 603 km² nelle province di Messina e di Catania ed è tutelato dall'Ente Parco Fluviale dell'Alcantara. L'Alcantara nasce dai Nebrodi a circa 1.400 m dalla Serra Baratta in Provincia di Messina. Dirigendosi impetuoso verso sud entra in Provincia di Catania giungendo in breve nella parte Nord della cittadina di Randazzo: qui muta bruscamente direzione grazie alla "spinta" del suo principale affluente di destra: il fiume Flascio. Rimpinguato notevolmente nella portata dall'affluente l'Alcantara si dirige verso est compiendo praticamente un angolo retto (è da precisare che sulle carte il fiume principale parebbe essere addirittura il Flascio e non l'Alcantara tanto è netto l'angolo di confluenza).
Da qui il fiume prende a scorrere tra il massiccio di origine vulcanica del monte Etna a sud e i contrafforti meridionali dei monti Nebrodi e Peloritani a nord, fungendo sino alla foce da confine tra le province di Messina e Catania. Dal comune di Moio Alcantara in poi il fiume inizia a scorrere per lo più incassato, lambendo i centri di Francavilla di Sicilia e Castiglione di Sicilia. Presso Motta Camastra in località Fondaco Motta, dopo aver ricevuto da sinistra il torrente Zavianni, il fiume si inforra in un tratto ingolato costituito da lave basaltiche, vecchie di 300.000 anni, delle fessurazioni pre-etnee, le cosiddette Gole dell'Alcantara, meta assai celebre e frequentata ogni anno da migliaia di turisti.
Da
Gaggi fino verso Calatabiano il fiume amplia l'alveo per tornare a restringersi in prossimità della foce, nel territorio di Giardini-Naxos, dove solcano le campate del famoso ponte romano Al qantarah (il ponte ad arco), dal quale derivò il nome di questo corso d'acqua. La foce avviene nel Mar Ionio e precisamente in località San Marco.


Tra i comuni attraversati ci sono:Floresta, Santa Domenica Vittoria, Randazzo, Mojo Alcantara, Castiglione di Sicilia, Francavilla di Sicilia, Motta Camastra, Graniti, Gaggi, Calatabiano, Taormina e Giardini Naxos



 
Esso è uno dei principali fiumi siciliani per portata media d'acqua in quanto seconda solo a quella del Simeto con circa 9 m³/s. Ove però si considerasse la regolarità di regime delle portate il fiume è sicuramente il primo della regione in quanto assai più regolare rispetto al Simeto. Ciò grazie alla collocazione dell'alto bacino che si estende in una delle aree più piovose della Sicilia unitamente all'approvvigionamento dato dai nevai dell'Etna e al carsismo dei terreni di origine lavica del medio bacino, spiega la sua cospicua portata annua e la presenza di acque anche nel periodo estivo. Non mancano in ogni caso piene eccezionali dovute a piogge insistenti, come avvenuto recentemente nel dicembre 2003, durante le quali l'Alcantara può mostrare un'impressionante irruenza soprattutto nel tratto ingolato.

L'Amenano è un fiume a corso perenne della Sicilia orientale, che sfocia in mare nel golfo di Catania.
Il suo percorso è oggi sotterraneo e lo sbocco avviene in corrispondenza del centro della città di Catania, nei pressi del
giardino Pacini. Il fiume continua a scorrere, ma tutto nel sottosuolo di Catania ed è chiaramente visibile in piazza Duomo, presso la fontana omonima, sboccando infine in mare nella zona vicina del porto.

