9.23.2016

Pesci invisibili






 
Nelle nostre acque esistono dei pesci che definirei fantasma in quanto è quasi impossibili trovarli attaccati anche all' amo più piccolo che esista come il cobite bilineata , (comunemente noto come cobite italiano) è un piccolo pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia Cobitidae.(Canestrini 1986)

È endemico del bacino idrografico del Po e degli altri fiumi della pianura Padana fino a tutta l'Istria. Una popolazione disgiunta è presente in Croazia nel fiume Zrmanja. È stato introdotto in tutta Italia (grandi isole comprese), nel lago di Banyoles (Spagna) e nel bacino del Reno in Svizzera.


Vive in ambienti con acque calme o poco correnti su fondi di sabbia o fango, specie se ricchi di vegetazione acquatica.

Misura fino a 12 cm nelle femmine e a 6,5 cm nei maschi. Ma uno nella mia quarantenale carriera di piscatore l' ho preso!!!
È molto simile al cobite europeo da cui si può distinguere per la presenza di due punti neri sul peduncolo caudale.

Dimorfismo sessuale: oltre alla differenza di dimensioni negli esemplari adulti, nei maschi in livrea nuziale le due serie di macchie, allineate lungo la zona mediana e superiore dei fianchi, tendono a fondersi ed alla fine di questo processo (che dura pochi giorni) si osservano due fasce brune per ogni fianco (la superiore è talvolta più marcata). Durante l'anno, tuttavia i maschi è possibile distinguerli dalle femmine anche per le pinne pettorali più lunghe, acute e con il secondo raggio più robusto e più lungo degli altri (nelle femmine le pinne pettorali sono più corte, arrotondate e con il terzo raggio più robusto e più corto. A volte è possibile distinguere i maschi dalle femmine per la presenza della squama di Canestrini.


Vive fino a 4 anni. La riproduzione avviene in primavera ed estate. Le uova vengono deposte tra la vegetazione acquatica.
Sebbene questa specie sia stata introdotta in altri corsi d'acqua, essa oggi non è più comune ed il suo areale non è più in espansione; anzi, in alcune zone è in rarefazione: ad esempio in molte aree della Slovenia, ma anche in tutta la Pianura padana ed in molte zone dell'Emilia Romagna. Le cause del suo declino sono diverse; tra esse, l'inquinamento, la cattura in gran quantità quando si prosciugano i fossati per essere utilizzato come esca, anziché essere spostato in zone con acqua, e l'introduzione di specie alloctone, come il gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii), il pesce gatto (Ameiurus melas) ed il siluro (Silurus glanis), che predano questa specie cacciandone le uova, gli avannotti e gli adulti.


-Ghiozzo di fiume o Ghiozzo padano (Padogobius bonelli) è un pesce d'acqua dolce endemico dell'Italia settentrionale appartenente alla famiglia Gobiidae.[Il ghiozzo padano è diffuso naturalmente nei fiumi dell'Italia settentrionale (e del Canton Ticino in Svizzera), dal bacino del Po all'Isonzo da cui sconfina in territorio sloveno. A sud scende fino alle Marche. Una popolazione autoctona è presente nel fiume Zermagna in Croazia. È presente anche nel Lago di Garda e in altri grandi laghi prealpini.
È stato introdotto (
transfaunazione) con acclimatazione in diversi corsi d'acqua dell'Italia centrale e meridionale tra cui il fiume Ombrone in Toscana ed il Tevere, l'Amaseno ed il Mignone nel Lazio.
La specie è abbastanza tollerante in fatto di habitat, le sue principali esigenze riguardano la qualità dell'acqua, che deve essere ossigenata e limpida e la presenza di ciottoli di dimensioni abbastanza grandi, essenziali per la costruzione del nido. In generale abita la
Zona dei Ciprinidi a deposizione litofila scegliendo zone con corrente non eccessivamente forte.

Appare assai simile al congenere ghiozzo di ruscello ma presenta squame più piccole che sono assenti nella regione della nuca e non presenta canali mucosi sul capo.
La
livrea è brunastra chiara sul dorso con 4/5 fasce a sella marrone scuro e numerose macchie più scure sui fianchi mentre sul ventre è biancastra. Una macchia scura in genere ben visibile è presente all'attaccatura delle pinne pettorali mentre la prima pinna dorsale presenta una fascia grigio scuro a metà circa (il bordo della pinna è invece chiaro). Durante la riproduzione i maschi assumono un colore scuro, quasi nero.
Le dimensioni sono piccole, infatti la media è di 6-8 cm e un esemplare di 10 cm è quasi un record.



Ha abitudini essenzialmente notturne e sedentarie, non si sposta molto, in genere, dal suo territorio. Vive in piccoli branchi che si spostano assieme alla ricerca di cibo.

