1.17.2018

Il fantasma del Verbano (lago Maggiore)

Di Marco Altamura

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Nei giorni seguenti il venti dicembre , mi arrivavano notizie a mezzo Facebook che non erano del tutto rassicuranti : molti degli amici abitanti del piccolo paese sulle sponde piemontesi del lago Maggiore avevano onorato il fatidico giorno di apertura della pesca alla trota senza tuttavia conseguire catture di rilievo ; un solo equipaggio era riuscito a catturare ben quattro Lacustri di cui una superiore ai sette chilogrammi di peso . Per contro tante barche avevano fatto ritorno ai porti senza nemmeno aver avuto un attacco . In questa difficile tipologia di spinning però è sufficiente un  solo salmonide per riempirsi il cuore di emozioni indelebili che solo questo pesce sa dare . Pur non condividendo il metodo di approccio dalla barca con la trotiera o molagna ( antichissima tecnica che prevede l’uso di un grosso mulinello in legno dal quale si srotola la lenza con dieci o più artificiali che può inabissarsi per centinaia di metri alla ricerca del pregiato salmonide argenteo ) ;

Devo ammettere che avere successo con tale tecnica significa spesso la perfetta conoscenza delle batimetriche del lago e delle correnti , nonché la localizzazione dei luoghi di svernamento della minutaglia , cibo principale della Salmo Trutta Lacustris . Tutt’altra cosa è però lo spinning che amo praticare io , quello a piede asciutto ed in totale solitudine : davanti un’immensa distesa liquida senza nessun apparente punto di riferimento , la scelta del giusto artificiale ( uno solo !!! ) nel contesto delle condizioni atmosferiche più propizie e tanta , tanta e poi ancora tanta perseveranza perché il prossimo lancio potrebbe essere proprio quello giusto…. Spazio per eventuali errori : zero ! In quest’ottica ricercare Lacustri diventa una splendida avventura non priva di aspetti romantici fatti di uno spinning essenziale , quasi primitivo , che mette sullo stesso piano pescatore e preda . Ma rappresenta anche un probante esame tecnico-tattico che parte dal corretto avvicinamento allo spot per poi coinvolgere nozioni di tecnica pura riguardante nodi correttamente eseguiti ,  recuperi cadenzati , uso di minuterie di prima qualità e corrette presentazioni degli artificiali . I particolari che differenziano un buon lanciatore da uno mediocre sono tanti e , anche se rifare un nodo ogni trenta minuti di pesca rappresenta una scocciatura , lo è sicuramente di più perdere la Lacustre della vita a causa della pigrizia e peggio ancora dell’imperizia ; analizzare ogni singolo particolare riguardante l’attrezzatura ed i gesti da compiere in pesca è il primo passo per mettersi al riparo da sgradite sorprese . Tutta la componentistica deve essere al top perché gli attacchi ai nostri artificiali saranno così pochi da non potersi permettere errori di sorta ; ciononostante ogni anno si avranno buoni motivi per recriminare la perdita di qualche bel pesce . Al bando quindi l’approssimazione e la sbadataggine , nemici numero uno per il buon esito di un’uscita alla ricerca di questo splendido salmonide.  Sgombrato subito il campo da possibili dubbi sull’efficienza da elargire a piene mani quando si parla di pesca alla Lacustre , dedichiamoci ora agli aspetti più pratici di tale disciplina ; la mia breve vacanza natalizia sul lago Maggiore mi ha concesso di effettuare qualche uscita nel periodo appena susseguente la data di apertura della pesca : le prime uscite sono state caratterizzate da clima molto freddo con frequenti forti gelate notturne , cielo sereno ed una grande luminosità , tutte componenti non certo ottimali per realizzare catture . In simili condizioni ho relegato le mie ambizioni ai soli periodi dell’alba e del crepuscolo , quando cioè il sole non rischiara le porzioni di lago da me prese in considerazione ;
in quattro giornate di pesca ho registrato un solo avvistamento di Lacustre intenta a seguire svogliatamente il mio minnow senza la reale volontà di attaccarlo . Per il resto del tempo ho desistito in quanto le previsioni meteo del web mi davano tempo buono stabile con temperature molto basse ; ho approfittato per dare una ripassata alla mia attrezzatura prima fra tutte il mulinello ( Sharp 4000 Trabucco ) , pulito ed ingrassato a dovere ; poi la canna , la otto piedi Inova di Rapture che uso per questo particolare tipo di spinning molto impegnativo per tutta la combo

