2.05.2017

Trote lacustri in inverno


12 Kg


Articolo di Marco Altamura fotografie di Marco Altamura e Walter Scandaluzzi

Prefazione di Walter Scandaluzzi

La Trota lacustre è una fario o una marmorata(diversi sono i pareri degli ittiologi) discesa nei grandi laghi del Nord  da fiumi e torrenti che si immettono in essi ed è caratterizzata da macchie a forma d Y. Da non confondersi colle lacustri del Nord Europa immesse in qualche spot. In tempi remoti qualche soggetto ha passato ampiamente i 20 kg; Attualmente ho notizie di un esemplare del 2014 preso da un professionista colle reti e di una altra di 5 Kg del 2015 la cui foto mi è stata recapatita da uno chef pescatore di mia conoscenza.
Purtroppo entrambe riposano nel limbo celeste attualmente. Essa deve essere considerata al vertice della catena alimentare lacustre come il luccio di cui supera anche la voracità. Per un pescatore colla canna è da considerarsi il TOP dei TOP . Il celebre Marco Altamura è uno dei pochi che con costanza si dedica a tentare la sua cattura colla tecnica regina adatta cioè lo spinning specialmente nel lago Maggiore o Verbano ma anche altrove.


Finalmente !!! Dopo essere faticosamente sopravvissuto alla stagione calda ed aver effettuato varie catture di predatori come black bass , persici reali , lucci , trote in acque correnti , cavedani e lucioperca , finalmente è arrivato il freddo , quello vero , fatto di prati bianchi di brina ghiacciata e di spiagge deserte , di passanti della canna incrostati di ghiaccio e di solitudine .
Non rinnego certo le svariate catture tipiche della bella stagione , amante come sono dello spinning a 360°, tuttavia ( chi ha letto i miei articoli fino dagli anni ’80 lo sa bene ) , esiste un solo predatore  in grado di trasmettermi emozioni intense ed uniche e si chiama Trota Lacustre . Questo superbo predone ai vertici della catena alimentare dell’ecosistema in cui vive , presuppone la pratica di uno spinning estremamente tecnico fatto di sacrificio e di conoscenza non comuni ; la catalogazione di tutte le catture avvenute nei decenni nei quali mi sono dedicato a questa meravigliosa tecnica , mi ha aiutato non poco a cercare di capire il più possibile del comportamento e delle abitudini di questo fantastico pesce . Personalmente pongo la Lacustre , ancor più del luccio , al vertice dell’ecosistema-lago in quanto nell’arco di più di un trentennio di pratica di tale pesca , ho avuto modo di assistere ad episodi di predazione da parte di grossi esemplari di Lacustre che per “ferocia” e “cattiveria” non hanno nulla da invidiare al re delle acque dolci . Un grosso esemplare di questo pregiato salmonide che sia attivo in modalità predatoria infatti , non pone termine alla sua finestra di attività fino all’esaurimento del pesce-foraggio disponibile : ho catturato Lacustri che prima di essere liberate rigurgitavano manciate di alborelle e , nonostante ciò , non  disdegnavano un indifeso minnow ben presentato !
Per tornare ad aspetti più pratici e meno nozionistici , grande è stata quest’anno l’attesa che mi ha separato dalla fatidica data di apertura della pesca alla Trota Lacustre ; sul Verbano ed in genere nelle acque dove vige la Convenzione Italo-Elvetica , tale data è fissata per il giorno venti dicembre ed è questo un appuntamento per me assolutamente irrinunciabile . I primi giorni sono caratterizzati da un grande “traffico” di barche che insidiano questo salmonide con l’antica tecnica della Molagna o Trotiera ; in genere evito di affollare le sponde del Maggiore in questi primi giorni per riservarmi le uscite nei giorni successivi , quando l’euforia dell’apertura si è placata e le rive ritornano ad essere deserte e silenziose . “Conditio sine qua non” infatti per avere speranze di successo in questo tipo di spinning dalla riva è senza dubbio un approccio silenzioso e circospetto ;Col freddo intenso mi copro bene bene, unisco scarponi che tengono l' acqua, mi bardo il viso con una generosa sciarpa e la "caciola" (berretto di lana) e parto in caccia dell' argentea trota dei miei sogni sopra sopra moli e spiagge deserte.