Il periodo riproduttivo va da maggio a tutto luglio, durante questo periodo in maschio diviene territoriale e difende un rifugio ricavato sotto un ciottolo in cui attira la femmina anche grazie all'emissione di suoni. Le uova vengono deposte sul soffitto del rifugio e vengono poi sorvegliate, difese ed ossigenate (mediante sbattimento delle pinne pettorali) dal maschio. Le larve hanno vita pelagica per alcuni giorni.
Si nutre di invertebrati bentonici, soprattutto di larve.

È danneggiato dall'inquinamento e dall'abbassamento delle falde.
La sua introduzione in corsi d'acqua dell'Italia centrale costituisce la maggiore minaccia per la sopravvivenza del congenere
ghiozzo etrusco

Padogobius nigricans Canestrini, 1867, conosciuto comunemente come ghiozzo di ruscello, è un pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia Gobiidae, endemico dell'Italia.




 
 
L'areale della specie è limitato al versante tirrenico dell'Italia centrale, tra il bacino del fiume Serchio a nord ed il fiume Amaseno a sud. La distribuzione della specie è comunque discontinua a causa di numerose estinzioni locali.
L'
habitat ideale della specie è nei corsi d'acqua con acque pulite, limpide, fredde e con corrente vivace, con fondo costituito da ciottoli abbastanza grandi (necessari per la costruzione del nido). La sua zona di elezione è nella Zona dei Ciprinidi a deposizione litofila.

È un tipico gobide nell'aspetto, con testa grande, pinne ventrali riunite a formare una ventosa, due pinne dorsali separate di cui la prima con raggi spiniformi e la seconda molle ed occhi che sporgono sopra il profilo della testa. Le labbra sono molto carnose.
La
livrea è caratterizzata da una macchia scura sull'opercolo branchiale branchiale e da 5/6 macchie scure a sella sui fianchi. La parte superiore della testa è marmorizzata di nero mentre il ventre è bianco giallastro. Alla base della pinna caudale è presente una fascia scura, le pinne dorsali hanno un'alternanza di fasce orizzontali grigio chiaro e scuro mentre la prima pinna dorsale è bordata di giallo arancio, quest'ultima pinna ha una macchia ocellare nel maschio. Il maschio in livrea nuziale è molto scuro, quasi nero.
Le dimensioni massime sfiorano i 10 cm ma sono usualmente assai inferiori, i maschi sono più grandi delle femmine.



La riproduzione avviene tra maggio e giugno, il maschio assume comportamenti di tipo territoriale difendendo un rifugio, scavato sotto un sasso, che funge da nido. Il maschio attrae la femmina nel nido con l'emissione di suoni. Le uova (100-350) vengono deposte sul soffitto della tana e vengono sorvegliate dal maschio fino alla schiusa.

Si ciba di piccoli invertebrati bentonici, soprattutto larve
La specie si è rarefatta in numerosi habitat a causa del calo del livello dei corsi d'acqua (e conseguente aumento di temperatura), dell'introduzione di predatori (trote) e dell'introduzione casuale del congenere ghiozzo padano, che risulta avvantaggiato nella competizione per la conquista di ripari per la riproduzione.

La lampreda di ruscello è una specie appartenente alla classe degli Agnati.

 
Questa specie dimora stabilmente in acqua dolce, soprattutto corrente, ma anche in ambienti lacustri, fossati e ruscelli; sembra tuttavia prediligere quelli melmosi.
È presente ma rara in
Italia lungo il versante tirrenico fino al fiume Sele, anche a quote superiori a 600 m s.l.m. È nota una popolazione isolata nel fiume Pescara, sul versante adriatico.

Corpo lungo fino a 20 cm, cilindrico affusolato, compresso nella parte posteriore; pinne dorsali contigue; denti disposti come nella Lampetra fluviatilis, ma più piccoli ed ottusi. Gli esemplari adulti hanno una colorazione grigio-verde con riflessi bluastri sul dorso, giallo tenue sui fianchi e bianco sul ventre.


A differenza delle altre lamprede, non parassita gli altri pesci: i giovani si nutrono di piccoli organismi animali che trovano nel sedimento mentre gli adulti non si nutrono.

