11.10.2016

Kit Carson del Nord Ovest la canna più veloce dello spinning



Testo edi Marco Altamura-foto di Walter Scandaluzzi

Kit Carson del Nord Ovest la canna più veloce dello spinning

Ho voluto soprannominare così Marco Altamura visto la sua barbetta e il pizzetto che riportano alla mente il socio di Tex Willer ( il capo bianco dei Navajo ) che assieme al figlio Kit Willer e Tiger Jack eliminano stuoli di malviventi nel West. La canna da spinning di Marco potrebbe essere il fucile di Kit …Tex è anche il capo supremo di tutte le tribù Navajos, con il nome di Aquila della Notte. Inoltre assume su di sé anche l'incarico governativo di agente indiano della stessa nazione pellerossa.
Nelle sue avventure è di solito accompagnato dai suoi tre pards: Kit Carson (capelli d’ argento) anch'esso ranger; Kit Willer, figlio di Tex e di Lilyth, una squaw navajo; Tiger Jack, guerriero navajo e fratello di sangue dell'eroe.
Mergozzo



Entrambi eravamo collaboratori esterni dell’Editoriale Olimpia che , pur avendo 15 Riviste che trattavano di pesca , caccia , armi , filatelia e numismatica , fallì nel 2009. Io facevo articoli in buona parte dedicati agli itinerari e Lui trattava la tecnica dello spinning . Andiamo a sentire il sibilo delle sue pallottole …

Un pescatore che voglia effettuare lo spinning a 360° quale tipologia di canne dovrebbe utilizzare ? Qualcuno sostiene che la “monopezzo” rappresenta la scelta ottimale con il difetto però di un trasporto complicato…
Risulta complicato dare una risposta sufficientemente esaustiva : oggi la tecnologia ci mette a disposizione una vastissima gamma di attrezzature per lo spinning moderno ed il grado di specializzazione dei materiali è molto alto ; personalmente utilizzo tre tipi di canne a seconda di che tipo di predatore vado ad affrontare . Attualmente Rapture mi fornisce tutti i materiali di cui ho bisogno ma per dare un’idea schematica di ciò che utilizzo posso dire innanzitutto che ho scelto la misura di mt. 2.40 per tutte le mie canne da spinning ; per insidiare lucci , black bass ,
lucioperca e aspi utilizzo una canna “allaround” con potenza di lancio effettiva di gr. 15/40 con la quale sono in grado di lanciare correttamente una vasta gamma di artificiali . Come seconda canna con la quale insidiare persici reali e cavedani mi affido ad una canna con potenza di lancio di gr. 5/15 che mi regala grande divertimento e sufficiente affidabilità anche con pesci di taglia . Infine per la mia pesca preferita alla trota Lacustre in lago ed alla marmorata in fiume mi affido ad una canna più specifica con potenza di lancio di gr. 20/50 con la quale sono in grado di proiettare a lunga distanza i miei amati “lipless”.
Tutte queste canne sono ad innesto in due sezioni anche se , volendo avvicinarsi alla perfezione , bisognerebbe affidarsi alle fantastiche “monopezzo” con le quali si raggiungerebbe un’azione ottimale sia in fase di lancio che in fase di combattimento con il predatore di turno.
Purtroppo il punto debole di tali attrezzi è rappresentato dalla difficoltà di trasporto.

 Stessa domanda per i mulinelli.
Il mulinello nello spinning rappresenta un punto di importanza fondamentale e non vale assolutamente la pena speculare su tale componente ;  questa “macchina” deve darci sicurezza ed affidabilità assolute in termini di robustezza , leggerezza , fluidità di frizione , corretto imbobinamento dei monofili/trecciati e precisione in pesca . Personalmente divido in due categorie i mulinelli per i miei fabbisogni : nella prima categoria trova spazio un taglia 2000/3000 per lo spinning leggero e nella seconda categoria si colloca la taglia 4000/5000 per rispondere ai compiti più gravosi . C’è poi il discorso dei mulinelli a bobina rotante che non amo particolarmente anche se preferisco di gran lunga quelli normali tralasciando di utilizzare quelli “low profile” belli da vedere ma , a mio parere , poco funzionali .
. Io sono in imbarazzo quando pesco in spot con presenza di lucci e black bass a cui ultimamente si sono aggiunti aspi e zander ( lucioperca ) ; il cavetto è necessario ?
 Anche questa è una domanda che presuppone più risposte . Innanzitutto sgombriamo il campo da possibili equivoci : il cavetto in acciaio per la pesca al luccio serve sempre .
Cavetto autosaldante
E’ stupido lasciare in bocca ad un pesce così bello un artificiale che potrebbe portarlo anche alla morte! Diciamo piuttosto che il luccio è l’unico predatore delle nostre acque che è in grado di recidere il terminale . In quasi 50 anni di spinning non ho mai perso un lucioperca o un siluro ( anche di grosse dimensioni ) per il mancato utilizzo del terminale in acciaio . Tuttavia se pesco in ambienti con presenza accertata sia di esocidi che di centrarchidi
  e non voglio utilizzare il cavetto, preferisco fare uso di artificiali che per la loro precipua conformazione mi assicurano una presa ottimale negli apparati boccali di lucci e black bass senza il pericolo di vedermi recidere il terminale ; in questo senso l’artificiale perfetto è lo spinnerbait.

