Pesca
in città
Testo
e fotografie di Marco Altamura
Le ultime tendenze dello
spinning identificano nello “Street-Fishing” la nostra tecnica
preferita praticata in tutti quei luoghi ad alta antropizzazione e in
un contesto prettamente urbano , lontano cioè dal paesaggio bucolico
nel quale solitamente siamo soliti pescare , svolta con esili
attrezzature ed artificiali dal peso e dalle dimensioni molto
contenute. In realtà il problema risiede solo nell’uso della
nomenclatura esterofila in quanto da tempo immemore l’uomo pratica
la pesca all’interno del tessuto urbano vicino a fiumi , laghi e
torrenti ; il termine anglofono quindi è più una trovata
pubblicitaria per promuovere e commercializzare prodotti dedicati dei
quali , a mio parere , non esiste una vera e propria improrogabile
esigenza .
Ben inteso , non voglio assolutamente fare una sterile
polemica su questa “nuova” tecnica alieutica , quanto piuttosto
affermare che è possibile divertirsi pescando anche in città senza
necessariamente accollarsi costosi esborsi per l’acquisto di
un’attrezzatura specifica . Ben venga dunque l’avvicinamento di
un pubblico giovane con nuove idee nel settore spinning , ma senza la
creazione di false esigenze che arricchiscono solo ed esclusivamente
gli interessi di alcune persone scevre di reali contenuti . Lo
spinning è da sempre una disciplina semplice ed essenziale e chi
come me ha iniziato a praticarlo fin dagli anni ’70 crescendo con
il concetto di andare sul fiume o al lago solo “con una canna ed
una manciata di artificiali” non può tradire questo spirito
pionieristico abbracciando esigenze solo di tipo commerciale .
Da
quando faccio parte del Rapture Pro Team sono venuto a conoscenza di
un’Azienda dinamica che , partendo dai capisaldi che identificano
la disciplina dello spinning , ha saputo apportare innovazioni di
qualità senza creare falsi bisogni e mantenendo uno standard
qualitativo alto avvalendosi di collaboratori seri e preparati . Con
queste persone ho testato attrezzi ed artificiali al contempo
innovativi e fedeli alle tradizioni , il tutto con un rapporto
qualità/prezzo veramente sorprendente . Questa doverosa premessa mi
serve per affermare con forza che non è necessario stupire a tutti i
costi per guadagnarsi effimere fette di mercato , ma è sufficiente
fare bene il proprio lavoro restando sempre saldamente ancorati alle
tradizioni ed ai principi inderogabili di una disciplina . Ricordo
con un velo di malcelata nostalgia quando , in tempi non sospetti ,
praticavo “la nobile arte” con una classica mt. 2,10 in fibra di
vetro e senza l’ausilio di fantasiose alchimie catturavo persici
reali , cavedani , lucci e trote lacustri in grande quantità ; erano
i primi anni ’80 e fin da allora , in compagnia dei miei amici più
fidati , ero solito pescare anche nei contesti urbani delle cittadine
lacustri del lago d’Iseo , del Garda , del Lario e del Maggiore .
Il teatro delle nostre scorribande erano i lungolago ed i porticcioli
di cittadine come Lovere , Castro , Pisogne , Lazise , Como , Lecco ,
Mandello , Verbania e Stresa . Di pesci se ne catturavano tanti ,
anche se non potevamo vantare un’attrezzatura all’avanguardia
come quelle che oggi la tecnologia ci mette a disposizione .
Logicamente in tutti questi anni c’è stata una grande evoluzione
nei materiali ,
nelle tecniche di assemblaggio degli stessi e nella
produzione di artificiali , con un‘innegabile vantaggio per noi
lanciatori che oggi godiamo anche del piacere di utilizzare certe
canne e certi mulinelli , e non solo del piacere della cattura fine
a se stessa . Noi non lo sapevamo a quei tempi , ma stavamo
praticando una forma pionieristica di “Street-Fishing” anche se
con l’utilizzo di artificiali non specifici e dalle dimensioni non
sempre contenute , tecnica oggi molto all’avanguardia soprattutto
tra le giovani leve dello spinning . Bene , per riportare il discorso
ai giorni nostri e non tediare con ricordi più o meno piagnucolosi,
proprio con attrezzature Rapture sono solito affrontare queste
situazioni “urbane” alla ricerca di una folta schiera di
predatori che abitano tali acque ; solitamente mi approccio con
un’attrezzatura che prevede l’utilizzo di due canne , la prima
una Intruder da mt. 2,40 con potenza di lancio gr.14/40 per lo
spinning ed il jigging , la seconda una Delsol sempre da mt: 2,40 ma
con potenza di lancio gr. 3/15 per la tecnica del drop-shot che
pratico molto volentieri ogni qual volta trovo uno spot adatto .
