6.08.2017

EX ITTIOLOGO DELLA PROVINCIA DI AREZZO. PORCELOTTI Dottor STEFANO




Siamo di nuovo con  Porcellotti dottor Stefano , noto ittiologo ed autore dell’ unico sito scientifico( e che sito!!!!!) dedicato ai pesci e cioè http://www.ittiofauna.org  per parlare di pesci e annesse cose .
-         Dottore una domanda mi preme soprattutto per il fatto che spesso vengono crocefissati chi trattiene grossi esemplari di trote e lucci; Ma pesci eccessivamente grossi sono ancora prolifici? Non è che poi alla fin fine simili esemplari di trote e lucci siano più dannosi, magari alla stessa specie, che utili?
-          

-         Generalmente le trote "anziane" tendono a diventare sterili, specialmente in habitat poco favorevoli alla riproduzione come i nostri fiumi a regime torrentizio soggetti a frequenti piene con apporto di sedimenti fini in sospensione. Per i lucci la cosa è un poco diversa, in realtà si tratta di pesci molto longevi (il naturalista tedesco Brehm riporta di un esemplare dall'età stimata di circa 100 anni) di cui non possiamo stimare l'esatta età per poterli considerare "anziani". Oggettivamente la pratica "no kill" in tratti di fiume dedicati si dimostra nociva a lungo termine. Tutti i pesci predatori sono anche cannibali, specie in tratti del corso d'acqua dove la loro massiccia presenza ha già eliminato le altre specie di "peci foraggio", in questi casi gli esemplari più giovani diventano il "foraggio" del residenti dominanti di grossa taglia. In realtà si dovrebbe procedere a censimento delle popolazioni in modo da stabilire l'esatto "carico" di grossi esemplari compatibile con la capacità trofica del corso d'acqua. Una volta stabilito il numero di capi eccessivo i gestori potrebbero rilasciare i permessi di prelevare "capi trofeo" a pagamento ed impiegare il ricavato per incrementare la giusta gestione.


-Si vedono in giro 1000 livree di trota fario ma quali sono le uniche specie autoctone di codesta trota? E’ vero che anche Lei è una specie alloctona introdotta secoli fa oppure no?

Le molteplici livree di S. trutta sono strettamente correlate ai gusti ed alle scelte degli allevatori che forniscono il materiale da ripopolamento. In realtà vere trote mediterranee o adriatiche sopravvivono solo in pochi torrenti in Sardegna
, in Sicilia e in Sovenia Croazia e Dalmazia. Per il resto circa 150 anni di ripopolamenti con materiale di allevamento hanno "rimaneggiato" il pool genetico dei nostri Salmonidi realizzando un gran "guazzabuglio medioevale" di livree, forme e dadattamenti per cui si incontrano cose da pazzi! In poche parole nel nome della gestione a fini della pesca sportiva si è sacrificata la biodiversità dei nostri corsi d'acqua. Un poco come l'introduzione del fagiano nelle riserve di caccia che ha contribuito alla rarefazione della starna.






-Alcune associazoni del Nord introducono trote iridee pronto pesca di cui alcune grosse.; E’ ben evidente che qualcuna si salvi dalla mattanza e vada a cibarsi di piccoli pesci presenti come trotelline fario, scazzoni, vaironi  quindi le chiedo se ciò sarebbe bene non avvenisse. Anzi mi pare che una diretta europea imponga solo l’ introduzione di trote , allevate in incubatoi, di vallata.
Anzi, ti dirò di più, le direttive europee stabiliscono la proibizione di immetere in acque interne libere specie di provenienza alloctona, come nel caso del genere Oncorhynchus per i Salmonidi. Purtroppo alle nostre amministrazioni non frega niente della gestione delle acque, non ci sono controlli e praticamente ogniuna fa come gli pare, come dimostra la continua comparsa di specie "esotiche" nei nostri fiumi. Per questo sarebbe importante costituire una Associazione naziolale che si possa fare carico di dare una voce a chi, come noi, ha a cuore la difesa della biodiversità delle nostre acque interne.

L a quasi sparizione di piccoli pesci come alborelle, varioni, triotti ecc ecc a cosa è dovuta secondo Lei? Mi embra strano che essa sia dovuta solo all’ introduzione di specie allocotone (pesci e uccelli) visto che essa avviene anche dove so per certo (specie per i vaironi) che tali predatori non ci sono.
La domanda è complessa, complessa al punto che richiederebbe un capitolo a parte. Le cause possono essere molteplici e spesso interconnesse tra loro. Oltre ad episodi di inquinamento, per altro meno frequenti che in passato, e a riduzione dell'habitat dovuto a d interventi scillerati che portano a canalizzazione dei fiumi o torrenti con ulteriore perdida degli ecosistemi naturali.


Esistono poi competizioni alimentari tra specie italiche nel momento in cui diventano transfaunanti dal distretto padano-veneto e quello arbo- tiberino. In poche parole l'immissione di alborelle padane nei bacini artificiali ha portato alla scomparsa della rovella negli stessi bacini. Poi, non sappiamo (e nessuno indaga) su l'introduzione di conspecifici europei di specie autoctone determini la comparsa di malattie virali, dove la specie introdotta agisce come "portatrice sana" nei confronti delle specie congeneri presenti. Inoltre le continue introduzioni di specie predatrici e la pratica "no kill" satura i corsi d'acqua di gnamma-gmamma a scapito delle specie residenti che, giocoforza, non possono usufruire di semine di materiale allevato a suppoto. E poi, chi più ne ha, più ne metta.
E’plausibile che la Tinca come la Carpa sia stata introdotta anche Lei millenni fa dall’ Asia ?
-         No! Nemmeno per finta, durante gli scavi in Italia meridionale ho trovato lische di tinche mangiate dai maddaleniani.

