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Nei giorni seguenti il venti dicembre , mi arrivavano notizie
a mezzo Facebook che non erano del tutto rassicuranti : molti degli amici
abitanti del piccolo paese sulle sponde piemontesi del lago Maggiore avevano
onorato il fatidico giorno di apertura della pesca alla trota senza tuttavia
conseguire catture di rilievo ; un solo equipaggio era riuscito a catturare ben
quattro Lacustri di cui una superiore ai sette chilogrammi di peso . Per contro
tante barche avevano fatto ritorno ai porti senza nemmeno aver avuto un attacco
. In questa difficile tipologia di spinning però è sufficiente un solo salmonide per riempirsi il cuore di
emozioni indelebili che solo questo pesce sa dare . Pur non condividendo il
metodo di approccio dalla barca con la trotiera o molagna ( antichissima
tecnica che prevede l’uso di un grosso mulinello in legno dal quale si srotola
la lenza con dieci o più artificiali che può inabissarsi per centinaia di metri
alla ricerca del pregiato salmonide argenteo ) ;
Devo ammettere che avere
successo con tale tecnica significa spesso la perfetta conoscenza delle
batimetriche del lago e delle correnti , nonché la localizzazione dei luoghi di
svernamento della minutaglia , cibo principale della Salmo Trutta Lacustris . Tutt’altra
cosa è però lo spinning che amo praticare io , quello a piede asciutto ed in
totale solitudine : davanti un’immensa distesa liquida senza nessun apparente
punto di riferimento , la scelta del giusto artificiale ( uno solo !!! ) nel
contesto delle condizioni atmosferiche più propizie e tanta , tanta e poi
ancora tanta perseveranza perché il prossimo lancio potrebbe essere proprio
quello giusto…. Spazio per eventuali errori : zero ! In quest’ottica ricercare
Lacustri diventa una splendida avventura non priva di aspetti romantici fatti
di uno spinning essenziale , quasi primitivo , che mette sullo stesso piano
pescatore e preda . Ma rappresenta anche un probante esame tecnico-tattico che
parte dal corretto avvicinamento allo spot per poi coinvolgere nozioni di
tecnica pura riguardante nodi correttamente eseguiti , recuperi cadenzati , uso di minuterie di
prima qualità e corrette presentazioni degli artificiali . I particolari che
differenziano un buon lanciatore da uno mediocre sono tanti e , anche se rifare
un nodo ogni trenta minuti di pesca rappresenta una scocciatura , lo è
sicuramente di più perdere la Lacustre della vita a causa della pigrizia e
peggio ancora dell’imperizia ; analizzare ogni singolo particolare riguardante
l’attrezzatura ed i gesti da compiere in pesca è il primo passo per mettersi al
riparo da sgradite sorprese . Tutta la componentistica deve essere al top
perché gli attacchi ai nostri artificiali saranno così pochi da non potersi
permettere errori di sorta ; ciononostante ogni anno si avranno buoni motivi
per recriminare la perdita di qualche bel pesce . Al bando quindi
l’approssimazione e la sbadataggine , nemici numero uno per il buon esito di
un’uscita alla ricerca di questo splendido salmonide. Sgombrato subito il campo da possibili dubbi
sull’efficienza da elargire a piene mani quando si parla di pesca alla Lacustre
, dedichiamoci ora agli aspetti più pratici di tale disciplina ; la mia breve
vacanza natalizia sul lago Maggiore mi ha concesso di effettuare qualche uscita
nel periodo appena susseguente la data di apertura della pesca : le prime
uscite sono state caratterizzate da clima molto freddo con frequenti forti
gelate notturne , cielo sereno ed una grande luminosità , tutte componenti non
certo ottimali per realizzare catture . In simili condizioni ho relegato le mie
ambizioni ai soli periodi dell’alba e del crepuscolo , quando cioè il sole non
rischiara le porzioni di lago da me prese in considerazione ;
in quattro
giornate di pesca ho registrato un solo avvistamento di Lacustre intenta a
