7.06.2017

Trote lacustri e Persici reali a spinning nel lago Maggiore



Articolo e fotografie di Marco Altamura


E’ tardi , sono già passate le ore due della notte e continuo a rigirarmi nel letto senza riuscire a prendere sonno a causa del gran caldo che da circa due settimane attanaglia le regioni del nord Italia ; decido così , sveglio per sveglio , di preparare l’attrezzatura che il giorno dopo dovrò usare per praticare uno spinning leggero rivolto ai persici reali del lago Maggiore . Quest’anno il gran caldo accompagnato da un’afa insopportabile ha colpito il nostro Paese in anticipo e ora che siamo al ventuno di giugno l’estate bussa prepotentemente alla porta e mostra la parte peggiore di se : giornate caldissime con tassi di umidità dell’ottanta percento e con valori notturni sopra i venti gradi . Tutto ciò è tremendamente lontano dal mio concetto ideale di condizioni atmosferiche propizie alla pratica dello spinning , ma tant’è e mi ritrovo a far buon viso a cattiva sorte perché la passione , anche in queste condizioni proibitive , non da cenni di cedimento . Oggi ho avuto modo di misurare la temperatura dell’acqua che ha evidenziato sul termometro 16 gradi centigradi . Questo valore , abbinato a quello dell’irradiamento solare diurno , dovrebbe aver messo in attività la maggior parte dei predatori che popolano queste acque ; tornando all’attrezzatura , decido di preparare la canna Delsol di Rapture nella misura mt. 2.44 con range di lancio 3/15 grammi ed azione ML .
Questa gamma di canne progettate per lo spinning leggero prevede anche altre due lunghezze , la mt. 2.60 e la mt. 2.70 ma io prediligo la più corta delle tre a catalogo perché mi consente , a parer mio ( ma è un’affermazione del tutto personale ) , di controllare meglio in fase di recupero gli artificiali impiegati . A questo attrezzo abbino un mulinello di taglia 2000 e precisamente il solito SX-1 , top di gamma sempre di casa Rapture ; carico in bobina un trecciato di spessore mm.0,148 a cui connetto mediante un nodo “ Doppio Allbright “ uno spezzone di circa un metro di Fluo Spin spessore 0,251 , il fluorocarbon di Rapture dall’eccezionale resistenza all’abrasione e dalla pressoché totale invisibilità . Per ciò che riguarda gli artificiali deciderò quando avrò preso visione delle condizioni meteo e del moto ondoso dello spot prescelto . Per ora può bastare e dopo un bicchiere di coca cola fresca , riprendo i miei tentativi di addormentarmi questa volta coronati da successo .
L ‘indomani le condizioni non sono variate cosi decido di evitare le ore roventi della giornata per pescare dalle ore diciannove a quando c’è luce . Arrivato finalmente sul posto , trovo il lago calmo , accarezzato solo di tanto in tanto da una refrigerante e quanto mai gradita brezza serale che increspa solo leggermente la superficie .
Una nota positiva è senz’altro rappresentata dalla presenza di un vasto banco di piccoli pesci-foraggio, probabilmente gardons , che “ pascolano  “ al momento indisturbati in tutta la porzione di lago antistante ; si tratta di piccolissimi pescetti , nati probabilmente qualche settimana prima ed ora alle prese con le acque aperte ed i suoi innumerevoli pericoli . Monto la canna e decido di sondare subito la zona con un classico rotante da ricerca , uno Spinner MRT di Rapture , caratterizzato dalla pala inserita direttamente sull’asse ; decido per quello da otto grammi in finitura Holo Firetiger e dall’alto della postazione inizio la pesca .
Sondo poco dopo circa duecento metri di litorale caratterizzato da acque che a  dieci metri dalla riva sprofondano fino ad un fondale di  cinque metri , creando il classico “ gradino “ di corona , tanto apprezzato dai predatori ed in special modo dai persici . Il fondale presenta una conformazione mista , cioè parte sabbia e parte ciottoli a granulometria media , mentre la corona è caratterizzata da sporadiche formazioni di alghe stagionali , ora rigogliose . L’azione di pesca è piuttosto lenta in quanto dopo ogni lancio attendo che il rotante guadagni il fondo ; quindi attuo un recupero al rallentatore e regolare con l’intenzione di incuriosire qualche persico che certamente frequenta queste zone . La storicità acquisita da questo spot mi parla di esemplari catturati anche di peso superiore al chilogrammo , anche se la stagione più propizia si è dimostrata l’autunno , almeno per quel che riguarda la mole dei pesci catturati .
