Il carpione del lago di Garda, Salmo carpio Linnaeus, 1758.
Caratteri meristici - Squame sulla linea laterale: 122 - 127. Vertebre: 57 - 62. Pinna dorsale raggi totali: 11 - 12. Pinna adiposa presente. Pinna anale raggi totali: 10 - 11. Pinne pettorali: I; 11 - 12. Pinne ventrali: II; 7 - 8. Pinna caudale: 22 - 24. Numero cromosomico: 2n = 80.
Descrizione - Il carpione del Garda è molto simile a S. trutta, ed alcuni ricercatori lo ritengono una varietà. Differisce dalla trota per le squame più grandi e per l'assenza di macchie sulla prima pinna dorsale. Corpo fusiforme, slanciato, a sezione ovale compressa in senso laterale. Testa relativamente piccola e tozza. Muso corto, lungo poco più del diametro oculare. Bocca ampia, in posizione mediana. Bordo posteriore del mascellare superiore esteso fino circa alla corrispondenza con quello posteriore dell'occhio. Denti piccoli, robusti ed acuminati, disposti su entrambe le mascelle, sui palatini, sulla lingua e sul vomere. Squame cicloidi di medie dimensioni. Linea laterale in posizione mediana. Stomaco provvisto di 45 - 50 ciechi pilorici. Pinne ben sviluppate. Pinne ventrali con inserzione posteriore rispetto alla corrispondenza con l'origine della pinna dorsale. Pinna caudale omocerca, con bordo posteriore incavato. Livrea simile a quella della trota di lago. Dorso grigio metallico più o meno scuro, fianchi progressivamente più chiari, con riflessi argentei, parte inferiore bianco argentato. Sul dorso e sui fianchi sono osservabili piccole macchie nerastre, distribuite in modo irregolare. Altre macchie sono presenti sull’opercolo, sotto la linea laterale ed accanto alle pinne pettorali. Le pinne dorsali e caudale grigio scuro, ventrali e anale grigio chiaro. Pinne pettorali grigio brunastro scuro.Dimorfismo sessuale - Non evidente. Durante il periodo di frega, i maschi acquistano una marezzatura grigio scuro con riflessi bronzei, le pinne diventano molto scure.Habitat e abitudini - Il carpione vive soltanto nel Lago di Garda. Tentativi di acclimatazione in altre acque hanno dato sempre esito negativo. Specie gregaria, vagante, di profondità. Vive principalmente nel basso e medio lago dove frequenta gli strati più profondi (100 - 200 m) della colonna d’acqua, spostandosi in acque di profondità inferiore solo per necessità riproduttive. Staziona molto raramente in superficie o resta nascosto in anfratti del substrato.
Alimentazione - Nella dieta la componente zooplanctonica sembra essere la più rilevante. I microrganismi sono catturati grazie all'azione filtrante effettuata dalle branchiospine. Da studi effettuati esaminando il contenuto degli stomaci (Melotto 1988, Melotto & Alessio, 1990), risulta una preferenza selettiva per il crostaceo planctonico Bythotrephes longimanus, che spesso costituisce la quasi la totalità della dieta. Durante i periodi invernale e primaverile, acquisiscono una certa importanza anche i crostacei bentonici dei generi Asellus e Echinogammarus. Occasionalmente i carpioni predano anche altri crostacei, chironomidi e avannotti e piccoli pesci. La specie entra in competizione alimentare, con impatto negativo, con i coregonidi introdotti e con l'alborella.Riproduzione - Generalmente si ritiene che il carpione del Garda presenti due periodi riproduttivi distinti, uno invernale a dicembre - gennaio ed uno estivo a luglio - agosto. Sudi più recenti sembrano indicare che esista un solo periodo di frega molto lungo, di cui i periodi precedentemente citati sarebbero due picchi di attività. Esistono due zone principali di frega, una situata nella parte settentrionale del lago per il periodo invernale, una sulla dorsale sommersa presente nel centro e nel basso lago per il periodo estivo
. Durante la frega invernale, i riproduttori si radunano per compiere una sorta di migrazione che li porta verso la zona nord del lago. La frega si svolge in acque limpide e ben ossigenate, su fondali rocciosi o ghiaiosi a profondità comprese tra 50 - 80 m, fino a 200 - 300 m. La femmina scava una depressione poco profonda nel substrato e vi depone le uova. Dopo la fecondazione da parte del maschio, la madre ricopre la covata con la ghiaia del nido. Non esistono cure parentali. Ogni femmina adulta depone circa 2000 uova per chilogrammo di peso. Le uova sono di colore giallastro arancio ed hanno un diametro compreso tra 4 e 7 mm. Il periodo di incubazione richiede un periodo ti tempo variabile, a seconda della temperatura dell'acqua, normalmente è di durata compresa tra i 35 ed i 70 giorni. Gli avannotti restano sepolti nella ghiaia fino al riassorbimento del sacco vitellino, quindi emergono e cominciano a cibarsi. I due diversi periodi di frega determina l'esistenza di due gruppi che maturano in tempi diversi, questa differenza no ha comunque determinato l'isolamento riproduttivo in due popolazioni, come spesso accade nei coregoni, infatti gli individui nati dalle freghe estive e quelli dei quelle invernali possono partecipare allo stesso ciclo.