 In pieno inverno  non è inusuale trovare il nostro avversario nell’immediato sotto sponda nelle spiagge a media granulometria che digradano dolcemente verso i fondali più marcati . E’ buona norma quindi effettuare  i primi lanci parallelamente alla riva per poi coprire a raggiera un perfetto angolo piatto . Spesso i grossi esemplari della specie ispezionano sornioni i bassi fondali vicino alla costa dove talvolta trovano i piccoli pesci di cui si nutrono , insieme ai gamberi sempre più presenti nelle acque dei nostri laghi prealpini . Con simili premesse , e fedele ad un comportamento ormai consolidato negli anni , affronto le mie prime uscite a Lacustri verso la fine dell’anno approfittando delle festività natalizie . Anche il 2016 non ha fatto eccezione e così , armato della mia fedele Inova Rapture da mt. 2,40 ad azione H , mi sono recato sulle rive ghiacciate del Verbano in cerca di emozioni.
In inverno infatti , grazie al rimescolamento degli strati d’acqua ( epilimnio – metalimnio o termoclino -- ipolimnio ) ,  nel primo strato che coincide con la superficie del bacino l’acqua risulta più fredda e maggiormente ricca di ossigeno disciolto grazie all’azione del moto ondoso che rende le trote  più attive rispetto ad una giornata con assenza totale di brezze periodiche . Ovviamente è proprio in questo strato superficiale che andranno ricercati i salmonidi che troveremo li sino alla primavera quando l’azione riscaldante del sole le farà nuovamente sprofondare negli abissi lacustri dove trascorreranno tutta la stagione calda . . le prime tre uscite , complice anche un clima particolarmente mite , mi hanno regalato solo qualche grosso cavedano lacustre
.I golosi ciprinidi non hanno  resistito ai miei artificiali (specialmente lipples cioè senza paletta ma anche altri artificiali)  recuperati lentamente appena sotto il pelo dell’acqua. E’ questo il momento ideale per impiegare i miei amati minnow, lipless , minnow o comunque artificiali che esplicano la loro azione ottimale dalla superficie ad un massimo di 70/80 cm sotto di essa ;
posso assicurare che ferrare una grossa lacustre magari a 30/40 metri di distanza che ha aggredito ferocemente un lipless è un’esperienza che ogni spinningofilo almeno una volta nella vita deve assolutamente provare ! Finalmente le previsioni meteorologiche consultate sul web mi confermano un fronte freddo avanzare nella parte occidentale del nord Italia e quindi , con rinnovata ed incrollabile determinazione , decido per un’uscita ; scelgo una porzione di litorale a spiaggia con fondale basso per circa una decina di metri da riva ed un notevole salto di profondità oltre il gradino . Purtroppo , anche se il freddo è pungente e le rive sono imbiancate dalla brina mattutina , noto una totale assenza di vento che unita all’estrema limpidezza dell’acqua , rendono la situazione ancora più complessa e mi obbligano ad un avvicinamento modello “marines”.
Decido di iniziare con un Dexter Rapture che , con i suoi ventotto grammi di peso , mi consente lanci da record ma al contempo mi costringe ad alzare di molto la vetta della canna durante gli ultimi metri di recupero , pena l’inevitabile incaglio sulle rocce del fondo.  Perlustro così la prima spiaggia senza registrare alcunché ; mi sento un po’ “arrugginito” visto che è dal febbraio precedente che non catturo una Lacustre in lago  ( ne ho prese in risalita sul Toce in settembre , ma questa è un’altra storia ) , e la voglia di percepire l’inconfondibile attacco da parte del salmonide è tanta . Mi sposto in una spiaggia che rimane completamente in ombra da novembre a febbraio e dove , negli anni , ho conseguito svariate catture di Lacustri

