Mario nel suo Adda a Pizzighettone |
Mario è nato nel 1948 a
Codogno, suo attuale comune di residenza, che lo ha recentemente onorato di
cittadino benemerito per il 2014. Vive attualmente a pochi chilometri in quel
di Pizzighettone, in riva all'Adda, in perfetta simbiosi con quello che considera
il “suo” fiume. Ha svolto per molti anni l'attività agonistica della pesca al
colpo, facendo parte del Club Azzurro e ottenendo molte soddisfazioni sportive.
Articolista di pesca fra i più noti ha scritto per anni su Pescare, Pesca In e
tuttora su Pianeta Pesca, divulgando dal 1985 la pesca a legering, ed in senso
più compiuto quella del Feeder Fishing, risultando di conseguenza un po' il
pioniere di questa modo di pescare in Italia.
Pizzighetone |
L’espressione sempre sorridente
e i modi garbati oltre agli scritti
esaustivi lo hanno reso uno dei più amati personaggi della pesca. Nella pesca
al colpo lo ritengo molto molto bravo ed eclettico pescando parecchio anche
parecchio fuori gara. Passo a fargli
delle domande anche un po’ insolite ed inusuali nello stile che caratterizza
questo blog.
Adda a Trezzo |
Ci puoi dire
brevemente la tua carriera alieutica sia come pescatore normale, sia come
garista.
Ho iniziato a pescare a dieci
anni con la società “Raia” di Codogno, mio paese d'origine.
Ho iniziato l’attività
nazionale con la Pescasport Piacenza nel 1968, per passare nel 1974 ai Berretti
Rossi sempre di Piacenza, in cui vinsi nel 1978, l’Eccellenza Nord Italia.
Poi ai Garisti Piacentini,
con cui vinsi individualmente la Browning Cup Internazionale del 1987 nel
canale Brian ed il bronzo per Società
all’Eccellenza 1990.
A seguire, alla
Castelmaggiore di Bologna, con il Bronzo agli Italiani per Società del 1991,
dal 1997 ai Diavoli di Torino con la vittoria del Campionato d’Eccellenza A1
del 2002.
Peschiera del garda |
Il fiume Mincio a Peschiera
del Garda è stato sempre il mio campo di gara preferito, e che continuo oggi a
praticare pescando per hobby. Agonisticamente, è quello che mi ha dato le
maggiori soddisfazioni con il primo posto nella classifica di rendimento del
Trofeo indetto dalla Rivista Pescare e stilata da Stefano Bastianacci, nei
quinquenni 1991-1995 e 1992-1996, al pari del Navigabile di Spinadesco, dove ho
conseguito il top della classifica nelle gare di Eccellenza disputate nel
quinquennio 1990-1994.
Oggi, sono componente della
Lenza Mantovana Team Feeder, con cui ho conseguito nel 2013 il bronzo nella
Coppa Italia per Club, e che si dedica alla divulgazione della tecnica di pesca
del Feeder Fishing nella provincia di competenza. Partecipo ogni anno agli
Italiani Individuali della specialità, nella quale ho conseguito due secondi
posti nelle edizioni del 2008 e 2009.
Risultato gara di pesca |
Sei stato uno
degli ispiratori/promotori dell'evoluzione dell'agonismo italiano negli anni 70
ed 80. Ci racconti cosa accadde?
Ho collaborato con Fausto
Pasinetti, Nazionale Azzurro degli anni settanta, alla organizzazione della Coppa Italia, manifestazione sostenuta da un gruppo di
lungimiranti Presidenti delle più famose società di quel tempo.
La Coppa Italia fu ideata
quale manifestazione nazionale per fornire ai vertici federali di quegli anni
un esempio che tenesse conto di tutte le nuove istanze di un mondo che mirava
ad una evoluzione, in grado di creare vari gradi di sport, nei quali ogni
Sodalizio affiliato alla FIPSAS potesse trovare la sua giusta collocazione.
Quella
“provocazione” ebbe il merito di generare, negli anni a seguire, l’attuale
formula dell’Eccellenza, dei gironi di qualificazione, dei regionali, e dei
promozionali, con regole di promozioni e retrocessioni comuni a tanti altri
sport di squadra.
Hai promosso
manifestazioni come il Memorial Pasinetti ed altre...ce ne puoi parlare
brevemente?