In
questi ambienti caratterizzati da diverse strutture e manufatti , è
importante pescare “precisi” con lanci mirati e , una volta con
il pesce in canna , sapersi destreggiare tra i vari ostacoli presenti
in acqua quali funi , boe , pali d’attracco , pontili ed
imbarcazioni ; pescando a spinning classico utilizzo la Intruder e
come artificiale è frequente l’uso di minnows dall’assetto
neutro che vengono attaccati indistintamente da tutti i predatori
così da considerarli dei veri e propri jolly in grado di regalarci
un grande divertimento . All’interno di questa classe di
artificiali ho una predilezione per quelli di tipo “lipless” (
senza paletta direzionale) che utilizzo indistintamente in recupero o
in caduta (wobbling ) . Le prede spaziano dai cavedani , ai persici
reali , ai lucioperca e a qualche trota di lago quando il clima è
ancora freddo . Ricordo una cattura di un lucioperca di piccole
dimensioni effettuata con il lipless Slash Stick con finitura Clown
lasciato cadere sul fondo con il suo movimento “wobbling” ed il
relativo fulmineo attacco del percide .
Anche gli spinnerbaits sono
artificiali che amo particolarmente e che mi consentono la cattura di
qualche bel lucciotto soprattutto in primavera ; sempre utilizzando
la canna Intruder poi una larga fascia di preferenza è rappresentata
dalla pratica del jigging con artificiali siliconici , nella
fattispecie lo Swing Shad , il Rib Slim Shady , lo Xciter Shad ed il
mitico Power Shad di casa Rapture innescati su jigheads da 10/12
grammi su ami n° 3/0 o 4/0 e fatti lavorare sul fondo nei pressi di
strutture e manufatti in cemento . Le vittime principali di questa
tecnica sono rappresentati dai lucioperca , dai lucci e da qualche
grosso persico reale , non tralasciando il sempre possibile incontro
con il cavedano di taglia. Ho un ricordo recente della cattura di un
lucioperca di circa tre kg avvenuta sul Maggiore nei pressi di un
vecchio imbarcadero; il predatore striato ha attaccato con ferocia un
Rib Slim Shady con finitura chartreuse-ghost e poi si è lasciato
immortalare in una foto con una turista russa anch’essa accorsa sul
posto ed esaltata dalla bella cattura . Ad avvalorare l’efficacia
di tali siliconi , proprio quest’anno mi è capitato di effettuare
un’insolita cattura di un pesce che non si può certo codificare
come predatore : in uno dei tanti lanci effettuati all’interno di
un porticciolo nel centro di Como , avverto un deciso attacco al mio
artificiale al quale rispondo prontamente con una robusta ferrata ;
subito avverto trattarsi di un pesce di taglia anche se il suo
comportamento è quantomeno insolito , fatto di puntate vigorose
verso il fondo ma portate con ritmo più lento rispetto un luccio o
un lucioperca . Nella luce del crepuscolo infine appare in superficie
una maestosa tinca stimata sui 2,5 kg che tiene ben saldo nella sua
bocca carnosa di colore rosato il mio Xciter Shad finitura smoke-blue
armato con una testina da 12 gr. su amo n°3/0 ; l
o stupore è tanto
, ma fino ad un certo punto in quanto sono più che convinto che
tutte le categorie di pesci , compresi i planctofagi e gli erbivori ,
una volta raggiunta una certa taglia non disdegnano un succulento
pesciolino se ben presentato . D’altro canto mi è già capitato
più di una volta di catturare grosse carpe regina in fiume con un
minnow affondante da nove centimetri mentre stavo insidiando grosse
trote marmorate e lacustri di risalita . Sempre con questi shads
siliconici sono innumerevoli le catture di persici reali , lucioperca
e lucci nell’arco degli anni negli spot “cittadini”, argomento
di questo scritto . Con la seconda canna citata, la Delsol, attuo
una tecnica da me molto apprezzata , il drop-shot , spesso e
volentieri adottata quando si tratta di insidiare pesci di taglia non
eccessiva nella colonna d’acqua vicino al fondale quali black bass
, persici reali e lucioperca ( tale tecnica fa parte degli approcci
cosiddetti “finesse” specifiche per il bass ) .
