Siamo
questa volta con Massimo Ardenti nato il 09/01/1958 a ROMA e residente a ROMA
Esso
è un pluridecorato garista di pesca al colpo nonché commissario tecnico della
nazionale azzurra di pesca al colpo.
-Lei
pesca solo col galleggiante o effettua anche altre tecniche e se si’ quali?
Sicuramente il "colpo"
è la disciplina che pratico  di più, ma non disdegno tutte le altre
specialità, dal feeder ai salmonidi in qualsiasi modo, dai predatori (mort-
manie') o artificiali, al mare a bolentino o alla foce ad insidiare spigole....insomma
amo la pesca a 360°.
-Il
suo palmares come garista quale è?
ECCELLENZA :
1987
ORO con lo SVASSO e oro individuale 
1988
ORO con la LENZA TIBURTINA e oro individuale 
8
ori a squadre con la Blue Marlin
3
volte vince la classifica individuale dell’Eccellenza Centro
2002-2003
1° nella classifica del Rendimento Centro
TROFEO 6 NAZIONI:
ARGENTO
( Lussemburgo)
ORO
(Volturno- Italia)
BRONZO
(Svizzera)
1996
ORO Campionato Italiano Squadre 
1997
BRONZO A SQUADRE  CAMPIONATO DEL MONDO  per club (Spagna)
NAZIONALE:
1995
BRONZO A SQUADRE (Finlandia)
1995
BRONZO A SQUADRE  1°campionato Europeo (Francia))
DAL
2010 CT DELLA SQUADRA NAZIONALE “MASTER” DI PESCA AL COLPO CON CUI HA VINTO:
2010
BRONZO (Belgio)
2011
ORO (Firenze)
2012
ARGENTO ( Portogallo)
2013
ORO ( Bosnia)
2014
ORO (Roma)
2015
BRONZO (Portogallo)
-Quale
è l’ iter per arrivare in nazionale?
L'iter per entrare a far parte
della Nazionale Italiana è  abbastanza complesso:
Il primo scalino da superare è a
livello provinciale, ovvero,  dalla classifica finale del campionato
provinciale i primi classificati, nella misura del 10% circa dei partecipanti
totali, ottengono il diritto di partecipare ad una pre-selezione ai
rappresentanti  delle altre province appartenenti alla loro zona( di zone
ce ne sono due: nord e centro-sud).
In queste due preselezioni,
superano il turno il primo 40% della classifica generale ed accedono alle prove
del Campionato Italiano. A questo punto circa 250 atleti provenienti da tutta
Italia si confrontano nella prima delle tre prove del Campionato Italiano,
tenendo conto che da ora in poi, le penalità  conseguite si portano con se
fino alla fine.  La prima prova assegna le penalità   con
coefficiente "1" ovvero  il primo classificato  prende 1,
il terzo 3 e così  via. Accedono alle due prove finali  i primi 100
circa della classifica. 
Le due prove  finali non
prevedono eliminazione  ed assegnano le penalità  con coefficiente
 1,5 per ciascuna prova ovvero: al primo 1,5 penalità, al secondo  3
ed al terzo 4,5 e così via. La somma delle penalità conseguita generano una
classifica dove chi ha meno penalità vince il campionato (a pari penalità
 per primo si considera il miglior / i migliori  piazzamento/i
 ed in caso di ulteriore parità  si prende il peso totale delle
catture). Il campione Italiano  va  direttamente  nella rosa
della nazionale Italiana. 
I primi 25 del Campionato
italiano vanno nel "Club Azzurro " dove si partecipa ad una
campionato di 50 atleti (gli altri 25 sono i non retrocessi del precedente
anno) con 4 o 6 prove ed in base alla classifica generale i primi tre o più
 entrano a far parte della rosa della nazionale  insieme ad alcune
"scelte tecniche " a disposizione del CT. Una volta in nazionale ,
comunque è il CTche decide chi pesca. 
I Nazionali  ed i
partecipanti al Club Azzurro, accedono  direttamente  al Campionato
Italiano. 
Alcune categorie  con meno
partecipanti hanno un iter più snello, ma ad esempio per i senior è  così.
Ho voluto spiegarlo
dettagliatamente anche per sfatare alcune dicerie. In sintesi, fino
all'ingresso in nazionale  il pallino è in mano  all'atleta. Una
volta nella "rosa" è il CT che decide e che ne risponde con i
risultati.
-Come funzionano le classifiche individuali e a squadre?