Nylon , trecciato , nanofil : ci dici cosa ne pensi di queste tipologie di lenze e come usarle ?

  Ognuno di queste tipologie di lenze trova un suo corretto utilizzo nello spinning moderno ; personalmente trovo di fondamentale importanza il giusto abbinamento di tali materiali agli attrezzi ( canne ) che intendiamo impiegare . Così se pescheremo con una canna non eccessivamente scattante e con un’azione parabolico-progressiva potremo fare affidamento sull’utilizzo di un buon trecciato con terminale in fluorocarbon ; viceversa se pescheremo con una canna molto potente e con risposta “nervosa” sarà da preferire un buon monofilo che con le sue caratteristiche di morbidezza ed elasticità andrà a bilanciare in modo ottimale l’equilibrio di tutto il combo .
Spero di essere stato sufficientemente chiaro. Per quel che riguarda il nanofil non ho mai amato particolarmente questa sorta di compromesso tra il monofilo ed il trecciato : in primis per la sua memoria meccanica ( crea spire specialmente nei diametri maggiori ) e in seconda battuta per l’impossibilità di realizzare giunzioni affidabili con i terminali ( il terminale tende a “scivolare” sul nanofil ) .
 Ho comperato all’estero questi artificiali. Funzionano secondo te ?
  Dalla foto che mi hai inviato intuisco che sono artificiali di fattura artigianale ; due sfruttano il concetto di rotazione sul proprio asse ed uno lo si potrebbe catalogare come un antesignano delle moderne chatterbait . Sicuramente hanno avuto in passato una loro valenza in termini di catture ma verosimilmente ai giorni nostri rivestono una certa importanza solo come oggetti di antiquariato alieutico .

La “gomma” quanto ha influenzato la tecnica considerando il fatto che anche tipologie di pesci non ascrivibili alla schiera dei predatori la gradiscono ?
Indubbiamente nell’ultimo ventennio la cosiddetta “rivoluzione morbida” ha influito e modificato l’antico concetto di pesca a lancio ; i nuovi artificiali in silicone sfruttano non solo la fase di recupero ma sono efficaci anche nelle pause e talvolta esplicano il loro maggior potere attirante proprio in queste fasi di rilascio . Inoltre risultano validi a 360° con tutti i predatori ( e non solo ! ) e in tutte le stagioni dell’anno . Così anche categorie di pesci appartenenti alla nutrita famiglia dei ciprinidi trovano un grande interesse nei confronti di queste lures : è di pochi mesi fa la cattura da parte mia di una grossa tinca sul Lario mentre ero intento ad insidiare a jigging lucioperca e persici reali . In definitiva dunque una pietra miliare nel campo della pesca a lancio che ora più che mai non può più ignorare l’utilizzo di queste fantastiche imitazioni .

Carpa a spinning

  Che validità hanno gli ondulanti ? Io non ho molta fiducia in essi anche se una volta nel lago del Verney ho catturato una trota ampiamente sopra il chilogrammo di peso con un ondulante “raddoppiato” , cioè con due parti metalliche accoppiate e tenute insieme dagli split-ring per aumentarne il peso e di conseguenza la gittata nel lancio e una volta una  .


