Sito sulla pesca in tutte le sue problematiche oltre naturalmente tecnica
4.23.2016
Pesca No Kill assoluta?....pensiamoci sù
Da un molto tempo sento sempre più
montare, sulle riviste cartacee e nelle discussioni online, una sorta di
fanatismo del No Kill con anche qualche “tentativo di cavalcare
l’onda” da parti di giornalisti di pesca di cui ho fatto parte
dal 2000 al 2008 scrivendo per le riviste della fallita editoriale Olimpia e
precisamente per PESCARE ed il peccatore, Ops il Pescatore con anche 50-60
pagine ingombro che coi 2000-2500 euro che incassavo mi sostenevano le spese
di pesca non intaccando sul bilancio famigliare basato sullo stipendio di 2 operai. Sembra che pescare No
Kill con amo singolo e senza ardiglione sia rispettare il pesce ma
soprattutto diventi il mezzo principale per salvare la pesca nei futuri anni.
Per rispettare il pesce BASTA NON ANDARE A PESCA!!! Lo facciamo, ci piace
amen… ma non tiriamo fuori alibi per tacitare la nostra parte ecologica. Personalmente
faccio Kill sulle trote e sui persici reali di buone dimensioni (le iridee
tutte!!) e rilascio altri pesci anche se 2 anni fa i vicini mi hanno talmente
rotto le scatole di fare una mangiata di pesce di acqua dolce che ho
trattenuto dei barbi e dei cavedani presi nei 2 giorni precedenti
. Intanto nei movimenti ambientalisti del
nord Europa stà prendendo piede la filosofia che si vada a pesca per mangiare
il pesce e non per bucarlo, stressarlo ecc ecc e poi liberarlo per magari
riprenderlo.
Nel mondo succedono cose che pensare ad attuare SOLO queste pratiche mi
sembra come dare una aspirina ad un malato di raffreddore e allo stesso tempo
di tumore senza pensare a questa ultima malattia.
Vi porto solo alcuni esempi che sono minima parte di ciò accade nel mondo e
che sono la causa del declino ittico oltre che ambientale della terra: in Siberia per
più di 30 anni, l'acqua è stata deviata dal Amu-Darya e dai fiumi
di Syr-Darya che alimentano l’Aral, per irrigare
milioni di acri di terra per produzione del riso e del cotone in Asia
centrale.
Ciò ha causato una perdita più di più del 60% dell'acqua del lago.
Il lago ha ristretto oltre da 65.000 chilometri quadrati a meno della metà di
quella grossezza.
La concentrazione nel sale del lago è aumentato da 10% a più di 23%,
contribuendo alla devastazione di un'industria della pesca una volta
prospera. Il clima locale secondo come riferito è cambiato, con le estati più
calde e più asciutte ed inverni più freddi e più lunghi. Mentre l'acqua si è
ritirata, il terreno salato è rimasto sulla base esposta del lago.
Le tempeste della polvere sono scoppiate annualmente a 75.000 tonnellate di
questo terreno esposto, disperdendo le relativi particelle del sale e residui
dell'antiparassitario.
Questo inquinamento atmosferico ha causato malanni nutrizionali e respiratori
diffusi ed i rendimenti del raccolto sono risultati diminuiti dalla salinità
aggiunta, anche in alcuni degli stessi campi irrigati con acqua deviata. Fino
ai tardi anni 60, più di 3.000 pescatori hanno pescato nelle acque ricche
intorno a Muynak, catturando e lavorando circa 22 specie
commerciali differenti di pesci, compreso la carpa, l'abramide, il
luccio-perca, il triotto, il barbo e una varietà locale di storione.
Oggi, ci sono nient'altro che 250 pescatori nell'intero distretto intorno a Muynak.
Le dighe nel mondo (oltre 45mila di cui 40 alte oltre 150 metri) sono
indispensabili, anche se i benefici che portano, accanto ai problemi di
sicurezza, hanno un rovescio della medaglia: l'impatto sull'ambiente e sulle
popolazioni. Tanto che gli ambientalisti denunciano che la costruzione di
molte di esse ha determinato distruzione di ecosistemi, siti archeologici e
naturalistici, diffusione di malattie.
