3.09.2016

Pescare trote nella Dora Baltea eporediese



Il latino "Eporedia" significa Ivrea città di circa 24.000 abitanti della provincia di Torino a poca distanza dalla Valle di Aosta e entro la quale scorre il fiume Dora Baltea e proprio in città deriva il Naviglio di Ivrea poco dopo una "pista" artificiale per i cayack.  Qui' tratteremo il tratto a valle di 2-3 km e quello a monte fino al confine colla valle di Aosta nei pressi del paese di Carema.
Nella Dora in questo tratto la fauna ittica è quasi interamente rappresentata dalla trota, sia fario, sia marmorata, sia ibridi e da qualche rara  iridea di discesa dai tratti turistici situati nei torrenti della Valleè. "Pezzi da 90" del salmonide sono insidiati dai patiti della pesca a tale pesce e le foto di corredo sono di un record di 10.2 Kg che è nel Guinnes dei primati anno 2000 e di un esemplare di 8.5 Kg (o 7.5...non  mi ricordo bene) preso da un conoscente biellese e la cui foto campeggia nel negozio di pesca Capitan Custer a Gaglianico in Via Montegrappa N 9.  ; Comunque il pesce è stato preso in zona Quassolo con Real Minnows.

Credo che i lettori appassionati di trote sappiano le tecniche per pescarle e quindi lascio a loro la scelta suggerendo solo, se gradito, di portarsi una canna e attrezzatura per trota laghetto in quanto appena superato il bivio per l' ultimo paese citato vi è una diga che forma un piccolo laghetto. Lo spinning va per la maggiore e avuti in prova  dal mio amico Ettore nel 2015 artificiali della Flumen (https://www.extrafg.it/) di cui Lui è socio commerciale debbo dire che il oro onesto lavoro lo fatto catturando 2 Baby e agganciando una bel pezzo sul Kg che si slamato quasi ai piedi GRRRRRRRR
.
Le mie uscite in questo fiume cominciano agli inizi degli anni "90 quando dal novarese vado ad abitare vicino Biella che dista poco più di 25 Km da Ivrea. Memorabile un pomeriggio di pasquetta ove trovo la neve sulla serra*** quando in zona Borgofranco a spinning allamo oltre 20 trote di piccola/media misura cioè dai 15 ai 30 cm con un Martin piccolo. Un ricordo antico fù l' esplorazione di una lama di oltre 3 metri di profondità a valle della città dove dopo 3 ore di passata con galleggiante e verme provo a spinning, per non aver rimorsi, in uno "scurisc" laterale con una pianta in mezzo con +70-80 cm di acqua; la trotona era li'!!! E anche se non enorme (2-2.5 Kg) dimostrava l' imprevedibilità della nostra passione.

Alla Dora dedico 2-3-4 uscite annue, in primis perchè amo le acque di pianura, ma anche perchè essa è pescabile fino a circa mtà maggio e se và bene gli 15 gironi di settembre; Nel restante periodo l' acqua è alta, freddissima  e color grigio dato lo scioglimento delle nevi in Valle D' Aosta.
Itinerario 1: Da Corso Vercelli (arrivando da Viverone) si devi verso la SS26 e poco prima del ponte sul fiume si scenda  nel piazziale si prenda per Via dei Cappuccini costeggiando una roggia; La strada è asfaltata fino ad una cascina  e poi diventa uno sterrato piccolo che porta dopo qualche minuto ad una enorme pozza profondissima credo a causa di estrazione di materiali inerti nel passato.
Buca
Prima della buca
Dopo la buca una lunga  lama ma dalla parte dei massi. L' ideale sarebbe agire dalla parte opposta cioè sul ghiaeto ma  ho  trovato la strada giusta solo all’ imbrunire una volta. Tornato col mio amico  ci siamo persi in un dedalo di stradine più o meno piccole pescando in altri spot (credo davanti a dove presi la trota grossa a spinning) dove il socio ha preso un bel pesce a mosca.  .
Nella buca qualche trota l' ho presa a spinning  specialmente ma agendo da dove sono scattate le foto.