; puliti i passanti e messa abbondante paraffina sull’innesto ; infine gli artificiali , minnows lipless ed ondulanti di forma allungata :  per le lunghe distanze l’impareggiabile minnow lipless Dexter di Rapture che con i suoi 7,5 centimetri di lunghezza ed i suoi 28 grammi di peso fornisce ampie garanzie di raggiungere distanze proibitive , assai complicato con altre lures ; sempre nel campo dei lipless ma per distanze più contenute o per sondare i sotto riva , lo Slash Stick sempre di Rapture , lungo 9 centimetri per 16,5 grammi di peso . Nel campo degli spoons ottimo il Niji Spoon ( Rapture ) da 5,5 centimetri per 10 grammi di peso ; una manciata di artificiali selezionati per una sicura resa .


Finalmente per fine anno è previsto un fronte perturbato sul nord Italia con lievi piogge sulla zona dei laghi prealpini e temperature in leggero rialzo ; decido per un’uscita il primo giorno del nuovo anno e la scelta si rivela felice in quanto a condizioni atmosferiche , finalmente ottimali con scarsa luce , nebbiolina bassa sull’acqua e qualche goccia di pioggia di tanto in tanto . Il primo spot che decido di sondare è rappresentato da una lunga spiaggia sassosa di solito completamente in ombra già dalle prime ore del pomeriggio ; qui il fondale digrada dolcemente ed in passato ho realizzato catture di splendidi pesci anche di mole .
Dopo aver connesso al moschettone in acciaio inox il piccolo ondulante Niji , lo proietto prima parallelamente la riva e poi sempre più al largo con lanci a raggiera per coprire tutta la porzione di litorale a disposizione ; decido poi di cambiare artificiale per passare all’artiglieria pesante : minnow Dexter per lanci da record , prima paralleli al litorale e poi sempre più al largo . In uno di questi recuperi , ormai quasi al termine della spiaggia sassosa , vedo distintamente la sagoma familiare del lipless comparire ad una decina di metri dalla mia postazione;  l’acqua cristallina mi consente di distinguere bene i suoi sbandamenti laterali e la sua azione altamente attrattiva . Quando ormai considero il recupero quasi terminato , a circa tre metri dalla riva , dal nulla come un fantasma si materializza l’inconfondibile siluette slanciata di una grossa Lacustre che porta il suo fulmineo attacco aggredendo il minnow lateralmente : il tutto si svolge in un battito di ciglia e non mi da neppure il tempo di poter organizzare un minimo di strategia da adottare per portare a buon fine la cattura . Di tutti i possibili attacchi che una grossa trota può portare , questa volta mi è toccata la tipologia sicuramente peggiore ! Il poco filo fuori dal mulinello fa sì che il combattimento risulti molto cruento ed altrettanto spettacolare : il pesce si esibisce in un inferno di capriole a pelo d’acqua fino a quando , malauguratamente ma inesorabilmente , si slama e riguadagna la libertà . La sensazione seguente è quella di una sconfitta totale perché se è vero che queste cose possono capitare ( mi è capitato altre volte ) , è altrettanto vero che un pesce da circa ottanta centimetri di lunghezza non capita tutti i giorni . Tra me e me penso che il nuovo anno non è iniziato bene . Mi siedo su un sasso e cerco di mettere razionalità nei miei pensieri : a bocce ferme riconosco che le probabilità di cattura di quella trota erano in effetti ridotte al lumicino ; senza aver portato di fatto la ferrata e con così poca azione ammortizzante del sistema monofilo-canna , sarebbe stato un mezzo miracolo se si fosse concluso il tutto con un successo ; ma si sa , un conto è la razionalità , un altro il fattore emozionale . Mi divide circa un chilometro da dove è posteggiata l’auto e , anche se il primo istinto sarebbe quello di tornarsene a casa , affronto il tratto di strada madido di sudore e decido di continuare a pescare . Con quale forza non lo so!  