Giganteschi progetti di dighe in Cina, in India o
in Turchia mettono in crisi interi ecosistemi e acuiscono la
già difficile situazione politica. Anche in Svizzera in
passato si è combattuto per grandi progetti di questo tipo (Greintal, Urserental).
Le dighe costruite in Cina lungo il Mekong sarebbero
la causa delle improvvise oscillazioni della portata del fiume registrate in
tempi recenti.
A sostenerlo sono le analisi effettuate dalla Commissione intergovernativa
per il fiume Mekong (Mrc), un organismo
internazionale cui la Cina ha rifiutato di aderire, che ha
inviato una richiesta formale al governo cinese per avere spiegazioni
riguardo l'attività delle dighe.
Il fiume Mekong è lungo circa 4500 chilometri ed è di vitale
importanza per i paesi dell'Asia sud-orientale, come Cambogia, Tailandia e Laos,
in quanto fornisce una enorme riserva di pesce e di acqua per l'irrigazione
delle terre coltivate vi sono progetti per ben 11 dighe,.
Durante la stagione dei monsoni il Mekong, in passato, inondava
gran parte delle terre e questo arricchiva la fertilità del suolo e favoriva
la riproduzione di molte specie di pesci.
Secondo le statistiche effettuate dall'Mrc a partire dal 1993, in
concomitanza con la costruzione della prima diga di Manwan in Cina,
il Mekong ha cominciato a diminuire la portata delle acque.
Successivamente nel 2003 la situazione si è ulteriormente aggravata con la
costruzione della seconda diga cinese di Dachaosan.
"Anche quest'anno la pesca nel fiume è stata estremamente povera",
ha detto al settimanale New Scientist Eric Baran, il portavoce
del centro di ricerca internazionale Worldfish.
Le modificazioni che l'uomo sta introducendo nell'ambiente hanno ormai da
tempo superato la soglia dell'irreversibilità. Si calcola che ogni anno
vengano immesse nella biosfera 250.000.000 di tonnellate di prodotti organici
di sintesi, tra cui 2.000.000 di tonnellate di pesticidi, categoria in cui si
concentrano le sostanze più tossiche e persistenti.
Tra il 1980 e il 1985 i consumi di pesticidi sono incrementati del 19,5% e
sono in continuo aumento.
Ed ai disastri ecologici causati dall’affondamento di petroliere non ci
pensiamo?
Le diminuzioni nell'ozono totale sono state di maggior entità negli
anni Ottanta rispetto agli anni Sessanta o Settanta, con perdite nello
spessore di ozono del 50% o anche più nel settembre 1987 sopra un'area avente
all'incirca la dimensione del continente antartico.
L'impoverimento do ozono nell'emisfero sud durante le primavera del 1989 ha
eguagliato il buco dell'ozono record del 1987. Dall'inizio dell'agosto 1989
il contenuto di ozono totale è andato diminuendo dell'1,5% circa al giorno
fino a raggiungere il 5 ottobre, un valore minimo del 45%.
La dimensione del buco di ozono e l'entità dell'impoverimento variano di in
anno in anno, a seconda della temperatura e del regime del vento polare. La
diminuzione maggiore si riscontra in condizioni di vortice polare
indisturbato (la forte circolazione atmosferica centrata sull'area polare) e
di temperature particolarmente fredde. Le perdite di ozono sono concentrate
nella stratosfera più bassa tra i 12 e i 25 km.
La diminuzione dell'ozono totale si arresta ai primi di ottobre, ma i bassi
valori residui persistono fini alla rottura finale del vortice polare in
novembre, quando viene introdotta da latitudini più temperate aria contenente
più ozono. Si ritiene che la temperatura media del pianeta sia aumentata di
circa 0,6°C dal 1861. Inoltre, sulla base delle tendenze attuali di emissione
dei gas serra, vi è la stima di un ulteriore aumento della temperatura
terrestre tra 1,4 e 5,8°C nel periodo fra il 1990 e il 2100.