Itinerario 2: Non l' ho mai provato e mi ingolosisce il pezzo di Dora che scorre nella città in corso Re Umberto dove inizia il naviglio vi è una scaletta ove scendere vicino all' acqua e costeggiare tutto il tratto.
Inizio Naviglio
Dora dentro Ivrea

Borgofranco
Itinerari vari: Da Montaldo Dora a Carema quasi tutte le strade che girano a sinistra portano al fiume. Ottimi gli spot a Borgofranco e Quassolo dove piccoli salti formano belle pozze. A monte di Quassolo una diga sbarra il fiume formando un laghetto con la possibilità di pescare come nei laghetti a pagamento.
Diga
Per il resto esplorate Voi.
Quassolo

Filmini dal mio canale You Tube
Ad Ivrea
A Borgofranco con acqua normale e acqua da neve
https://www.youtube.com/watch?v=98n2hmHNdZQ
A Quassolo

***La Serra Morenica di Ivrea è un rilievo morenico di origine glaciale risalente al periodo quaternario; appartiene al vasto complesso dell'Anfiteatro morenico di Ivrea, del quale rappresenta la morena laterale sinistra. La cresta principale si situa al confine tra la Provincia di Torino e quella di Biella; tra i cordoni morenici che la fiancheggiano in territorio Biellese scorrono alcuni corsi d'acqua i più rilevanti dei quali sono i torrenti Olobbia e Viona, entrambi tributari dell'Elvo .La Serra ha origine sulle pendici meridionali della Colma di Mombarone (2.371 m) e si dirige con percorso quasi rettilineo verso sud-est per circa 20 km fino a sfrangiarsi nelle alture che circondano il Lago di Viverone. È costituita da una serie di creste sub-parallele la più alta delle quali raggiunge un dislivello massimo di 600 metri rispetto alla pianura interna all'anfiteatro morenico nella zona di Andrate. Questo dislivello si riduce gradualmente verso est fino a toccare i 250 metri circa nei pressi di Zimone. La cresta principale si situa al confine tra la Provincia di Torino e quella di Biella; tra i cordoni morenici che la fiancheggiano in territorio Biellese scorrono alcuni corsi d'acqua i più rilevanti dei quali sono i torrenti Olobbia e Viona, entrambi tributari dell'Elvo. E' la più lunga d' Europa e al Top in quelle mondiali essendo lunga 23 KM. La zona è ricca di laghi di origine glaciale annidati tra i vari depositi morenici. I principali sono il lago di Viverone, quello di Bertignano e il gruppo dei 5 laghi, il più vasto dei quali è il Sirio.
Negozi di pesca:Terrin Giancarlo--Corso Guglielmo Marconi, 66 a Mon taldo Dora Tel 0125 651451
Permessi: Licenza governativa e DEEP della provincia di Torino del costo di 12 euro attualmente (vedere nel sito Caccia e pesca della provincia in oggetto cioè Torino)
Cosa vedere: Municipio e Piazza Nazionale, Piazza del Duomo di Santa Maria e il santuario di monte Stella ad Ivrea. Il forte di Bard all' inizio della Valle di Aosta (http://www.fortedibard.it/)
Cosa comprare:vini DOC del Canavese: Erbaluce di Caluso, Passito, Canavese Rosso, Canavese Bianco.il tipico salame di patate, da consumarsi fresco, ed il lardo rustico. Tipico salume è anche la mocetta, insaccato un tempo prodotto con il camoscio e oggi con carne caprina.Interessanti anche i prodotti del bosco quali frutti di bosco, erbe selvatiche, castagne e funghi. Tra i dolci tipici ricordiamo gli amaretti morbidi, le paste di meliga, i torcetti al burro, le antiche giuraje e le praline del Gran Paradiso, specialità della Pasticceria Perotti di Pont.
Cosa mangiare: I piaceri della tavola riservano sorprese gradevolissime nei numerosi ristoranti, osterie e agriturismi del territorio.
Gli antipasti, che hanno una rilevanza fondamentale nel pranzo alla piemontese sono, per questa zona, innanzitutto i già citati salumi e il lardo. Gli altri antipasti sono solitamente a base di uova, o di verdure ripiene, oppure abbinano le salse alle acciughe o alla lingua bollita, o ancora utilizzano la gelatina o il carpione per presentare verdure e carni.
Principessa della cucina canavesana è la rustica verza, che ritroviamo nei caponet, involtini di cavolo ripieni di carne, e nella zuppa di cavolo la"supa mitonà" con pane, brodo e formaggio (e in alcune versioni anche salsiccia e cipolla).
Tra le minestre vere e proprie, tipiche quelle a base di latte, riso e castagne, o i brodi di carne o di magro a cui i vecchi erano soliti aggiungere abbondante formaggio e qualche cucchiaio di vino rosso. Piatto festivo erano gli agnolotti o i tajarin fatti in casa, mentre il riso veniva consumato frequentemente, con funghi, verdure o con la zucca gialla. Anche la carne era un tempo riservata ai momenti di festa, con sontuosi bolliti accompagnati dai bagnet rossi e verdi, o con sapidi stracotti di selvaggina (lepre, cinghiale) al Carema o al Barbera accompagnati dalla polenta, o ancora con il fritto misto dolce e salato, o con il coniglio alla canavesana. I piatti fondamentali della cucina canavesana sono però essenzialmente due: la bagna caoda, a cui si accompagnano verdure crude o cotte, e la tofeja (ossia i fagioli con le cotiche e il piedino di maiale cotti nel forno a legna nel tipico recipiente di terracotta di Castellamonte) che viene distribuita spesso a Carnevale. Assieme alla tofeja ricordiamo anche le fresse (polpettine di frattaglie ed uvetta avvolte nell’omento di maiale) e gli altri piatti della seina del crin, il banchetto che seguiva ritualmente la lavorazione casalinga dei salumi e delle carni di maiale.
Gli ingredienti base e le ricette tradizionali sono oggi reinterpretate dai ristoratori del Consorzio che sanno offrire in ogni stagione piatti gustosi e intriganti.
--Antipasti
Ciarojà
Galantina di pollo / Galantin-a ’d polastr
Insalata di nervetti / Salada ’d nervèt
Insalata di radicchio / Salada ’d sicòria
Pane fritto / Pan friciolà
Spuma di fegato di maiale / Scuma ’d fìdich ëd crin
Trita di sanato con funghi porcini / Ciapulà ’d sanàt con bolè porsin
--Antipasti caldi
Bagna càuda
Fonduta / Fondùa
Nidi di mais / Ni ’d melia
Tortino di pane e latte / Tortin ëd pan e làit
Tortino di patate e topinanbour / Tortin ëd tartifle e tapinabò