-Quali sono le ibridazioni di specie autoctone che avvengano da sempre?
Di tutto e di più, se vuoi ti posso fornire le foto di ibridi vaironexrovella, S. squalusXA. arborella, ecc, ecc. Ma esiste un limite alla vitalità degli ibridi. In poche parole non sono competitivi rispetto alle specie parentali e quindi si estinguono naturalmente (anche su questo argomento si dovrebbe avere più spazio).


-Che percentuali di DDT vi deve essere in pesce e quanto di questi pesci (in Kg) deve essere consumato per essere dannoso? Le chiedo questo perché nel lago Maggiore la Convenzione Italo-Elvetica ne vieta il consumo. In provincia di VB vi è misura minima, periodo di divieto, obbligo di consegna ai centri di raccolta degli Agoni…..Lascio a Lei se ciò non è inconguente e le dico che , come è evidente, nessuno rispetta (compreso me e famiglia)  questo è non mi risulta morti o conseguenza dall’ ingerimento di tali carni di Agone. Non crede che questa cosa debba essere lasciata gestire dalle autorità sanitarie e non da leggi pesca?

Paese buffone! Il DDT è da anni vietato a livello internazionale, uso detenzione  e vendita! Poi, a livello sanitario, scusami ma ti giuro che sanno una emerita s**a, di quelle che sono gli equilibri delle popolazioni di specie ittiche delle acque interne!!!

-Il basso Po ma anche altri suoi affluenti sono pieni di sostanze “malefiche”; Anche qua non sarebbe bene vietarne la pesca professionale, oltre quella fatta dai bracconieri;?
Io credo fermamente che molti pescatori salvano la fauna ittica. Ogni pescatore sul fiume mi funge da spaventapasseri contro aironi, nitticore, cormorani, garzette, ecc. ecc. Anche con le "sostanze malefiche", molto più presenti nei corsi d'acqua prima delle leggi sulla depurazione delle acque, i pesi c'erano ed in buon numero. Poi "bracconieri", io non credo che rumenoi od albanesi siano in grado di pescare molti barbi o cavedani, loro pescano carassi, pesci gatto ed, occasionalmente, qualche carpa. Non mi creano danno e, tutto sommato, con la loro presenza mi spaventano gli ucellacci". Ad esempio, visto che il buco nell'ozono non c'è più, lo capite che le rane sono drasticamente in calo numerico perché aironi, nitticore e cicogne manciano prima loro e poi, a stomaco vuoto, passano ai pesci?




-Quali sono i lavori di un ittiologo?
Cercare di fare del proprio meglio per favorire la comprensione di una sana gestione delle acque interbe (si parla di ittiologi d'acqua dolce), e lottare per ottenere la salvaguardia dei nostri ecosistemi.
-Quanti ittiologi vi sono in Italia più o meno a suo sapere? Rispetto ad altri paesi del mondo occidentale come siamo messi?
Dividi tra ittiologi marini o di acqua dolce. Poi chiedi alla segreteria A.I.I.A.D. quanti sono gli iscritti come ittiolo di acqua dolce. Il mio amico Di Maio ti risponderà.
-Come si diventa ittiologo?
Ittilogi d'acqua dolce si nasce, non si diventa, Sembra una battuta ma in Italia non esistono corsi universitari per fare l'ittiologo di acqua dolce. Devi fare domanda all'Associazione e poi, in base ai tuoi lavori e curriculum, vieni accettato o meno. Si tratta di una selezione alquanto arbitraria.
-Nelle consulte di pesca quanto conta il parere di un ittiologo?
Praticamente zero. Prima conta l'appartenenza politica se conforme o meno con chi gestisce "de facto" il tutto (come tutto nel nostro paesello).
-Cosa proporebbe Lei per una migliore gestione delle acque e dei suoi abitanti?
Di questop ne possiamo parlare in segito e con calma. Ci sono tante cose buene e giuste da fare, ma, la domanda è: esiste una volontà politica di fare quello che andrebbe fatto?
-E’ una attività che da un buon reddito economico?
Manco pe' 'gnente! Non si lavora da liberi professionisti, si studiano le acque interne che, come d'uso, sono di proprietà statale, quindi ho hai le autorizzazioni o non lavori. Poi. che ridere, tolte le provincie comandano le regioni, quindi sto, niet, fine lavori.

-Se ha qualcosa da dire di sua iniziativa faccia pure….
Ne riparliamo in seguito ma, fondamentalmente, io vorrei che si istituisca una Associazione Nazionale per la difesa delle faune e degli ecosistemi d'Acqua Dolce. Come la LIPU per gli uccelli ed il WWF per i mammiferi. Una associazione in grado di dare una voce a livello nazionale a chi ama: "chiare fresce e dolci acque, ove le belle membra pose colei che sola a me par donna". Petrarca e Laura e, detto tra noi, ser Petracco eda d'Arezzo come me! Un caro saluto a tutti.


La ringrazio molto della sua pazienza.











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