Il conseguente cambiamento climatico comporterà delle implicazioni estremamente
significative a carico della salute dell’uomo e dell’integrità dell’ambiente.
Il clima infatti influenza fortemente l’agricoltura, la disponibilità delle
acque, la bio diversità, la richiesta dell’energia (ad esempio per il
riscaldamento o il raffreddamento) e la stessa economia.
Le foreste provvedono ad un habitat di vitale importanza per migliaia di
animali, uccelli, e piante che non si trovano in nessun'altro posto nel
Pianeta. In particolare , le foreste tropicali e le foreste temperate, è
dimostrato che sono la principale ricchezza di bio diversità.
Ma se si continua con questo ritmo queste ricche foreste scompariranno
velocemente dalla faccia della terra, sempre per mano degli umani. Ogni
secondo, ogni giorno, un pezzo di terra grande come un campo da calcio viene
depauperato e reso inaccessibile.
Questo vuol dire che 86.400 campi da calcio
o più di 31 milioni di campi da calcio ogni anno subiscono il disboscamento
per mano umana.
E se scompaiono le foreste, così scompariranno anche gli animali, gli
uccelli, e le piante che vi abitano - con drammatici cambiamenti di aspetto e
clima del Pianeta. Certamente tutti ci siamo accorti dei
cambiamenti climatici anche dell’ Italia con grossi periodi di siccità come
nel 2003 mentre nel 2002 si sono verificate grosse alluvioni.
Non si può dire “Noi facciamo qualcosa nel nostro piccolo! E
perciò attuiamo il No Kill ecc ecc” quando ognuno di Noi è
responsabile della politica dei governi avendolo votato Lui stesso!
Non si può dire ciò quando si usa l’auto sempre e per fare magari solo 2 km e la lavatrice è sempre accesa
oppure si lasciano accese inutilmente TV, PC ed altri elettrodomestici.
Non si può dire ciò quando ed acquistare prodotti inutili che comunque
alimentano industrie inquinanti.
Si abbia almeno il coraggio di ammettere davanti alla propria coscienza che
il No Kill è solo un modo e una maniera di tacitare la nostra coscienza e non
di arrivare, come in alcuni, ad insultare chi abbia voglia di mangiare
qualche cattura.
Il sottoscritto avrebbe potuto e potrebbe anche “cavalcare
l’onda” ed amicarsi l’opinione pubblica sostenendo il No Kill a
spada tratta ma non vuole violentare
il suo cervello e dice quello che pensa. Se vi sentite di farlo fatelo ma
non ci date dei criminali quando vedete la foto di uno che ha “Killato” un
pesce magari per una cena fra amici! Attenzione, non sto dicendo che sono
contro il No Kill, ci mancherebbe, o che praticarlo sia sbagliato, ma chi lo
pratica non condanni o dia tutte le colpe dell’impoverimento della fauna
ittica a chi non lo pratica, questo è il succo.
Certo ci vorrebbe almeno
costringere i pescatori (chi non lo fa NO licenza) ad un corso di pesca dove
illustrare bene i pesci (ho visto gente scambiare Black bass per persici
reali), impedire cementificazioni selvagge su dei riali e grossi torrenti
in asciutta per via di derivazioni ittiche.
Quanta portata massima avrà stò riale? Quanti soldi sono finiti nelle tasche di qualche politico e del costruttore edile?
illustrare le leggi,
Immettere come materia scolastica anche l ‘educazione di tutti i tipi
ovviamente, cercare di fare cambiare ciò in favore dei pesci ma quanti
pescatori lo vogliono? Chi sa cosa sono le consulte di pesca? Fare movimenti veramente ecologici, fare azioni
onlus per recuperi, semine, gestione di incubatoi, far cambiare la mentalità
dei maggiori dirigenti della FIPSAS e
tante altre cose e non solo criticare ed insultare.
Si possono fare commenti all' articolo ed anzi li gradirei basta che siano confronti fra persone civili.
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