Sopra, abbiamo fatto l'esempio di
una classifica individuale ad eliminazione, le classifiche  individuali
normali  invece, sono molto più semplici: si sommano i punti /penalità
 è si applica se previsto, lo scarto ( (che può prevedere lo scarto del
peggior punteggio od anche il 50% dello stesso). A parità  di punti/
penalità può essere preso in considerazione  prima il miglior/migliori
 piazzamenti  od il peso complessivo, deve essere specificato a
priori però, sul "regolamento particolare ". Per quanto riguarda le
classifiche a squadre, ogni squadra ottiene un punteggio che é  la somma
delle penalità  conseguite dai propri componenti  e la classifica
viene redatta con gli stessi criteri di quelle individuali.
Raggiungere i suoi livelli è dispendioso economicamente? 
Che la pesca agonistica sia molto
costosa non lo abbiamo di certo scoperto ieri....credo però, che non si
discosti molto  da ogni altra passione  se praticata a livello
agonistico. È  il termine "agonistico" che pesa incredibilmente
 sulle nostre spese. Ad eccezione dei sport/hobby che non prevedono l'uso
di accessori sofisticati, tipo calcio, atletica, nuoto ecc.  un appassionato
di pesca agonistica, non può  praticare la sua passione senza un set
completo di canne. Immaginate nel "colpo" cosa significa:
roubaisienne, inglesi di varia potenza, canne fisse, cannini,  bolognesi
di varie lunghezze e potenza, mulinelli.....di tutto questo il mercato ci offre
il minimo ed il  massimo della tecnologia, che per una canna inglese va da
una sessantina di € fino a cinquecento ed oltre, per non parlare poi della
roubaisienne....per finire poi, in una miriade accessori di cui non possiamo
fare a meno.  Fortunatamente, il palcoscenico della pesca agonistica, ha
continuamente bisogno di nuovi personaggi, e nella maggior parte dei casi, gli
atleti più  promettenti vengono aiutati dalle aziende del settore e dalle
società di appartenenza.
-Vi sono dei guadagni oltre alle solite medaglie? Parlo in termini di
indotti legati alla fama.
Non credo che ci siano fonti di
guadagno indotte esclusivamente  dalla popolarità  o dalla bravura.
In alcuni casi, il campione è  anche il titolare dell'azienda mentre in
altri il "campione" può  essere assunto dall' azienda per poter
così collaborare nella realizzazione dei prodotti o quanto meno nella vendita
come agente di commercio.
-I campi gara italiani rimasti a buon livello attualmente quali sono?
Esistono ancora spot ove catturare pesce autoctono invece di Breme, Carassi e
Gardon? 
I campi gara purtroppo, devono
rispondere  a requisiti strutturali (capienza, uniformità, accessibilità
ecc.) ed a requisiti  tecnici come la  pescosita' e la valenza
tecnica delle specie presenti. È chiaro che  un campo gara con anguille o
predatori, anche se ben popolato, non riscuoterebbe alcun successo poiché
verrebbe a mancare o quantomeno si ridurrebbe l'importanza  della
pasturazione che al "colpo" è un aspetto tecnico fondamentale.
 Campi gara come Peschiera, dove in prevalenza  si insidiano specie
 autoctone come i cavedani e le scardole, sono una rarità....mi viene in
mente Umbertide anche se il barbo europeo si sta insediando sempre meglio.
Esistono molte "perle" ricche di autoctoni a disposizione delle
sezioni provinciali che però non hanno la capienza necessaria per accogliere
manifestazioni di rango superiore. C'è anche da considerare che in alcuni casi
gli alloctoni hanno ripopolato corsi d'acqua e bacini ormai quasi privi di
popolazione ittica e che agonisticamente parlando rappresentano una risorsa,
come la breme o più  correttamente  l'abramide che si è
 insediata in quasi tutte le nostre acque ed in alcune delle quali
rappresenta la specie dominante,a danno, chiaramente, delle specie autoctone.
Il problema  degli alloctoni comunque, non è  legato ad un fenomeno
 agonistico,  poiché  andando a ritroso nel tempo, possiamo
annoverare la tilapia; il siluro; il gardon; il clarias; il carassio; la trota
iridea; il persico trota; il persico sole e chissà quanti ne sono sfuggiti
dalla mia memoria. Dico questo perché non vorrei entrare in un dibattito su
come vengono/venivano gestiti i ripopolamenti, sarebbe troppo lungo il
discorso.......fino a pochi anni fa, una azienda che in termini di legge doveva
ripopolare un bacino o similare a lei in uso per svariati motivi, non era
tenuta a certificare la specie e ne la provenienza  del materiale immesso
e se andiamo anche a considerare anche i laghi sportivi non è  così
difficile  intuire come numerose specie  alloctone hanno raggiunto
 le nostre acque.
-Pescando al colpo si usano quasi sempre i bigattini ma ho sentito parlate
di una esca più efficace ma molto più costosa…..una cosa tipo foulles…..mi può
dire qualcosa?
