2.07.2010

Bozzi di Saudino:non solo spinning

Provate a digitare su Google le parole “BOZZI DI SAUDINO” e guardate cosa salta fuori.
Una serie infinita di risultati sulla pesca a spinning in questi laghi, ma molto difficilmente troverete qualcosa che vi parli di altre tecniche di pesca in questi posti.
Se è vero che i bozzi sono un vero e proprio paradiso per i pescatori di black bass e lucci è altrettanto vero che le specie presenti in questi laghi sono molteplici e anche la pesca con esche naturali può regalare soddisfazioni e giornate divertenti.
Ma andiamo con ordine:dove e cosa sono i bozzi di saudino?
Il nome corretto sarebbe “bozi di saudino” (in dialetto “bozi di saù”) e sono 11 invasi artificiali nati dall’escavazione di materiali per la produzione di laterizi delle fornaci di Saudino, ormai in disuso da moltissimo tempo.
Sono situati nel territorio del comune di Sarzana e salvo due ,spostati più verso il centro di Santo Stefano Magra, sono molto ravvicinati tra loro e quindi non sarà cosa difficile spostarsi dall’uno all’altro senza l’ausilio di un’auto.



Oltre alla pesca tutta l’area dei bozzi è una vera e propria oasi per la vegetazione e la fauna palustre.La flora in prevalenza è costituita da tife e cannucce che permettono la nidificazione di diversi uccelli, tra cui il martin pescatore e il pendolino e nel periodo primaverile è possibile incontrare il falco pescatore.
I laghi, proprio per la loro natura di ex cave, hanno profondità abbastanza rilevanti, arrivando in alcuni casi a superare i 15 metri di profondità, e la vegetazione sia subacquea che sulle sponde è assai rigogliosa, così come molteplici sono gli ostacoli sommersi che incontreremo.
Pescare in questi frangenti può non essere semplice, ma di contro la soddisfazione che si ricava dall’affrontare posti così ostici è enorme, in più la fauna ittica è assai diversificata, quindi oltre a i già citati predatori, potremo imbatterci in una molteplicità di pinnuti:Carpe,Carassi,Channel,Cavedani,qualche Muggine,Scardole persici sole, tinche anguille e pesci gatto.
Una tecnica molto valida, soprattutto in cerca dei cavedani nel periodo primaverile ed estivo è la pesca in calata,sia con la bolognese che con la canna fissa.


Come dice il nome stesso della tecnica, l’azione di pesca si concentrerà tutta durante la discesa della nostra esca, quindi riuscire a presentare il nostro boccone nella maniera più naturale possibile sarà l’unico modo di vedere qualche risultato,soprattutto con un avversario difficile e diffidente come il leuciscus
Per riuscire in questo la leggerezza della montatura e dei monofili impiegati è un requisito imprescindibile.
Una buona montatura consta in galleggiante al massimo da 0.5 grammi, lenza madre dello 0.12 e finale dello 0.10-0-08, amo del 20 e una disposizione dei pallini sulla lenza molto scalata, proprio per consentire all’esca di presentarsi in modo assolutamente naturale
L’esca principe sono i bigattini, impiegati anche come pastura.

Proprio la pasturazione gioca un ruolo fondamentale per la riuscita della pescata. Accompagneremo ogni lancio con una piccola manciata di bigattini e se le condizioni dell’acqua lo consentiranno cercheremo di valutare visivamente se il nostro innesco scenderà di concerto con quelli lanciati come pastura, e se noteremo che questo non accade interverremo sulla montatura modificando la disposizione della piombatura .

Questo genere di pesca non è tra i più facili da praticare e richiede molta pratica, ma può regalare belle soddisfazioni e ci da l’emozione di combattere il pesce con armature molto sottili.


Come accennavamo in precedenza la tipologia del fondale dei bozzi rende complicata la pesca sul fondo per la massiccia presenza di ogni genere di ostacolo sommerso e per l’enorme quantità di alghe e vegetazione acquatica,ma con un po' di attenzione si possono facilmente individuare le aree più sgombre e dedicarci a queste tecniche.
Una che risulta valida tutto l'anno, con particolare efficacia d'impiego durante l'inverno, è la pesca col galleggiante scorrevole.Il suo utilizzo ci permette di raggiungere anche le buche più profonde dove pesci come carpe,carassi,scardole,ma anche cavedani e channel, stazionano al riparo dal freddo della superficie.

Qui possiamo anche salire come robustezza dei monofili, passando tranquillamente ad uno 0.18 in bobina e un buon 0.16 come finale, sul quale monteremo un amo del 12-14 se decidiamo di pescare a bigattini o un 8-10 se invece vogliamo usare la pasta.
Sempre nel periodo freddo risulta particolarmente efficace per i ciprinidi l'utilizzo della stessa pasta che si usa per la pesca dei cefali, cioè un impasto di pane,formaggio e interiora di pesce.
Per la pasturazione col bigattino è invece consigliabile l'uso della colla, in modo da poter portare le larve fino al fondo in maniera rapida e soprattutto precisa.
Come avrete potuto capire ciò che rende divertente la pesca in questi laghi,oltre alla varietà di pesci presenti, è la molteplicità di tecniche che si possono praticare.



Da non sottovalutare è anche la pesca a ledgering, che possiamo affrontare sia con attrezzature e montature light in cerca di cavedani e scardole, che con armature più pesanti andando mirando a carpe,carassi e channel.
Data la conformazione del fondale, soprattutto per i cavedani, è opportuno munire il finale di un piccolo pezzetto di pop up che ci aiuterà a tenere la nostra esca leggermente staccata dal fondale,liberandola così dalle alghe e rendendola più visibile e appetibile.
Trattandosi di cavedani in acque ferme anche in questo caso il consiglio è quello di usare monofili sottili e ami di dimensione contenuta. Trattandosi di una pesca a fondo assai meno statica della classica col piombo secco una buona soluzione può essere quella di imbobinare uno 0.18 da usare come trave, montare un pasturatore attorno ai 40 grammi e predisporre un terminale abbastanza lungo,50-60 cm, dello 0.14 e un amo del 16-18. La misura dell'amo e del finale sarà comunque oggetto della nostra attenzione;se noteremo scarsità di abboccate o mangiate poco convinte aumenteremo la lunghezza del terminale e se è il caso scenderemo ulteriormente di diametro, stesso discorso lo faremo con l'amo.
Un amo del 16-18 si presta bene ad un innesco con 2 bigattini,passando ad un 20 avremo la possibilità di procedere ad un innesco fatto con un solo bigattino appuntato. Questi sono piccoli espedienti, ma che spesso possono risolvere una giornata iniziata male.
Per ultimo,ma di certo non meno importante, è bene ricordare quello che è il punto fondamentale della pesca col pasturatore.
Lanciate sempre nel solito punto in modo da concentrare la pasturazione nel posto in cui pescheremo e se volete cambiare zona fatelo in maniera graduale, spostandovi di poco ad ogni lancio.
Questo potrebbe sembrare un accorgimento di poco conto, ma è di enorme importanza e troppo spesso quando si parla di ledgering ci si dimentica di questo passaggio basilare.


Damiano Merlini

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