Il Dirillo è un fiume della Sicilia sud-orientale. È lungo 54 km.Nasce dai monti Iblei, in territorio di Vizzini, e sfocia nel Canale di Sicilia nei pressi di Gela. Il suo corso si sviluppa per 54 km, nei quali assume denominazioni diverse: Vizzini, Ragoleto, Dirillo, Mazzarrone, Acate.
Nel territorio di Licodia Eubea forma il Lago Dirillo.
Luccio del lago
Il bacino si trova nella Sicilia centrale nel territorio del comune di Licodia Eubea in provincia di Catania ed una piccola parte all'estremità orientale ricade sul territorio del comune di Monterosso Almo in provincia di Ragusa.
È raggiungibile dalla S.S. 194 con uscita nei pressi di Licodia Eubea o in località Torretta nel comune di Vizzini. Si tratta di un lago artificiale realizzato attraverso lo sbarramento del fiume Dirillo tramite la diga Ragoleto.
Carpe
 Il bacino della capacità di oltre 20 milioni di metri cubi, è stato attrezzato come zona turistica sportiva e consente, oltre alla pesca, la pratica del canottaggio.
Il lago è incastonato in un paesaggio ricco di verde che farebbe pensare di non essere al centro della Sicilia. Le acque sono popolate da varie specie ittiche lacustri come il luccio, la trota, la carpa ed il persico .
Black Bass al lago
Il suo bacino imbrifero si estende per 739,93 km², con altimetria compresa tra 0 e 986 m s.l.m., comprende parte delle province di Ragusa, Caltanissetta e Catania. Il principale affluente è il torrente Ficuzza. Oggi segna, in buona parte, il confine tra le province di Catania e Ragusa.

Il Dittaino (dall'arabo Wādī al-tīn, "Fiume d'argilla"), noto in epoca ellenista come Chrysas, è un fiume della Sicilia centrale, importante affluente del Simeto, che attraversa, in larga parte, la Piana di Catania.
La lunghezza del fiume è di circa 105 chilometri attraverso la Piana di Catania. Nasce sulle montagne attorno ad Enna e si compone di più rami confluenti: il fiume Bozzetta, lungo 17 km, con i vari suoi affluenti tra cui il torrente Girgia, il torrente Valguarnera e il torrente Crisa che vi si unisce presso la stazione ferroviaria di Pirato. Da qui ha origine il Dittàino vero e proprio, che conclude la sua corsa come affluente di destra del fiume Simeto in contrada Melisimi. Come la maggior parte dei fiumi siciliani ha regime idrico incostante e nei periodi di massima piovosità giunge anche a straripare inondando le campagne circostanti a volte con gravi danni alle colture e ai mezzi di comunicazione.
È costeggiato in gran parte dalla
SS 192 (della Valle del Dittaino) e dalla ferrovia Catania-Palermo.

Il fiume Freddo è corso d'acqua, di appena 2.250 metri, sorge nella piccola pianura costiera, a est della cittadina di Fiumefreddo di Sicilia, in provincia di Catania. Il fiume è alimentato da due sorgenti: la principale è chiamata in lingua siciliana Quadara grande (ovvero grande pentola), ed è costituita da un insieme di piccole sorgenti che affiorano dal terreno intriso d'acqua del pantano; la seconda, Capo dell'acqua, che è la più lontana dal mare e di minore portata alimenta un ramo minore del fiume. L'origine delle acque sorgive è senz'altro dovuta all'affioramento delle acque della falda etnea.

Il fiume Gornalunga
nasce dal monte Rossomanno (889 m s.l.m.), in provincia di Enna e dopo un percorso tortuoso di circa 81 km sbocca nel fiume Simeto nella parte a sud della Piana di Catania, presso la zona detta Reitano, a pochi km prima del mare. È costeggiato dalla strada secondaria Catania-Reitano-Bivio jannarello-Bivio Giumarra-Aidone.

Fino alla metà del XVII secolo il fiume Gornalunga sfociava direttamente nel Golfo di Catania poco più di 2 km a sud della foce del fiume Simeto, nella zona della Riserva naturale Oasi del Simeto ove ora sussiste il Lago Gornalunga, che fa parte della suddetta oasi. Allo scopo di creare una cospicua riserva idrica per l'irrigazione tra il 1963 e il 1972 la Cassa del Mezzogiorno finanziò la costruzione di uno sbarramento in terra battuta, che successivamente venne intitolato a Luigi Sturzo e che diede vita al lago di Ogliastro.


Il lago è stato formato, a scopo irriguo e come riserva idrica, mediante la costruzione di una diga in terra battuta sul fiume Gornalunga lunga 830 m e che nel punto più alto misura 53,6 m. Il nucleo impermeabile della diga è realizzato in materiale limo-sabbioso di origine alluvionale ed è ancorato allo strato argilloso di base. Il progetto è stato realizzato grazie ai finanziamenti erogati dalla Cassa del Mezzogiorno tra il 1963 e il 1972.