Il Memorial Pasinetti ebbe
vita nel 1984 grazie ai compagni di società del compianto Fausto,
prematuramente scomparso a poco più di trent’anni, e la prima edizione si
svolse sulla diga del lago di Garda a Desenzano, dove fui invitato e vincendo
il mio settore, mi aggiudicai uno dei tanti secondi posti della mia carriera
agonistica, dietro Roberto Pasotti, che fu poi Azzurro ai Mondiali 1995 vinti
dalla nostra nazionale a Peschiera del Garda.
L’anno successivo (1985)
decisi di dar continuità a quell’evento, legandolo alle classifiche dell’allora
Trofeo sostenuto dalla Rivista Pescare,
e ponendolo come classica gara di apertura di ogni stagione agonistica.
Nassa da 18 kg di una gara sul Quintino Sella a Novara |
Quell’anno ebbi anche la
soddisfazione di classificarmi al secondo posto individuale dell’Eccellenza,
con tre primi ed un secondo posto nelle quattro gare disputate.
Il Memorial Pasinetti
continua anche ai giorni nostri, grazie a Stefano Bastianacci e le sue classifiche
sono pubblicate da Pianeta Pesca.
Ma la manifestazione che ho
inventato, organizzato e promosso, e che
mi fa più piacere ricordare,
è il Master-Junior, con la
partecipazione di un giovane pescatore in coppia con il suo maestro,
e che la Federazione fece sua, ufficializzandola come Campionato Italiano dopo un paio delle “mie” edizioni.
Pseudorasbora la nuova alborella indisederata |
Inoltre, nel 1984, grazie al
contributo della Rivista Pescare e del Comitato Regionale Emilia-Romagna, e le
sezioni di Parma e Ferrara, organizzai il Campionato Italiano di Pesca
all’Inglese, che ebbe la sua prova finale nella splendida cornice del lago del
Parco Ducale di Parma e fu vinto da Roberto Trabucco.
Foto di corredo (Lasca) |
Una squadra selezionata tra i
migliori pescatori dello stesso torneo, partecipò l’anno successivo ad un incontro
amichevole in Inghilterra, prendendosi il lusso di battere la squadra di
Barnsley campione in carica nel Regno Unito, proprio nella tecnica di pesca di
loro tradizione. La gara si svolse nel lago di Mallory Park a Leicester, e vi
partecipai insieme a Franco e Luigi Galliani, Roberto Trabucco, Maurizio
Dall’Oglio e Loris Zurlini.
Per oltre un quinquennio
(dall’87 al 92), organizzai a Peschiera
del Garda, il “Platil Festival”, una settimana di gare per cento concorrenti
con un montepremi, per la prima volta in denaro, di oltre dieci milione di lire
(cosa che mi procurò qualche grattacapo con il Presidente del tempo della
sezione milanese della Fipsas).
Laghi FIPSAS Novara |
Dire che fu un successo è un
eufemismo, tanto che in seguito, continuò per molti anni come Memorial Bazzerla,
manifestazione alla quale sono legato da ricordi “agrodolci” per i due secondi
posti assoluti nelle edizioni del 1996 e 1997.
Breme |
Hai collaborato
con tutte le maggiori testate del settore pescasportivo
Ho iniziato a scrivere del
mio sport preferito alla fine degli anni sessanta per “Caccia e Pesca” di
Milano che aveva sede vicino alla darsena dei Navigli. Poi nel 1975 divenni
collaboratore del “Giornale della Pesca” di Firenze, il quindicinale
dell’agonismo di quell’epoca, che aveva il formato di un vero e proprio
quotidiano, e di cui conservo ancora molte edizioni. Nei primi anni ottanta,
iniziai a scrivere mensilmente per “Pescare” la rivista di pesca di maggior
divulgazione in Italia, passando poi con il Direttore Galigani a “Pesca In” nel Novembre 1994, fino alla
nascita di “Pianeta Pesca” cui tutt’ora
collaboro e che è sempre condotta dallo stesso Galigani che presenta per Sky il
programma TV “Caccia e Pesca”.
Campo gara a Vercelli sul Sesia |
Ho lavorato
altresì con De Agostini realizzando video e testi per due cicli dell’Enciclopedia
della Pesca, e per la collana di video intitolata “l’Arte della Pesca”. Per
alcuni anni ho collaborato con la casa di produzione “Take One” di Milano alla
realizzazione della trasmissione televisiva “Fish Eye” che andò in onda con un
buon successo per cinque anni sui canali di Mediaset Italia Uno e Rete 4.