Si riproduce tra aprile e giugno. Gli adulti non hanno molta cura nel preparare il sito di riproduzione; le uova di 1 mm si schiudono in circa 3 settimane; la vita nello stadio larvale si protrae per 3-5 anni e termina con il raggiungimento della maturità sessuale; la vita da adulto dura solamente pochi mesi durante i quali non si nutre; la morte avviene dopo la riproduzione.
Il rodeo amaro (Rhodeus amarus Bloch, 1782) è un piccolo pesce appartenente alla famiglia dei Ciprinidi, il cui areale di diffusione è l'Europa Centrale e l'Asia Occidentale mentre in Italia è considerata una specie alloctona.
Il rodeo amaro possiede un corpo alto e compresso che può assumere anche delle gibbosità sul dorso. Il colore varia dal verde del dorso al bianco-rosato dell'addome, mentre è presente una linea verde-blu lungo il fianco; durante il periodo di riproduzione i maschi si ricoprono di tubercoli sul muso e si adornano di colori, passando dal blu del dorso al rosso del ventre. Il dimorfismo sessuale si accentua fortemente durante il periodo di frega, quando la femmina sviluppa un ovopositore lungo circa 6 cm

Il rodeo amaro si rinviene nei corsi d'acqua a flusso lento, con molta vegetazione e con substrati fangosi, mentre raramente lo si rinviene in corsi di acqua corrente. Questo comportamento è dettato da ragioni riproduttive: negli stessi luoghi si rinvengono esemplari di molluschi bivalvi del genere Unio, i quali vengono utilizzati per deporvi le uova. La riproduzione avviene in modo davvero particolare: durante aprile-maggio il maschio sceglie la femmina con l'ovopositore più lungo e la conduce presso un mollusco bivalve, dove la femmina introduce l'ovopositore nell'orifizio del mollusco e vi introduce alcune uova che aderiscono alle branchie. Successivamente il maschio si avvicina all'orifizio e rilascia il suo sperma in modo che una parte possa essere aspirata dal mollusco e questo si ripete per varie volte. Il maschio poi opera delle cure parentali difendendo energicamente il bivalve dagli altri maschi per tutto il periodo di "cova" (circa 2-3 settimane con temperature di circa 21° C, al termine del quale gli avannotti fuoriescono dall'orifizio del mollusco Il motivo di questa scelta risiede nel fatto che in caso di siccità il mollusco si sposta in acqua e che portandole dentro se riesce a proteggerle da predatori.

La specie viene predata da pesci predatori come lucci, persici o siluri, da uccelli acquatici o da serpenti come la biscia d'acqua. Inoltre questi pesci possono essere colpiti da malattie di tipo virale o da parassiti.

Il nome comune del pesce (rodeo amaro), quello scientifico (Rhodeus amarus) e i nomi stranieri (ad esempio bitterling in inglese) suggeriscono il sapore che questo pesce possiede: per questo motivo non possiede alcun valore commerciale se non per essere utilizzato come esca o per essere tenuto in acquario.
Rodei amari e pseudorasboree


Salaria fluviatilis (Asso, 1801), comunemente conosciuta come cagnetta, è un pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia dei Blenniidae.


È una specie diffusa nelle acque dolci dei laghi, fiumi e torrenti tributari del mar Mediterraneo; è presente in Europa meridionale, Anatolia, Cipro, medio Oriente e nella parte occidentale dell'. In Italia la sua presenza è accertata nel versante tirrenico, in Italia settentrionale (compreso il lago di Garda dove è abbondante) e nelle isole maggiori.

È bentonico come tutti i Blenniidae. Predilige acque limpide, a corrente più o meno vivace ma può vivere anche in laghi e lagune debolmente salmastre. Popola di preferenza ambienti a corrente moderata e fondi rocciosi. Non disdegna però anche fondi di fango. La caratteristica essenziale dell'ambiente è che vi siano nascondigli come anfratti rocciosi, pietre o fondali molli in cui può scavare una tana.


Le dimensioni non superano i 15 cm, normalmente non più di 8 cm. In certi ambienti, come il lago di Garda, la dimensione media degli individui può essere di soli 5 cm. Molto strano che nel lago più grosso in Italia le dimensioni di codesto pesce siano le più piccole...

Questa specie è molto timida, si nasconde nella tana al minimo disturbo ed è difficile da individuare passando quindi spesso inosservata Gli adulti sono solitari e territoriali. Vive fino a 5 anni ma la maggior parte delle femmine muore dopo la prima stagione riproduttiva (quindi all'età di 1 anno).

cattura solo occasionalmente e non ha nessun valore commerciale. Viene utilizzata come esca spece per le trote.

Si alleva abbastanza facilmente in acquario.
La specie non è globalmente minacciata ma le popolazioni locali, specie quelle fluviali, sono talvolta in regressione. Inoltre le popolazioni sono molto frammentate. Risente dell'eutrofizzazione e dell'inquinamento delle acque dei laghi, dell'introduzione di predatori alloctoni e delle modificazioni degli alvei fluviali, compreso l'eccessivo prelievo idrico durante il periodo riproduttivo. La presenza di uno stadio larvale planctonico costituisce un fattore che limita la gamma degli ambienti idonei ad ospitare la specie.


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