In macchina prendo una tazza di the caldo dal thermos e cerco di non pensare a quello che è appena accaduto . Mi sposto con l’auto verso un altro spot a me molto caro e cerco di concentrarmi per raggiungere di nuovo il cento percento dell’efficienza ; finalmente prevale la voglia di rivalsa sulla delusione e così torno a lanciare il mio minnow con rinnovata fiducia . La spiaggia in questione è più corta della precedente ma presenta alcuni punti molto interessanti caratterizzati da grande profondità a pochi metri dalla riva ; continuo con il Dexter anche perché , nel frattempo , è salito un po’ di vento che richiede artificiali di buon peso per realizzare lanci apprezzabili . Sono le sedici e quest’ultima ora di luce può rivelarsi risolutiva in termini di nuove catture ; anche questo spot è per gran parte della giornata in ombra e qua e la resistono ancora parti innevate dalle nevicate di due settimane orsono . La luce è sempre più fioca ed esistono le condizioni ottimali  per indurre  una Lacustre ad attaccare : mai come adesso l’argento dei fianchi del mio minnow risaltano nell’acqua scura e mi attendo da un momento all’altro il tanto sospirato attacco . Infinite volte ho vissuto questa particolare situazione e la percentuale di successo è stata molto alta ; forte della benevolenza anche del calcolo delle probabilità mi impegno al massimo nella ricerca spasmodica di un pesce che possa almeno assopire la sensazione di sconfitta che non vuole abbandonarmi . Con il vento è di fondamentale importanza un recupero effettuato con il filo esattamente perpendicolare alla direzione di quest’ultimo : solo così infatti è possibile non creare la cosiddetta “ pancia “ del monofilo che fa perdere contatto con l’artificiale e , potenzialmente , crea grossi problemi di percezione degli attacchi portati dal pesce. Sfrutto gli ultimi minuti di luce con un lancio in diagonale per seguire la direzione del vento e , finalmente , giunto circa a metà recupero , percepisco la violenta frustata in canna della Lacustre che di cui vedo distintamente i fianchi argentei mentre cerca di divincolarsi dalla salda presa dell’inganno . Allento la frizione del mio Sharp per concedere un po’ di monofilo , anche se capisco che il pesce non è di grande mole ; fin quando questi salmonidi non sono all’asciutto non si è mai sicuri di averla vinta e così forzo il recupero e riesco in breve tempo a spiaggiare il pesce . Si tratta di un’esemplare di circa un chilogrammo di peso con dorso blu petrolio e fianchi argentei , metallici , che risaltano ancor di più nella semi oscurità ; sono costretto a fare le foto di rito con l’ausilio del flash e , dopo aver liberato il “ fantasma del lago “ dall’ancora di pancia del Dexter , la riossigeno nell’acqua gelida e la vedo scomparire nelle acque buie del lago .

Ora posso dire di essere in pace con me stesso e finalmente quella sgradevole sensazione di frustrazione sta per svanire . Tutte le volte che perdo un pesce importante mi succede così , fino alla prossima cattura che , evidentemente , è assaporata e gustata al duecento percento . La rivalsa , quella vera , è solo rimandata perché io ho la certezza che in qualche angolo del “ mio “ lago si nasconde quel pesce meraviglioso che tanto rincorro e che , forse , a breve catturerò ancora una volta . Questa sorta di compensazione la raggiungo appieno solamente quando riesco a catturare una Lacustre di pari grossezza di quella che si è fatta beffe di me . La sfida è rilanciata !



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