9.29.2017

Salmoni del Baltico




Articolo e fotografie di Marco Altamura


Era un po’ troppo tempo che non facevo un viaggio di pesca al Salmone Atlantico e così quando nel marzo 2017 parlando con il mio compagno di pesca Luca siamo andati sull’argomento , siamo entrambi giunti alla decisione di intraprenderne uno insieme ; nei miei diversi viaggi effettuati alla ricerca di questo affascinante pesce anadromo infatti , non mi era mai capitato di partire in compagnia di un amico fidato , ma ho sempre fatto coppia con persone trovate sul posto con le quali non c’era ne confidenza ne tantomeno affiatamento . Per Luca era il battesimo , la prima volta che avrebbe pescato in acque estere e soprattutto il Salmo Salar , pesce giustamente enfatizzato e reputato il top da affrontare a spinning ; la meta prescelta era la Lituania ed in particolare il fiume Neris nei pressi della capitale Vilnius , che dopo un viaggio di 510 chilometri riversa le sue acque nel più grande fiume Nemunas e quindi nel Mar Baltico .  Dopo aver prenotato abbondantemente in anticipo il volo ed i permessi di pesca per il tratto di fiume in questione , rimaneva il problema di come far trascorrere il tempo che ci divideva dalla fatidica data della partenza : da subito , forte della mia esperienza accumulata nell’insidiare in diverse parti d’Europa questo fantastico pesce , avevo messo in chiaro le cose con Luca ribadendo più volte che non sempre l’entusiasmo profuso era proporzionale ai risultati raggiunti in pesca . Purtroppo ( o per fortuna ! ) tante sono le componenti che entrano in gioco per raggiungere il successo con l’Atlantico : incidono molto le condizioni ambientali , le temperature di aria e acqua , la pressione atmosferica , i livelli idrici e la luminosità del cielo . In altre parole , posso assolutamente affermare che il più delle volte un solo pesce catturato giustifica l’intero viaggio . Al contempo però non volevo neanche spaventare oltremisura Luca facendogli perdere il naturale entusiasmo che si ha in queste circostanze ; trascorsa velocemente l’estate con il caldo eccezionale che l’ha caratterizzata , all’inizio di settembre ci siamo subito attivati per preparare tutta l’attrezzatura che avremmo utilizzato una volta giunti in Lituania . Dopo aver inviato un elenco all’Azienda con la quale collaboro da tre anni  ( Rapture ) , qualche giorno prima della partenza finalmente ricevo il materiale richiesto : posso sponsorizzare anche Luca così da essere in grado di scattare foto ad entrambi con ben in evidenza il marchio .