Accrescimento - Tempo minimo di raddoppiamento della popolazione, basso: 4.5 - 14 anni. I maschi raggiungono la maturità sessuale dopo il secondo inverno, mentre le femmine in genere un anno dopo. L'accrescimento ha ritmi relativamente lenti. Sono presenti due coorti per anno, a causa della presenza di due periodi riproduttivi principali. Gli individui nati dalla frega invernale raggiungono circa 18 cm al termine del primo anno e superano i 30 cm al terzo. Gli esemplari originati dalla frega estiva, al termine del primo anno misurano circa 13 - 14 cm (Melotto 1988, Merlo 1955, Melotto & Alessio, 1990). Negli esemplari di età compresa tra 3 e 5 anni, il peso varia da 300 a 700 gr. La relazione tra peso (W) e lunghezza totale (LT) è espressa da:
Accrescimento - Tempo minimo di raddoppiamento della popolazione, basso: 4.5 - 14 anni. I maschi raggiungono la maturità sessuale dopo il secondo inverno, mentre le femmine in genere un anno dopo. L'accrescimento ha ritmi relativamente lenti. Sono presenti due coorti per anno, a causa della presenza di due periodi riproduttivi principali. Gli individui nati dalla frega invernale raggiungono circa 18 cm al termine del primo anno e superano i 30 cm al terzo. Gli esemplari originati dalla frega estiva, al termine del primo anno misurano circa 13 - 14 cm (Melotto 1988, Merlo 1955, Melotto & Alessio, 1990). Negli esemplari di età compresa tra 3 e 5 anni, il peso varia da 300 a 700 gr. La relazione tra peso (W) e lunghezza totale (LT) è espressa da:
W = 2,92 x log LT - 1,89
Il carpione del Garda è un pesce di taglia media: di norma raggiunge la lunghezza massima di 35 - 40 cm e il peso di circa 500 g. Solo in casi eccezionali arriva fino a 50 cm e a 1 kg di peso. Età massima riportata: 5 anni.
Predatori, parassiti e malattie - La specie è soggetta a malattie virali e batteriche, come la peste enterica della bocca rossa (Yersinia ruckeri), l'aeromonosi, l'edwarsiellosi e l'epiteliocistite. Si conoscono diversi parassiti, come Myxobolus cerebralis, agente della malattia capostorno, Hysterothylacium sp., Camallanus sp.. I carpioni vengono predati principalmente da salmonidi, esocidi, percidi ed altri pesci ittiofagi. Particolarmente dannosa è stata la colonizzazione del lago da parte del cormorano (Phalacrocorax carbo). Durante la frega, le uova sono predate da bottatrici e ghiozzi.