Questo
meraviglioso metodo prevede l’utilizzo di una zavorra a fondo lenza
di forma cilindrica o sferica e , mediante un nodo “Palomar” , il
fissaggio di un amo specifico ad una trentina di centimetri dal
piombo ; l’amo si trova ad essere posizionato sulla linea
principale senza alcun bracciolo ma legato direttamente in posizione
orizzontale e con l’ardiglione rivolto verso l’alto . Questa
posizione consente ferrate sicure ed una presentazione estremamente
naturale del piccolo shad siliconico . A tal proposito utilizzo in
preferenza piccole imitazioni di pesce della lunghezza di 3,0 inch (
7,5 cm ) anche se la tecnica prevede si possano usare anche
imitazioni di creatures ( ninfe , gamberi , vermi , ecc. ) . Per ciò
che riguarda la zavorra , prediligo quelle a forma sferica ( Round
Sinker ) del peso di ¼ di oncia ( 7,0 gr. ) non disdegnando
all’occorrenza anche quelle a forma cilindrica (Stick Sinker )
qualora mi trovi ad operare su fondali particolarmente accidentati .
Rapture produce questi speciali piombi rivestiti con una particolare
verniciatura che non consente all’acqua di entrare in contatto con
il piombo e al contempo assicura un buon effetto mimetico . Gli ami
dedicati denominati Drop Shot sono a filo sottile adatti all’innesco
di siliconi di profilo ridotto e allo stesso tempo abbastanza robusti
da affrontare anche combattimenti con lucci , lucioperca e grossi
black bass .
Dopo queste necessarie precisazioni tecniche a favore
dei neofiti che volessero intraprendere questa meravigliosa branca
dello spinning “finesse”, passiamo alla pesca vera e propria che
si può svolgere con questo metodo in due diverse modalità: la
prima si basa sulla sensibilità del pescatore a percepire le tocche
dei vari predatori e presuppone buone doti di percezione tattile , la
seconda ,da me preferita , si basa su una pesca “a vista” e
presuppone una visione diretta dell’attacco del pesce alla nostra
imitazione .
Il nostro combo piombo-amo-silicone si troverà a
“saltellare” tra gli ostacoli del fondo imprimendo con il vettino
della canna piccoli colpetti che daranno vita allo shad rendendolo
estremamente adescante ; gli attacchi saranno diversi a seconda del
tipo di predatore e comunque sempre molto emozionanti . Ovviamente
ogni spot ha le sue caratteristiche e al variare di queste si
potranno variare anche zavorra e distanza dell’amo da questa
rendendo così possibile sondare diversi strati d’acqua laddove i
pesci risulteranno attivi . Praticare questa tecnica in ambienti
urbani è molto divertente e , oltretutto , consente un approccio
vincente nei confronti di pesci sottoposti ad una grande pressione di
pesca ; dove le altre tecniche dello spinning falliscono , il drop
shot regala momenti di pura adrenalina avendo ragione dei predatori
più smaliziati ed apatici . Quindi dai grandi laghi , ai tratti
cittadini dei fiumi , canali , rogge e torrenti , potremo praticare
il nostro sport preferito a contatto del tessuto urbano delle città
che così non ci appariranno più come fredde e distanti , ma saranno
parte integrante e paesaggio circostante le nostre uscite di pesca ,
avvicinandoci così ad esse senza l’alone di diffidenza che le
caratterizza .
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