seguire svogliatamente il mio minnow senza la reale volontà di attaccarlo . Per
il resto del tempo ho desistito in quanto le previsioni meteo del web mi davano
tempo buono stabile con temperature molto basse ; ho approfittato per dare una
ripassata alla mia attrezzatura prima fra tutte il mulinello ( Sharp 4000
Trabucco ) , pulito ed ingrassato a dovere ; poi la canna , la otto piedi Inova
di Rapture che uso per questo particolare tipo di spinning molto impegnativo
per tutta la combo
; puliti i passanti e messa abbondante paraffina
sull’innesto ; infine gli artificiali , minnows lipless ed ondulanti di forma
allungata : per le lunghe distanze
l’impareggiabile minnow lipless Dexter di Rapture che con i suoi 7,5 centimetri
di lunghezza ed i suoi 28 grammi di peso fornisce ampie garanzie di raggiungere
distanze proibitive , assai complicato con altre lures ; sempre nel campo dei
lipless ma per distanze più contenute o per sondare i sotto riva , lo Slash
Stick sempre di Rapture , lungo 9 centimetri per 16,5 grammi di peso . Nel
campo degli spoons ottimo il Niji Spoon ( Rapture ) da 5,5 centimetri per 10
grammi di peso ; una manciata di artificiali selezionati per una sicura resa .
Finalmente per fine anno è previsto un fronte perturbato sul nord Italia con
lievi piogge sulla zona dei laghi prealpini e temperature in leggero rialzo ;
decido per un’uscita il primo giorno del nuovo anno e la scelta si rivela
felice in quanto a condizioni atmosferiche , finalmente ottimali con scarsa
luce , nebbiolina bassa sull’acqua e qualche goccia di pioggia di tanto in
tanto . Il primo spot che decido di sondare è rappresentato da una lunga
spiaggia sassosa di solito completamente in ombra già dalle prime ore del
pomeriggio ; qui il fondale digrada dolcemente ed in passato ho realizzato
catture di splendidi pesci anche di mole .
Dopo aver connesso al moschettone in
acciaio inox il piccolo ondulante Niji , lo proietto prima parallelamente la
riva e poi sempre più al largo con lanci a raggiera per coprire tutta la
porzione di litorale a disposizione ; decido poi di cambiare artificiale per
passare all’artiglieria pesante : minnow Dexter per lanci da record , prima
paralleli al litorale e poi sempre più al largo . In uno di questi recuperi ,
ormai quasi al termine della spiaggia sassosa , vedo distintamente la sagoma
familiare del lipless comparire ad una decina di metri dalla mia
postazione; l’acqua cristallina mi
consente di distinguere bene i suoi sbandamenti laterali e la sua azione
altamente attrattiva . Quando ormai considero il recupero quasi terminato , a
circa tre metri dalla riva , dal nulla come un fantasma si materializza
l’inconfondibile siluette slanciata di una grossa Lacustre che porta il suo
fulmineo attacco aggredendo il minnow lateralmente : il tutto si svolge in un
battito di ciglia e non mi da neppure il tempo di poter organizzare un minimo
di strategia da adottare per portare a buon fine la cattura . Di tutti i
possibili attacchi che una grossa trota può portare , questa volta mi è toccata
la tipologia sicuramente peggiore ! Il poco filo fuori dal mulinello fa sì che
il combattimento risulti molto cruento ed altrettanto spettacolare : il pesce
si esibisce in un inferno di capriole a pelo d’acqua fino a quando , malauguratamente
ma inesorabilmente , si slama e riguadagna la libertà . La sensazione seguente
è quella di una sconfitta totale perché se è vero che queste cose possono
capitare ( mi è capitato altre volte ) , è altrettanto vero che un pesce da
circa ottanta centimetri di lunghezza non capita tutti i giorni . Tra me e me
penso che il nuovo anno non è iniziato bene . Mi siedo su un sasso e cerco di
mettere razionalità nei miei pensieri : a bocce ferme riconosco che le
probabilità di cattura di quella trota erano in effetti ridotte al lumicino ; senza
aver portato di fatto la ferrata e con così poca azione ammortizzante del
sistema monofilo-canna , sarebbe stato un mezzo miracolo se si fosse concluso
