La Valle Tesso
deve il suo nome ai due fiumi che la attraversano, il Tesso e il Tessuolo .
Nella valle sorgono i comuni di Coassolo e Monastero Di Lanzo.
L'ambiente ancora incontaminato e i limitati insediamenti fanno sì che la Valle Tesso possa considerarsi un grande parco naturaledove si incontrano numerose specie di piante, funghi e scorci naturali di grande suggestione.
L'ambiente ancora incontaminato e i limitati insediamenti fanno sì che la Valle Tesso possa considerarsi un grande parco naturaledove si incontrano numerose specie di piante, funghi e scorci naturali di grande suggestione.
l Tesso nasce sulle pendici meridionali della Punta dell'Aggia (2.245 m), in comune di Monastero di Lanzo.
Per un lungo tratto scorre verso sud segnando il confine tra questo comune e quello di Coassolo. Piega poi verso sud-est e, entrato in comune di Lanzo, riceve da sinistra il suo principale affluente, il Torrente Tessuolo.
Dopo aver infine lambito il centro storico di Lanzo va a gettarsi nella Stura poco ad est del Ponte del Diavolo, a 450 metri di quota.
Fra la lussureggiante vegetazione di una poco conosciuta valle del torinese scorre questo incantevole torrente dalle limpidissime e fresche acque fino ad immettersi nel più noto Stura di Lanzo proprio vicino al paese da cui prende il nome quest’ ultimo. Dir che appare, per la sua conformazione, agli occhi del foresto come la realizzazione dei sogni di un pescatore di trote è solo render merito a questo corso .Pur soffrendo come tutti i suoi fratelli di periodi di siccità e acque alte mantiene sempre una portata significativa per l’esercizio della pesca la cui gestione è affidata ad una associazione a cui si accede versando una quota di una certa importanza economica. Nel tratto predisposto alla semina di trote fario dalla splendida livrea e sicuramente selezionate un comodo sentiero dalla poca pendenza permette l’azione a qualsiasi pescatore che voglia farlo.
Un susseguirsi continuo di buche di ogni dimensione, correntine e anche di un orrido offrono riparo anche alle autoctone rappresentante anche da qualche marmorata specialmente nel tratto più a monte. Imbucati i buoni presso il posto di sorveglianza al Mulino della Grata si indossano stivali a tutta coscia e si risale il corso scegliendo a seconda della propria vocazione alieutica la tecnica. Adatta solo ad esperti , causa vegetazione, la pesca a mosca invece il torrente si presta ottimamente alla pesca al tocco usando teleregolabili di media lunghezza cioè di 6 o 7 metri; mulinelli di misura 2500 con uno 0.22 di lenza madre e finali dello 0.18/0.20 per salpare i pesci che si saranno fatti ingannare dal verme o dalla camola innescati su ami del N 6-8. Montature lunghe 70/80 cm a pallini del N 5 per i fondo lama.
Nelle correntine intervallate da sassi conviene usare piccole spiraline mentre nelle schiume sotto le cascate un pallettone di adeguato peso riuscirà a far star ferma la nostra esca. A spinning l’ottimale è una canna a 2 pezzi di 210 cm con leggero mulinello caricato di un buon 0.18. Artificiali rotanti sia argentei che ramati del N 2 dal corpo pesante con rotazione perfetta a favor di corrente sono l’ideale per far la quota giornaliera in breve tempo mentre di maggiori dimensioni selezioneranno la taglia ed eviteranno l’ingoio alle parecchie rotelle ruspanti. Ottimi sono risultati gli artificiali della https://www.extrafg.it/ che ebbi in prova da un mio amico socio della ditta. Minnows di 5-7 cm galleggianti o Crack Bait e jig solo nelle buche più ampie e nell’orrido. Più a monte dello stesso la pesca si fa difficoltosa per la mancanza di sentieri ma affascinante dalla presenza solamente di trote autoctone fra cui parecchie marmorate anche di buona taglia.
Nel caso di assenze di tocche conviene sostituire la solita camola con Larve di Friganee, meglio conosciute come portassi, innescate ancora con il guscio oppure il Gatoss (Larva di Tipula Maxima) diminuendo la sezione del terminale fino anche ad arrivare allo 0.14. Per gli ami sceglieremo modelli a filo fine della misura del N 10/12. La montatura in questo caso sarà costituita da qualche spaccatina di 3 mm avendo cura di restare il più possibile lontano dall’acqua. L’esiguità del finale rende conveniente avere a disposizione almeno un guadino dal manico corto. Essendo la trota marmorata una specie che rifugge la luce pescare in zone ombrose, al mattino presto o verso il tramonto aumenta le possibilità della sua cattura. Indispensabile a spinning, specie nelle piccole buche, non sbagliare il primo lancio che molte volte risulta quello catturante. In questo tratto usare ami senza ardiglione per agevolare il rilascio è sinonimo di rispetto per un avversario che sta regredendo numericamente in molte acque. E’ pur vero che la quota associativa è rilevante) ma per riempire il cestino bastano e qualche volte avanzano anche le trote di semina.
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