In tutta Italia vi sono acque dimenticate; parlo di
canaletti, fossi, rii, lanche piccole, stagni, cave e specie nel Nord bacini
usati per irrigare le risaie o le campagne. Qualche anziano frequenta ancora le
lanche usando magari la tradizionale polenta e gorgonzola per insidiare qualche
carpa e tinca. Ma perché non provarci anche Noi , magari dopo un sonoro
“capotto” in acque maggiori? Oppure per non fare tanta strada e sbalcare il
lunario ed in ultimus per provare, tentare dove nessuno ci crede….
Non è raro che nelle lanche sia rimasto qualche Black Bass
ed anzi sia accresciuto di numero nutrendosi delle scardole e dei piccoli pesci
presenti. Non a caso ho messo 2 foto di una bella ragazza con 2 grossi pesci
presi nei laghi Mariina nelle campagne di Cilavegna (NO) in gestione al fishing
Tour Novara (http://pescambiente.blogspot.it/2017/02/fishing-tour-2017-film-acque-foto.html)
in mezzo alle risaie e frequentati solo da dei ragazzotti che effettuano sempre
il NO Kill facendo in modo che i Tanti
Black bass e qualche Zander presente accrescano ben bene anche se per i primi
le difficoltà di cattura diventano sempre maggiori e forse è questo che
cercano….(le altre foto dei Black Bass sono di questi ragazzotti….direi uomini
adesso ma io li conosco da anni e li chiamo sempre ragazzotti)
Ma anche nei fossi o piccole roggie come la Busca e la Biraga vi è sempre qualche
cavedano o dei barbi o altro, magari anche delle trote; In alcuni casi sono oggetto di risalita per frega
di lucci.
Nei riali di montagna o collinari , specialmente se escono da riserve
di acque maggiori, non è raro trovare qualche trota decente di immissione ed altre piccole autoctone
.Non
dimentichiamoci però che in questi ambienti è essenziale agire colla massima
circospezione senza far rumore e farsi scorgere dai pesci.
Sempre nelle lanche a spinning possiamo provare ad insidiare
i persici reali oppure, con spinnerbaits i lucci e i Persici trota;
Non è detto che proprio la non frequentazione di questi specchi di acqua non abbia permesso ai pochi esemplari rimasti di accrescersi notevolmente. Ed anzi quel fortunello del mio ex socio Cristiano alle sue prime esperienze a spinning prese , quasi a notte inoltrata, un luccio sui 10 Kg come documenta la mia foto con un ondulante antialga che gli avevo prestato io in una lanca pochissimo frequentata derivante dal Sesia dopo Vercelli ed invasa dal fiume solo dopo grosse piene.
In una altra occasione, dopo un pranzo fra pescatori in un ristorante con un laghetto, il mio amico Luca prese a mosca un Amur e una carpa vicino al Kg.
Una alternativa , specie per i neofiti, è in questi ambienti
la classica pesca col galleggiante alla ricerca di scardole, triotti, persici
sole e magari carassi o piccole carpe. Abbondanti erano una volta le scardole
coda rossa e adesso anche se rarefatte qualcuna è rimasta e anche se non
raggiungono le dimensioni della scardola normale sono però divertenti da
pescare con una corta canna fissa sui 5 metri facendo divertire il piccolo
pescatore.
Una altra bella fortuna la ebbi io in ferie nei pressi Massa
Marittima dove tentando le prime esperienze a carpfishing , in costume estivo e
con al seguito la famiglia e col permesso del proprietario che mi aveva
assicurato la presenza di belle carpe, presi in un laghetto un luccio di 125 cm
(misurato a spanne) mentre recuperavo 2 boiles giallo/rossa. Non è una novità
questa cattura come effettuazione ma comunque una rarità.
Nelle roggie piemontesi e lombarde diminuiti di molto le specie come alborella,
varione e triotto (anche se in qualche caso si trovano ancora delle colonie discrete)
è aumentata la presenza di pseudorasbore e rodei amari anche se questi ultimi
ben difficilmente si catturano coll’ amo avendo dimensioni troppo piccole.
mentre qualche pseudorasbora abbocca; Queste specie non hanno però colonizzato
le rogge derivanti da sorgenti o da torrenti con acque limpide e veloci.
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