; il freddo intenso degli ultimi giorni ha contribuito ad imbiancare la sabbia ed una nebbia densa sale dalla superficie dell’acqua che risulta più calda della temperatura esterna . Sono costretto ad ungere i passanti della canna con grasso di foca per limitare le concrezioni di ghiaccio che si formano ad ogni lancio ;
ripeto questa operazione ogni ora circa . Decido di cambiare artificiale e opto per lo Slash Stick di Rapture di colore giallo ; questo lipless mi consente lanci abbastanza lunghi senza avere il peso rilevante del Dexter e risulta l’artificiale ottimale per questa spiaggia a basso fondale.
 Inizio a perlustrare lo spot con lanci paralleli alla riva dove però non registro alcunché ; man mano che i miei lanci convergono verso il centro lago ne aumento anche la gittata raggiungendo circa i trenta metri dalla riva . L’azione del lipless imita alla perfezione il movimento incerto di un pesciolino ferito che cerca di raggiungere il riparo del sotto riva e , di tanto in tanto , una leggera jerkata impressa con il vettino della canna lo fa spanciare creando bagliori di luce invitanti . Dopo diversi lanci effettuati a coprire completamente lo spot e agevolato dalla superficie dell’acqua perfettamente piatta,  scorgo con la coda dell’occhio sulla mia destra a circa venti metri da riva un impercettibile cerchio sull’acqua che tradisce la presenza di un pesce in superficie intento a ghermire qualche raro insetto : immediatamente recupero con frenesia e rilancio il mio artificiale in zona . Ho soltanto il tempo di effettuare un paio di giri di manovella del mulinello che avverto una botta secca e violenta in canna alla quale rispondo con una fulminea e robusta ferrata : la mia Inova si incurva e rivivo nuovamente quella fantastica sensazione che solo questo pesce è in grado di trasmettermi . Attraverso l’acqua trasparente scorgo la sagoma argentea del salmonide che cerca disperatamente di liberarsi dall’inganno e subito dopo sono costretto ad allentare la frizione micrometrica del mulinello per meglio assecondare le fughe disperate del pesce . Fortunatamente lo spot non presenta ostacoli naturali che potrebbero servire da riparo per il salmonide anche se la sua strenua difesa potrebbe lacerargli l’apparato boccale facendogli riguadagnare la libertà ( è successo più di una volta ! ) .
Mi tranquillizzo vedendo che l’ancoretta di coda dell’artificiale ha fatto salda presa sia sulla parte superiore che in quella inferiore “cucendo” di fatto la bocca . Il combattimento volge al termine e finalmente riesco a spiaggiare il mio pesce che stremato si lascia trascinare sul bagnasciuga ; si tratta di un maschio di Lacustre geneticamente puro che ora mi mostra tutta la sua superba bellezza . Mi bagno le mani , scatto qualche veloce foto a testimonianza della cattura , riossigeno il pesce con movimenti ritmici in acqua e lo libero di nuovo nel suo ambiente naturale . L’impalpabile polvere d’argento che mi rimane sulle mani certifica inequivocabilmente che il fantasma del lago ha voluto concedersi ancora una volta per farsi ammirare ! Soddisfatto per la cattura mi rifugio al caldo dell’auto per sorseggiare dal thermos una buona tazza di the caldo . Dopo aver smaltito l’adrenalina della cattura , decido di spostarmi di alcuni chilometri per ispezionare altri spot ; la giornata serena mi complica non poco la scelta e devo giocoforza ripiegare in luoghi in ombra o aspettare che il sole nel suo arco eclissi dietro le montagne .
Convengo che quest’ultima sia l’ipotesi più plausibile e quindi cerco di impiegare il tempo cambiando qualche ancorina agli artificiali e riscaldandomi un po’ in macchina . Finalmente , verso le ore sedici , il sole sparisce dietro i monti ed io sono pronto ad affrontare una lunga spiaggia che ora si presenta fredda e in penombra : la situazione ottimale . Qui il fondale precipita subito dopo pochi metri e quindi decido di ritornare ad usare il mio Dexter che con i suoi ventotto grammi mi consente lanci lunghissimi e precisi ; nel frattempo si è alzata una leggera brezza gelida che mi “taglia” la faccia ma che mi agevola non poco nella ricerca della Lacustre che in queste condizioni risulta maggiormente attiva e ben disposta agli attacchi . Eseguo lanci da record pur con il vento che mi soffia contro ma la prima porzione di spiaggia non mi da alcun esito positivo ; percepisco che in queste condizioni ambientali la cattura non è un’utopia e quindi mi concentro maggiormente cercando di rendere la mia azione la più efficace possibile . Ormai la luce scarseggia e non mi rimangono molti lanci utili ; decido quindi di spostarmi di un centinaio di metri sulla mia destra fino a raggiungere una  altra parte di lago .
Ora il vento si è fatto più sostenuto e fatico non poco a gestire l’inevitabile filo in bando che si crea ad ogni lancio : più è grande la distanza e più è evidente la “pancia” del filo che , in caso di attacco da parte della trota , potrebbe farmi portare la ferrata in grave ritardo . In uno degli ultimi recuperi , a circa venti metri da me , finalmente percepisco il tanto sospirato attacco del predatore che subito , senza che io abbia il tempo di organizzare nulla , si esibisce in due salti spettacolari fuori dall’acqua , ferrandosi di fatto da sola . Mi sembra di aver visto che il pesce ha attaccato il lipless nella parte centrale e quindi è la prima ancora ad assicurare la presa ; ora l’acqua mossa non mi consente di vedere bene attraverso essa e quindi , non avendo assicurazione visiva sulla salda presa dell’armatura , affretto il più possibile le fasi del combattimento .
Nella quasi totale oscurità vedo il pesce compiere qualche salto sulla riva ghiacciata e finalmente posso assaporare il lato dolce della cattura : a pochi metri da me giace esausta la protagonista assoluta dei miei sogni alieutici ! Sua Maestà la Lacustre è venuta ancora una volta a farmi visita . Veloci foto ed un ultimo sguardo al “mio” lago porgono fine ad una giornata semplicemente fantastica ! Una giornata nella quale ben due bellissimi pesci hanno alimentato ancora di più la mia voglia di insidiare questo stupendo pesce che più di ogni altro è capace di farmi sognare ad occhi aperti. Grazie.

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