In una Milano grigia e piovosa , finalmente partiamo per l’Aeroporto di Orio al Serio dove con un volo Ryanair , in circa due ore e mezza , giungiamo a Vilnius accolti da un pallido sole e da una temperatura di 14 gradi .
Espletiamo tutte le operazioni riguardanti i bagagli e la nostra guida ci conduce in albergo , situato a quattro chilometri dal centro della città ; qui depositiamo tutta l’attrezzatura e dopo una doccia rigenerante siamo pronti per la cena che consumiamo in un accogliente ristorante rustico nel centro di Vilnius insieme ad altri due pescatori lituani ma di origini italianissime , Pavel e Giovanni . Le abbondanti libagioni e la squisita birra tuttavia non ci distraggono dal nostro obiettivo , così al ritorno in albergo , finalmente , prepariamo tutta l’attrezzatura che avremmo utilizzato il giorno seguente . Luca estrae dal fodero la sua Inova 802 MH Rapture in due sezioni e la correda di un mulinello taglia 4000 , l’SX-1 Rapture caricato con la nuova treccia SPX4 di colore giallo sempre ovviamente di Rapture , alla quale connette uno spezzone di circa 150 centimetri  di terminale in fluorocarbon dello spessore mm 0,370 ; per quanto mi riguarda ho la gioia di testare la Impreza MPS902MH da mt. 2,70 sempre in due sezioni  abbinata al solito SX-1 Mod. 4000 caricato con lo stesso trecciato ma questa volta di colore verde e con lo stesso terminale in fluoro . La guida ci conferma che da queste parti i Salmoni gradiscono molto i minnows così ho fatto incetta di diversi modelli Rapture tra i quali mi piace citare i Trouter , i Delta Walker , i Prey Minnow e i Tide Evo in diverse colorazioni ed assetti .
La notte trascorre velocemente e l’indomani alle ore sei ( le cinque italiane ) siamo già pronti per partire alla volta del fiume Neris che si presenta ai nostri occhi come un grande corso di fondovalle dalla corrente media ed uniforme caratterizzato dalle linfe colore del the a causa sia dell’alta percentuale di ferro disciolto che dal fondale di origine torbosa .
La tecnica consiste nel lanciare l’artificiale leggermente a valle rispetto alla propria postazione per poi assecondarne la discesa con il vettino della canna sempre con il filo in tensione , percependone il movimento dovuto all’azione della corrente contro la paletta direzionale del minnow ; la colonna d’acqua interessata parte dalla superficie fino a circa due metri sotto di essa , in quanto oltre questo valore c’è presenza di folte e tenaci alghe che ne compromettono la corretta azione . In questo strato d’acqua i Salmoni sono posizionati con il muso rivolto in corrente e la giusta presentazione consiste nel  “portare “  il minnow davanti al loro cono visivo istigandoli all’attacco che non avviene mai per fame ma , viceversa , per scacciare l’intruso e per protezione del territorio . In realtà questo tipo di presentazione risulta essere quella classica per insidiare il Salmo Salar con la sostanziale differenza però che altrove la si attua con pesanti “ spoons “ a stretto contatto del fondo . Va altresì detto che questo tratto di fiume è posto a circa 400 chilometri dal mare e quindi i Salmoni , oltre a perdere il loro tradizionale colore argentato ( si usa dire che sono  “colorati “ ) , perdono anche gran parte della loro innata aggressività in quanto sono mesi che si trovano in acqua dolce e  quindi  non si alimentano ; la scelta di venire proprio qui ad insidiarli trova risposta nel fatto che questo fiume lituano  “produce “ Salmoni dalle dimensioni eccezionali , riscontrabili solo raramente in altri fiumi europei . Percorsa una stradina sterrata per circa cinque chilometri , posteggiamo l’auto nei pressi di una vecchia casupola fatiscente ancora con il tetto in Eternit ; tante sono ancora oggi le testimonianze del regime comunista che ha caratterizzato questo territorio . E’ grande la commozione quando constatiamo che quel rudere è abitato !
Luca e Pavel
Scendiamo verso il fiume per un ripidissimo sentiero reso viscido dalla lieve pioggia incessante e dopo una mezz’ora di cammino siamo finalmente in pesca . Decido di iniziare con un Trouter dalla colorazione accesa e Luca fa altrettanto ma con un minnow dalla livrea naturale ; la generosa paletta dell’artificiale consente di percepire alla perfezione la corretta azione dell’insidia che percorre una traiettoria ad arco verso valle ; siamo posizionati a circa dieci metri di distanza l’uno dall’altro e peschiamo a discendere il fiume .
Qui la nostra guida l’anno passato ha effettuato diverse catture di taglia e così peschiamo fiduciosi e concentrati . Il Neris ha un livello di circa un metro più alto del normale e se questa condizione da un lato favorisce la risalita dei pesci , dall’altro complica non poco la percorrenza lungo le sponde che ora sono scivolose e fangose rendendo precario l’equilibrio .
Gran parte della mattinata trascorre senza catture , ma l’adrenalina si mantiene alta ogni qualvolta scorgiamo un salmone  “delfinare “ in superficie mostrando le generose dimensioni ; il primo contatto con un pesce del Neris lo ha Giovanni che , dopo aver lanciato il suo minnow nei pressi di un fragoroso atto predatorio in superficie , si ritrova con la canna piegata sotto i colpi di un pesce che in seguito poi si rivelerà essere un luccio di circa due chilogrammi , pesce molto presente in queste acque .