Il Maroglio Nasce sul monte San Nicola (m 451 s.l.m.) ed è un affluente di sinistra del Gela dove si getta in prossimità della città omonima dopo un percorso di 26 km, nelle province di Caltanissetta e di Catania.





Il Simeto è il principale fiume della Sicilia.
L'intero corso del fiume è compreso nella provincia di Catania, mentre il suo bacino si estende anche nelle province di Messina e di Enna. Nel suo percorso non attraversa nessun centro importante, ma sfiora Bronte, Adrano, Paternò e Ramacca. Il fiume simeto attraversa la piana di Catania.
 



Trota
 
Carpa del Simeto
Nasce a circa 10 km a nord-ovest di Bronte, dall'unione del fiume di Cutò, il fiume del Martello e il fiume della Saracena, tutti sgorganti dalle pendici dei monti Nebrodi. Subito dopo essere transitato sotto il Ponte della Cantera, il Simeto riceve il primo notevole affluente da destra: il Troina.
Da qui il fiume assume direzione verso Sud, incanalandosi tra i resti vulcanici formati dalle eruzioni dell'
Etna. Il grande vulcano è infatti vicinissimo, in quanto lo stesso fiume ne lambisce tutta la parte ovest della sua base.
Giunto nei pressi di
Adrano, il Simeto scorre fungendo da confine tra le province di Catania e Enna ricevendo da destra uno dei suoi principali affluenti: il fiume Salso (da non confondere con l'omonimo fiume della Sicilia occidentale), da alcuni considerato come uno dei suoi maggiori rami sorgentizi.
Da qui il fiume prosegue puntando leggermente verso Sud-Est,attraversando
Paternò.
Giunto presso la località la Rotondella, il fiume viene scavalcato dall'Autostrada A19 ed entra nell'ampia
Piana di Catania scorrendo con andamento lento e sinuoso. Qui riceve da destra rispettivamente a 8 km e a 2 km dalla foce gli ultimi 2 importanti affluenti del suo bacino: il Dittaino e il Gornalunga dopodiché sfocia nel Mar Ionio (Golfo di Catania), a sud dell'area metropolitana di Catania, nella frazione Primosole. Il corso e il regime idrico del fiume sono stati, in particolare negli ultimi quaranta anni, oggetto di interventi di cementificazione di tratti del suo letto, di correzioni del corso (basti pensare all'ansa finale), di tentativi di costruzione di dighe poi interrotti, di prelievo forsennato delle sue acque, di scarico di sostanze tossiche e organiche. Di conseguenza, è totalmente scomparsa la preziosissima ambra proveniente dalle Caronie (resine delle conifere di circa 70 milioni di anni fa) che i cuzzulari raccoglievano nella zona della foce. La magra ormai notevolissima dei periodi estivi ne ha forse irrimediabilmente pregiudicato la funzione millenaria. Il Simeto è un fiume, torrentizio, con piene nella stagione autunnale e invernale (anche superiori a 1.500 m³/s) e con momenti di siccità nel periodo estivo.

La foce del Simeto è compresa nella riserva naturale Oasi del Simeto, un'importante zona umida con uccelli caratteristici, tra cui il tuffetto (Tachybaptus ruficollis), il tarabusino (Ixobrynchus minutus), la sgarza ciuffetto
(Ardeola ralloides), l'airone cenerino (Ardea cinerea), il germano reale (Anas platyrhynchos), il porciglione (Rallus aquaticus), la gallinella d'acqua (Gallinula chloropus), la folaga (Fulica atra), il cavaliere d'Italia (Himantopus himantopus), il corriere piccolo (Charadrius dubius), il fratino (Charadrius alexandrinus), il martin pescatore (Alcedo atthis), l'usignolo di fiume (Cettia cetti), la cannaiola
(
Acrocephalus scirpaceus), il beccamoschino (Cisticola juncidis), il pendolino (Remiz pendulinus) e la moretta tabaccata (Aythya nyroca).



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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