Stiamo parlando del fouilles e
del ver de vase che sono esche usate molto comunemente in tutta l'Europa.
 Appartengono alla famiglia  dei chironomi e non sono zanzare come
erroneamente si crede( non pungono o si nutrono di sangue), e sono utilizzate
prevalentemente come esche da pasturazione (fouille) e da innesco (ver de
vase), anche se in manifestazioni internazionali talvolta è consentito
pasturare anche con il ver de vase. È  un esca con un elevatissimo potere
attrattivo e viene usata mescolata con della terra opportunamente inumidita per
consentire alle palline realizzate con le mani, di raggiungere il fondo
velocemente e sciogliersi gradatamente per liberare le larve in esse contenute.
È possibile mescolare le larve anche con della pastura, ma devono essere
aggiunte ad essa al momento  della confezione delle palline, altrimenti
l'acidita' della pastura stessa, ucciderebbe in breve tempo le larve,
riducendone così il potere attrattivo. Pensate che sandre; persici reali e
persici trota sono ghiotti di ver de vase, questo solo per darvi l'idea  di
quanto possano essere micidiali queste larvette.
Prezzo di queste esche non è
proibito, mezzo kilo di fouilles si aggira intorno agli 11€ mentre 35gr di ver
de vase, intorno agli 8. Le quantità sopraelencate, generalmente sono
sufficienti per affrontare una competizione ed opportunamente la Fipsas
consente l'utilizzo del fouilles e del ver de vase, solo in competizioni di
"alto"  livello e che conducono alla maglia azzurra, poiché
nelle gare internazionali  e nei campionati europei e mondiali, l'uso di
queste esche è scontato e quindi i nostri rappresentanti devono essere
preparati.
-E’ innegabile che la pesca sia in crisi e soprattutto la pesca col
galleggiante. Sa e mi può dire i numeri degli agonisti 20 anni fa ed
attualmente?
Vent'anni fa, vi dico che a Roma
un campionato provinciale individuale contava 700 persone....ora sono non più
di una sessantina  anche se, almeno a
Roma, le gare a squadre raccolgono più consensi ( il pari-categoria a squadre
supera i 100 iscritti). Il problema? Il motivo? Sicuramente i costi che spesso
non sono ben rapportati con le soddisfazioni ( parlo di RESA dei campi
gara.....), secondo me, soprattutto a livello promozionale, chi partecipa e si
avvicina alle competizioni deve catturare una montagna di pesci, si deve
divertire!!! Per chi iniza l'unico divertimento è  CATTURARE. Lasciamo
 a chi si gioca un posto in nazionale  o chi ne tenta
l'avvicinamento, di dimostrare che è  capace di catturare 20 placchette da
30 grammi con il ver de vase.  Chi inizia deve divertirsi e sta alle
sezioni provinciali individuare i campi più idoneo.
Per fortuna  ci sono altre
tecniche che hanno una posizione  privilegiata per i giovani: parlo dello
spinning in primis, con tutte le varianti della tecnica !
Il feeder; il carp fishing....tutte
discipline praticate da una bella gioventù, rispettosa dell'ambiente ed atta al
C&R. Al colpo tutto questo manca....mancano i giovani, personalmente mi
impegno molto ed ho dei buoni risultati ma praticamente faccio solo quello ed
ho una società  che mi mette in condizioni di poterlo fare....non ce ne
sono molte, e per questo ringrazio la Blue Marlin Ggianty  nella persona
del presidente Stefano Cerrone.  Siamo anche molto amici, abbiamo scritto
insieme a Nando (Pasquali) e Roberto(Orecchia), tra le pagine più belle della
storia dell'agonismo del centro sud Italia.
La FIPSAS nazionale (a livello provinciale e regionale è diverso e lo posso
dire conoscendo bene da 50 anni l’ attuale pres. Piemonte Renato Pellò e la
strutturazione della FIPSAS Novara e il presidente Alberto Rossini) ha delle
colpe e se si’ quali?
Io sono un uomo di federazione a
prescindere che qualora ritenga che la federazione stia commettendo un errore,
intervengo dall'interno. Non è facile accontentare una platea così
 eterogenea e dislocata su un territorio  così lungo e con
caratteristiche così  diverse. Sicuramente di errori  se ne fanno ma
spesso è  perché  ci sono categorie  o realtà locali non ben
rappresentate, magari sempre pronte allo scontro, insomma io preferisco lavorare
dall'interno. 
I miei sono solo punti di vista, condivisibili o no ma
certamente sinceri.
Io
e i lettori la ringraziamo molto per la sua disponibilità e le auguriamo buona
vita















 
 
 
 
 
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