La breve lotta dovuta alla potenza dell’attrezzatura porta il pesce ad essere salpato e , dopo le foto di rito , rilasciato nelle acque natie .  Anche Pavel a breve distanza cattura un piccolo esemplare di esocide ma dei Salmoni purtroppo nessuna traccia tangibile , così decidiamo di cambiare posto ed affrontiamo la faticosissima salita per fare ritorno all’auto ; qui stanchi ed affamati consumiamo un frugale pasto a base di dolci tipici del luogo acquistati la mattina presso una stazione di rifornimento . Ci serve un’ ora per riprendere le forze e dopo questo intervallo saliamo in macchina per risalire di qualche chilometro il fiume . Giungiamo , sempre tramite una stradina sterrata e piena di buche , nei pressi di una vecchia dacia dal cui comignolo fuoriesce del fumo a testimonianza che anche qui vi è presenza umana . Posteggiamo e in breve siamo di nuovo in pesca ; qui il fiume è decisamente più bello e la sua conformazione , a mio parere , più consona alla presenza di Salmoni . La corrente è più veloce e crea , di tanto in tanto , invitanti ritorni favorevoli allo stazionamento dei pesci che possono prendere fiato prima di affrontare una nuova rapida ; il Neris qui mi ricorda il nostro Ticino e forse , inconsciamente , lo sento più familiare .
Decido , insieme alla guida , di pescare a scendere mentre Luca , Pavel e Giovanni risalgono fino ad una curva dove il fiume crea una bellissima rapida . Qui risulta più agevole pescare perché il flusso correntizio permette ai minnows di espletare al meglio il loro lavoro e di questo fatto ne trova giovamento anche lo spirito che , rinfrancato dalla rinnovata fiducia , si anima di speranza e consente di pescare in modo ancora più efficace . Molti sono gli avvistamenti di grossi pesci che salgono in superficie e i lanci si moltiplicano nella recondita speranza di stabilire un contatto con questi splendidi animali . Il tempo scorre veloce e continuando a lanciare e recuperare come automi giungiamo alle cinque del pomeriggio ; la pioggia non è mai forte ma è pur sempre fastidiosa e la brezza che spira penetra nelle ossa aumentando il senso di disagio .
Ci vorrebbe proprio un Salmone per riportare positività nel gruppo ! Gruppo che nel frattempo si è ricostituito e che ora si ritrova tutto unito a pescare scendendo il fiume . Arriva anche il mio turno e così registro una cattura di un piccolo luccio che però non riesce a risollevarmi il morale e , se possibile , ne amplifica la frustrazione .
Il silenzio è rotto bruscamente da un urlo strozzato in gola della nostra guida che per qualche secondo si è ritrovato in canna un enorme pesce che ben presto con una poderosa fuga si è liberato dell’insidia : disdetta ! Forte della sua esperienza e per esorcizzare la grande delusione , riprende subito l’azione di pesca e dopo pochi lanci finalmente ferra nuovamente con vigore e la sua canna flette sotto le poderose puntate di un pesce che non ha nessuna intenzione di arrendersi . Tutti i membri del gruppo si radunano nei pressi del fortunato e bravo pescatore che ora deve far fronte ad una furia selvaggia che lotta per la libertà : si fantastica sulle dimensioni del pesce ma questi pensieri trovano risposta solo quando ad una ventina di metri da noi affiora un regale Salmo Salar in livrea nuziale e dal becco uncino pronunciato . Si tratta di un bellissimo maschio che riguadagna le profondità del suo fiume facendo stridere la frizione del mulinello e mettendo a dura prova tutta l’attrezzatura . Improvvisamente la stanchezza svanisce e fiumi di adrenalina scorrono nelle vene non solo del pescatore che sta lottando con il pesce , ma anche dei presenti che assaporano il gusto della cattura . La guida sa che non è conveniente forzare troppo il Salmone e così cerca di assecondarne il più possibile le sfuriate tarando la frizione micrometrica del mulinello in modo da rendere la vita difficile al grosso pesce , facendogli fare più fatica e concedendogli meno filo di quanto riesca a guadagnarne . Questa fase di stallo dura per alcuni interminabili minuti durante i quali il grosso pesce alterna rabbiose fughe verso il fondo a spettacolari apparizioni in superficie ; lentamente ma inesorabilmente il Salmone perde forze e si lascia sempre più trascinare verso riva . Giovanni nel frattempo si è posizionato in acqua con questa che gli arriva fino alla vita ; pronto per il salpaggio , attende che la guida gli porti il pesce a portata di mano ma questa operazione è forse la più pericolosa dell’intero combattimento . Con le residue forze il pesce potrebbe compiere un’ultima evoluzione e liberarsi dalle tenaci ancorine dell’artificiale puntando tutto sulla sua considerevole mole . Fortunatamente ciò non avviene e , finalmente , Giovanni pone la parola fine al lungo combattimento afferrando con la mano sinistra per un perfetto “ tailing “  il pesce e posizionando la destra sotto la testa ; è fatta .