Nella tua
carriera hai avuto importanti riconoscimenti, quali ti hanno fatto più piacere?
Senza dubbio
ricevere al Salone Nautico di Genova il premio “Pioniere della Pesca” mi ha
riempito d’orgoglio.
Si tratta di un
premio istituito dal mondo imprenditoriale rappresentato dalla FIPO che
raccoglie l’adesione ed il sostegno delle più importanti aziende del settore, e
la motivazione “per l’opera di divulgazione fra i giovani dello sport della pesca”
mi ha ripagato di tanti sacrifici e di qualche delusione incontrata nel lungo
percorso della mia carriera sportiva e di lavoro. Un attestato certamente
importante e che è stato negli anni attribuito a personaggi famosi quali il CT
azzurro Marcello Lippi e il presentatore TV Carlo Conti, appassionati
pescatori, sempre disponibili a promuovere in modo positivo l’immagine del
nostro sport.
Spinadesco |
Ma se proprio
devo essere sincero, il premio assegnatomi nel 2006 quale “Miglior Giornalista di Pesca” in base ai voti di un
sondaggio online della Rivista Pescare tra le migliaia di suoi lettori, è stato
il riconoscimento più gradito per gli oltre trent’anni di scritti a favore di
un mondo al quale spero in futuro di poter dare ancora un utile contributo per
favorirne il consolidamento d’immagine quale sport pulito e sensibile ai temi
ambientalisti che vanno pari passo con la sua pratica.
Mario
personalmente sono molto distante dalle gare ma mi sono sempre chiesto come si
svolge una gara; mi sembra che vinca la squadra e non il singolo…..vi sono dei
campionati come negli sport “normali”? puoi delucidare i lettori su questo
tema?
L'attività
agonistica della pesca è in Italia molto radicata grazie al numero di Club
affiliati alla Fipsas e che permettono agli hobbisti un avvicinamento graduale
alle gare, partendo da quelle sociali. Da sempre vi sono competizioni
individuali e per club, che sfociano in attività internazionali. Le squadre che
rappresentano i Club sono solitamente composte da quattro agonisti ed è ovvio che,
come in tutti gli sport, lo spirito di gruppo e la capacità di trasmettere ai
più giovani le esperienze dei più maturi, è ciò che fa la differenza per la
crescita tecnica dei team ed il conseguimento di migliori standard di
risultati. Un buon mix di esperienza ed entusiasmo è sempre una carta vincente,
ma soprattutto l'umiltà di ascoltare ed apprendere è fondamentale. Tutto ciò
che conosco in materia di pesca lo devo a chi me lo ha insegnato, avendo la
generosità di mettermi a disposizione le sue conoscenze. Che è ciò che ho
provato a fare in tutta la mia carriera di sportivo.
Ostellato |
Spesso ho sentito
affermare che chi vince ci riesce in quanto ha soldi da spendere in pastura,
esche costose e assistenti, oltre a poter essere già in loco molti giorni prima
della gara, ovviamente oltre ad essere
bravo. Dimmi tu, fuori dai denti, che cosa di vero in questo.
Se si potessero
comprare le vittorie non potremmo mai parlare di sport della pesca! Chi lo
afferma cerca solo di crearsi un alibi ai propri limiti.
Se mettessi in
gara agonisti del calibro di Ferruccio Gabba, Umberto Ballabeni, Jacopo Falsini
solo per citarne alcuni, e imponessi a loro ed ai loro avversari di pescare con
una sola canna ed un chilo di esche, forse in una singola gara potrebbe
emergere anche uno sconosciuto...ma se il gioco fosse esteso ad un campionato
di più prove, sono certo che alla fine i loro valori tecnici finirebbero per
prevalere in modo netto.
Ciò che nella
pesca italiana, che vorrebbe continuare a definirsi sport dilettantistico, è
per alcuni versi assurdo, è che la strutturazione dei campionati permettono a
un “Codogno” di giocare con il Milan, sia a livello individuale che per
squadra.
Maurizio Biolcati a Ledgering |
Se ognuno si
facesse un esame di coscienza e non si iscrivesse ai campionati che non ritiene
adatti alle proprie risorse tecniche ed economiche, forse la Federazione
penserebbe a nuovi format.