il tutto con un successo ; ma si sa , un conto è la razionalità , un altro il
fattore emozionale . Mi divide circa un chilometro da dove è posteggiata l’auto
e , anche se il primo istinto sarebbe quello di tornarsene a casa , affronto il
tratto di strada madido di sudore e decido di continuare a pescare . Con quale
forza non lo so! In macchina prendo una
tazza di the caldo dal thermos e cerco di non pensare a quello che è appena
accaduto . Mi sposto con l’auto verso un altro spot a me molto caro e cerco di
concentrarmi per raggiungere di nuovo il cento percento dell’efficienza ;
finalmente prevale la voglia di rivalsa sulla delusione e così torno a lanciare
il mio minnow con rinnovata fiducia . La spiaggia in questione è più corta
della precedente ma presenta alcuni punti molto interessanti caratterizzati da
grande profondità a pochi metri dalla riva ; continuo con il Dexter anche
perché , nel frattempo , è salito un po’ di vento che richiede artificiali di
buon peso per realizzare lanci apprezzabili . Sono le sedici e quest’ultima ora
di luce può rivelarsi risolutiva in termini di nuove catture ; anche questo
spot è per gran parte della giornata in ombra e qua e la resistono ancora parti
innevate dalle nevicate di due settimane orsono . La luce è sempre più fioca ed
esistono le condizioni ottimali per
indurre una Lacustre ad attaccare : mai
come adesso l’argento dei fianchi del mio minnow risaltano nell’acqua scura e
mi attendo da un momento all’altro il tanto sospirato attacco . Infinite volte
ho vissuto questa particolare situazione e la percentuale di successo è stata
molto alta ; forte della benevolenza anche del calcolo delle probabilità mi
impegno al massimo nella ricerca spasmodica di un pesce che possa almeno
assopire la sensazione di sconfitta che non vuole abbandonarmi . Con il vento è
di fondamentale importanza un recupero effettuato con il filo esattamente
perpendicolare alla direzione di quest’ultimo : solo così infatti è possibile
non creare la cosiddetta “ pancia “ del monofilo che fa perdere contatto con
l’artificiale e , potenzialmente , crea grossi problemi di percezione degli
attacchi portati dal pesce. Sfrutto gli ultimi minuti di luce con un lancio in
diagonale per seguire la direzione del vento e , finalmente , giunto circa a
metà recupero , percepisco la violenta frustata in canna della Lacustre che di
cui vedo distintamente i fianchi argentei mentre cerca di divincolarsi dalla
salda presa dell’inganno . Allento la frizione del mio Sharp per concedere un
po’ di monofilo , anche se capisco che il pesce non è di grande mole ; fin
quando questi salmonidi non sono all’asciutto non si è mai sicuri di averla
vinta e così forzo il recupero e riesco in breve tempo a spiaggiare il pesce . Si
tratta di un’esemplare di circa un chilogrammo di peso con dorso blu petrolio e
fianchi argentei , metallici , che risaltano ancor di più nella semi oscurità ;
sono costretto a fare le foto di rito con l’ausilio del flash e , dopo aver
liberato il “ fantasma del lago “ dall’ancora di pancia del Dexter , la
riossigeno nell’acqua gelida e la vedo scomparire nelle acque buie del lago .
Ora posso dire di essere in pace con me stesso e finalmente quella sgradevole
sensazione di frustrazione sta per svanire . Tutte le volte che perdo un pesce
importante mi succede così , fino alla prossima cattura che , evidentemente , è
assaporata e gustata al duecento percento . La rivalsa , quella vera , è solo
rimandata perché io ho la certezza che in qualche angolo del “ mio “ lago si
nasconde quel pesce meraviglioso che tanto rincorro e che , forse , a breve
catturerò ancora una volta . Questa sorta di compensazione la raggiungo appieno
solamente quando riesco a catturare una Lacustre di pari grossezza di quella
che si è fatta beffe di me . La sfida è rilanciata !
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