A onore del vero , va detto che esiste una percentuale di rischio nell’utilizzo di artificiali piccoli in quanto questo posto è frequentato anche da buoni esemplari di esocide ; va altresì detto , per contro , che anteporre un finale in acciaio a un’artificiale così piccolo inibirebbe inevitabilmente l’azione dello stesso , vanificando la ricerca dei percidi . La prima parte dello spot non da nessun risultato cosi decido di cambiare radicalmente approccio adottando un crank di superficie per sondare velocemente gli strati superficiali d’acqua , quelli cioè interessati dalla presenza dei piccoli gardons . A proposito di questa massa stabulante , con l’approssimarsi del crepuscolo , si iniziano a vedere distintamente le prime scorribande dei predatori tigrati i quali mettono scompiglio tra i pescetti che fuggono terrorizzati . Dopo aver assicurato al finale il mio Neo Crank SQR SR sempre di Rapture caratterizzato da palletta squadrata che genera vibrazioni ad alta frequenza , inizio a compiere una serie di lanci a raggera laddove noto movimenti d’acqua in superficie ; finalmente in uno di questi tentativi il mio artificiale viene attaccato da un bel persico con veemenza ed ora il pesce , con la pinna dorsale spinosa eretta , mette in atto la sua tipica strategia per liberarsi dall’inganno , ponendosi di traverso e sfruttando così la sua maggior superficie da opporre alla resistenza dell’acqua .
Dopo un rapido recupero e le veloci foto di rito prima che il pesce ritragga la sua regale pinna dorsale , lo riossigeno in acqua per fargli riprendere le forze e quindi lo restituisco al suo ambiente ; questo approccio ha dato i risultati sperati e quindi continuo in questa ricerca “ a vista “ facendo riferimento sulle cacciate dei famelici predatori . Mi rendo conto che i pescetti oggetto dei numerosi attacchi sono proprio molto piccoli ed è forse per questa difformità di dimensioni rispetto al mio crank che non registro altre abboccate , nonostante l’attività predatoria sia in pieno fermento . Mentre ragiono e studio il da farsi , vengo rapito dal movimento in acqua provocato dal passaggio di un banco di agoni ; questo infatti è anche il periodo che segna la riproduzione di questi simpatici e dinamici clupeidi che scorrazzano in lungo e in largo in cerca delle femmine per compiere l’atto riproduttivo .
Ovviamente per i grossi predatori delle acque lacustri ( leggi : lucci , lucioperca e trote di lago ) questo è un avvenimento da non lasciarsi sfuggire , un’ottima opportunità di rimpinzarsi di preziose proteine con il minimo sforzo . Attendo qualche manciata di minuti per vedere cosa succede e mentre decido di riprendere la mia azione di pesca vengo letteralmente catturato da una fragorosa cacciata da parte di un non ben precisato predatore che attacca con violenza il banco di agoni in movimento producendo sulla superficie dell’acqua un ciclopico gorgo e scomparendo di nuovo nelle profondità del lago . In men che non si dica cambio artificiale e abbandono per il momento i miei amici tigrati realizzando che ben altro tipo di pesce sta incrociando in quelle acque ; dalla scatola degli artificiali Rapture estraggo un vistoso minnow giallo canarino ad assetto galleggiante,  il Tide EVO ,  che con i suoi 12,5 centimetri di lunghezza ed i suoi 14 grammi di peso non dovrebbe passare inosservato al “ misterioso “ predatore .
Eseguo lanci il più possibile paralleli alla riva ( gli agoni si muovono in questa direzione ) cercando di mischiare il mio minnow con gli argentei clupeidi che velocissimi si spostano da sinistra a destra e viceversa ; imprimo leggere jerkate di polso per mostrare i fianchi argentei del long jerk e in uno dei lanci effettuati in sincrono all’arrivo degli agoni percepisco prima un deciso ma breve strattone seguito ad una frazione di secondo da un rabbioso , violento , quasi cattivo attacco che fa incurvare la mia Delsol fino ed oltre la sua  schiena . Ferro deciso e allento la frizione micrometrica del mio SX-1 che,  pur essendo il fratello minore di gamma  (Mod. 2000 ) mette in mostra tutte le sue qualità di fluidità ed estrema affidabilità ; sono in posizione sopraelevata rispetto all’acqua e questo non depone a mio favore in quanto si viene a creare un angolo di ingresso del filo nell’elemento liquido molto critico per la tenuta dello stesso ,  unitamente al fatto che gli artificiali lunghi con tre ancore spesso formano leve pericolose nelle fauci dei predatori causandone irrimediabilmente il distacco .
