2.20.2017

Pescare nelle acque dimenticate






In tutta Italia vi sono acque dimenticate; parlo di canaletti, fossi, rii, lanche piccole, stagni, cave e specie nel Nord bacini usati per irrigare le risaie o le campagne. Qualche anziano frequenta ancora le lanche usando magari la tradizionale polenta e gorgonzola per insidiare qualche carpa e tinca. Ma perché non provarci anche Noi , magari dopo un sonoro “capotto” in acque maggiori? Oppure per non fare tanta strada e sbalcare il lunario ed in ultimus per provare, tentare dove nessuno ci crede….

Non è raro che nelle lanche sia rimasto qualche Black Bass ed anzi sia accresciuto di numero nutrendosi delle scardole e dei piccoli pesci presenti. Non a caso ho messo 2 foto di una bella ragazza con 2 grossi pesci presi nei laghi Mariina nelle campagne di Cilavegna (NO) in gestione al fishing Tour Novara (http://pescambiente.blogspot.it/2017/02/fishing-tour-2017-film-acque-foto.html) in mezzo alle risaie e frequentati solo da dei ragazzotti che effettuano sempre il NO Kill facendo in  modo che i Tanti Black bass e qualche Zander presente accrescano ben bene anche se per i primi le difficoltà di cattura diventano sempre maggiori e forse è questo che cercano….(le altre foto dei Black Bass sono di questi ragazzotti….direi uomini adesso ma io li conosco da anni e li chiamo sempre ragazzotti)


Ma anche nei fossi o piccole roggie come la Busca e la Biraga vi è sempre qualche cavedano o dei barbi o altro, magari anche delle trote; In alcuni casi sono oggetto di risalita per frega di lucci.


 Nei riali di montagna o collinari , specialmente se escono da riserve di acque maggiori, non è raro trovare qualche trota decente di immissione  ed altre piccole autoctone 


.Non dimentichiamoci però che in questi ambienti è essenziale agire colla massima circospezione senza far rumore e farsi scorgere dai pesci.
Sempre nelle lanche a spinning possiamo provare ad insidiare i persici reali oppure, con spinnerbaits i lucci e i Persici trota;

Non è detto che proprio la non frequentazione di questi specchi di acqua non abbia permesso ai pochi esemplari rimasti di accrescersi notevolmente. Ed anzi quel fortunello del mio ex socio Cristiano alle sue prime esperienze a spinning prese , quasi a notte inoltrata, un luccio sui 10 Kg come documenta la mia foto con un ondulante antialga che gli avevo prestato io in una lanca pochissimo frequentata derivante dal Sesia dopo Vercelli ed invasa dal fiume solo dopo grosse piene.

 In una altra occasione, dopo un pranzo fra pescatori in un ristorante con un laghetto, il mio amico Luca prese a mosca un Amur e una carpa vicino al Kg.


Una alternativa , specie per i neofiti, è in questi ambienti la classica pesca col galleggiante alla ricerca di scardole, triotti, persici sole e magari carassi o piccole carpe. Abbondanti erano una volta le scardole coda rossa e adesso anche se rarefatte qualcuna è rimasta e anche se non raggiungono le dimensioni della scardola normale sono però divertenti da pescare con una corta canna fissa sui 5 metri facendo divertire il piccolo pescatore.


Una altra bella fortuna la ebbi io in ferie nei pressi Massa Marittima dove tentando le prime esperienze a carpfishing , in costume estivo e con al seguito la famiglia e col permesso del proprietario che mi aveva assicurato la presenza di belle carpe, presi in un laghetto un luccio di 125 cm (misurato a spanne) mentre recuperavo 2 boiles giallo/rossa. Non è una novità questa cattura come effettuazione ma comunque una rarità.

Nelle roggie piemontesi e lombarde  diminuiti di molto le specie come alborella, varione e triotto (anche se in qualche caso si trovano ancora delle colonie discrete) è aumentata la presenza di pseudorasbore e rodei amari anche se questi ultimi ben difficilmente si catturano coll’ amo avendo dimensioni troppo piccole. mentre qualche pseudorasbora abbocca; Queste specie non hanno però colonizzato le rogge derivanti da sorgenti o da torrenti con acque limpide e veloci.


In queste ultime non è raro, specie nelle rogge novaresi e nelle 

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