Ma siccome
questo non accade, perché la stragrande maggioranza, al momento della verità
non ha l'umiltà d chiamarsi fuori da un gioco dispari per le proprie logiche
tecniche ed economiche, non è onesto intellettualmente che la stessa punti poi
il dito verso chi, avendo importanti ritorni commerciali nel mercato dei
prodotti da pesca, investe tanti soldi nel sostenere l'attività sportiva dei
propri testimonial, che restano comunque un numero assai limitato di persone e
club.
Foto di corredo |
Oggi, a 65
anni, quando parto da casa la domenica mattina per partecipare ad un Campionato
Italiano, accetto il rischio che chi si sia preparato meglio di me, investendo
il proprio tempo e denaro in tre giorni di prove sul campo gara di riferimento,
mi metta sotto. Confido sulla mia esperienza, ma accetto le sconfitte senza
permettermi di minimizzare con alibi senza senso le prestazioni dei miei
avversari, ma congratulandomi per i loro meriti e la loro dedizione. Che poi il
lunedì molti euro manchino nelle tasche degli agonisti è un dato di fatto
inconfutabile, ma nessuno obbliga nessuno, e sarebbe meglio che certi discorsi
anziché sui forum venissero fatti alle riunioni della Federazione, dove si
decide il futuro dello sport della pesca agonistica.
Luciopera, sandra o Zander uno dei nuovi, purtoppo, re delle ns acque |
Ora qualche domanda
tecnica: per che pesci è meglio la pastura rossa e invece per quali quella
chiara?
Le pasture
rosse o scure hanno una tendenza di utilizzo in acque tinte come quelle di Arno
e Tevere per carpe e barbi, quelle chiare in acque di buona trasparenza, tipo
quelle dei laghi per cavedani, scardole, pighi e dove ancora esistono, savette.
Pigo |
Per dare una idea
ai giovani di quanti pesci vi erano ci dici con quante alborelle si vincevano
le gare?
Per anni la
pesca di piccoli pesci è stata il pane e burro dell'agonismo italiano. Io ho
fatto parte di quella generazione di pescatori, e venendo dalla pesca in fiume,
ho dovuto fare un lungo apprendistato per arrivare al mio record di 1029
alborelle in tre ore nel canale Lorgana a Molinella in provincia di Bologna nel
1977. Le pescai con una canna Cendret prodotta in Italia di 2,50m e fui battuto
dal campione degli Azzurri di quel tempo Alberto Alfieri che mi pescava a
fianco.
Personalmente
ritengo che se uno pastura bene, specialmente con precisione, poi l’ esca sia
ininfluente. Che ne dici?
La pasturazione
è la chiave di volta di ogni sessione di pesca...sapere come dare da mangiare
ai pesci della postazione prescelta è un'arte che ha mille sfaccettature. Io
adoro il pane e se posso uso solo quello per l'innesco e per richiamo...ovvio
che sto parlando di pesca per diletto...in gara è vietato, anche se non ho mai
capito perchè venga assimilato ad un agglomerato. Io infilo un pezzetto di
mollica inumidita e ben strizzata sulla punta dell'amo, esattamente come faccio
con un bigattino o un lombrico...misteri dei regolamenti!!!
Pesci di una volta a passata |
In acque correnti
ritengo il ledgering nettamente superiore alla pesca col “tappo”. Che ne pensi?
Il Feeder è
un'arma per veicolare il richiamo in acque correnti che ha davvero pochi
rivali. Ma bisogna ragionare come un pesce e capire come caricare il
pasturatore e come lanciarlo di volta in volta per farlo rendere al meglio. Ci
vorrebbe un libro...o forse due!!! Magari nella prossima vita lo scrivo!
Gareggiando avrai
girato la nostra penisola; per la pesca col “tappo” quali sono i fiumi del
centro-sud che possono competere con il tuo Adda, il mio Ticino e il Sesia che
per me è il più bello conservando molte caratteristiche tipiche di un fiume di
pianura.
Il Tevere Umbro
è quello che conosco meglio e che frequento sempre con piacere, anche il
Volturno a Capua ha tratti interessanti e pescosi, ma è difficile fare paragoni
con i nostri affluenti del Po. Peccato che la gestione politica dei Parchi li
abbiano resi in molti casi irraggiungibili e “terra di nessuno”.
Ticino |
- So che hai
avuto molte esperienze di pesca all’estero. Quali sono le nazioni dove si pesca
parecchio con esche naturali?