Conduco il combattimento pensando ad un luccio di medie dimensioni , ma quando il pesce viene in superficie palesa inequivocabilmente la sua natura : si tratta di uno splendido esemplare argenteo di trota Lacustre di almeno tre chilogrammi che continua a  “maltrattare “ sia la Delsol che il mio terminale in fluoro . Lo spot è pieno di insidie costituite innanzi tutto dal fatto di pescare in una posizione sopraelevata di due metri dalla superficie dell’acqua , poi dalla presenza di boe con relative funi e da pontili galleggianti che creando zone ombreggiate rappresentano per il grosso salmonide un luogo ambito per le sue sfuriate alla ricerca della libertà . Per il momento decido di non muovermi e di cercare di sfinire il pesce per poi , in una seconda fase , portarlo in una zona sicura ; ma la trota non ha nessuna voglia di arrendersi e termina una delle sue pericolosissime ripartenze con un salto fuori dall’acqua di circa un metro , minando seriamente il mio stato di salute . Sento che lentamente sta perdendo le forze così decido di compiere l’ultimo ma non meno rischioso sforzo : adagiata su un fianco con due delle tre ancorine del Tide che sembrano fare buona presa nella bocca coriacea , la trascino vicino ad un muretto dove la profondità dell’acqua e circa di mezzo metro e , abbandonando gli indugi , appoggio la canna alla ringhiera lasciando la regolazione della frizione aperta e più veloce di Usain Bolt mi appresto a scendere le scale che mi separano da quella meraviglia .
In un lampo sono al livello inferiore e la trota , avendo recuperato un po’ di forze , gioca il tutto per tutto con un ultimo movimento a ritroso cercando di guadagnare profondità : atterrito mi chino su di essa e con entrambe le braccia vado sotto il suo corpo e letteralmente la “ getto “ sullo scivolo in cemento . L’incubo è finito ed ora non può più sfuggirmi ! Ai miei piedi ho un prodigio della natura , una macchina da guerra perfetta creata per effettuare la selezione naturale , un fantasma oggetto di mille credenze e storie fantastiche vissute da vecchi pescatori che ora ad un metro da me palesa tutta la sua regale maestosità . L’oggetto di tante mie uscite invernali , il mio pesce preferito che ha abitato i sogni di una vita , si è materializzato improvvisamente senza dare alcun preavviso , ed ora sembra ringraziarmi per il rispetto con cui la tratto ; con il pesce in braccio mi faccio scattare un gran numero di fotografie e dopo averla misurata e pesata ( cm 76 e kg 3.430 ) riossigenata per un lungo periodo con movimenti ritmici facendo passare abbondante acqua tra le branchie , allento la presa ed attendo che sia Lei a decidere quando ritornare negli abissi del lago





. Questo avviene molto lentamente , la vedo allontanarsi e confondersi con i colori del tramonto e solo ora realizzo ciò che ho vissuto . Il sole da tempo è eclissato dietro il monte , la luce inizia a scarseggiare ed io mi ritrovo madido di sudore , con la bocca secca ma con nel cuore una gioia indescrivibile . Ho ancora il tempo , più per inerzia che per reale esigenza , di effettuare qualche lancio prima che le tenebre avvolgano tutto il paesaggio : ritorno al mio crank e negli ultimi lanci effettuati catturo un altro discreto persico reale che fotografo con l’aiuto del flash quasi con distrazione e che libero immediatamente . Quel luogo teatro di un combattimento che mi ha fatto scoppiare il cuore prima per il timore di perdere quel pesce meraviglioso e poi per l’immensa gioia di averlo catturato rimarrà per sempre nei miei ricordi più belli ; quel ventuno giugno , solstizio d’estate , mi ha regalato un’emozione “ fuori stagione “ che mi ha fatto capire , se ancora ce ne fosse bisogno,  che lo spinning è una passione piena di sorprese e che i “ fantasmi “ del lago possono manifestarsi in qualsiasi momento . Altri Reali vengono a trovarmi al tramonto a notte quasi inoltrata.


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