Il Salmone giace ora sulla riva esausto e mostra tutta la sua regale bellezza : i lunghi mesi trascorsi in acqua dolce gli hanno conferito un colore scuro con marcate macchie preopercolari che lo fanno assomigliare vagamente ad una nostra trota marmorata . Il minnow dalla colorazione “ ghost “ ha fatto presa nella bocca coriacea con entrambe le armature garantendo un ancoraggio sicuro . Colpisce la deformazione dell’apparato boccale trasformatosi in un minaccioso uncino atto a difendere il suo territorio e la sua femmina dagli intrusi.  Lasciamo giustamente al legittimo proprietario l’onore di afferrarlo per le tantissime foto di rito e per la misurazione : centootto centimetri testimoniano un pesce abbondantemente superiore ai dieci chilogrammi di peso .  Dopo una generosa riossigenazione fatta di movimenti andirivieni in acqua , lasciamo che il grosso pesce faccia ritorno nelle profondità del Neris nonostante qui non sia vietato trattenerlo  . Nella generale euforia il tempo è trascorso velocemente e le prime ombre dell’oscurità avvolgono il paesaggio . Facciamo ritorno all’auto e non vediamo l’ora di ripresentarci l’indomani in quel luogo per tentare ancora la sorte . La serata e la notte trascorrono velocemente ed il mattino seguente , alle ore sette , siamo di nuovo in pesca per affrontare l’ultima giornata di questa breve avventura lituana . Ci dividiamo in piccoli gruppi e riprendiamo a pescare al massimo della concentrazione mentre alcuni Salmoni si palesano in superficie in spettacolari salti nel tentativo di superare la corrente e gli ostacoli naturali che incontrano nel loro viaggio . Ormai è chiaro che questa “ pool “ è ben frequentata dai pesci e così ci imponiamo di restare qui  per tutta la giornata . Fino alla pausa pranzo non succede nulla , non vengono nemmeno i lucci ad allentare la snervante attesa , e così ci godiamo un momentaneo pallido sole mentre consumiamo un veloce pasto a base dei soliti squisiti dolci locali.  Questa pausa di tempo accettabile dura ben poco e presto riprende a piovere rendendo tutto più complicato ; decido di scendere il fiume in compagnia della guida e inizio ad effettuare una serie di lanci con un Delta Walker da 100 mm nella colorazione UV  Neo Pearl coprendo una vasta area antistante . Sento perfettamente il minnow che lavora circa un metro sotto la superficie fino a giungere parallelo alla riva ; ripeto più volte questo movimento e , proprio quando la monotonia del gesto sta per prendere il sopravvento , percepisco in canna uno stop brutale al quale rispondo con una poderosa ferrata a due mani . Ce l’ho ! Finalmente la mia Impreza si flette spaventosamente sotto la violenta reazione del Salmone che,  sentendosi forzato , parte a favore di corrente prendendosi alcune decine di metri di trecciato dal mulinello che correttamente tarato ne asseconda le sfuriate .
Appena il tempo di pensare a come e dove poterlo spiaggiare che questo fugace pensiero viene interrotto dall’ineluttabilità del fato : improvvisamente e malauguratamente il filo ritorna molle e il grosso pesce si porta via insieme alla libertà anche i miei sogni ad occhi aperti . Mi sembra che il mondo mi crolli addosso e non trovo pace nemmeno nei  gesti gentili dei miei compagni di pesca che cercano invano di rincuorarmi . Malgrado non sia la prima volta che perdo un grosso pesce , il sapore è particolarmente amaro e la cosa che brucia maggiormente è che non posso rifarmi a breve perché ormai non c’è più tempo . L’unica cosa positiva che riesco a trovare è rappresentata dalla consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per portare a buon fine la cattura ! Solo il fato mi ha negato questa grande gioia perché non c’è peggior castigo di perdere un pesce per proprie inadempienze o , peggio , per imperizia . L’attrezzatura si è dimostrata all’altezza del compito gravoso al quale è stata sottoposta , ma contro il destino avverso nessuno può nulla . Controllo le ancorine dell’artificiale e trovo un’ennesima conferma dell’ottima qualità sia degli elementi di raccordo che delle armature degli artificiali Rapture : tutto a posto , nessuna ancora “ aperta “, si è solo slamato . Si fa ritorno all’auto che è ormai buio e dovrò rimandare la mia vendetta al prossimo viaggio . E’ proprio vero ciò che alcuni anni orsono mi disse un vecchio pescatore di Salmoni norvegese in uno stentato inglese : il Salmo Salar o lo si ama o lo si odia ! E il mio amore per questo splendido viaggiatore è incondizionato ; finché le forze me lo consentiranno continuerò a rincorrere questi pesci perché la gioia che da la loro cattura non si può descrivere . Mi porterò nel cuore anche questa amara esperienza insieme alla deliziosa bionda birra locale , ai cupi cieli dell’Est e ai bellissimi occhi chiari delle donne lituane .

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