Le mie esperienze
di pesca all'estero le ho spesso raccontate dalle pagine delle Riviste con le
quali ho collaborato e collaboro. Inghilterra, Irlanda, Ungheria e molti Paesi
dell'Est hanno davvero molto da offrire agli appassionati del nostro sport, e
non solo per le tecniche con esche naturali, ma anche con gli artificiali per i
predatori in senso lato. Considero l'Irlanda il mio secondo Paese e mi
piacerebbe viverci almeno tre o quattro mesi all'anno. Quest'anno i Mondiali di
Feeder si svolgeranno nel sud irlandese nei pressi di Cork....forza Azzurri!
Emilio di LBF Adda sul citato Sesia a Ledgering |
Ci vuoi dire
pregi e pecche della FIPSAS, o la domanda è troppo scomoda?
La Fipsas, come
tutte le Federazioni affiliate al CONI, è fatta di uomini, e delle loro
decisioni. Ovvio che tutto dipenda dal loro profilo e dal loro spessore. Chiunque può candidarsi ad avere un ruolo in
essa. Fino a quando ho lavorato come dipendente per un marchio commerciale non
ho mai preso in considerazione di avere incarichi ufficiali. Diventato libero
professionista, sono stato gratificato dall'incarico di CT della nazionale di
Feeder Fishing, e da tre anni provo a dare il mio contributo per far crescere
questo comparto, sperando che resti una branchia di sport senza nocive
esasperazioni e aperta a chi vuole avvicinarsi ad una forma di agonismo
possibile.
La mia idea è un agonismo di base a livello locale che interessi agonisti di una o più province nel raggio di pochi chilometri di distanza, così che la voce trasferte che è quella che più incide in negativo sul bilancio delle spese, possa risultare accettabile. Se non ci riuscirò, vorrà dire che i desideri dei più vanno in un'altra direzione e non mi resterà che prenderne atto.
Carassio un pesce classico da gara |
La mia idea è un agonismo di base a livello locale che interessi agonisti di una o più province nel raggio di pochi chilometri di distanza, così che la voce trasferte che è quella che più incide in negativo sul bilancio delle spese, possa risultare accettabile. Se non ci riuscirò, vorrà dire che i desideri dei più vanno in un'altra direzione e non mi resterà che prenderne atto.
Savetta |
Campo gara sul Tanaro |
Hai un sogno
per il futuro?
Quello di
disporre di più impianti che diano spazio alla passione ed alla pratica delle
decine di migliaia di federati.
Basta osservare
cosa può produrre in positivo la gestione ottimale del canale di Ostellato,
nelle Valli di Comacchio, ed in negativo quella del “Navigabile” di Cremona,
caduto nell’oblio per mancanza di concreti indirizzi, dopo il grosso
investimento fatto da Provincia e Federazione per il Mondiale 2009 e le tante
promesse non mantenute.
Parchi e
politica, purtroppo, in molti casi si sono impossessati dei nostri ambienti
naturali, e senza alcun progetto degno di un vero valore popolare, se non di
privilegiare lobby di potere, come quelle dei proprietari terrieri e degli
agricoltori, sempre pronti a sbarrare gli accessi ai corsi d’acqua, pur di
tenere lontani gli occhi, talvolta indiscreti e “pericolosi”, dei pescatori.
Temo che il nostro sport senza un buon numero di impianti
Federali, quanto più possibile situati in ambienti naturali.
Oggigiorno vedo
troppe manifestazioni sportive organizzate in laghetti di pesca sportiva, e a
mio parere si tratta di un pericoloso segnale per il futuro del nostro sport.
Zubo Mappelli di LBF Adda |
E per finire
quello di investire sui giovani per produrre nuovi quadri dirigenziali FIPSAS,
con una cultura adeguata ai tempi nostri, e che sappiano dialogare con le
istituzioni per portarle dalla nostra parte, e far loro capire i vantaggi
innegabili della pratica e della diffusione di uno sport pulito quale è la
pesca sportiva, da sempre legata al massimo rispetto dell’ambiente, sia nella
sua salvaguardia sia nella fruizione.
Triotto rimpianto pesce da gara in certi campi |
Ringrazio 10.000 volte Mario per questa
intervista. Gli offro, per ora solo mefaricamente, un bel risotto al persico reale e la Patch degli "Illuminati Ittici"
Pappato Hotel 2 Palme Mergozzo |
Per vedere Mario….basta immettere il suo nome e cognome cioè quello di
una delle leggende della pesca in You Tube
Notare l' interno..... |
Mario con Maurizio Biolcati di LBF Adda |
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