--Primi piatti
Gnocchi all’ortica / Gnòch a l’urtija
Gnocchi di zucca / Gnòch ëd cossa
La mia zuppa / La mia supa
Minestra di castagne e latte / Mnestra viandà
Minestra di fagioli freschi e latte / Mnestra ’d faseuj fresch e làit
Minestra di pollo e riso / Mnestra ’d polastr e ris
Minestra di riso e malva / Mnestra ’d ris e ariondela
Minestra maritata / Mnestra marià
Minestra di trippa (buseca) / Mnestra ’d buseca
Passato di granoturco / Passà ’d melia
Pasta e fagioli alla canavesana / Pasta a faseuj canavzan-a
Polenta con le ravisse
Polenta con salame dla doja / Polenta con salam ëd la doja
Polenta grigia / Polenta grisa
Polenta morénica
Risotto con fegatelli di maiale / Risòt con fërsëtte ’d crin
Suèt
Zuppa di legumi / Supa ëd fërzaje
Zuppa di pane e cavoli / Supa ’d pan e còj
Zuppa di patate / Supa ’d tartifle

--Secondi piatti
Arista di maiale al ginepro / Lonza ’d crin al zenèiver
Batsoà
Cavoli ripieni / Còj pien
Cipolle ripiene / Siole pien-e
Filetto di tacchino in carpione / Filèt ëd pito an carpion
Coniglio al ginepro / Cunij al zenèiver
Costine con i cavoli / Costin-e con ij còj
Filetto farcito al latte / Filèt farsì al làit
Brasato al Neretto / Brasà al Neirèt
Frittata di fagioli / Fritá ’d faseuj
Galletto alla cacciatora / Galèt a la cassadora
Lepre al civet / Levr an sivé
Lumache al verde / Lumasse al verd
Merluzzo alla mugnaia / Mërluss a la molinera
Merluzzo con cipolle / Mërluss con siole
Pollo fritto / Polastr frit
Ratatouille / Ratatoj
Tufèja (fagioli grassi) / Tufèja (faseuj grass)

--Dolci
Fiori di acacia in pastella / Fior ëd gasìa an papòcia
Gallette al latte / Galëtte al laìt
Martin-sèch con zabaione / Martin-sèch con sambajon
Michette di santa Marta / Michëtte ’d santa Marta
Mostarda di uva fragola / Mostarda d’uva fròla
Paste di meliga / Paste ’d melia
Pere al cioccolato / Pruss a la cicolata
Semolino dolce / Sëmmolin doss
Torta alle pere / Torta ai pruss
Torta della nonna / Torta ’d maregranda
Torta di zucca gialla / Torta ’d cossa giàuna
Zabaione / Sambajon
Zabaione ghiacciato / Sambajon giassà











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