Da sempre sostengo che lo spinning si basa su concetti semplici e sull’osservazione di quanto avviene in natura ; in questo senso l’ondulante lo si può certamente annoverare tra gli artificiali antesignani di tale tecnica e trova in me un accanito sostenitore . Non è un caso che fin dalla notte dei tempi in tutto l’emisfero settentrionale i pescatori di salmoni hanno usato tale insidia per realizzare catture eccezionali ad anche attualmente in tutto il nord Europa si continua a catturare Salmo Salar con questo fantastico artificiale . Chi ha letto i miei articoli da un ventennio a questa parte si sarà certamente accorto di quanta considerazione riponga nell’uso degli ondulanti a forma allungata nella pratica dello spinning alla trota Lacustre . Ne faccio ampio uso anche nella ricerca del luccio nei grandi laghi del nord Italia e posso dire che questi artificiali non mi hanno mai tradito .
Escluso te , quali sono e quali sono stati a tuo parere i migliori spinningofili “letterari” ?
  Ho iniziato a collaborare per le più importanti Riviste di settore agli inizi degli anni ’80 e da allora fiumi di inchiostro sono stati versati in merito alla tecnica dello spinning ; a quei tempi fui molto influenzato dal compianto Giorgio Brivio che fu il primo lanciatore nostrano ad intuire la reale possibilità di catturare trote Lacustri con la canna da spinning a piede asciutto . Molto di quello che ho imparato lo devo a lui. Ma erano i tempi anche del “maestro” Bocchi , degli amici Renzo della Valle , Roberto Cazzola e Giorgio Montagna , per arrivare ai giorni nostri che vedono l’affermarsi di tante giovani leve animati da grande passione e rispetto per i pesci . In ogni caso ritengo che per scrivere di tecnica sia assolutamente necessario praticare assiduamente questa splendida disciplina .
  In che situazione ittica e di inquinamento versano il Verbano , il lago d’Orta , il Mergozzo ed il fiume Toce ?
E’ per me un vero piacere disquisire di pesca riguardo questi splendidi ambienti naturali ! Dalla fine degli anni ’70 frequento questi ecosistemi ed ho accumulato una grande quantità di splendidi ricordi e di altrettante catture effettuate a spinning ; il Verbano non è più purtroppo quello dei bei tempi , tuttavia è ancora in grado , nonostante i gravi attentati alla sua salute , di regalare splendide catture . Il Cusio è rinato a nuova vita da quando negli anni ’90 è stato bonificato con la pratica che usano per i laghi del nord Europa afflitti dalle piogge acide denominata “liming” : si tratta di “addolcire” le acque dagli sversamenti dei reflui di lavorazione dell’industria galvanica ; tonnellate di bicarbonato di sodio sono state immesse nel lago che dopo poco tempo è tornato agli antichi splendori con il ritorno di una grande quantità di fauna ittica pregiata . Il lago di Mergozzo occupa un posto speciale nel mio cuore perché in questo bellissimo bacino ho realizzato catture da sogno ; non è un lago facile e prodigo di catture , è sicuramente uno spot nel quale è possibile realizzare la cattura della vita .
Black bass fino ai tre chilogrammi , lucci fino ed oltre i dieci chilogrammi , splendide trote Lacustri fino ad otto chili , persici reali ed ultimamente lucioperca favolosi : insomma un vero e proprio paradiso per il lanciatore ! Infine il Toce e la sua valle : luoghi con una grande tradizione piscatoria alle spalle dove ho catturato e continuo a catturare splendide trote marmorate ed argentee Lacustri di risalita dal lago Maggiore. La speranza è che la nuova coscienza che sta prendendo piede tra le giovani leve di pescatori possa salvaguardare questi bellissimi ambienti che hanno ancora in serbo per noi innumerevoli magnifiche sorprese .

 Quali sono i pesci insoliti anche di piccola taglia che attaccano le esche artificiali ?  Io presi un vairone una volta con un Martin da 3 gr….
  Le sorprese nello spinning sono sempre d’attualità ! Nella mia esperienza vi sono pesci “insoliti” che sono rimasti vittime dei miei artificiali come grosse carpe , tinche,  bottatrici , pighi , scardole e financo coregoni …  La spiegazione risiede probabilmente nel fatto che i pesci attaccano gli intrusi non solamente per fame ma anche per curiosità e territorialità . Questo ci dimostra quanto poco ancora conosciamo del comportamento dei pesci .

Vuoi rivelare qualche trucco ai lettori ?
  Lo spinning non è un’alchimia , una sorta di rito magico o una pratica esoterica . Lo spinning risponde semplicemente a regole ed assiomi naturali ; quello che mi sento di raccomandare ai neofiti è di osservare quanto avviene in natura e avere sempre voglia di imparare qualcosa di nuovo . E’ possibile migliorare il nostro approccio in pesca soltanto rispettando poche semplici regole ; la mia più importante preoccupazione è quella di approcciarmi nel modo corretto a ciò che mi appresto a fare : la formazione da architetto mi ha abituato a considerare schematicamente tutte le possibili variabili che entrano in gioco e a minimizzare , per quanto mi è possibile , i fattori a rischio . Nello spinning alla Lacustre spesso hai solo una chance in un’intera uscita e non puoi permetterti assolutamente di fallire per superficialità o peggio per indolenza . Curare tutti i particolari e valutare le variabili quindi diventa di fondamentale importanza per il raggiungimento del risultato . Nessun trucco quindi !

Io Walter mi faccio da solo i Tandem e sembra che funzionino; Attualmente ho fatto rotante più ondulante ma devo ancora provarli.



Ringrazio Marco per la disponibilità e credo lo faranno anche i lettori .


Ps: Se insidi questo il cavetto lo usi?




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