Status della specie - Si tratta di una specie endemica, rara ed ad alto rischio d'estinzione. Dai dati sulle catture effettuate nel Lago di Garda risulta un calo dell'80 % degli esemplari di S. carpio, verificatosi negli ultimi 10 anni. Il decremento numerico della specie è stato determinato principalmente dall'eccessiva pressione di pesca, esercitata anche in periodo di frega e a danno di esemplari immaturi. Anche l'inquinamento ha un peso importante sulla rarefazione del coregone, causando la modificazione delle acque del lago dalla condizione oligotrofica a quella mesotrofica. La mesotrofia determina l'aumento dell'alborella che, assieme ai coregoni introdotti, compete a livello alimentare con questi salmonidi, riducendo le risorse a disposizione per la popolazione di coregoni, mettendo a rischio la sopravvivenza della specie.Protezione - La specie non figura tra quelle protette dalla Direttiva 92/43/CEE e dalla Convenzione di Berna, anche se è inclusa nella Lista Rossa IUCN (International Union for Conservation of Nature and Natural Resources), come specie in pericolo critico (CR A2bde, Critically Endangered). Sono necessarie misure urgenti dirette a contenere e ridurre l'inquinamento del Lago di Garda, e l'applicazione di leggi più restrittive per la pesca professionale, giungendo anche ad imporre il divieto assoluto se la situazione dovesse richiederlo. In assenza di provvedimenti il carpione del Garda potrebbe estinguersi in breve tempi, e l'Italia perderebbe una specie rara endemica del proprio territorio.
Valore economico - Specie di primario interesse commerciale, sta perdendo peso sui mercati ittici locali a causa della sua rarefazione. Il pescato di carpione era molto abbondante in passato (negli anni ’60 ne veniva pescata una media annua variabile da 16 a 40 tonnellate), ma attualmente il pescato medio resta al di sotto di una tonnellata. Fino dall’antichità il carpione del Garda è stato molto apprezzato in gastronomia. Le carni, ottime e più pregiate di quelle della trota di lago, sono vendute fresche nei mercati rivieraschi, o proposte nei ristoranti locali come specialità tipica
Predatori, parassiti e malattie - La specie è soggetta a malattie virali e batteriche, come la peste enterica della bocca rossa (Yersinia ruckeri), l'aeromonosi, l'edwarsiellosi e l'epiteliocistite. Si conoscono diversi parassiti, come Myxobolus cerebralis, agente della malattia capostorno, Hysterothylacium sp., Camallanus sp.. I carpioni vengono predati principalmente da salmonidi, esocidi, percidi ed altri pesci ittiofagi. Particolarmente dannosa è stata la colonizzazione del lago da parte del cormorano (Phalacrocorax carbo). Durante la frega, le uova sono predate da bottatrici e ghiozzi.
Status della specie - Si tratta di una specie endemica, rara ed ad alto rischio d'estinzione. Dai dati sulle catture effettuate nel Lago di Garda risulta un calo dell'80 % degli esemplari di S. carpio, verificatosi negli ultimi 10 anni. Il decremento numerico della specie è stato determinato principalmente dall'eccessiva pressione di pesca, esercitata anche in periodo di frega e a danno di esemplari immaturi. Anche l'inquinamento ha un peso importante sulla rarefazione del coregone, causando la modificazione delle acque del lago dalla condizione oligotrofica a quella mesotrofica. La mesotrofia determina l'aumento dell'alborella che, assieme ai coregoni introdotti, compete a livello alimentare con questi salmonidi, riducendo le risorse a disposizione per la popolazione di coregoni, mettendo a rischio la sopravvivenza della specie.Protezione - La specie non figura tra quelle protette dalla Direttiva 92/43/CEE e dalla Convenzione di Berna, anche se è inclusa nella Lista Rossa IUCN (International Union for Conservation of Nature and Natural Resources), come specie in pericolo critico (CR A2bde, Critically Endangered). Sono necessarie misure urgenti dirette a contenere e ridurre l'inquinamento del Lago di Garda, e l'applicazione di leggi più restrittive per la pesca professionale, giungendo anche ad imporre il divieto assoluto se la situazione dovesse richiederlo. In assenza di provvedimenti il carpione del Garda potrebbe estinguersi in breve tempi, e l'Italia perderebbe una specie rara endemica del proprio territorio.
Valore economico - Specie di primario interesse commerciale, sta perdendo peso sui mercati ittici locali a causa della sua rarefazione. Il pescato di carpione era molto abbondante in passato (negli anni ’60 ne veniva pescata una media annua variabile da 16 a 40 tonnellate), ma attualmente il pescato medio resta al di sotto di una tonnellata. Fino dall’antichità il carpione del Garda è stato molto apprezzato in gastronomia. Le carni, ottime e più pregiate di quelle della trota di lago, sono vendute fresche nei mercati rivieraschi, o proposte nei ristoranti locali come specialità tipica
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